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Lettera ad una donna moderata


Cara donna moderata di centro/sinistra, centro/destra e di destra
, mi confronto spesso con donne che stanno dalla mia stessa parte e ti giuro che volendo approfondire potrei descriverti mille differenze che creano tensioni, incomprensioni, rotture. Sono conflitti che mi piace affrontare in maniera chiara perché le ambiguità non appartengono alla mia natura e perché mentre crescevo tutti dicevano che ci sono cose che
si possono dire e altre che bisogna tacere. Le ragioni di opportunità
variavano di volta in volta ma la mia reazione era sempre la stessa:
dicevo tutto, senza riserve, rifiutandomi di operare rimozioni o di
essere responsabile di gravi omissioni.


Così parlo anche a te
che mi sei nemica perché mi piace chiarire come mai
reputo giusto prendere le distanze da te e perché tuttavia c’e’ sempre
qualcosa di sospeso che vorrei riacchiappare così come si tenta di
ricucire lo strappo tra me e le altre mie donne, vecchie di altre
generazioni, che amo profondamente perché appartengono alla mia carne e
al mio sangue ma le odio visceralmente perché hanno taciuto, mi hanno
messa in condizione di dover operare scelte pesanti e di dover
assumermi tutta la responsabilità di tranciare relazioni che
costituivano un grave ostacolo all’affermazione della mia coraggiosa
coerenza.


Tu vivi il mio stesso secolo
e di sicuro non sei una sciocca. Farti passare
come tale non mi fa gioco perché annulla la dimensione di complessità
che mi è cara e che mi serve per continuare a frantumare la mia vita tra
mille differenze. Tuttavia hai delle furbizie strane e in parte credo
che ti servi di me.


Ti nascondi
in dimensioni del potere cui attingi per crearti o
conservare posizioni di privilegio e hai appreso dell’arte della
diplomazia quella che per il nostro sesso e per la cultura che ci ha
costrette a restare subordinate è diventata l’arte del far fruttare
meglio il poco che ci viene concesso.


Ma non è umiliante
dover sempre essere lì a compiacere uomini della tua
area di partito per poter avere accesso ad una qualunque postazione di
comando? Non è grave e pesante da sostenere il fardello della mancata
realizzazione di sogni e bisogni frantumati sulla linea di passaggio di
uomini che ti hanno lasciato regole da seguire e ordini cui obbedire
che mai riuscirai a modificare?


Mi piacerebbe sapere
quanto ti fa comodo che io rimanga qui fuori a
non prendermi neppure un centesimo dei tuoi vantaggi mentre scardino
sistemi culturali e scavo con le unghie passaggi in zone fatte di
pietra dura che tu mi permetti di sfondare a patto che alla fine io
dichiari che sei stata tu a fare quel buco, a ferire quella barriera, a
raccogliere il sangue che c’e’ voluto per ogni centimetro esploso sotto
i colpi spinti dalla rabbia e dall’istinto di sopravvivenza. Se io non
mi presto al tuo giochino tu tappi il buco e io devo ricominciare da
capo.


Chi ha deciso
quali sono i tempi per la nostra crescita culturale e
quali no? Chi decide se è ancora tempo di sopportare umiliazioni e
mortificazioni oppure no? Tu sai bene di chi parlo e sai anche che non
ti conviene farmi tacere a lungo. Sono io che tengo i tuoi spazi aperti.


A me tocca
di assistere le tue figlie mentre lamentano una dimensione
sessuale offensiva e inutile. A me tocca di doverle ascoltare mentre mi
dicono che l’uomo della chiesa accanto le ha malmenate, stuprate, fatte
a pezzi e poi le ha lasciate lì con una insicurezza e un senso di colpa
che solo un uomo di quella specie può instillare. A me tocca
ristabilire un criterio corretto che misura la nostra diversità che non
sta nelle ideologie ma nei soldi che abbiamo in tasca. Perché se tu
rischi di restare incinta sai bene a quale medico facoltoso, amico,
compiacente rivolgerti. Hai di sicuro un amico che ti passa sottobanco
la pillola del giorno dopo o persino la RU486 che ti ha fatto arrivare
per corrispondenza. Perché se tu hai deciso di abortire non hai bisogno
di consultori o ospedali pubblici che ti garantiscano assistenza
gratuita. Per te sono aperte le porte delle cliniche private o c’e’ sempre un "Ermanno Rossi" pronto a servirti. Tu
proteggi la tua reputazione nascondendo una verità che trasformi in
bugia. E quella bugia poi me la vieni a ributtare addosso, in
pubblico,  per continuare nella tua finzione. Per continuare ad avere
accesso alla tua vita di sempre, alla tua dimensione conveniente, alla
tua corruzione serena e alla tua compromessa quiete.


Per le tue povere figlie
la storia è un po’ diversa. Non hanno amici da
cui andare e non sempre riescono a tirarsi fuori da un aborto grazie
all’amicizia di un medico obiettore in pubblico e praticante l’IVG in
privato.


Il consultorio e l’aborto gratuito per tutte
, la contraccezione e
l’educazione sessuale nelle scuole garantisce a queste figlie di poter
sentire pienamente la dimensione del proprio corpo, quello che tu vendi
in nome dei tuoi privilegi, quello a cui tu rinunci in nome delle convenzioni sociali.


Il nostro mondo
, mia cara, non è fatto di povere e cattive ragazze e di
donne piene di sani principi. Siamo tutte uguali perché una volta o
l’altra le gambe ci troviamo ad aprirle tutte e vuoi o non vuoi ci
capita di dover avere a che fare con la nostra scarsa conoscenza del
corpo, con il nostro disagio nel vivere una dimensione sessuale che non
ci appartiene, con una gravidanza indesiderata o desiderabile.


Sarà di sicuro
capitato anche a te, anche se non sei più una monaca e
non resti vergine fino al matrimonio. Quella modernità, la conquista di
una dimensione sessuale migliore, se ce l’hai, la devi a me. La vita
stessa delle tue figlie che volevano abortire e a cui io ho dedicato
luoghi che le facessero sopravvivere a quella scelta la devi a me. Mi
devi molto e io lo so bene che speri tanto che io non smetta di
parlare, urlare, manifestare perché altrimenti tu rimarresti condannata
dentro la tua bella prigione e non ci sarebbe più nessuna a tirarti
fuori.


Mettiamola cosi
, cara amica, se io da domani mi metto in sciopero di
militanza femminista e chiudono tutti i consultori e cancellano la 194
e per abortire ti mandano da macellai che possono ucciderti e ti
impediscono di usare la contraccezione e di pretendere almeno un
orgasmo quando vai a letto con qualcuno o di andare a letto con
qualcuno se non per finalità riproduttive e ti costringono a fare tanti
figli per quanti rapporti sessuali avrai e poi ti lasceranno morire del
tuo parto doloroso e infine non potrai neppure più scegliere la persona
da amare e con la quale dividere il tuo letto e la tua vita…


Dicevo… se io da domani mi metto in sciopero di militanza femminista: tu, che fai?

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


7 Responses

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  1. alba says

    come le chiamava la V. Solinas?
    le figlie di papà?

  2. imPrecario says

    Cacchio sta donna moderata…. quanto te le fa girare!!! che ne dici di “il moderato” dei Biscazulu come colonna sonora?

  3. Barbara says

    Io lo farei un po’ di sciopero, è un periodo talmente teso che a Bologna gli attacchi arrivano da ogni dove e non si sa più come schivarli…
    Dalla Digos, dalla Curia, dai farmacisti, dalle donne moderate, dalle donne non moderate, da chi pretende di definire femminismi buoni e femminismi cattivi, da chi vuole lacerare il movimento delle donne perchè ritiene che sia troppo moderato, da chi lo vuole lacerare perchè pensa sia troppo estremista. Una cosa è sicura…il territorio è sommosso ma le scosse d’assestamento si fanno sempre più violente.
    Un abbraccio.
    Sei bravissima.

  4. FikaSicula says

    andre,
    infatti un gay, una lesbica o un trans hanno la stessa esatta funzione sociale. ciascun militante se si mettesse in sciopero costringerebbe l’area moderata a tirare fuori un, chiamiamolo, estremismo che per ora tiene comodamente nascosto per convenienza. perchè altrimenti rimarrebbero schiacciati sotto il peso della loro “moderazione”.

    bimbovic e crocco: si, si torna al medioevo e la pace sociale sarà ottenuta a costo di grandi schiavitù come avviene in gran parte del mondo. però ogni tanto penso che un vulcano che dorme quando si risveglia trascina il mondo intero con se’…
    al momento noi siamo piccole eruzioni, minuscole e continue colate laviche che tengono all’erta chi ci vuole male e che possono essere usate per spaventare la gente… come si fa nella strategia della tensione.

    siamo ammortizzatori sociali. siamo forse funzionali… ma a noi chi ci ammortizza?

  5. Andre says

    è buffo constatare che, con le dovute modifiche di alcuni periodi e con qualche adattamento, questa lettera potrebbe benissimo scriverla qualche omosessuale militante, ipotizzando di smettere all’improvviso di militare…
    tutti noi gay, ed anche quelli che nonostante le evidenze appoggiano il centro-destra di questo paese, faremmo forse una fine addirittura peggiore della “donna” a cui è idealmente indirizzata questa lettera

  6. Crocco1830 says

    Se ti metti in sciopero, sarà il ritorno ad una socità patriarcale, protetta da una pace sociale forzata.

  7. bimbovic says

    Se tu da domani ti metti in sciopero,
    torniamo al medioevo,
    e i politici maschi le daranno un bel calcio in culo. Alla donna moderata, che sarà loro inutile.
    Brutta fine.