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Quando è lui a morire…

La bella Tro mi segnala una notiziona. Qualcosa di originale rispetto alla media di omicidi di donne che di solito raccontiamo: una donna ha spaccato il cranio al marito ubriaco. Pare litigassero. Il quotidiano online dice che lei non ce la faceva più. Alla fine di un litigio gli ha spaccato la testa e poi si è costituita ai carabinieri. Se non lo ammazzava probabilmente, prima o poi, sarebbe morta lei.

Sono questi i casi in cui si comincia di solito a chiedersi come mai avvengono tante crudeltà. Eppure quando una donna uccide un marito è perchè sente di non avere altra via d’uscita. E’ perchè forse le ha provate tutte o forse immagina di non poterne provare proprio più. E’ perchè si sente braccata e stanca e quando si vive un incubo, con uno che ti terrorizza dentro casa, che ti minaccia se decidi di lasciarlo, che ti perseguita e ti fa sentire una che dopo di lui "il nulla", diventa davvero facile imparare a non dormire mai, a tenere sempre gli occhi ben aperti. Se la minaccia è costante si vive così, in ostaggio della paura e se non c’e’ niente o nessuno che ti possa aiutare spesso può apparire inevitabile difendere la propria vita come si può. 

In questi casi ci si chiede quale parte orribile dell’essere donna abbia agito, con che determinazione, secondo quali misure. Però l’ha ammazzato e probabilmente chi le viveva attorno sapeva che poteva finire così. Forse nessuno ha potuto o saputo aiutarla. Ha ucciso lui e non i figli. Solo lui. E poi non ha tentato il suicidio come fanno i femminicidi vigliacchi. Si è costituita.

Ho già visto e sentito storie così. Queste donne affrontano processi che spesso tengono conto dei loro problemi. Scontano la pena in carcere e poi tornano a fare la vita di sempre. Se le guardi vedi nei loro occhi una dignità e una determinazione lucida. Se le ascolti ti dicono che quando il marito muore loro si sentono al sicuro. Riescono a stare serene persino in carcere. Quando escono di prigione non si sentono scarti della società. Non temono gli sguardi della gente. Non sentono nessuna vergogna perchè si sono già vergognate abbastanza. La loro maniera per autodeterminarsi parte da un gesto di legittima difesa.

Però le donne pagano. Pagano sempre. O con la vita oppure con il carcere mentre le leggi, la società, le istituzioni sono distanti da loro, da noi mille miglia. Tanti nemici che non offrono nessun aiuto concreto.

Ditemelo voi: come ci si affranca dalla schiavitù se non con un gesto di ribellione? Cosa fareste voi per liberarvi dalle catene? Spesso è giusto andarsene. Spesso è giusto creare distanze. Spesso bisogna salvarsi la vita. Qualche volta la legittima difesa può sembrare una giusta soluzione…

Per sdrammatizzare un po’:

La faccenda del matrimonio con pier silvio è diventata un boomerang pazzesco fatto di centinaia di letterine prestampate di richiesta di matrimonio
spedite da altrettante precarie al berlusconi junior con esplicita
descrizione delle caratteristiche apprezzate dal berlusconi padre, non
ultimo il sorriso.

E poi:

Il rapporto della commissione per i diritti
umani in sudafrica denuncia che da quelle parti gli stupri sono davvero
tanti e che ad essere prese di mira sono soprattutto le lesbiche per motivi correttivi.
Pare che chi stupra una lesbica è convinto di poterla trasformare in
etero. Avendo ben chiaro che questa convinzione è insita in tanti
europei mi chiedo chi ha ispirato ai sudafricani quella bella idea. Per
il resto il rapporto dice delle cose che le donne dei movimenti
sudafricani dicono da tempo. Lo hanno detto in ogni marcia o
manifestazione: gli uomini le stuprano sin da quando sono piccole,
adolescenti o comunque in qualunque occasione. A stuprarle spesso sono
parenti o uomini che dicono di essere istigati da una semplice
minigonna. Tutto il mondo è paese… 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


6 Responses

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  1. Andrea says

    Ha sbagliato a reagire con violenza e pagherà le sue conseguenze come è giusto che sia senza distinzione di sesso. Proclamate tanto la parità voi femministe ma siete le prime e fare distinzione in questi casi fra uomo e donna…

  2. tro says

    certo che ti leggo 🙂
    e ho anche riportato il tuo commento di là.
    e poi ti ho pure risposto 🙂

  3. FikaSicula says

    Tro, ho provato a inserire il commento da te ma hai il Captcha attivato (come quello che ho io qui) ma tu non hai inserito il codice che puoi copiare dal forum di autistici. se non ti va di mettere l’antispamm devi disattivare il Captcha altrimenti io non riuscirò mai a postarti un commento 😐
    per ora ti ricopio qui il commento che avevo scritto lì, spero che tu lo legga:

    eccomi 🙂
    a me succede-va esattamente la stessa cosa. cioè: ero oggetto di attenzioni insistenti e persistenti da parte di persone sempre mediamente più piccole di me di almeno dieci anni. qualche volta mi inseguiva anche qualche bel quarantenne. poi si scopriva che era separato, divorziato, con figlioli e un odio estremo nei confronti della ex. e siccome io, anche sforzandomi, non sono mai riuscita ad essere non-solidale nei confronti di altre donne, quando il tipo iniziava con il suo monologo “lei è stata una grandissima stronza piripi e sicuramente era anche un po’ pazza poropo e poi si comporta male con i MIEI figli parara” io finivo dicendo quasi sempre cose del tipo “ma, le relazioni si vivono in due. tu che cosa le hai fatto? come fai a dire di una persona alla quale hai voluto bene che era “pazza”? cosa fai tu per i TUOI figli? quando li vedi? li vedi? quante volte ti è capitato di tenerli mentre la madre trascorre una serata come quella che tu stai trascorrendo con me?”

    capirai che io non potevo di sicuro essere la donna sfogatoio della sua vita ne’ lui l’uomo della mia. la cosa della quale mi sono convinta è che gli uomini “adulti” (anagraficamente parlando) hanno spesso bisogno di una su cui vomitare addosso fallimenti. una che non fa domande, che non li mette in discussione, che li fa sentire meno coglioni di come li faceva sentire la ex. sono uomini che fuggono da se’ stessi, che invece che crescere decidono di tornare indietro e in questo andare a ritroso hanno bisogno di accompagnarsi ad una donna che dia loro una parvenza di entusiasmo per il futuro. non il loro futuro, ma quello delle ventenni alle quali si affezionano. Almeno per quelli che ho conosciuto succedeva così. tranne poi trovarsi per sfiga con una ventenne di quelle belle toste che non solo li fa innamorare ma che li gira e li rigira come vuole… la legge del contrappasso 🙂

    i ragazzi invece non hanno ancora sufficienti veleni da vomitarti addosso e se ce li hanno comunque sono ancora parecchio speranzosi e pieni di entusiasmo e curiosità per la vita. dipende da chi incontri, dipende anche da come sei tu.

    i percorsi si pigliano perchè si somigliano, credo.
    io mi sono sempre ritrovata ad assomigliare a uomini di dieci anni meno di me. avevano qualcosa di più da dirmi. tendevano a prendersi molto meno sul serio. non erano religiosamente fedeli ad un unico indiscutibile modello sessuale per cui potevi anche dirgli di spostare la mano dalla zona A alla zona B senza che si sentissero offesi. non erano spenti, in epoca di bilancio cosmico, e la loro vita era ancora in corso d’opera come è sempre stata la mia.

    la cosa che penso possa succedere a te è che essendo una donna autoironica, spiritosa, intelligente e bella hai molto più fascino di una ragazza che ancora ha da trovare un centro nella sua vita. Sei più interessante. Incuriosisci di più. hai l’alone della sopravvissuta dalle peripezie della vita, hai mille cose da raccontare eppure non ti piangi addosso, non hai veleni da vomitare ma semmai risate da condividere e pensieri e intuizioni e luce….
    tutto questo si vede. anche volendo, non lo puoi tenere per te. un uomo della tua età fugge perchè sei “troppo”. uno che non ha paura di rischiare, che è un poco più incosciente ma anche più coraggioso sa investire in quella che deve sembrargli una sfida.
    se un ragazzo è in gamba cerca di misurarsi con chi ha cose da condividere con lui, con chi lo fa sentire vivo…
    e se tu sei viva, e di sicuro lo sei, attiri picciottelli come le mosche.
    perciò non ti crucciare. pigliati quello che il vento buono ti manda e se non ti piace fatti portare tu dal vento. dove ti appiccichi magari è zona buona 🙂

    basta che non fai come l’edera. basta che ti piaccia. nulla è per sempre e tu puoi sempre scegliere.

    un bacione grande! :***

  4. tro says

    si, l’argomento è delicato, c’è il solito discorso vittima carnefice ed è difficile uscirne..
    tra l’altro è successo a Bassano del Grappa mi sembra, nel ricco nord est..
    cmq per sdrammatizzare, VOGLIO una tua opinione su quello che ho scritto sul blog.
    Perché i 27 enni si baccagliano le 40enni e i 50 passano alle 15 enni?? ;))
    ciao, baci!!
    tro

  5. FikaSicula says

    certo anne che c’e’. sono d’accordo.
    però io mi riferivo ad una situazione in cui la capacità di pensare gesti di autonomia è molto compromessa da una quotidianità che sembra non lasciarti scelta.
    c’e’ la molestia, l’insicurezza, l’assenza di prospettiva, la paura…
    sono situazioni in cui manca la consapevolezza di ricercare una soluzione utile innanzitutto per se stesse.
    io me ne andrei e basta. è ovvio. è più sano, meno morboso, costa meno in termini si trascichi personali, familiari, emotivi.
    ma se mi trovassi in una situazione del genere e non riuscissi ad uscirne diversamente cosa farei?
    non lo so…

  6. Anne says

    “Come ci si affranca dalla schiavitù se non con un gesto di ribellione? “
    Bella domanda…. eppure, prima di arrivare a certi gesti di violenza,
    occorrerebbe attivarsi per un allontanamento: l’alternativa c’è …!