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Sulla scena del crimine


L’utero: il luogo del delitto.


Mentre
dalle piazze le donne denunciano il “femminicidio”,
l’ammazzamento perlopiù domestico di una ogni tre giorni (ne uccide più
l’amore che il tumore), dal laido quaquaraqua della scena politica si
sventola il reato di “feticidio”,
formalizzazione fattuale del delittuoso aborto così come sempre
definito dagli amanti delle cellule riproduttive di derivazione divina.


Nella
stretta logica antiabortista la donna in carne e ossa, e utero,
vale meno di queste; lo sappiamo e lo risappiamo e molti non hanno
mancato di ricordarci quanto le donne siano criminali nel privilegiare
il proprio destino a quello di una morula o un embrione che sia.


L’aborto
è come la guerra; come la shoah, si tratta di piccoli omicidi, anzi no, si tratta del delitto perfetto.


Però

però, in tutto questo bailamme di donne carnefici, naziste, cattive e
assassine, anche gli apparentati e i simpatizzanti del partito dei
vescovi, che più che la grazia del cielo cercano i voti nelle urne,
hanno capito che l’attacco diretto non paga. Perciò in questi anni si è messa a punto una grossolana ma persistente strategia di accerchiamento.


La legge 40

sulla procreazione assistita ne è stato uno dei capisaldi visto che
all’art. 1 pone il concepito come soggetto di diritto, in un orribile
pastrocchio legislativo -che non tutti al momento del referendum erano
interessati a capire-, ha inserito, tra le altre questioni, una
contraddizione creata ad hoc, “un missile puntato contro la 194”… poi
si sono proposti -o imposti- i persuasori volontari della vita nei
consultori voluti da Storace su pressing di Ruini; in Lombardia
si è ideato il funerale dell’embrione a spese della pubblica
amministrazione se i genitori, in particolare la snaturata madre che lo
ha abortito, si rifiutasse di provvedervi. Funzione che si riproporrà
in altre parti dello stivale a stigmatizzare l’abominio per il quale la
donna, ai sensi della 194 non può essere perseguita…


Ah
, ricordiamolo, provvedimento votato all’unanimità anche dal centrosinistra….”…tanto non cambia niente…” hanno detto!


Poi è
venuto il consenso informato
da sottoporre alle donne che si avvalgono dell’aborto terapeutico, per
la rinuncia alle cure intensive nel caso di sopravvivenza del feto; ma,
bisognava stringere anche su questo, ed ecco la carta di Roma
che prevede la rianimazione anche contro la volontà della madre…
perché, e si arriva al caso di Napoli, potrebbe trattarsi di feticidio.
Su questo, lavorano i vigilantes della sanità; nell’ansiosa attesa del
primo esplosivo caso di aborto fuori termine, nell’attesa di poter
finalmente incriminare qualche donna e qualche medico non obiettore;
nel frattempo, che almeno le donne si sentano ammonite, braccate, in
colpa! … non a caso negli ambienti clericali e laico-devoti tanto è
piaciuta la moratoria globale; il suo ideatore in preda ad esaltazione gonadica si propone subito quale ministro della sanità…


Ma…
ma tira, tira, le donne si arrabbiano, si ribellano,
fanno massa e, come diventano soggetto politico appetibile, (siamo in
periodo elettorale), che più di qualcuno a sinistra vorrà cavalcare, a
destra è meglio non averle troppo contro … (qualcuno si ricorda la
cacciata di Carfagna e Prestigiacomo dalla manifestazione contro la violenza del 24 novembre…).


Occorre
rivoltare la frittata.


Chi ci
teneva tanto a cambiare la 194, oggi invece la vuole applicare.
Oggi tutti la vogliono applicare, anzi, vigileranno sulla sua
applicazione; Casini
propone l’ennesima commissione d’inchiesta; neanche Ferrara, quello
della moratoria, dice di volerla cambiare, farà bensì le analisi per
vedere se è affetto da Klinefelter; non sia mai che la signora Silvana
di Napoli abbia scelto di abortire un feto solo perché avrebbe avuto
testicoli piccoli come i suoi. Il ragionare con quelli però, a Ferrara
non porta bene perché nemmeno la strumentalizzazione palese, troppo
plateale e volgare, porta voti; di fatto la sua lista “Aborto? No
grazie!” è snobbata da Berlusconi ed è snobbata da Fini … per il momento… Poi si vedrà.


La 194
è comunque una brutta legge, è una legge intrisa di ipocrisia,
perché è stato nonostante tutto il frutto dei compromessi intessuti
sulla pelle delle donne a scapito della loro autodeterminazione; ma
proprio perché di questo si tratta, la discussione sulla sua modifica o
miglioramento è solo e soltanto di nostra competenza.


Riconoscendo
l’IVG si è fatto un passo avanti, ma non basta, non basta
perché l’espressione di volontà, che è anche assunzione di
responsabilità, non solo è minato alla base dalla obiezione/abiezione
di coscienza, ma ha ancora bisogno di nascondersi dietro lo strumentale
concetto di salute psichica; una soluzione umiliante dalla quale non si
esce né con il clima avvelenato che ci stanno creando intorno, né con
una difesa acritica del dispositivo legislativo.


Tant’è;
siamo under attack e occorre difendersi; come hanno detto a gran voce le donne; i carabinieri alla clinica di Napoli sono stati una dichiarazione di guerra;
perciò non abbassiamo la guardia e certo, vigiliamo anche noi sul fatto
che l’IVG possa essere accessibile a tutte quelle che la scelgono. Per
noi e per le extracomunitarie e migranti, le meno garantite. Vedi la cinese con utero e intestino perforati per un aborto clandestino. Sappiamo delle lunghe liste di attesa,
e sappiamo che, quanto più si boicotta il servizio pubblico, tanto più
persiste il ricorso all’aborto clandestino a pagamento o autoprovocato,
con la vecchia ferraglia o con nuove e improprie (e quindi pericolose) soluzioni farmacologiche.


Poi c’è
tutto il resto; quel pensiero che non dovremmo mai abbandonare,
quello sul quale dovremmo continuare a riflettere e lottare; quello che
in filigrana sta sotto tutte queste vicende; quello che connota
l’antica storia delle donne: la negazione della loro, della nostra,
volontà.


Possiamo
sintetizzarlo bene riprendendo un disegno tratto da una sito
antiabortista. Il profilo di un corpo di donna che contiene un feto.
Lato schiena, la freccia indica Your body; lato pancia la freccia
indica NOT your body; la sentenza generale è: NOT your choice. La
donna-utero contenitore. Una scatola senza volontà.


Quando
questa si esprime è cattiva, è delittuosa. La scena del delitto
sulla quale i tutori dell’ordine sociale e spirituale si sentono
autorizzati ad intervenire. Eppure, finché la vita, nel suo divenire da
entità biologica a complessità umana, si riprodurrà, dovrà passare da
lì; e lì, la volontà delle donne è l’unica che conta, è l’unica
legittimata a dire di Sì o di No… almeno finché la tecnica biomedicale
non esproprierà le donne di questa funzione, o finchè i nuovi
inquisitori non riprenderanno ad accendere i roghi…


Sulla scena
del crimine oggi c’è l’impronta del liberticidio.


Sta alla
nostra lotta e alla nostra riflessione tracciare l’impronta
della libertà e i contenuti e i contorni dell’etica.

—>>>copincollato da Ecologia Sociale 

PS: Lo sapete vero del documento dei medici in cui si dice di garantire l’interruzione di gravidanza e di non rompere più sulla storia della pillola del giorno dopo e della RU486? L’Avvenire non si è opposto al documento con argomenti argomentati, no. Ha semplicemente detto che il documento non è vero. Ma per il revisionismo non occorrevano tempi storici un po’ più lunghi? Siamo alla rimozione sin dal giorno dopo che le cose accadono? Così fanno i cattolici più illuminati: se una cosa non gli piace, negano che sia mai esistita!

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


2 Responses

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  1. Francesco says

    Hai descritto tutto perfettamente: c’è un oscurantismo strisciante che sta dilagando nella nostra società e che colpisce da un lato i diritti delle donne, dall’altro la libertà di ricerca scientifica.
    Me li ricordo ancora, ai tempi dell’invito all’astensione sulla legge 40: “non toccheremo mai la legge sull’aborto!”
    E magari c’è anche qualcuno che ci ha creduto! 🙁

  2. Crocco1830 says

    Sull’Avvenire di domenica si legge anche, nella rubrica Controstampa ed a firma di P.G. Liverani: «in una società laica, come dice in antilingua il citato ‘Manifesto’ (di bioetica laica, n.d.r.), “la gravidanza può essere interrotta per salvaguardare la salute del nascituro” e, ugualmente, “la salute del nascituro è salvaguardata con la diagnosi preimpianto”. Cioè, tradotto in italiano, per guarire il malato basta applicare la salvaguardia laica. Peccato che sia letale.»

    In maniera strisciante, stanno cercando di imporre un’etica cattolica.
    Stiamo attenti, perchè stanno minando le basi della parte sociale più democratica e tollerante.