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Sicilia: quando la candidata è *donna*

Perchè c’e’ donna e donna… La Sicilia sembra una bella panetteria. Si sfornano nomi per un
ulteriore futuro di incertezze. I candidati saranno due? Forse tre? A
sinistra c’e’ la sempre verde Finocchiaro, recentemente accomunata alla binetti da intenti distorsivi della discussione sulla applicazione della 194. Ex comunista per tutti i
gusti, ex femminista di un tempo lontano, ex sostenitrice della giunta
catanese Bianco, ex…


Lei è una
moderatona di quelle che
piacciono tanto a Veltroni il quale in questi giorni si sbilancia fino
ad affermare che "le minoranze frenano il nuovo". Ovviamente, mentre
gioca a fare l’Obama bianco della situazione, si riferisce ai partiti
di sinistra. La Borsellino si era autocandidata dando per scontato che
tutti si sarebbero dichiarati d’accordo. La sua candidatura l’hanno
trombata sul nascere.

Lei evidentemente non lo sa che in Sicilia i
simboli antimafia si "usano" e si bruciano nel tempo di una stagione.
Dopodichè finisce che si devono "normalizzare". O stanno dentro i
partiti a dar lustro ai politici sopraffini che si nascondono dietro i
simboli antimafia per mestiere oppure vengono macinati dalla macchina
burocratica della politica "reale", quella che se ne strafotte della
lotta alla mafia e che "usa" le Borsellino come cavalli di troia per
arrivare piu’ lontano.

A destra c’e’ un balletto che se non
fosse che ci si gioca ad una partita a poker con bluff da ridere il
futuro della Sicilia risulterebbe persino divertente. Cuffaro
detronizzato vuole tronizzare un uomo che abbia altrettanto fascino e
charme: Raffaele Lombardo risponde a quei criteri. Sufficientemente
siculo, con sguardo sempre innocente, con il piglio sicuro di uno che
se lo mandi a fare la spesa ricorda tutta la lista a memoria, con quel
capello un po’ così che c’e’ e non c’e’ ma non importa. Forza Italia
siciliana si è riscoperta un animo antimafioso e legalitario. Il
garantismo va bene solo per quelli che hanno processi in corso la cui
natura è riconducibile al piano politico. Sarei curiosa di sapere cosa
è il "piano politico" per loro. Miccichè ha giocato a fare braccio
di ferro con Cuffaro. Per scherzo, così, hanno scommesso a chi piscia
più lontano. 

La novità del giorno è che a guidare la truppa di centro destra o solo quella di Forza Italia dovrebbe essere la Prestigiacomo
e qui comincio a ridere davvero. Lei rappresenta l’ideale di donna in
politica del popolo per la libertà. Di bell’aspetto, come quell’altra
Simona Vicari, già deputata regionale all’Ars e firmataria del disegno di legge sulla sepoltura dei feti siciliani,
perfetta nei primi e anche nei secondi piani, con lo sguardo furbino e
addestrata a sostenere una comunicazione con l’avversario senza mai
alzare il tono della voce. Lei è sinuosa e affascinante come un bel
serpente esotico.


Come si
difenderà dai marpionazzi che la
circonderanno per spolpare quello che resta della trinacria? Lo sa o no
che fare il presidente della regione siciliana è un ruolo che se non lo
fai bene ti costa anche la vita? Ma si, certo che lo sa. Come potrebbe
non saperlo. E lei sarà perfettamente in grado di sostenere  le
trattative con le aziende foraggiate fino all’altro ieri. Dai governi
di centro destra infatti dipendono gran parte degli appalti dati in
Sicilia alla Calcestruzzi Spa, il cui amministratore delegato è stato arrestato qualche settimana fa anche per aver agevolato l’attività di cosa nostra.


La
grossa
impresa edile viene dritta dritta da Bergamo e in Sicilia ha
fatto grossi affari. Secondo le notizie che vengono diffuse dalle fonti
di informazione ufficiale avrebbe avuto un bell’aggancio con la cosca di Riesi
(in provincia di Caltanissetta) e si sarebbe scoperto che risparmiavano
sulle spese fornendo lastroni di cemento armato alleggeriti in vari
punti. Con quel cemento "depotenziato" sono state costruite varie infrastrutture, tra cui: lo svincolo faraonico per entrare a Riesi, il nuovo palazzo di giustizia di Gela, il Porto Isola-Diga
Foranea di Gela, la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi
e lo svincolo di Castelbuono-Pollina sul tratto autostradale A20
Palermo-Messina…


Ve
la ricordate
la campagna di Berlusconi presidente operaio sulle grandi
opere da realizzare ovunque con particolare attenzione alla autostrada
Palermo-Messina? Pare che il pezzo Cefalù/Castelbuono lo abbiano fatto
con quel cemento lì e se fossero andate avanti le trattative sarebbe
verosimile immaginare che con lo stesso cemento avrebbero costruito il Ponte di Messina


Vorrò
quindi
vedere quanto sarà brava la Prestigiacomo a promettere per
l’ennesima volta il miraggio ponte sullo stretto sul quale nel
frattempo hanno fatto grandi affari un bel po’ di consulenti e società
di progetto. Perchè in Sicilia si riesce a fare business anche sulle
cose inesistenti. Non penso di sbagliare se dico che dopo l’altra
favola, quella grossa su cui si basa tutta la religione cattolica,
viene subito quell’altra sulla costruzione del ponte di Messina.


E’
una fantasia
che oramai si è arricchita del plastico a porta a porta,
della riproduzione olografica, dello studio di possibili franchising,
della creazione di quintali di carta in progetti, consulenze, pareri.
Su questo si può di sicuro costruire anche la prossima campagna
elettorale. Cosa prometterà dunque la Prestigiacomo ai siciliani? Più
sicilia per tutti? Più attenzione per le donne in linea con il ddl
sulla sepoltura dei feti e con la decisione dell’amministrazione
palermitana che ha sospeso la convenzione con i centri antiviolenza per donne che
lavoravano nel capoluogo da anni? 


Prometterà
biglietti aereo per
facilitare l’emigrazione? Sarà rivendicata la delocalizzazione delle
braccia sicule come manodopera in Cina? Su una sanità
"straconvenzionata con i privati" più disastrata di quella costruita in
anni di amministrazione di centro destra con Cuffaro? Si, sono proprio
curiosa di vedere su che altro si baserà la campagna elettorale
siciliana. Forse lei inventerà un’altra balla più balla delle altre. La
dirà in maniera più convincente, ritirerà fuori la formula degli ultimi
trent’anni (forse di più): lotta contro la mafia come potere astratto,
risistemazione della viabilità urbana per assecondare il parcheggio in
terza fila, raccolta dell’acqua piovana (inquinata ma gentilmente
donata dal cavaliere) in lombardia per risolvere il problema della
siccità…


Che poi la
questione sta proprio qui. Spesso non si
capisce che la mafia non è una cosa allo stato gassoso. Da adolescenti, per hobby, andavamo a chiedere al comune le delibere
su un opera la cui costruzione era stata data
in appalto ad una impresa mafiosa. Allora ci scontravamo con la non
applicazione della legge sulla trasparenza che consente a qualunque
cittadino di vedere gli atti. C’era sempre un burocrate che ci
sorvegliava ed eravamo costtrett* a copiare i termini delle delibere di
nascosto. 


La mafia siciliana
diventò imprenditrice negli anni
settanta/ottanta. Tutta l’isola fu ricoperta di quintali di cemento
armato. Molti comuni non avevano neppure i piani regolatori. Gli
appalti venivano assegnati a piacere, anche senza gara. Le costruzioni
non avevano fondamenta antisismiche. Non si facevano analisi di impatto
ambientale. Quello che ne venne fuori fu una versione sdentata di
costruzioni orrende che hanno per sempre deformato la faccia di una
sicilia già maltrattata. 


Si costruiva
ovunque e spesso le opere
venivano lasciate a metà. Si costruiva su terreni che franavano, su
zone sottoposte a vincoli da parte dei beni culturali, con geometrie
non sicure che si sarebbero danneggiate al primo terremoto o che si
sarebbero sbriciolate perchè in mezzo a quel cemento c’era troppa
sabbia.


Verso la fine
degli anni ottanta e i primi anni novanta
fu dato un freno a tutto questo. Poi, dopo berlusconi, tutto è
ricominciato. Non è una cosa che si fa solo in sicilia. Si costruisce
ovunque e infatti è interessante vedere come tra imprese vi sia uno
scambio di interessi. Le imprese del nord, con tanto di certificazione
antimafia ora necessaria per partecipare alle gare d’appalto, vengono a
prendersi l’incarico. Ma il subappalto poi viene dato a mille imprese
mafiose che sul territorio si muovono da tempo e con grande
disinvoltura. Le stesse imprese per restituire il favore
normalmente affidano subappalti a imprese in odor di mafia – ma con
prestanome – anche nel quieto e "antimafioso" nord.


I livelli
di
impermeabilità dei territori italiani alla mafia sono inesistenti.
La mafia ci impoverisce e ricicla denaro e uomini ovunque, nel rispetto
delle varie mafie concorrenti si intende. E quel che è peggio è che
costruisce posti dove noi viviamo e lavoriamo e quei posti, un po’ alla
volta possono crollare. Perchè di mafia non si muore solo con le
pallottole. Si muore perchè ti priva di vita, lavoro, casa e poi si
muore anche di costruzioni fatte male. E però continuano a propinarci
la favola del mafioso/boss/contadino che piace tanto tanto, come quella
del ponte sullo stretto…


In Sicilia
le elezioni vengono vissute
con grande serietà. Un tempo c’ho creduto anch’io. Poi no, sono
cresciuta e so che le cose cambiano lentamente in altri luoghi e in
altri momenti. La gente le affronta come se rappresentassero l’unico
grande momento di espressione desiderante. Come se attraverso quelle si
potesse davvero lasciare intatta l’illusione che con un voto si possono
cambiare le cose. Se però quelle persone devono dire grazie a qualcuno
perchè un parente ha avuto un impiego con una raccomandazione non
dispongono più neppure di quel breve momento di illusoria libertà e
partecipazione. Chi si candida ama riaccendere speranze e illusioni e
così si deresponsabilizzano tutti quelli che pensano che la sicilia si
cambia con un voto. Votare oggi e poi fare i servili per tutto il resto
dell’anno non è un atto di libertà. E’ solo come pisciare. La faccio
oggi perchè così posso trattenerla più a lungo per il futuro. Finchè
non scoppia la vescica…

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Beppone says

    Cavolo sono stato via dal web una settimana per malattia e mi sono perso post come questi.

    La delusione per questo fantomatico PD che incorpora nel carrozzone bacchettoni come la Binetti si fa sempre più dolorosa quando si ignorano persone come la Borsellino a favore di una burocrate della politica…
    Plauso per il post… soprattutto le ultime righe, specchio di una triste realtà…
    ben ritrovata…
    Beppe