L’articolo che vi passo è stato scritto dallo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes.
E’ un articolo che parla di violenza maschile scritto da un uomo etero
che si rivolge ad altri uomini etero. Parla un linguaggio che arriva
dritto al punto e sebbene inserisca passaggi riferiti alla genesi
biblica o alla mentalità comune riesce comunque a dare una definizione
di violenza non edulcorata da intellettualismi fuorvianti e non
patologizzata con una separazione tra buoni e cattivi. Egli stesso pare
definirsi incline a quella stessa mentalità e sembrerebbe comprendere
lo sforzo che taluni uomini devono fare per tenersi lontano
dall’oggetto del desiderio se questo non si rende disponibile
spontaneamente. La fica viene definita l’origine del mondo
e la donna, prescindendo dal suo buco, sparisce rispetto alla
"grandezza" della visione che di essa si ha. Delle questioni che lo
scrittore solleva io, donna, riconosco quella che si riferisce al
possesso e riconosco quella disperata dipendenza che porta poi a
definire un supposto "potere" della fica rispetto al quale viene spesso
invocata una legittima difesa ("Mi ha provocato!" – come spesso si dice a giustificare gli atti di violenza). Tutto ciò che desideriamo ci possiede e
invertire il rapporto di potere è la pratica più diffusa del mondo.
Perciò resta ancora rivoluzionario per le donne insistere sul
concetto apparentemente anacronistico de "la fica è mia e me la
gestisco io".
Una riflessione dello stesso tipo, poetica e meravigliosamente posta da Pedro Almodovar, la si può trovare ad esempio nel film "Parla con lei"
dove il desiderio si fa passione senza reciprocità e prende corpo e si manifesta con uno stupro fino a
sublimarsi nella narrazione in bianco e nero di un film muto in cui un
uomo di dimensioni minuscole finisce per decidere di voler morire
dentro la fica della donna che ama restituendole l’ultimo sensuale
orgasmo.
Liberare la sessualità, i desideri e le fantasie
sarebbe forse il modo di uscire fuori da prigioni mentali costruite da tanto
inutile moralismo e da tanta cultura cattolica. Una sessualità non
libera genera comportamenti infausti che rivelano tutta la loro atrocità nei
confronti dei corpi femminili. Vi suggerisco questa lettura dunque in
attesa di una ulteriore riflessione al femminile sulla violenza, sull’esercizio del potere, sui masochismi e
sui difetti di relazione che certo esistono anche a partire dalle donne
(Tra i commenti di una interessante recensione e in una ricerca fatta da Fastidio – che ringrazio anche per la segnalazione di questo articolo – trovate una riflessione su questo).
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Il sesso forte
[di Efraim Medina Reyes]
Gli uomini si uccidono tra loro per i motivi più disparati. Soprattutto
per la brama di potere e di denaro. Eppure dietro ogni guerra e
aspirazione alla pace c’e’ sempre una fichetta morbida e pelosa. Gli
uomini parlano di bontà, onestà e giustizia perché sanno di essere
crudeli, traditori e meschini. Usano la forza perché si sentono deboli
e non si fidano nemmeno della loro ombra, visto che sono rimasti solo
delle piccole e rumorose creature perse in quell’immensa fica siderale
che è l’universo. Non è un segreto che proprio a causa di una fica
siamo stati cacciati dal paradiso, e forse è per questo che resta il
nostro unico contatto con il paradiso. Per quanto possano essere
efficaci la clonazione e le altre future invenzioni della scienza,
dubito che ci possa essere qualcosa di più divertente che piombare
sulla terra da una calda e rispettabile vagina materna. A differenza
del sesso maschile, la cui meccanica è ovvia e in fin dei conti
pretenziosa, la fica è un oceano di mistero. A una donna bastano tre o
quattro colpi per cancellare l’arroganza dell’uomo più maschio, mentre
non esiste ancora un uomo capace di colmare le aspettative della fica
più tenera e delicata.
Anche se raccontare le proprie imprese con le donne è uno sport molto
comune tra gli uomini, e anche se la maggior parte di noi è convinta
che avere una moglie, due amanti e rotolarsi ogni tanto con una puttana
ci renda delle vere e proprie macchine del sesso, la verità è che di
fronte alla fica non abbiamo speranze. Qualcuno pensa che fare l’amore
con due donne nello stesso tempo o farsi cinque scopate al giorno
meriti un diploma da stalloni. Bisognerebbe ricordargli che nel 1995,
in meno di dieci ore, una donna fragile e minuta fece sesso per 251
volte con una settantina di tizi di tutti i tipi e misure, stabilendo
un record mondiale e guadagnandosi un meritato spazio nel Guinness. Annabel Chong,
l’autrice della prodezza, è nata in Cina e cresciuta a Singapore. Il
suo vero nome è Grace Quek. Quand’era adolescente si trasferì a Londra
per studiare filosofia e diritto. I suoi professori dicono che era una
studentessa brillante fino a quando una notte una banda di teppisti la
sequestrò e la rinchiuse in un magazzino, violentandola fino all’alba.
Nella sua denuncia alla polizia Annabel raccontò di essere stata
stuprata da nove uomini che si vantavano della loro virilità e la
chiamavano “zoccola gialla”. Poco dopo abbandonò l’università e
cominciò la carriera di attrice porno che l’ha portata negli Stati
Uniti. E’ diventata la regina del gang-bang
e, come ha dichiarato lei stessa, un simbolo del movimento femminista.
In una intervista rilasciata prima dell’incontro con i settanta
volontari, Annabel disse che lo faceva per “mostrare il lato più
aggressivo e politicamente scorretto della sessualità femminile”. Poi
aggiunse: “Non sono una puttana, mi piace quello che faccio. Chi
violenta una donna vuole che lei si senta in colpa se gode a fare
sesso. La violenza degli uomini nasce dalla loro incapacità di
esprimersi sessualmente perché sono meccanici e senza fantasia”.
In Colombia i livelli di violenza sessuale contro le donne sono
allarmanti e parte di quella violenza nasce, come spiegava bene
Annabel, dalla paura della fica: noi uomini cerchiamo in tutti i modi
di negare il fatto che siamo fica-dipendenti. Non c’e’ offesa peggiore
per un uomo che vedere profanata la fica di cui si sente padrone. La
retorica dell’amore ha un solo obiettivo: la fica che ci domina.
Perfino per vendere un frullatore bisogna mettercene una accanto.
Viviamo nel regno della fica, anche l’universo virtuale ne è invaso.
Quando apri una pagina web per sapere come va la guerra in Iraq
appaiono decine di avvisi di fica.com che riempiono il video. Vorremmo
poterla controllare ma è impossibile: la fica ci batte, ci imprigiona,
ci divora. Annabel Chong, alias Superfica, accetta che la sua vita sia
marcata da quella violenza selvaggia e considera il gang-bang un metodo
didattico per insegnare agli uomini il potere sessuale delle donne.
Lo stupro, insieme al sequestro, è uno dei crimini più terribili.
Secondo le statistiche, il 90 per cento delle donne violentate
preferisce tenerlo nascosto per paura delle conseguenze sociali (il 50
per cento degli stupri avviene in famiglia). Una aggressione di quella
natura lascia tracce indelebili e la giustizia, in molti paesi,
continua a essere poco efficace. Noi uomini non possiamo immaginare
quanto debba essere terribile per una donna essere costretta a fare
sesso. C’e’ ancora chi pensa che quando una donna nega la sua fica in
realtà vuole solo provocare.
Deve essere chiaro che quando una donna dice no significa no e bisogna
dimenticarla. So che non è facile, è successo a tutti. Ma prima di
lasciarti ossessionare dalla fica che ti è stata negata è meglio se
pensi a tutte quelle che ti aspettano con un sorriso. Una teoria della
fisica sostiene che tutto ha avuto inizio in un buco nero, con il big
bang, e che probabilmente tutto finirà in un buco nero. L’origine e il
futuro dell’universo somigliano molto alla nostra vita. Ed è consolante
pensare che, se ho cominciato da una fica, potrei anche finire lì e
chiudere gli occhi respirando per l’ultima volta l’aroma che per
fortuna ci ha tirato fuori dal paradiso.
—>>> Articolo tratto da l’Internazionale
—>>> Il dipinto in cima è di Gustave Courbet. Il suo titolo è: "L’origine del mondo".
Inizio dicendo che il femminismo e il maschilismo sono le facce opposte della stessa medaglia, che col tempo e lo stratificarsi della società moderna, si contendono l’influenza sulla percezione del singolo individuo in base al suo sesso d’appartenenza: Il maschilismo tende a sottomettere e a svilire la figura della donna, e altrettanto il femminismo odierno tenta di svilire e sottomettere la figura dell’uomo. Gli articoli qui sopra riportati non sono altro che stralici di notizie delle conclusioni alquanto risibili e scientificamente inconsistenti, più inerenti a chi vuol far propaganda rosa che informare seriamente il lettore. Vorrei semplicemente dire che chi ha veramente a cuore il futuro di ogni singolo uomo e ogni singola donna; dovrebbe fare a meno di porre giudizi su un determinato genere sessuale tentando di addurre a chissà quali prove comportamentali, sociali, scientifiche e via dicendo … E ricordare, invece, quanto è importante per l’essere umano “tutto”, che l’uomo e la donna ritrovino una loro nuova dimensione “dell’essere e stare bene insieme” poiché sono pressoché convito che il nuovo razzismo che dovremo debellare nel nostro imminente futuro sarà proprio quello che attribuirà a un singolo sesso la supremazia sull’altro, secondo criteri che hanno poco che fare con l’intelligenza e l’onesta intellettuale propria dell’essere umano, e voi dovreste ben saperlo giacché vi proponete di lottare proprio su questo fronte, ma non è dichiarandovi femministe, o vittime scrupolose di tutte le colpe del genere maschile che ci riuscirete. Non è con le rivendicazioni, il dichiarasi migliori, che si istaura un dialogo sereno e costruttivo con l’altra barricata.
Io penso che al mondo ci sono molte donne che quando hanno fatto sesso si sono sentite soggiogate perchè non c’era umanità ma solo il fare naturale provando un immediato dolore spirituale; alcune hanno normalizzato tutto ciò.
🙂
grazie del penZiero 😛
l’unità di intenti è una cosa fantastica…
Ero alla posta …una fila terribile. “Internazionale” sottobraccio, comincio a leggere l’articolo di Medina Reyes. Cavolo, penso, dice molte cose che condivido…quasi quasi lo segnalo a fika sicula….
si arriva tardi … ma si arriva (e questo forse è l’importante)