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La rete non è neutra

E’ nato un nuovo blog che è anche un nuovo progetto. *La rete non è neutra* : Osservatorio
su linguaggi e comportamenti discriminatori e sessisti nella rete. Tecnologia,
internet di altri generi.
Vi copincollo il primo post di presentazione:

<<<^^^>>>

In rete succede di tutto. Si usa un linguaggio che è il neutro maschile, si
privilegiano norme precise, per lo più maschie, bianche, etero. La stessa
tecnologia che sta alla base dei meccanismi di socializzazione in rete è spesso
androcentrica.

In rete trovi giochini online dove le donne sono sempre cameriere o
guerriere con due poppe spaventose. Fra i tanti spazi in web ce ne sono
moltissimi che dileggiano le donne, che ci intimano di smettere di esigere
diritti, che ci denigrano con le loro battute sessiste. Ci sono tanti forum,
blog, social network in generale dove non manca mai il tizio che lascia un
commento volgare, offensivo, sessista, discriminatorio, persino minaccioso.

C’e’ una cultura catto-fascista patriarcale che è arrivata in rete prima di
noi, perchè più agevolata all’utilizzo degli strumenti tecnologici, e ha
orientato informazioni ritenendo di dover restare per sempre non contraddetta.
Ci sono milioni di siti antiabortisti dove le donne vengono descritte come le
peggiori assassine sulla faccia della terra. Ci sono tanti siti che continuano
a perpetuare i soliti luoghi comuni, un cumulo di stereotipi che non cesseranno
mai di esistere, o almeno così sembra. Ci sono tanti gruppi, spazi, che
prediligono la persecuzione delle donne a partire dalle loro/nostre più
terribili fragilità. Allora ci sono quelli che si concentrano per farci passare
da bugiarde quando denunciamo uno stupro, oppure quelli che continuano a
chiamarci puttane dopo aver pubblicato le foto di una ex della quale vogliono
vendicarsi. Ci sono quelli che ledono fortemente la privacy delle donne per
stabilire il principio della proprietà sul corpo, sulla vita, su ogni spazio
che attraversiamo. Ci sono quelli che passano il tempo a molestarci in rete
perchè lo stalking è una pratica anche virtuale.

In rete non smettiamo mai di essere quello che siamo. Qualunque cosa ci
piace o ci ritroviamo ad essere sarà immediatamente visibile a tutt*.

Le donne sono donne, le femministe sono femministe, le lesbiche sono
lesbiche, le trans sono trans. Così i gay sono gay, le povere sono povere, le
nere sono nere, le poco istruite sono poco istruite e le colte appaiono colte,
le madri sono madri, le nonne sono nonne, le figlie sono figlie, le
politicizzate sono politicizzate, le antifasciste sono antifasciste e le
moderate sono moderate.

In rete non c’e’ proprio nulla di neutro. Da qualche tempo siamo arrivate
anche noi, in ritardo ma in tante e allora il conflitto che prima si reggeva su
un "neutro" senza contraddittorio, è in atto.

E’ un conflitto che si rivela nei linguaggi differenti, nei metodi, nello
stesso approccio alla tecnologia che molti vorrebbero identico a quello di chi
ha deciso anche per noi priorità, finalità e obiettivi.

C’e’ un altro internet e un’altra tecnologia e noi saremo qui a
raccontarvelo con una attenzione particolare verso i sessismi e le
discriminazioni in rete.

E’ necessario che diciamo noi qualcosa su questo prima che lo dicano altri e
si riproducano in teorie di difesa della nostra fragile specie con
provvedimenti restrittivi, censori, tipici di una cultura securitaria.

A noi non interessa censurare, reprimere, far chiudere siti o blog. Ci interessa
stigmatizzare i comportamenti perchè in una nuova netiquette emendata in
qualche punto, tolta l’ipocrisia della neutralità che non esiste, sia compresa
a chiare lettera una regola delle relazioni che tenga conto del sessismo e
delle discriminazioni di ogni altro genere oltre quello maschile e etero. Ci
interessa inserire i nostri contenuti dappertutto perchè facciano da
contraltare alle culture dominanti.

Ci interessa chiarire che la logica secondo la quale in rete vengono premiati i siti più linkati, quelli più popolari, che fanno più audience, la stessa logica che guida l’algoritmo dei canali di ricerca e quello di tante altre categorie di selezione dei contenuti in rete, non ci piace. E’ una logica che premia la quantità e non la qualità. E’ una logica che parte dal presupposto che si arriva ovunque se si è davvero preparati/e dove la preparazione corrisponde ad uno standard fissato da altri prima di noi. E’ una logica che omette una questione importantissima: la responsabilità nel veicolare contenuti in rete. E’ una logica che in questo momento si traduce nella larga diffusione di siti ad alto contenuto sessista e discriminatorio. Per esempio: alla parola "donne" verranno fuori una infinita quantità di siti che con le donne hanno davvero poco a che fare. Un esempio di differente modalità di diffusione dei contenuti in rete è dato da "cercatrice" che non è in contrapposizione ma si permette di mostrare come si possa fare una scelta diversa che a noi piace molto. Servirebbero tante cercatrici di rete a offrire una alternativa di contenuti su ogni tema che ci interessa. Per lasciare a noi utenti la scelta di cosa ci piace sapere e cosa invece vogliamo ignorare.

Non ci interessa una tecnologia securitaria, l’identificazione dei
molestatori, la denuncia di chi viola la nostra privacy. Non vogliamo
braccialetti elettronici reali ne’ virtuali. Non ci piace la moralizzazione
della rete a partire da una concezione di decoro che rimanda a quella delle
gonne sotto il ginocchio per le sexworkers costrette dalle ordinanze dei
sindaci. Non ci piace che si continui a proporre la censura dei contenuti porno
perchè non piacciono alla cultura cattolica e fascista. Ci piace invece
inserire i nostri contenuti, la nostra educazione sessuale, il nostro sesso, il
nostro erotismo e persino il nostro porno a modificare una cultura che insiste
nell’essere esclusivamente a uso e consumo degli uomini.

Non ci piacciono i moralismi in generale e dunque non ci piace neppure chi
ci chiama puttane, chi si sente in diritto di lasciare frasi scurrili a
commento di una discussione sulla sessualità femminile, chi si sente in diritto
di trattarci da donnette facili perchè parliamo di contraccezione, di
autodeterminazione, di interruzione volontaria di gravidanza.

Non ci piacciono le censure ma nei nostri siti e blog siamo libere di
veicolare una cultura non sessista e dunque di non far diventare il nostro
spazio uno dei tanti muri che tanti maschilisti, sessisti, riempiono con le
loro castronerie. Così continueremo a presidiare il web perchè se siamo
presenti sarà impossibile ignorarci. Noi esistiamo.

Non ci piace che si inseriscano in mille provvedimenti, quello contro la
violenza alle donne, sullo stalking, ulteriori richiami all’intercettazione
delle comunicazioni via internet. Il controllo sociale avviene già in ogni
senso. La nostra privacy è costantemente violata. Non ci piace che si facciano
queste cose in nostro nome. Non ci serve. Sarà nostra cura occuparci di
informare le donne a conoscere il mezzo che stanno utilizzando e a difendere la
loro privacy e la loro serenità in rete.

In nessuna legge è mai stato contenuto un passaggio nel quale si decide di
monitorare e controllare preventivamente tutte le nostre telefonate o la nostra
posta cartacea per combattere contro una violenza. Bisogna essere critici e
ragionare sul fatto che metterci in uno stato di soggezione, di paura, farci
credere che da ogni parte puà arrivare il "cattivo" è la strategia
per immobilizzarci, così terrorizzate dalla paura non sapremo fare altro che
affidarci, diventare dipendenti da qualcuno, e invocare l’aiuto di una figura "superiore".

Il computer non è un mostruoso nemico, come lo descrivono. Non è un aggeggio
infernale dal quale vedrete spuntare il gancio di capitan uncino. Il computer è
solo un elettrodomestico e internet è un luogo attraverso il quale comunicare e
informarsi.

Perciò ci poniamo il problema e cominceremo a ragionare di un manuale di
autodifesa digitale che si comporrà man mano che racconteremo le storie della
rete e della tecnologia vista da un punto di vista di genere.

Questo spazio intende fungere comunque da osservatorio per
comportamenti discriminatori e sessisti in rete per dimostrare che di neutro da queste parti non c’e’ proprio niente. Se avete suggerimenti critiche, se volete contribuire in qualche modo, se avete segnalazioni su siti,
blog, forum, qualunque cosa possa costituire tutto ciò che è stato descritto
sopra o anche altro se credete, postate tra i commenti. 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


6 Responses

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  1. Francesco says

    No, no. Non voglio affermare che la rete è molto femminista. Però non è neanche solamente maschilismo e catto-fascio-patriarcato, come sembra dal tuo post.
    Sembrava che l’immagine delle donne sul web fosse monopolio del punto di vista maschilista e invece, vedi: il network femminile è talmente robusto da riuscire a portare 3 voci nella prima pagina di Google. Scusa se è poco.

  2. fikasicula says

    grazie loreanne, conosco diner dash. fa parte della serie di simulazioni in cui le donne possono fare carriera in settori nei quali devi persino sentirti orgogliosa di essere preparatissima. la managerialità del ruolo della cameriera è di fatto allucinante.

    francesco: il mezzo è sempre neutro, certo. lo so.
    ma non ci si può barricare dietro questo aspetto per poi negare che tra chi lo usa esistono differenze e di fatto invece questa è la cosa che si fa.
    se bisogna tendere ad una reale ed effettiva neutralità del mezzo allora innanzitutto bisogna abbattere le barriere, il gender digital divide, quelle economiche che impediscono a tutt* di averci una connessione e persino un computer.
    oppure: perchè dobbiamo tendere ad una neutralità? a me piace che sia rilevata la mia diversità. non voglio essere schiacciata da una “neutralità” che fagocita ogni mia caratteristica individuale.
    l’obiettivo può essere un altro. la convivenza civile, un salto culturale che ci permette di vivere senza massacrare i generi diverso da quello maschile.
    circa l’osservazione che fai sugli “uomini”.

    è interessante. non me lo pongo perchè il mio posizionamento è qui e ora. ma non mi risulta che in rete gli “uomini” siano molestati e offesi tanto quanto noi. poi se ti piace dimostrare il contrario e dire che la cultura che imperversa in rete invece è molto femminista ed è assolutamente discriminatoria per gli uomini fai pure.
    ma così facendo fai il paio con il tizio del sito antifemminista che scrive chilometri e chilometri di autentiche cazzate per dimostrare che le donne che denunciano uno stupro sono tutte bugiarde.

    trova elementi di sessismo in rete praticato dalla società, dalla cultura prevalente e fai un favore anche a noi. perchè è chiaro che questa cultura offende tutt* e non solo noi.

    grazie della ricerca che hai fatto. come vedi in rete noi siamo quello che decide la de filippi. o siamo quello che dicono i siti da trova donne in cinque minuti. ti sembra un modo corretto di veicolare cultura da parte di un motore di ricerca?
    a me no. preferisco la cercatrice.

  3. Francesco says

    Ci provo io, da una ricerca veloce veloce su google.it otteniamo:

    Primo risultato
    -D: Virgilio Donne (il magazine femminile di Virgilio, pieno di ricette, consigli di bellezza, oroscopi, come cambiare il pannolino al pupo, ecc. Questo ha effettivamente un’impostazione di carattere conservatrice sulle donne).
    -U: Maria De Filippi – Uomni e Donne (AAAARGH! Perchè??!)

    Secondo risultato
    -D: Bellissime le donne più sexy in Rete (potete immaginare: è un sito di foto. Tra l’altro niente di eccezionale, ho visto siti fatti molto meglio, con più foto e di migliore qualità)
    -U: Foto di Uomini (Non è il mio genere, quindi non mi pronuncio)

    Terzo risultato
    -D: Donne Russe matrimonio.Donne Russe nubili, profili personali di … (beato chi si illude. Tra l’altro è indicativo il catalogo tipo Ikea per scegliere la moglie: scegli, ordini e te la spediscono a casa. Decisamente migliore del sito precedente se cerchi belle foto.)
    -U: GAY, ATTORI, CALCIATORI, VIAGGI GAY, GOSSIP GAY, EVENTI GAY, GAY …(Nonostante il titolo lungo faccia pensare ad una tamarrata, il sito è sobrio e tecnicamente ben fatto. Sui contenuti non mi pronuncio).

    Quarto risultato
    -D: Server Donne – home (Homepage dell’associazione Orlando. Questo è sicuramente un sito che si occupa di donne. Tra l’altro verso il fondo c’è anche il link a questo blog).
    -U: Foto di Uomini in privato – Girlpower.it (Non abbiamo avuto la stessa fortuna)

    Quinto risultato
    -D: Maria De Filippi – Uomni e Donne (Stavolta tocca a voi l’onta…)
    -U: Uomini e Donne (… ma anche noi non è che andiamo meglio)

    Sesto risultato
    -D: Oroscopo, tendenze capelli, moda donna inverno e ginecologia … (altro magazine tipo quello di Virgilio)
    -U: Radio 3 – Uomini e profeti (non so se è fascio-patriarcale, ma sicuramente è molto catto-)

    Settimo risultato
    -D: Il Paese delle donne on line – Il paese delle donne on line … (Altro sito che si occupa di donne. Anche questo con un link a questo blog).
    -U: Conosci gli uomini? – I test di Margherita.net (Questo è il colmo: un test sugli uomini nel magazine femminile di prima)

    Ottavo risultato
    -D: Donne: il canale femminile di MSN Italia (altro magazine)
    -U: Uomini 3000 (ecco! Se cercavi un sito maschilista l’hai trovato)

    Nono risultato
    -D: dol’s – il sito delle donne on line (ma quanti cavolo di magazine per donne esistono?)
    -U: Tragica morte per l’ex tronista di Uomini e Donne Antonello Zara … (e siamo 3:1. 3 risultati che portano alla trasmissione della De Filippi solo in prima pagina. Mi raccomando, poi dì che la rete favorisce gli uomini sulle donne).

    Decimo risultato:
    -D: Donne – Società – Attualità (Non so bene cosa sia questo sito; sembra un aggregatore di news. Però c’è un altro link a questo blog :D)
    -U: Niente. Google ha deciso di mettere solo 9 risultati per “uomini” in prima pagina. Ditemi voi se questa non è discriminazione. 😛

  4. Francesco says

    — E’ una logica che in questo momento si traduce nella larga diffusione di siti ad alto contenuto sessista e discriminatorio. Per esempio: alla parola “donne” verranno fuori una infinita quantità di siti che con le donne hanno davvero poco a che fare. —

    Hai provato a cercare anche “uomini”? Giusto per vedere se c’è differenza nel modo in cui vengono trattati i due sessi.

    Mi sembra di capire che per neutralità tu ti riferisca alla neutralità del messaggio.
    Invece io intendo la neutralità del mezzo di comunicazione, non del contenuto.
    Mi spiego: i siti maschilisti o femministi rispecchiano in modo neutro (ovvero, senza che il mezzo vi influisca) le opinioni di chi ci scrive.
    Il tuo blog, ad esempio, ritieni che abbia un orientamento catto-fascio-patriarcale rispetto a quello che era il tuo pensiero prima che digitassi sulla tastiera?
    Se invece di pubblicare i post su internet avessi stampato dei volantini, il tuo pensiero sarebbe stato espresso più fedelmente? In modo neutro?

  5. rosa says

    grande blog. Ho notato anche io una rete molto maschilsita. infatti come deicevo nell’altro ocmmento mi chiedo come si fa a far eun sito antifemminista se poi il femminismo in rete è poco diffuso e di categoria.mah!!

  6. LORENZO-LOREANNE says

    E’ vero! Da uomo non posso che confermare e esternare un certo dissenso. Io non sono un appassionato di videogames, ma tra amici e conoscenti spopola il gioco angosciante della cameriera che devi correre tra cinquemila tavoli per raccogliere le ordinazioni, servire, svuotare i vassoi e così all’infinito… Mi pare si chiami Diner Dash…
    Sui social network da tempo ho osservato che spopola un’altra tipologia: il maschio frustrato e scimmiato da internet che utilizza un veicolo così importante come se fosse una chat per incontri…
    Giusto qualche giorno fa, ho gentilmente invitato uno di questi galli cedroni a non utilizzare un mio post che parlava dei legami tra il partito delle libertà e la corruzione (spunto l’ennesima condanna di un parlamentare), per andare a caccia di “opportunità” per successivi sviluppi in qualche squallido motel e sta succedendo un bordello…..