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Toscana amara per ferrara

Come avevamo già scritto il 30 marzo, dopo essere stato abbondantemente contestato a padova, torino, livorno (e altre città), ferrara si è fermato nella vecchia e gloriosa firenze. Anche lì però c’era un bel gruppo ad accoglierlo. Ricordandovi che il 2 aprile alle 18.00 c’e’ un’altro appuntamento in suo onore a bologna in piazza maggiore vi lasciamo al racconto della giornata fiorentina:


TOSCANA AMARA PER FERRARA

Dopo la contestazione a Livorno ieri, oggi 30 marzo 2008 a Firenze il
comizio di Giuliano Ferrara con la sua Lista “Aborto no grazie” in
piazza Santissima Annunziata è stato accolto da una iniziativa di
protesta promossa dalle “Donne in movimento” di Firenze. Un nutrito
gruppo di persone, in massima parte donne, hanno gridato il loro no a
quello che appare come un uso strumentale di un tema caro al Vaticano.
Striscioni in difesa della legge 194 e slogan sono stati lanciati
durante tutta la durata del comizio della lista antiaborista. Il
comizio di Ferrara non ha raccolto più di una trentina di persone.

La critica espressa in piazza attraverso gli slogan è profonda e
riguarda l’etica promossa da Ferrara e dal Vaticano: sulla violenza
sulle donne mai una parola, le violenze sessuali sulle bambine ed i
bambini da parte dei preti vengono coperte dalle gerarchie
ecclesiastiche, le donne sono considerate dei meri contenitori. Gli
antiaboristi cercano di colpire l’immaginario della gente usando foto
di feti, ma l’aborto riguarda embrioni e non feti. Non è credibile la
difesa della vita e della morale da parte di gente del genere.

Alcuni slogan hanno ricordato che il Vaticano è una istituzione
anti-democratica, sessista, discriminatoria, che non ha nessuna morale
da insegnare, ha solo da vergognarsi. Allora pare proprio che questa
per Ferrara sia una campagna strumentale ad ottenere il sostegno del
vaticano. E per quanto riguarda il Vaticano è coinvolto in una
battaglia contro le donne e il loro diritto all’autodeterminazione in
cui trova sostegno anche da altre religioni, altrettanto sessiste.

Con gli slogan si è ricordata anche la memoria lunga delle donne, ciò
che è stato conquistato nel passato, come la 194  va difeso, non si
torna al prezzemolo, lanciato mazzetti verso i nuovi sanfedisti.


COMUNICATO DELLE DONNE IN MOVIMENTO

Abbiamo pensato di non far passare sotto silenzio che l’omofobo e
razzista Giuliano Ferrara neghi nelle piazze il diritto alla salute
delle donne e la loro libertà all’autodeterminazione. Abbiamo voluto in
questa giornata, parlando con la voce delle tante donne che sono morte
a causa degli aborti clandestini,,gridare quante  sono ancora oggi,
vittime del pregiudizio e di questa cultura cattolica asfissiante e
oscurantista.

Nessuno può decidere su di noi ed i nostri corpi.

Oggi pomeriggio in un centinaio, prevalentemente  donne,  hanno aderito
all’appello lanciato dalle “Donne  in Movimento” per contestare l’uomo
del Vaticano (ex informatore C.I.A) Giuliano Ferrara.

Da Piazza San Marco con  striscione “Ferrara tieniti la tua panza che
noi pensiamo alla nostra gravidanza!”, siamo arrivate in Piazza
Santissima Annunziata dove un gazebo pieno di cartelloni elettorali
veramente di cattivo gusto attendeva l’arrivo del panzone.

Appena sceso dalla macchina super scortato, è partita l’onda
contestatrice che ha sovrastato le squallide parole proferite da lui e
altri due aderenti alle lista “Aborto? No, grazie!”.

Gli slogan e i fischi sono durati per tutto il comizio elettorale,
Ferrara  forse è riuscito a esprime i suoi deliri; sicuramente è stato
profondamente disturbato, come è accaduto in tutte le piazze in cui è
andato a promuovere le sue liste.

Ferrara e le persone che la pensano come lui devono capire che certi
argomenti non sono affari che li riguardano, che dobbiamo decidere noi
donne sulla sorte dei nostri corpi e che la libertà di scelta deve
rimanere un diritto fondamentale di una società cosiddetta
“democratica”.


PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DELLE DONNE, PER L’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE:
 NON CI SERVONO UOMINI CHE DECIDONO LE SORTI DEL NOSTRO FUTURO!


donne in movimento

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


4 Responses

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  1. FikaSicula says

    fastidio grazie 🙂
    è bellissima. l’aveva pubblicata “vaticano” qualche giorno fa e però hai ragione bisogna riproporla. la ripubblico quanto prima.
    ciao

  2. FikaSicula says

    Francesco è storia vecchia che le donne libere furono chiamate streghe, quelli che non facevano scelte sessuali in obbedienza alla chiesa erano chiamati pervertiti e le donne che dichiaravano le proprie esigenze sessuali venivano chiamate puttane.
    ci mancava soltanto che le persone laiche, libere che esprimono dissenso al passaggio di un lugubre e triste figuro come ferrara fossero definite alcoolizzate. complimenti. vedo che ampliate il vostro repertorio…
    un consiglio: di’ al tuo capo, certo giuliano ferrara, di non parlare a nome delle donne e vedrai che non ce lo cagheremo più neppure di striscio!

  3. fastidio says

    incollo:
    ##############

    il manifesto 19/03/08

    L’orco
    DANIELE LUTTAZZI

    Dalla premessa che l’embrione è vita umana, l’Orco inferisce che l’aborto è omicidio e quindi va sospeso in tutto il mondo. A nulla vale ricordargli che l’aborto è moralmente giustificato quando in gioco c’è la salute della madre o l’embrione è gravemente malato; e che comunque spetta alla madre decidere: l’Orco si dice d’accordo con la 194, ma insiste (ci sono le elezioni) con gli effetti truculenti di cui è maestro. Per persuadere il lettore che la guerra in Iraq era giusta non esitò a pubblicare sul suo Foglio quattro pagine a colori di foto di ostaggi decapitati dai terroristi di Al Qaeda, anche se Saddam e l’Iraq non c’entravano nulla con Al Qaeda, e i terroristi che tagliavano teste erano la conseguenza di quella guerra. Grand Guignol retorico: dice che le donne non sono assassine (e intanto lo implica); accosta la pena di morte all’aborto (un deja vu che ha una sua ironia tragica: all’Onu, questa strumentalizzazione fu usata da sei stati per opporsi alla moratoria della pena di morte. Erano Egitto, Libia, Iran, Sudan, Usa e Vaticano! ); si augura di avere la sindrome di Klinefelter (e chiede a sua moglie di pregare affinchè gli esami clinici lo confermino, una richiesta che è tutta una poetica); invoca che tale sindrome sia cancellata dalla lista delle malattie che giustificano l’aborto (non c’è mai stata nessuna lista del genere); vuole seppellire i feti abortiti (che però non sono persone, e infatti la Chiesa non li battezza); affigge in tutt’Italia manifesti con la scritta «Abortisce per un reality» (notizia falsa ); si atteggia a convertito (ma un convertito senza carità è solo un inquisitore che sorveglia e punisce); fa una similitudine impropria fra libertà delle donne e demografia coatta in Cina (in realtà questa è contro quella); si supera col paragone osceno fra aborto e Shoah. Insomma una provocazione continua, un insistente marchiare con infamia. Poi si offende se lo contestano ai comizi, che sono il suo piccolo teatro dell’atroce (l’obbrobrio come anatomia politica: frugare nel corpo delle donne, disarticolarlo, ricomporlo, è al contempo un rituale di supplizio e una tecnica di potere). Infine trabocca: «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbe esserci lo slogan ‘Abort macht frei’ così come all’ingresso di Auschwitz c’era scritto ‘Arbeit macht frei’». E qui un lettore gli dà del fesso: aborto in tedesco si dice abtreibung. «Abort macht frei» significa «La latrina rende liberi». Lo ritrovo dove l’avevo lasciato.

  4. Francesco says

    Ah una trentina di persone a Firenze ad accogliere Ferrara, eh?
    Attente a dire le bugie, che poi vi cresce il naso… E fino adesso di bugie ne avete già dette abbastanza alle donne. Sarà forse che la trentina di persone, urlanti e indisposte ad ascoltare, erano altre e non quelle che hanno ricevuto festosamente Ferrara? Io ero fra queste persone, e ho provato una grossa pena per tutti coloro che protestavano in maniera animalesca e barbarica dall’altra parte; perlopiù persone sotto l’effetto dell’alcool (ognuna infatti con più di una bottiglia di birra in mano) e non solo… Comunque la vera grande rivoluzione è che, nonostante tutto, chi è contro l’aborto vi vuole bene lo stesso, pur ricevendo offese e imprecazioni (che per altro sono l’unica argomentazione seria che viene rivolta). Spero solo che ve ne accorgiate in tempo, prima di fare scelte apparentemente semplici, ma irreparabili