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Trombatrice precaria: le montagne russe e il menage a trois

Dopo tante disavventure
occorre rendere conto anche delle storie andate bene…o no? Sarà
precaria, ma pur sempre trombatrice resta. Per tenere tale titolo,
occorre che trombi.

Pare che ultimamente
frequenti un disponibile giovanotto che va a trovarla la mattina prima
di andare al lavoro. Marco fa l’architetto, è alto, longilineo, dotato
di un certo fascino se non bellissimo, nonché di una buona dose di
ironia che rende il loro rapporto leggero e godibile.

Grazie a queste doti e
soprattutto grazie al fatto che la sua permanenza nella vita di nostra
signora della tromba non supera i limiti di sicurezza, la nostra lei
può dirsi al momento soddisfatta della sua vita sessuale.

Marco è un uomo concreto.
Arriva intorno alle nove dietro appuntamento concordato. Prima di
presentarsi, invia un sms per sapere se c’è via libera. In pratica
vuole sapere se quella mattina i frugoletti sono andati regolarmente a
scuola e quindi la casa può ospitare un torneo di sesso mattutino.

Di solito col suo fare un
po’ malizioso e delicato, suggerisce la “mise” con la quale gradirebbe
essere accolto. Calze a rete, oppure reggicalze, nude look, le sue
preferenze sono varie, ma normali, in fondo.

Lei lo accontenta come
può. L’unica vera seccatura, ma non è colpa di Marco, è la depilazione
delle gambe. Una roba noiosa e dolorosa quanto mai. Uffa!!

Quando varca la soglia di
casa, Marco ha in mano la sua valigetta da lavoro, abbigliamento ed
atteggiamento professionali. Ma tutto ciò, ovviamente, dura poco. Hanno
poco tempo. La giornata è ancora tutta da cominciare per entrambi.

Durante questi piacevoli
matineè, Marco non trascura i preliminari, non la inonda di saliva, non
le soffoca la gola. Ha un sacco di pregi quest’uomo! Ma soprattutto:
tromba e tromba alla grande! E quando ha finito: aria, sciò, va via
fino al prossimo appuntamento! Non è un uomo delizioso?

Si, di uomini come lui ce
ne vorrebbero di più, pronti all’uso e pronti a togliere il disturbo
subito dopo! Mica come quello che si appostava sotto casa della
trombatrice aspettando che lei uscisse per accompagnarla dal
panettiere! Questo è un genere di uomo da tenere rigorosamente alla
larga, pena crisi allergica da contatto eccessivo!

Perché va detto che la
precarietà della trombata, con tutti i limiti e problemi annessi, non
dispiace affatto alla nostra trombatrice. Tutt’altro. Lei è precaria e
tale vuol rimanere. Se pensa di ricevere telefonate del tipo:”Dove sei?
Cosa fai? Con chi sei?” da parte di qualche ergregio signore che
accampa diritti, già comincia ad accusare sintomi gravissimi, indizio
di patologie anche letali che vanno dal travaso di bile a crisi
asmatiche da assenza di ossigeno. E con la salute non si scherza!

Perciò anche Marco sta
facendo il suo tempo. Lo vede da due mesi ormai. Un altro mese basta e
avanza per dichiarare conclusa questa storia.

D’altro canto, è d’uopo
intavolare altre trattative nel frattempo, magari per capire chi può
essere il fortunato successore. Si vedrà cosa offre il mercato.
Potrebbe pur sempre rivolgersi ad un segmento finora sconosciuto, e
cioè le donne. Un territorio sconfinato e finora per lei inesplorato.
In fondo, la carne è carne, sia che si materializzi in un uomo che in
una donna.

L’idea le è stata
instillata da un semi-trombatore, altra categoria che la nostra signora
conosce bene. Si potrebbe definire anche un trombatore “montagne russe”.
Ma niente a che vedere con roba rocciosa, dura e solida, purtroppo. No,
il trombatore montagne russe è colui il quale comincia in salita e dopo
due minuti si trova in discesa, salvo ritrovarsi subito dopo nuovamente
in salita e poi ancora giù. In sintesi, ha un erezione a singhiozzo.

Una roba un pelino
stressante per qualsiasi donna che nel frattempo tenti di individuare
cosa determini le varie fasi, e riuscire a mandare in porto una
trombata che possa definirsi tale. Per cui nel frattempo i suoi
pensieri, frammisti a parole, sono più o meno questi: “ora è su! Meno
male! Ma…oddio…fra poco s’ammoscia di nuovo, che faccio per impedirlo?
Dipende da me? Proviamo coi gemiti, magari è
sensibile….mmmm….siiiiii…ancora…NOOO che succede….cazzo, ci risiamo!

In frangenti del genere,
davvero nostra signora della tromba soffre, anche perché ha un cuore
grande, è generosa, e piuttosto che mandarlo a fanculo ed accendersi
una sigaretta, non si sottrae ai tentativi maldestri di rimettere in
funzione l’attrezzo in sciopero, tipo piloti alitalia, e rimane lì
speranzosa.

Ed è allora che capisce.
Lui le farfuglia qualcosa del tipo:”la prossima volta porta un’amica…ti
andrebbe?”. Veramente no, le verrebbe di rispondere a muso duro. Ma poi
un’idea si fa strada. “si…si potrebbe fare” dice. E come per magia
l’attrezzo oramai in picchiata, vira verso l’alto improvvisamente. Bello
mio, pensa, t’ho sgamato!! Ti eccita pensare di trombare due donne per
volta, quando non riesci a fartene una?? Diamoci sotto allora, e
vediamo che sai fare!

“Siiiiii – sussurra con
voce da gattina vogliosa e graffiante – sarebbe bellissimo!!!”. E lui,
sempre più infoiato: “allora la porti? Io, te e lei….pensa che possiamo
fare in tre….com’è quest’amica che pensi di portare….dai, dimmelo!”.
Com’è? Ma è ovvio! È bella, con le tette grosse e un culo da favola! Se
gli dice che è intelligente, sensibile, ironica, insomma se declina ciò
che lei cerca in un’amica, a lui gli si ammoscia a vita!!

Non sia mai, quella sera
vuole un’orgasmo ed è decisa a procurarselo ad ogni costo. Così fa uno
sforzo di fantasia e comincia ad inventare dettagli di un piccante
menage a trois. Lui beve le sue parole che sembrano arrivare
direttamente al pisello, rinvigorito più che mai, by-passando
totalmente il cervello, ridotto ormai ad inutile orpello la cui unica
funzione al momento è quella di elaborare i suoni provenienti dalla
bocca di lei ed inviare il segnale decodificato sotto l’ombelico.

“Come si chiama?” le
chiede ansimando. Evidentemente ha bisogno di rendere reale la
fantomatica amica attraverso un nome. Lei passa in rassegna tutti i
nomi che le vengono in mente. Francesca è troppo monacale, Pina sa di
casalinga insoddisfatta, Maria è virginale. Ci vuole qualcosa di
arrapante! E mentre indugia in tali pensieri, lui, di nuovo, si sgonfia
come un palloncino punto da uno spillo.

“STELLA! Si chiama
Stella!” quasi grida. E subito lui riprende vigore. Ormai l’automatismo
le è chiaro. Non le resta che continuare il gioco. Vuole l’amica? E che l’amica sia!

Dopo un racconto degno della migliore letteratura erotica (perché sempre di una trombatrice di classe stiamo parlando) in un crescendo di parole, gemiti, spinte: il miracolo infine si compie!

È stato davvero un
capolavoro, complimenti alla nostra signora della tromba, fronteggiare
e sconfiggere le montagne russe, spianandole in un’unica retta che
tende all’infinito, non è roba che riesce tutti i giorni!

Adesso può rilassarsi. Con
gesti lenti ma precisi, estrae una sigaretta dal pacchetto lì sul
comodino, l’accende, aspira voluttuosa una boccata di fumo, socchiude
gli occhi. Ovattata le giunge la voce di lui che gracchia
fastidiosamente e la strappa dal meritato relax. Ma che sta dicendo?
“allora – la voce di lui è seria e quasi compita, è tornato lucido – al
prossimo incontro porti la tua amica, giusto?”. Al prossimo incontro
sarai solo, pensa lei.

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***Foto da Riot Clit Shave***

Posted in Narrazioni: Assaggi, Precarietà.