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Undicesimo comandamento: riappiccicare le coppie!


Il cardinale
di Firenze ha scoperto come si fa a tenere unita una coppia: con il nastro adesivo. Vi sembra ridicolo? Allora vi confesso che ho mentito ma la mia bugia almeno ha il merito di rendere visibile il paradosso. Quello che invece in realtà afferma il cardinale – ed è una cosa che mi produce un brrr brivido di grande freddo – nella sua lettera pasquale ai fedeli intitolata “L’amore cristiano in famiglia” viene persino pubblicizzata come fosse una trovata geniale.
Dopo decenni di esperienza nella vita di coppia, tra se’ e il suo crocifisso preferito, l’arcivescovo ha capito che una unione per durare deve essere condita dai seguenti elementi:

Carezze e regali tra coniugi, trovare interessi comuni, rendersi amabili nell’aspetto, rispettare l’altro, avere cura dei figli.” Il decalogo viene servito con una spiegazione illuminata: “(…) oggi è diffusa una mentalità che riduce l’amore a soddisfazione dell’istinto, sensazione ed emozione piacevole, benessere sentimentale".


E da qui
sembrerebbe anche che il cardinale stia rivolgendosi ad una platea di persone abbienti e non a proletari come me. Dalle mie parti ad esempio possono abbondare le “carezze”, al di là del coniugio, ma di regali ne circolano ben pochi. A meno che non si voglia intendere come regalo una modesta torta fatta in casa o un libro comprato con i risparmi dell’ultimo anno. Ma senza voler fare la perniciosa su questo punto vado avanti e mi concentro sulla faccenda della “soddisfazione dell’istinto, etc etc”.


Mi viene
in mente che nei confessionali i preti godono delle confidenze di tante persone e che queste forse devono aver rivelato come le relazioni spesso non vadano bene perché, che so, le donne oggi un po’ hanno imparato a conoscere il proprio corpo e quindi esigono di provare piacere dal rapporto sessuale altrimenti nisba, nada, strike, chiudono le frontiere e si cercano altre o altri partner illuminat* che hanno una idea del sesso un po’ più condivisa.


E’ questo
quindi che si intende per riduzione dell’amore all’istinto? A me sa proprio di si, e lo dico senza pregiudizio alcuno, perché fino a quando erano gli uomini a soddisfare “i propri istinti” di queste letterine pasquali scommetto che non se ne vedevano moltissime in giro. Anzi c’erano inviti alle donne a stare un tantino più mansuete e a pensare alla famiglia e per convincerle si usava quella fandonia mistificata del reame a forma di focolare di cui esse venivano incoronate regine. Che ne penso? Non mi sono mai piaciute le monarchie!


E invece
mi trovo d’accordo con la questione del benessere sentimentale perché in effetti è vero che le relazioni un po’ sono mordi e fuggi e se una persona non ti “fa stare bene” allora ti interessa poco. Come si fa con le droghe. Un compagno e una compagna effetto cocaina. Finchè eccita allora è perfetto, quando invece comincia a non produrre quello “stare bene”, che in soldoni significa avere uno stimolo a uscire fuori da se’, a pensare ad altro fuorché a se’ stessi, allora non funziona più.


Quello
che penso però è che questa cosa c’entri ben poco con gli “istinti” di cui parla il cardinale e c’entri molto di più con il fatto che le convenzioni sociali sono cadute e che non si deve restare incollati per forza quando si scopre che non si sta bene insieme. Perciò, e mi dispiace essere io a dare questa brutta notizia al cardinale, oggi invece le relazioni che funzionano risultano più vere e responsabili di quanto non lo fossero decenni fa. La cosa che al solito mi salta all’occhio è invece vedere come in talune occasioni, dove c’e’ un problema economico ad esempio, si insiste affinché la famiglia diventi un vero e proprio ammortizzatore sociale e dunque in quella direzione sono inseriti gli inviti a superare la tendenza all’appagamento degli “istinti” pur di tenere unite coppie infauste.

Ma queste lezioni di sessuofobia applicata comunque non sono del tutto inutili, no. Abbiamo già visto quanti “istintivissimi” uomini si sono lasciati influenzare da questi decaloghi che tutti assieme hanno prodotto la mentalità del “non soddisfare gli istinti dentro casa con quella santa di tua moglie ma fallo fuori magari stuprando qualcun’altra”. Altrimenti non si capisce come mai ancora oggi c’e’ così tanto commercio di carne umana in giro. Sarà tutta una questione di mercato. Va alimentato e qualcuno evidentemente si deve assumere l’onere di farlo. Ma proseguendo con il decalogo e “facendo finta” che esso faccia delle distinzioni di genere vediamone alcuni singoli punti, anzi “linee di impegno”, e vediamo come può funzionare:


–    individuare i bisogni e i ragionevoli desideri dell’altro e soddisfarli con prontezza;


In questo caso
ci vuole la particolare caratteristica della “donna segugio” adatta ai rapporti indiziari: arguzia e lente d’ingrandimento, questa particolare donna non può contare su una comunicazione chiara ed efficace, dicesi volgarmente “dialogo”, ma dovrà mostrare per intero tutta la sua devozione cristiana al suo compagno imparando ad annusare, spiare, rovistare tutto pur di individuare i suoi bisogni. Rispetto ai desideri facciamo attenzione poiche’ questa donna dovrà innanzitutto considerarli “ragionevoli” dopo che una apposita commissione avrà apposto regolare timbro di ragionevolezza. Si badi bene alla differenza sostanziale che c’e’ tra un desiderio “ragionevole” e uno “irragionevole”. Ragionevole forse è considerato il desiderio di una seghetta occasionale con ditine composte e con schizzetto mortificato e seguito da mille scuse scusine e scusette. Irragionevole per la chiesa sarà una fellatio intensa con restituzione della manifestazione “orale” della preferenza ludica. Quindi chiariamo: seghetta, non è peccato; pompino e cunnilingus sono peccato. Resta che dopo aver assunto la assoluta e indiscutibile – certamente mai condivisa, non scherziamo – ragionevolezza del desiderio bisogna spingersi sino alla soddisfazione “immediata”, anzi “con prontezza”, di quello stesso desiderio. La donna dovrà quindi essere doverosamente propensa a muoversi al comando e perfettamente preparata nell’arte di soddisfare il proprio compagno. Una sorta di incrocio tra una geisha, miss marple e madre teresa di calcutta.

 –    trovare interessi comuni, uscendo a volte insieme in società;

Ecco la donna Fuffy. Ella è pronta ad interessarsi a quello sciupio di energia e muscoli che è il calcio pur di stare sempre tra le palle – e notate la fine similitudine tra le due attività – del proprio padrone, ops…compagno. La donna Fuffy sarà dunque prontissima ad accompagnare il proprio compagno alla partita, alla riunione di comunione e liberazione così come a quella del centro sociale Hasta Basta, purchè sia un’hasta e purchè sia basta, perché la disponibilità all’accompagnamento non è roba di destra o di sinistra. La donna Fuffy è talmente brava che si traveste bene per ogni occasione. Può persino diventare ella stessa militante di uno schieramento politico con la convinzione che resta a chi abbraccia due fedi contemporaneamente: quella della pinna cui va al seguito e quella del partito che la pinna manifestamente la induce a frequentare. La donna Fuffy è poi la donna da mostrare in società per antonomasia. Nel suo armadio ha un insieme di accessori utili per ogni occasione. Tette patriottiche per le riunioni di destra e fike new global che stabiliscono contatti in wireless per gli ambienti di sinistra.


–    rendersi amabili curando il proprio aspetto esteriore e soprattutto esprimendo rispetto e tenerezza verso l’altro mediante parole di apprezzamento e di gratitudine, sorrisi e sguardi, carezze e gesti di affetto, regali appropriati;

Qui ci vuole una donna dalle mille qualità. E’ il non plus ultra del nostro catalogo e in questa stagione la diamo via con un piccolo sconto. Pensate che fortuna: Si tratta della donna blow job dupleface. Perennemente a dieta e disponibile ad ogni possibile trattamento estetico, ella ha una naturale tendenza all’allisciamento. E’ fornita in memoria di un particolare dizionario di parole di “apprezzamento” che vengono soavemente accompagnate da sguardo di gratitudine estrema e sorrisi. La donna Blow Job Dupleface è perfetta per ogni occasione. Funziona anche con stimoli vocali. Al richiamo del padrone lei si esprime in variegate profferte. Gesti affettuosi e alla parola “ancora” prosegue con fantasiose effrazioni sessuali. Ottime prima del riposo, favoriscono il sonno.

–     rispettare l’altro nella sua alterità, con i suoi punti di vista, le sue preferenze, i suoi difetti, senza stare a lamentarsi e a ridire su ogni cosa, essere disponibili a chiedere e a concedere il perdono;


La donna
che può soddisfare questo particolare punto del decalogo è senz’altro la donna Abete. Questo tipo di prodotto riesce a conservare l’aspetto carnale in una figura completamente vegetale. Tanto è sufficiente all’uomo per farlo sentire al sicuro da critiche, opinioni, giudizi e quant’altro possa minimamente metterlo in discussione. La donna Abete giammai avrà da “lamentarsi e ridire su ogni cosa” e sarà senz’altro disponibile a concedere il perdono ogni volta che il suo padrone si riterrà disponibile a chiederlo. Dobbiamo avvisare però che la donna Abete ha una scadenza precisa attorno alla quale comincia a manifestare chiari segni di schizofrenia. Potrete rendervi conto di questa cosa quando essa inizierà a pronunciare frasi del tipo: “non sono d’accordo…”. Entro quella data bisognerà ricaricarla presso i nostri laboratori o sostituirla eventualmente con la più duratura “donna platea”. Quest’ultima applaude a comando e a scelta può essere munita di diversi optional tra i quali la fantastica capacità retrattile che la ripone automaticamente dentro la sua scatola contenitiva semmai voi doveste ordinarle di togliersi di torno. Potrete comunque tenere la vecchia donna Abete disattivata come utile accessorio sul quale riporre ottimi addobbi natalizi.

–    essere generosamente aperti all’accoglienza dei figli, ad avere cura di loro dedicandogli energie e tempo, a dialogare e stare volentieri insieme, a trattarli con amorevolezza, ma anche con coerenza e fermezza, facendo osservare regole ragionevoli;

La donna incubatrice è sempre pronta per queste occasioni. Non dice mai di no e sforna figli fino a che non le esplode l’utero. Può partorire sdraiata, di fianco, in  diagonale, in piedi e anche mentre si lancia nel vuoto. Ha precise facoltà che la ricaricano immediatamente dopo aver sostenuto lo sforzo del parto. Ella dispone anche di parecchi superpoteri che le permettono di pulire, cucinare, lavorare, dialogare con i figlioli trattandoli con “amorevolezza”, mimare una kapo’ per recuperare in “fermezza” e possiede una memoria con un decalogo di “regole ragionevoli” da seguire per il delicato compito che le viene “richiesto” di svolgere. Rispetto alle regole ragionevoli si è preferito non imprimere nella donna incubatrice il metodo montessori. Molto meglio quello dei cattolici del 1800…


Ovviamente
abbiamo scherzato. Il cardinale invece fa veramente sul serio. Chissà cosa penserà quando verrà a sapere che grazie alla scienza le donne possono fare figli senza lo sperma maschile. Dite che questa cosa gli manderà in tilt tutto il decalogo? Chi lo sa. Intanto però prendete nota: il 2 febbraio alle 11.00 in Piazza dei Ciompi a Firenze c’e’ una catena umana in difesa della 194 e della laicità. 


—>>>Per le foto come sempre ringrazio le segnalazioni e gli stimoli di Fastidio



—>>>La prima foto è di Linus Ricard


—>>>La seconda foto è di Carin Drexl


—>>>La quarta fa parte di una collezione chiamata "Gli indifferenti".

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali, Pensatoio.


6 Responses

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  1. Stefano says

    Sempre dalla parte di chi è contro un certo clero che non sa più che sia il cristianesimo (perdono, accoglienza, apertura, comprensione, amore).
    Ma c’è un fraintendimento di fondo qua…
    Le parole sono rivolte ai coniugi, quindi anche (e prima di tutto se uno legge bene) ai coniugi maschi.

    Per il resto posso assicurarti che ci sono donne pronte a rispettare l’altro, trovare interessi comuni, capire i bisogni e andare incontro senza sentirsi private.. Anzi.
    … e ci sono anche uomini così.
    Sono tra quelli.
    Sennò che cavolo si sta assieme a fare?

    Quindi forse è meglio togliere anche i propri di paraocchi oltre quelli di una certa chiesa trita e richiusa su se stessa e ahimè.. ormai cieca all’uomo e molto aperta al farisaico rispetto delle regole.
    Credo che Benedetto XVI esponga molto di più il fianco alle critiche su cose molto più serie.

    E meno male che lo spirito santo lo avrebbe scelto…

  2. Sandro kensan says

    Molto carino e divertente ^_^

  3. FikaSicula says

    marina è vero ma i figli maschilisti e misogeni sono anche degli uomini. spesso noi siamo state caporali senza poteri in mano a ventriloqui patriarchi dietro le quinte…

    grexia grazie pere la segnalazione. andrò presto a cercare sul tuo blog il materiale di cui mi parli. 🙂

  4. grexia says

    Ciao Fikasicula

    ti scrivo qui perchè non riesco a farlo sulpost in cui vorrei (quello sul patriarcato fascista). Ti avevo scritto che avevo scritto la mia tesinadelle superiori sulla condizione della donna nella prima metà delnovecento, leggendo il libro di Victoria De Gracia. Ho letto solo ora che mi chiedevi se ho una versione digitale per leggerlo. Purtroppo ho scritto un testo che ho messo nel mio sito, ma si rifa al discorso orale che dovevo presentare alla commissione… e poi devo dire che ha come libro di riferimento quello di Victoria De Gracia, quindi non apporta nuove informazioni a quelle che tu giàhai.La partesu fascismoe nazismo l’ho già inserita nel mio blog. MAncano le altre parti, che mi sembravano un po’ noiose: la prima parte era di italianoe parla di Sibilla Aleramo, la seconda è in inglese e parla di Virginia Woolf, mentre l’ultima era su storia dell’arte con una pittrice tedesca ebrea. PEnso che inserirò il resto nel blog presto, se ti andrà di leggerlo sono contenta. PEr ora baci e complimentiper il sito.

  5. marina says

    Complimenti per l’ironia ed il fine sarcasmo.
    La Chiesa,ma non solo lei,ha sempre avuto paura della donna,ma purtroppo la donna non ha mai veramente alzato la testa perchè non è consapevole di quale potere abbia in mano. Di chi sono figli i maschilisti ed i misogeni se non delle donne? Quindi la colpa è pure nostra quando si accettano i ruoli,gli usi e costumi.

  6. fuoriposto says

    urka mi sono divertito a leggere un tuo testo!
    Mi urge una sana frequentazione di fasci !! 🙁

    sull’ultima cosa ti riporto il testo di Scienza-e-Vita(la Binetti e similia), per ora ci sono andati “leggeri” perchè le donne non sono pienamente in grado di intedere e volere 😉 e quindi non vanno punite più di tanto(solo spaventate perchè sono paurose) ma appena creano l’ovulo maschile … sentirai come sbraitano contro i brutti pervertiti gay che vogliono avere un figlio!

    IL TESTO:
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    “Una nuova tappa nel processo di clonazione, con l’obiettivo dichiarato di separare la procreazione dalla relazione affettiva e sessuale tra uomo e donna, per farne sempre più un feticcio ideologico e un grande business”. Questo il giudizio espresso dall’Associazione Scienza & Vita che presidia la frontiera della vita dal concepimento alla morte naturale.
    “In sostanza – osserva l’Associazione – gli scienziati hanno scelto la strada della produzione di embrioni-riserva con patrimonio genetico sostanzialmente identico. In questo caso solo della donna che sarebbe al tempo stesso madre e padre”. A tale riguardo Scienza & Vita sottolinea “l’innalzamento altissimo del rischio di profonde alterazioni nella regolazione dei geni, con la possibilità, per nulla remota, della nascita di bambini con forti ritardi mentali e altre gravi anomalie. Ci troveremmo, dunque, dinanzi ad una tecnica che nel trasmettere all’embrione il patrimonio genetico di un solo individuo, in questo caso solo la madre, porterebbe con sé ricadute mediche gravissime”.
    Ma alle questioni scientifiche vanno aggiunte tutte le ripercussioni di ordine psicologico e relazionale. “La prospettiva di una riproduzione che non si avvale più dell’uomo e della donna – osserva Scienza & Vita – priva l’essere umano di quei legami che si realizzano all’interno di una coppia e che sono a fondamento non solo della famiglia, ma anche della chiamata all’esistenza di una nuova vita umana. La differenza-complementarietà uomo/donna non esisterebbe più e la scissione coniugalità-procreazione e coniugalità-genitorialità diverrebbe completa”.
    “Dal punto di vista antropologico – conclude Scienza & Vita – si verifica una lacerazione tra generazione sessuale e genealogia della persona. Con il totale sconvolgimento delle relazioni fondamentali della persona umana: filiazione, parentela e genitorialità. In sostanza, un incubo esistenziale”.

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