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I politici baciapile e i confronti dialettici delle donne.

Lui si sente cristo. L’avevo già detto. E’ proprio andato, is gone. "Li perdono perchè non sanno quello che fanno" ha detto in una delle altre tappe post bolognesi (Pesaro e Ancona) dove c’era qualcun@ che gli urlava di essere un "assassino". E a Bologna aveva tirato fuori la faccenda dell’altra guancia che lui però non porgeva.


Le frasi bibliche
e del vangelo vengono sempre in aiuto ai mistici, ai folli, ai fascisti, ai dittatori, ai reazionari. In medio oriente usano Allah e qui da noi usano la religione cattolica. Solo Magdi Allam si deve essere accorto che gira che ti rigira è proprio la stessa cosa e un nome vale l’altro. Perciò probabilmente si è convertito al dio italiano.


Nel frattempo a Pisa
hanno aperto un’inchiesta sulla denuncia fatta da due ragazze a proposito di una pillola del giorno dopo non data e così si è scoperto che qualche tempo prima era accaduta la stessa cosa anche a Firenze e anche in quel caso si è trattato non di un singolo medico ma di una intera guardia medica.


Nel frattempo
la Binetti ha dichiarato chiaramente che non voterà MAI nessuna legge che si riferirà alle coppie gay. I parlamentari ultracattolici che il PD sta per eleggere pare siano più o meno 123. Forse questo è un ottimo momento per tutt@ per emigrare in spagna.


Nel frattempo
si continua a tenere mediaticamente in vita la faccenda del ferrara offeso a bologna e vengono fuori opinioni anche parecchio contrastanti tra loro. Mentre si celebrano altre *storie di una ordinaria follia* e gli uomini di tutti i partiti – da casini a bertinotti – hanno espresso un vivo cordoglio a ferrara perchè egli non ha potuto ancora una volta chiamare in piazza le donne "assassine", le donne – seppur tra mille contraddizioni – discutono ed esprimono opinioni diverse. La Palermi del PDCI, il Forum delle donne del PRC [entrambe facenti parte dell’ultimo governo] e Flavia D’Angeli ["Ferrara vuole che le donne non possano abortire e ora vuole pure che stiano zitte? […] Sottomesse e silenziose ci vuole Ferrara?] di SC hanno espresso opinioni positive, di solidarietà e qualche volta di incoraggiamento.

Altre donne si dispiacciono moltissimo per la ribalta mediatica che questo evento ha dato a ferrara. Altre si interrogano su modi diversi di affrontare una situazione del genere: "Bisognerebbe pensare e trovare insieme diverse forme di reazione" e altre ancora definiscono positivo il fatto che ci siano persone che una volta tanto non si sono tenute dentro la rabbia perchè hanno qualche chance in più di non beccarsi un’ulcera.


Chi fa parte del gruppo
che ha organizzato la contestazione comunque fa presente che la piazza bolognese è stata davvero una sorpresa per tutt* e che evidentemente si è semplicemente intercettata una eccedenza, un sentire comune che si è svelato nella occupazione della piazza da parte di duemila persone per lo più intervenute perchè singolarmente arcistufe di una campagna "violenta" fatta per violare la libertà delle donne. Ci sono invece quelle che precisano che il problema non è poi tanto ferrara quanto – appunto – quei 123 e più parlamentari ultracattolici che saranno comunque eletti tra le fila del PD e di tanti altri che saranno eletti nei partiti di centro destra.

Altre donne si fermano a riflettere sul fatto che ragionare su un solo nemico, preso a simbolo di una campagna liberticida che passa da fascisti, dal papa, dall’intera chiesa, dai teocom, dai teodem etc etc, sminuisce la nostra capacità di analisi politica; che ferrara sarebbe un "distrattore" che fa volentieri il caproespiatorio per risolvere il conflitto con la cultura medioevale che avanza in una schermaglia binaria in cui tutti si concentrano sul bianco e il nero lasciando in pace tutti i toni di grigio assai più pericolosi e più difficilmente risolvibili.

Poi ci sono riflessioni compiute come quella raccolta nella lista Sexyshock: "Di sicuro la contestazione a Ferrara e’ riuscita ad accogliere un bisogno sentito da tante persone, sia di radicalita’ che di presa di parola su un tema "caldo" solitamente vissuto come territorialita’ esclusiva delle donne. Non a caso in piazza c’erano moltissimi uomini. Le semplificazioni e gli obiettivi facili (come Ferrara) aggregano di piu’ della complessita’ e della messa in gioco del proprio quotidiano. Ma la scommessa che faccio quando lavoro con le donne o in ambiti misti e’ di riuscire a superare la semplificazione della pratica militante mista, per sostenere e interpretare la complessita’ della mia vita, delle relazioni del lavoro. La battaglia sulla 194 riempie le piazze da tempo, perche’ tema caldo e perche’ ci sono reti (tante, diverse, fluide e mutevoli) che stanno facendo lavoro di inchiesta e campagne di sensibilizzazione. Questo percorso (e non le reti, i coordinamenti, i numeri) nella piazza del 2 aprile e’ emerso? Perche’ vedere una radicalita’ "rappresentata" e/o "vissuta" in modo stereotipato (leggi militonto) schiaccia." 


Ci sono infine le donne
che parlano di altre modalità e pratiche [la notte prima erano state affisse per la città varie vignette della campagna "Adotta un consultorio"] e pur schierandosi dalla parte di chi viene definito "violento", descrivendo altre violenze anzi identificando LA "violenza epistemica", si concentra sulla modalità del fare rete e sulla lungimiranza mostrata nell’aver declinato l’invito del candidato pro-life da parte della Rete delle donne di Bologna. Su questo vi lascio alla lettura di un testo pubblicato su Liberazione:

/////////// 

A Bologna libertà violata ma non dalla frittata anti-Ferrara

di Gaia Maqui Giuliani

Una violenza simbolica e discorsiva che poi diviene violenza reale, con conseguenze pesanti sulla vita delle persone, quando, all’occasione, l’obiettore di coscienza rende impossibile il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza o l’assunzione dell’RU486, o quando l’amministrazione locale non apre o dismette i consultori territoriali, lasciando le donne da sole.

Violenza intesa come impossibilità a scegliere, come negazione dell’ultima scialuppa di salvataggio a chi, malcapitata, non ha potuto o non è riuscita a tutelarsi da una gravidanza indesiderata o capisce di non essere abbastanza forte da mettere al mondo una creatura con problemi fisici e mentali.

Questa violenza, che disciplina corpi e pensieri, che mortifica e colpevolizza chi sceglie di non diventare madre buttandole addosso l’accusa di "omicidio" e paragonando la sua azione alla pena di morte è stata accolta, ieri in Piazza Maggiore a Bologna, da una "violenza" caotica ma compatta, fatta di urla, mani alzate con indici e pollici a forma di vagina, e lancio di pomodori e uova. Una "violenza" tumultuosa, sgangherata talvolta, fatta di disorganizzazione e spontaneità. E, se anche c’era stato un progetto di contestazione, rimbalzato nelle liste on-line e in un’assemblea che aveva chiamato a raccolta spazi sociali autogestiti e alcuni gruppi di donne, le transenne che circondavano la piazza – innalzate come se si trattasse di bloccare l’assalto dei lebbrosi al palazzo di cristallo – rendevano quello stesso progetto tutt’altro che ben organizzato.

La Rete delle donne di Bologna, e tutti i collettivi e le realtà femministe e lesbiche che ad essa fanno riferimento, non aveva ritenuto giusto dare al duetto antiabortista alcuna possibilità di accrescere, mediante la contestazione, una visibilità che altrimenti si sarebbe concretizzata in quattro anziani, i classici quattro astanti che chiacchierano di politica di fronte alla basilica di San Petronio. E avevano visto giusto: lasciar rimbombare nel vuoto di una piazza deserta quelle frasi intimidatorie rivestite da retorica salva-vita sarebbe stato forse lo smacco più grande. Piuttosto, la Rete, che lo scorso 8 marzo aveva portato in piazza quattromila persone, avrebbe desiderato costruire, con alcuni dei soggetti presenti alla contestazione, un percorso di lotta duraturo e condiviso e non un’azione schiacciata sull’evento della presenza del duetto a Bologna.

Ma molti non hanno resistito e sono andati comunque a contestare o solo a dare un’occhiata. Erano soprattutto uomini, e uomini eterosessuali, e tra le donne, la maggior parte erano ragazze molto giovani. A quella "violenza" caotica ha risposto una violenza che faceva e fa il paio, perfettamente, con la violenza epistemica del discorso antiabortista: quella dei poliziotti sotto il palco e dei carabinieri nella adiacente Piazza del Nettuno. I primi, così come i secondi, hanno caricato a freddo, una, due, tre volte, colpendo chi, armato di pomodori e bottigliette d’acqua, come le ragazze-mignon in prima fila sotto al palco, si è accasciato sotto i colpi dei manganelli dei poliziotti-armadio.

In tal senso la libertà di espressione non è stata violata nel senso descritto da Miriam Mafai sulle colonne del quotidiano La Repubblica : alla presenza del duetto antiabortista, è corrisposta infatti una contestazione non solo prevista, ma voluta dagli stessi organizzatori del comizio. Basti dire che l’ufficio stampa di "Aborto? No, grazie" aveva mandato una email nella lista della Rete delle donne di Bologna, perché voleva, pretendeva, che vi fosse contestazione. Per questo alcuni gruppi femministi avevano deciso di fare altro, come ripetere l’azione "Adotta un consultorio" e affiggere, la notte prima, sui muri della città delle vignette con "pensierini" in difesa dell’autodeterminazione delle donne. Piuttosto quella stessa libertà è stata "ripartita in modo diseguale": picchiare persone con il manganello rovesciato in risposta ad una frittata fatta di urla, uova e pomodori dovrebbe far riflettere sulle modalità d’accesso (differenziato) alla libera espressione e sul livello di esasperazione che aleggia nel Belpaese e che è diretta conseguenza della (considerata lecita) violenza simbolica del continuo attacco alle conquiste delle donne.

4/04/2008  

—>>>Grazie a Edera per il logo. 

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Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. concetta says

    Il problema dei politici baciapile è molto grave perchè rende la nostra repubblica soggetta ad una sovranità limitata cosicchè per tante questioni noi dipendiamo di fatto dal Vaticano . Però le gerarchie vaticane sono così antistoriche nelle loro idee che sono per forza di cose destinate ad essere sconfitte.Le donne però dovrebbero farsi sentire di più e usare meglio la firma dell’otto per mille perchè a loro premono soprattutto i soldi ……………………..io ormai da anni firmo per i valdesi anche perchè da quando sono passata dal cattolicesimo romano alla chiesa valdese mi sento molto libera anche perchè sulle libertà femminili e più in generale per ciò che riguarda i diritti umani nella mia comunità la pensiamo tutti e tutte allo stesso modo ,cioè come voi.Dimenticavo di aggiungere che dato che siamo alla vigilia del voto di usare bene questa arma contro i politici baciapile. Io personalmente voterò per La sinistra.L’arcobaleno.
    Concetta Melchiorre

  2. mario moccia says

    Care amiche, ho letto l’articolo sopra descritto, e vi aggiungo quale mio commento, che non c’è bisogno “di emigrare in Spagna” come indicato bensì forse è meglio fare qualcosa in casa nostra, come indico io nella mail che sto per inviare al vostro indirizzo di posta elettronica. Vi sono due allegati che vi prego di leggere e – nel caso – di far girare, perchè ho bisogno di tutte voi; giacchè se aspettiamo gli uomini, il nostro “mezzogiorno”, diventa mezzanotte!
    Cordialità
    m.se Mario Moccia di Montemalo italiano della prima ora, e cristiano!