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Il contesto familiare è il luogo privilegiato di espressione della disparità di potere nella relazione tra coniugi

http://www.deltanews.it/primopiano/foto_25_11/6.gifAnche i giuristi democratici intervengono sulle dichiarazioni della ministra per le pari opportunità:

Associazione nazionale giuristi democratici

Lettera
aperta dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, Gruppo di
studio Generi e Famiglie, alla Ministra per le Pari Opportunità Mara
Carfagna, in merito alle dichiarazioni rilasciate sulla violenza degli
uomini contro le donne.

La
violenza e le discriminazioni compiute dagli uomini ai danni delle
donne, siano esse di tipo fisico, psicologico o economico, aldilà del
contesto in cui vengono compiute, non rappresentano mai una
“trasformazione” della realtà, un evento eccezionale, una “anomalia”
connessa a qualità personali del singolo uomo che le compie, ma, come
espresso nel Preambolo della Convenzione per l’Eliminazione di ogni
forma di discriminazione contro la donna (CEDAW),
sono la “manifestazione di un potere relazionale storicamente diseguale
tra uomini e donne…uno dei principali meccanismi sociali attraverso i
quali le donne sono costrette ad occupare una posizione subordinata
rispetto agli uomini."

Il contesto famigliare è il luogo privilegiato di
espressione della disparità di potere nella relazione tra coniugi:
perché inevitabilmente il duplice ruolo che la donna in questo contesto
è chiamata a ricoprire di moglie e madre la rende soggetta ad una serie
di “aspettative” da parte del coniuge e della società stessa, che la
vedono ancorata ad un ruolo primariamente di cura e riproduttivo, di
servizio, e non, come dalla Ministra affermato, di realizzazione.

Infatti, statistiche, indagini criminologiche e studi
psicologici di levatura internazionale sono concordi nell’affermare che
la violenza dell’uomo in seno alla famiglia si scatena proprio nel
momento in cui la donna sceglie di abbandonare il proprio ruolo di
moglie e madre o “interpretarlo liberamente”, cercando di esprimere le
proprie qualità anche come cittadina e donna, dunque come soggetto,
prima ancora che come oggetto di “funzioni” legate al suo ruolo.

E’ in questo momento che l’uomo si sente legittimato,
imponendo la propria forza fisica, il proprio potere economico, il bene
“superiore” della famiglia, a dissuadere la donna dalla possibilità di
scegliere come costruire la propria vita, a sminuire la scelta di
autonomia della donna come scelta debole, a cercare di tenerla al suo
servizio con tutti i mezzi possibili, dalla minaccia allo stupro, alla
violenza sui figli.

Perché deve sapere, Ministra, che alto è il tasso di
violenze da parte degli ex coniugi ai danni di donne e figli in casi di
affido condiviso, non perché questa sia occasione di scontro sui figli,
ma perché l’affido condiviso viene sovente concesso anche quando già
erano state avanzate da parte della donna precedenti denunce penali al
marito per percosse, minacce, maltrattamenti.

L’incapacità di valutare la pervasività della violenza
dell’uomo in famiglia, che non solo si rivolge contro la donna, ma
anche è violenza assistita per i figli che indirettamente la subiscono,
porta a concedere l’affidamento congiunto anche in questi casi,
consentendo all’uomo violento di continuare a trovare spazi per
distruggere fisicamente e psicologicamente le persone, donna e figli,
che hanno deciso di sottrarsi dalla sua potestà.

A fronte della gravità e della pervasività della
discriminazione e della violenza degli uomini ai danni delle donne
italiane, pare una ulteriore ed inaudita violenza istituzionale non
solo la scelta di non assegnare un Portafoglio al Ministero delle Pari
Opportunità per consentirLe di poter effettivamente intervenire a
supporto dei centri antiviolenza e rendere concrete le politiche di
supporto alla fuoriuscita delle donne da situazioni di criticità, ma
anche la scelta di tagliare quei già pochi fondi stanziati a tal fine,
che ancora una volta, da un Governo preminentemente composto di uomini,
viene distratto alle politiche delle pari opportunità a favore di altri
e del tutto diversi ambiti (abolizione ICI prima casa, quella in cui i
coniugi possidenti e maggiormente remunerati rispetto alle proprie
consorti potranno continuare ad esercitare agevolmente su di loro
violenze e pressioni economiche e psicologiche).

Molte altre sarebbero le osservazioni su cui
soffermarsi, ma, per brevità, pare opportuno in questa sede portare a
Sua conoscenza e fare rimando alle Raccomandazioni che il Comitato per
l’applicazione della Convenzione per l’Eliminazione di ogni forma di
discriminazione contro la donna (CEDAW)
ha, in più riprese, rivolto al nostro Stato, e che sempre sono state
ignorate ed occultate, al punto da doversi una associazione come la
nostra addossare l’onere di tradurle e diffonderle.

Le alleghiamo alla presente, nella speranza voglia fare di tali Raccomandazioni
fulcro centrale di indirizzo delle azioni che porrà in essere, che
sempre dovranno essere rivolte alla promozione della donna in quanto
soggetto, per rendere concreto il godimento dei loro diritti
fondamentali.

Associazione Nazionale Giuristi Democratici
Gruppo di studio Generi e Famiglie

- Le dichiarazioni della ministra Carfagna sono disponibili sul suo Blog

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


2 Responses

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  1. laura says

    segnalo questo articolo uscito su Repubblica di oggi:

    http://www.repubblica.it/…tografo-aggredito.html

    tristezza.

  2. Paola says

    ti segnalo questo sito:
    http://www.parigenere.it/
    dove la funzione consigliera pari opportunità è espressa, a livello regionale (o era espressa, nella vecchia giunta), in modo del tutto diverso da quello nazionale…