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La rivolta delle rumene

Ci sono angoli della sicilia nei quali quello che succede altrove sembra lontanissimo. Il tempo scorre con lentezza inesorabile e a scandirlo ci sono le passeggiate di vecchi comunisti e democristiani per nulla pentiti. Non viene mai negato il saluto o la stretta di mano al pensionato della fiamma tricolore, che ancora immagina di stare ad una cinquantina di anni fa e non capisce perché mai il suo segretario di partito se la fa con quello di un gruppo politico che ha il nome dell’urlo dei tifosi della nazionale di calcio e non distingue se è più disonesto lui o quell’altro che si chiama con l’acronimo della DC preceduto da una U.

Da quelle parti gli arabi, gli africani ci sono sempre stati anzi, per dire il vero, in effetti ci abitano da generazioni assieme ad una immensa quantità di altri popoli che alla vista di tanta bella terra si sono fermati e hanno messo su casa. Non fosse stato per la siccità, la peste, le guerre e gli americani, probabilmente sarebbero ancora tutti lì.


La razza che
non s’era mai vista era quella dell’est. Un mito da conoscere per i fedelissimi della falce e martello e una rogna da temere per quelli che hanno paura della concorrenza sul proprio territorio. All’inizio s’era diffusa la voce che le donne rumene fossero bellissime. Bionde ed eteree come le polacche, le russe, le svedesi. Poi le guardarono meglio e videro che avevano braccia buone da faticare e di svedese poco o nulla. In generale erano delle belle donne al confronto con quelle sbutriate, appanzunate delle paesane.


Così – trovandole
più familiari e raggiungibili – presero a volerle come badanti o se le mandavano a prendere per corrispondenza come per gli acquisti del postal market. Ultrasessantacinquenni vedovi in cerca di moglie si avventuravano nella compravendita di corpi femminili stranieri per poi farne svariato uso. L’obiettivo era avere un bastone per la vecchiaia, una badante a poco prezzo e una amante gratis. Si dice moglie ma potrebbe perfettamente chiamarsi serva, schiava, puttana con compito di bidet al cliente.

Le donne, per nulla sceme, dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno o – da comunitarie – quando non hanno più avuto difficoltà a varcare i confini dell’Italia, hanno cercato di percorrere altre strade. Fin tanto però che erano extracomunitarie, un permesso di soggiorno e la libertà in cambio di qualche anno di schiavitù fisica, mentale e sessuale sono sembrate ben poca cosa. Era più che un equo scambio ma i vecchi mariti non furono d’accordo e si sentirono buggerati.

Così in quelle zone della Sicilia c’e’ stata, e in effetti c’e’ tutt’ora, la rivolta delle rumene alleate contro i vecchi paesani. Tante donne giovani che hanno sperato e sperano in un futuro migliore a fronte di vecchi bacucchi con i testicoli molli e penzoloni e la carne rinsecchita che pretendeva di succhiare loro tonnellate di linfa vitale.

I putridi esemplari assunsero alcuni avvocati e a momenti starebbero persino per chiedere ai comuni di costituirsi parte civile nei processi con tanto di richieste risarcimento danni. Come se le mogli fossero state un prodotto scaduto o riuscito male.

Le donne “ingrate” e ribelli dichiaravano invece di non capire perché gli uomini pretendessero da loro di essere particolarmente graditi quando da una donna italiana o addirittura semplicemente siciliana non lo avrebbero preteso mai.


Parlano tanto di salvare le straniere dalla tratta per la prostituzione e poi ci giudicano male se ci liberiamo dai papponi che pensano di averci comprate al mercato delle schiave…”.

Non ho potuto che acconsentire. Avevano perfettamente ragione e quindi chiesi se quegli uomini avessero qualche speranza di vincere le cause legali. “No, non hanno nessuna speranza. Il signor XXX ci ha consigliato bene e noi per la legge siamo donne sposate che hanno tutto il diritto di chiedere il divorzio e di denunciare i nostri mariti per molestia e maltrattamenti se non ci lasciano in pace. Ma hai visto che è successo a quella rumena nel nord? Il marito ha ammazzato lei e pure la sua amica e può essere per la gente ha fatto anche bene…

Non c’e’ nessuna donna che vi sostiene?
Per ora no. Qui le donne ci guardano male. Le figlie dei nostri mariti ci odiano. Le vicine ci trattano da puttane perché non vestiamo come loro e perché non timbriamo il cartellino per riferire dove siamo andate quando usciamo fuori di casa.
Perché non fate una associazione che può aiutare altre donne come voi nel territorio?
Perché ora siamo italiane e qui non ci vogliamo restare…

Ci sono angoli della Sicilia nei quali anziani signori si aggirano per le piazze a chiacchierare con conoscenti decennali e a pasteggiare cucchiaiate di granita al limone. Tutta brava gente intenta ad occuparsi della nuova giostra arrivata in paese. La fonte del divertimento non si è parcheggiata per la sagra o per la festa del santo patrono. E’ una cosa nuova e più stabile con un prezzo di listino attaccato al cranio. Si chiama straniera e da una così non ci si aspetta che abbia dei desideri e delle pretese. Da una schiava ci si aspetta che obbedisca, senza lamentarsi.

Non resta che sperare che questi vecchi muoiano presto. Anche i porci di professione in fondo dovrebbero avere un limite d’età.

—>>>Foto da Riotclitshave

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


7 Responses

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  1. Emanuele says

    Te lo spiego io perchè caro Francesco: in certe zone d’Italia l’onore viene molto prima dell’amore. Risultato, a un uomo importa molto più che una donna non gli metta i cornini, piuttosto che di avere lui dieci donne diverse.
    “Tutto, purchè non sia cornuto”: è un concetto piuttosto solidificato. Ragazzi miei, mi fate tenerezza nell’impegno che mettete a vivere 500 anni indietro. E’ come guidare in autostrada tenendo il freno a mano bene bene tirato.
    Quando sento parlare di “piani di sviluppo per sollevare certe aree d’Italia” è tutto una comica, a parte i soldi che vengono mangiati dai soliti noti: che si vuol sviluppare, quando la gente lotta con tutte le forze per restare il più indietro possibile?
    Quando sento raccontare da certi amici come sono belle le loro regioni d’origine, per me è come sentire un malato terminale che ti descrive quant’è bello stare nel reparto di terapia intensiva con un bell’ago infilato al braccio.
    Ripeto, come fanno quelli che hanno un cervello e sono under 95 a vivere in certi luoghi, non me lo so spiegare, io, se fossi costretto a stare in certi posti come minimo appiccherei il fuoco.

  2. Francesco says

    C’è qualcosa che mi sfugge…
    Non capisco perchè i mariti, invece di cercare di tenere soggiogate queste donne, non le lasciano libere e non cercano nuove compagne.
    Non condivido, invece, l’ottimismo riguardo al fatto che il problema si risolva con la morte per vecchiaia di questi uomini, in quanto il loro posto verrà presto da altri uomini che, probabilmente, si comporteranno in maniera simile.

  3. Emanuele says

    Cristina, stai mischiando un po’ di cose: concordo al 100 per 100 con quello che dici sulle donne musulmane, ti pregherei però di non confondere tali comportamenti con noi maschietti italici, mi pare che non facciano parte della nostra cultura, almeno questi. E’ vero che certi uomini sostituiscono le italiane con donne “più arrendevoli”, è anche vero però che certe volte queste donne arrendevoli fanno la scelta di vivere con dei vecchi propria libera iniziativa, e sono donne adulte e consapevoli. Senza contare che vi sono casi (alcuni li ho visti da vicino) in cui si adoperano non male per spremere il malcapitato fessacchiotto, giovane o vecchio che sia.

  4. cristina says

    Grandioso! stavo aspettando che si diffondesse una notizia come questa! I gentiluomini italici pensavano di sostituirci con donne più arrendevoli in conto ricatto. Allora è possibile la sorellanza, anche involontaria.
    Come si riattrezzerà il genere maschile di fronte a tali ambasce?

    Donne: almeno un occhio bendato per non provocare
    Quando si trovano in pubblico le donne dovrebbero coprirsi un occhio, perché il loro sguardo potrebbe provocare gli uomini. L’imam Mohammed al Habdan non ha dubbi a questo proposito. Le donne musulmane non dovrebbero limitarsi a nascondere con abiti e velo, corpo, capelli e viso, perché anche gli occhi possono provocare e i loro sguardi sono molto difficili da sostenere per gli uomini arabi non sposati. Le reazioni del mondo femminile – e fortunatamente non solo – non si sono fatte attendere. Sulla pagina web di Al Arabiya, le musulmane hanno attaccato Mohammed al-Habdan. Lo stile donna-pirata, che andrebbe ad aggiungersi a un vestiario che copre da capo a piedi, dunque privo di qualsiasi tipo di provocazione, non è andato giù alle arabe che attualmente sono sottoposte a una vigilanza severa da parte della polizia religiosa. Alcuni uomini poi hanno osato di più, chiedendo che le proprie mogli, figlie e sorelle non debbano ogni volta che escono di casa essere accompagnate da persone di genere maschile. Fonte: combonifem.it – 12 ottobre 2008

  5. Nordgirl!!! says

    … al diavolo l’obiettività! Le femministe del sud… puah… si salvi chi può!
    Già si vede dagli argomenti che trattano: vi preoccupate delle rumene? E chi ha di voi denunciato gli abusi che codeste hanno esercitato per anni su poveri vecchi, siciliani o no, al fine di ottenere quello che volevano?
    Obiettività ZERO, eh?
    Ma andate a pelar… arance!

  6. Emanuele says

    La soluzione è semplice: andatevene, mollate i vecchiardi, vedremo se avranno voglia di venire a cercarvi in giro.
    Lo stesso consiglio che darei a tante italiane che si trovano a subire certe mentalità da Medioevo in certi paesotti di una certa Italia: non so come fate, io personalmente me ne andrei dal nostro paese per molto ma molto meno, e vivo a Milano.

  7. AL FREAK says

    fate l’amore:non la gwerra.