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I tagli? Sulla pelle delle donne

Perchè i tagli del governo danno così fastidio alle donne? Semplice, perchè ricadono principalmente su di loro.

Prendiamo la faccenda dell’alitalia. Decidono che l’accordo si potrà chiudere se la compagnia può mandare a mare le donne con figli piccoli o disabili che hanno bisogno di esoneri notturni.

Mi piacerebbe chiedere ad un monsignore qualunque su quali basi poi le donne dovrebbero essere fiduciose nel mettere al mondo figli e nell’essere appassionate di "vita" se in quanto madri sono le prime ad essere scaricate dalle aziende che vogliono togliersi di dosso un po’ di "zavorre". Il presupposto della scelta è sempre lo stesso: il rendimento. Nulla di più. 

Prendiamo anche la faccenda dei consultori, per i quali sono stati sottratti fondi. Oppure parliamo dei soldi che erano previsti per contribuire alle spese dei centri antiviolenza e che sono spariti non appena tremonti ha messo piede nelle sue stanze dei bottoni. Poco conta poi che la carfagna abbia motivato questa scelta dicendo che c’erano piani migliori e piu’ efficaci che si sono tradotti nel minuscolo contentino dell’articoletto sullo stalking compreso in un decreto "sicurezza" tra un aggravio di pena per gli immigrati in quanto stranieri e una attribuzione di poteri ai sindaci perchè scatenassero la loro fantasia alla ricerca di una loro personalissima concezione del "decoro".

La carfagna è solo una comparsa, mi spiace solo che per metterla in discussione si adoperino argomenti sessisti. Il fatto che è una donna, certo, aiuta: perchè nessuno si sarebbe permesso di dire che un deputato di forza italia qualunque ricopre quella tal carica perchè ha fatto pompini al cavaliere, metaforicamente parlando s’intende. Tutti gli uomini che occupano posizioni di prestigio sono lì per merito? Non hanno mai dato via il deretano – sempre in senso metaforico – a nessuno? Io penso di si. Dunque non capisco. La carfagna è una che di politica capisce zero. Ha la lungimiranza di una cieca di sorrento e la personalità di una coccinella piazzata sul trono di un reame che di fatto non esiste.

Conseguenza dei tagli è il fatto che del ministero alle pari opportunità resta solo un luogo di elargizione di qualche sparuto finanziamento ad associazioni amiche. Nessuna importante iniziativa. Niente di niente. Lo stipendio della carfagna è semplicemente inutile. Tutto qui.

Prendiamo poi i tagli sulla scuola. Il licenziamento che ricadrà sulla pelle di tante maestre, donne. La fine del tempo pieno che ricadrà sulla pelle delle madri, anch’esse donne. All’università, dove già a parità di condizioni vengono stabilizzati più ricercatori maschi, perderanno il lavoro tante ricercatrici, ancora una volta donne.

Con l’aumento delle tasse universitarie, se in una famiglia ci sono due figli – un maschio o una femmina – che vorrebbero continuare gli studi, forse si tornerà a discriminare e a investire sugli uomini. Come si faceva un tempo. Perchè erano loro cui veniva assegnata la capacità di diventare autonomi per se’ e le loro future famiglie. Mentre per le donne il destino era segnato in altra direzione: il matrimonio, la dipendenza da un altro uomo che un’altra famiglia aveva prontamente fatto studiare o aveva indirizzato verso una professione.

In tempi di magra le donne vengono sempre ricondotte all’ovile. L’unica forma di produzione che interessa è quella di figlioli buoni per la patria. Come già avveniva in epoca fascista.

La precarietà ricade su tutti e tutte. E’ vero. Ma il progetto di Welfare State (lo stato sociale) che punta tutto sulla famiglia per risparmiare spese di assistenza e servizi, è fatto apposta per confinare le donne in casa a fare la pappa, produrre e crescere figli utili alla produzione e al pagamento delle pensioni dei più anziani, badare con disabili, vecchi e con gli animali domestici che rallegrano la vita familiare.

Tutto ciò è violenza istituzionale. Anche per questo è necessario scendere in piazza il 22 novembre.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


2 Responses

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  1. fikasicula says

    domande sacrosante cara rosa. giusto farsele 🙂
    un bacio

  2. rosa says

    la situazione purtroppo nn è delle migliori ma ne mi preoccupo e nè mi stupisco. Primo perchè si sa dall’alba dei tempi che l’italia è un paese maschilista, poi perchè non penso che portrebbe peggiorare, credo rimarrà sempre fanalino di coda in europa. Di tagli purtroppo ce ne sono smepre stati, sempre sulla pelle delle donne, visto che questo prezzo lo paghiamo principalmente noi x due motivi:

    primo in parlamento non ci sono donne e quelle poche donne che ricoprono sono sotto il controlto maschile.

    secondo perchè ancora purtorppo c’è una mentalità familistica dove i ruoli sono nell’immaginario divisi tra i due sessi (tradizionalmente).

    L’unica cosa che mi preoccupa siamo noi donne: le donne non lottano per avere la parità. Purtroppo dico questo perchè molte come la carfagna cedono alle logiche del patriarcato, nonchè si fanno comandare dagli uomini del parlamento.

    se proviamo a pensare che se la nostra società è maschilista e arretrata perchè noi donne abbiamo sotterrato e messo nel dimenticatoio unsacco di lotte femministe, tante che non è possibile che ogni volta che accendo la tv vedo ragazze pronte a soddisfar ei bisogni maschili come tante geishe.

    Non voglio con questo difendere gli uomini ma se vogliamo la partà ce la dobbiamo guadagnare con le lotte non aspettare che due scemi ci piazzano le quote rosa x darci il contentino e poi si vede da un miglio che la societ è comunque maschilista.

    io in giro quando dico che sono femminista tutte mi prendono o x lesbica o per frigida, ma mi chiedo perchè?

    Se la società regredisce non può esser eanche causa elle nuove generazioni cresciute tra stereotipi della tv solo perchè tante mamme mandano le figlie ai provini delle veline?

    se una no protesta come fa ad ottenere i diritti?

    era una chiarezza, sono preoccupata anche io in realtà 🙁

    un bacio