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Non una di più

Il 27 novembre, cioè domani, si celebra il processo ai due "presunti" stupratori della Cirenaica (sotto pubblichiamo il volantino che annuncia diversi presìdi davanti ai tribunali di diverse città italiane). Abbiamo spesso parlato di questo perchè lei è una ragazza straordinaria e coraggiosa che ha affrontato per un anno una situazione che l’ha vista oggetto di accuse, insulti, offese. Perchè siamo con lei e saremo con lei domani per tenerla per mano e accompagnarla, seppur da lontano, in questa sua battaglia che è anche la nostra. Perchè comunque vada questa donna si è battuta come una tigre per non subire violenza e poi anche per riuscire – come fosse semplice – a vedersi riconosciuto il diritto di sentirsi abusata, lesa fino in fondo e ancora dileggiata, vituperata mentre ha sostenuto con orgoglio che lei è l’unica che può determinare le sue scelte in fatto di sessualità (e non solo) e che nessuno può applicare su di lei bigotti moralismi e umilianti e patriarcali stereotipi.

Le persone che lei ha denunciato sono italiane, persone che lei conosceva e di cui quindi, secondo le teorie xenofobe attuali che vedono nello straniero l’unica fonte di pericolo, avrebbe dovuto fidarsi. Una storia consumata tra persone che frequentano i contesti dei centri sociali, persone che però evidentemente non ritengono che essere "compagni" significhi necessariamente anche essere persone che hanno rispetto del desiderio dell’altra. E mi riferisco soprattutto alle cose immonde dette alla ragazza dagli amici dei denunciati. Mi riferisco alla atroce campagna maschilista nei confronti della donna in cui l’offesa più gentile era sentire darle della "puttana". E che sia quello il contesto frequentato lo si capisce da molte cose. Dai metodi di difesa pubblica (la organizzazione di un concerto per raccogliere fondi per le spese legali senza spiegare alla gente quale fosse il reale motivo della iniziativa, come se si trattasse di una raccolta spese per un processo ai danni di compagni arrestati per questioni di repressione o di antifascismo), tutti politici e con schemi sinistrorsi.

Da certe modalità machiste che a volte stanno in certi ambienti (anche se ora molti le mettono in discussione) in cui si blatera e ci si scontra a muso duro facendo di ogni questione una missione ideologica (compresa la difesa dell’amico sotto processo perchè accusato del reato di stupro). Da certe espressioni che potrete vedere tra i commenti dei post che stanno anche su questo blog dedicati a questa brutta vicenda. I centri sociali non sono covi di "presunti" stupratori. Non sto dicendo affatto questo. Dico che è un luogo come un altro in cui può capitare vi passino persone che forse non hanno neppure piena coscienza politica e individuale di quello che dovrebbe voler dire essere compagni. Dico che il livello di istruzione non sempre corrisponde ad un qualche livello culturale e quest’ultimo non impedisce ad alcune persone di avere una visione assai imprevedibile sulle relazioni, sulla sessualità e quindi sul concetto stesso di violazione e abuso.

Dico che resta evidente che il povero, marginale, immigrato che viene descritto come l’unico possibile "presunto" stupratore in questa storia può essere sostituito dallo studente di buona famiglia ben inserito e con prospettive positive davanti a se’. L’altro ieri alla manifestazione contro la violenza maschile sulle donne uno slogan diceva "compagno sei il primo della lista". Il problema si è posto e si pone. Perciò, grazie infinite a questa donna per quello che sta affrontando e perchè ci sta insegnando che l’omertà e il maschilismo esistono anche nelle zone che idealmente dovremmo sentire più vicine. Le persone sono innocenti fino a che non si dimostra il contrario. Lo sappiamo. Ma noi siamo con lei, comunque vada.

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Vi passo il volantino a cura dei collettivi femministi sardi:

“In questi giorni avrei voluto disperatamente seppellire quello che mi è successo. Invece sono uscita alla luce del sole appena mi reggevo in piedi, portando a spasso il mio naso gonfio e gli occhi pesti, senza occhiali, senza trucco per nascondere i lividi. Ho sopportato di leggere sui giornali che, a dispetto dei pugni, ero ‘consenziente’. Ho deciso di combattere perché non dobbiamo vergognarci, nasconderci o sentirci in colpa. L’ho fatto perché non si ripetesse quello che ho subito. L’ho fatto perché non si parli solo di aggressioni di sconosciuti e stranieri quando moltissime volte sono connazionali, conoscenti e ‘amici’ di cui ci fidiamo ad approfittare di noi… Anch’io ho avuto paura e ne ho ancora tanta, ma ho reagito. Ribellatevi non soltanto agli stupratori ma anche ai pregiudizi, alle molestie, alle violenze, alle sopraffazioni. Lottate con le unghie e con i denti, con tutta la vostra forza fisica e morale… ”

Queste sono le parole della ragazza che ha subito violenza a Bologna nel Settembre 2006. In risposta a questa sua coraggiosa denuncia ha ricevuto ingiurie e offese sessiste che dimostrano ulteriormente la miseria umana di quelli che le hanno fatto violenza e di chi sta dalla loro parte.

IL NOSTRO URLO SI UNISCE AL SUO E A QUELLO DI TUTTE LE DONNE CHE VOGLIONO RIBELLARSI
CONTRO QUALUNQUE FORMA DI SOPRAFFAZIONE MASCHILE
SOLIDARIETA’ A TUTTE LE DONNE CHE SUBISCONO VIOLENZA
PRESIDIO DAVANTI AL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI CAGLIARI
MARTEDI’ 27 NOVEMBRE 2007 ORE 9.30

LA STESSA INIZIATIVA LO STESSO GIORNO SOTTO I TRIBUNALI DI BOLOGNA, MILANO E ALTRE CITTA’

Collettivo Femministe Sarde
Arci Luna Nera
Associazione Amanitese
Collettivo Femministe Libertarie

Mail: lostupro-unreato@libero.it, lalunanerarcidonna@tiscali.it, amanitese@tiscali.it, femministe.libertarie@yahoo.it

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. sidonia says

    Il processo della Cirenaica si è concluso con la condanna degli imputati, tra la gioia e l’entusiamo dei collettivi femministi che avevano organizzato i presidi a sostegno della vittima.
    A Cagliari, città di origine dei condannati, la mostra di piuttura tutta al femminile, dal titolo “Lievi… sospesi…”, inaugurata il 13 dicembre, è stata dedicata “al coraggio di Angy”.

  2. FikaSicula says

    Ciao Blazar 🙂
    benvenut*!
    La storia che hai letto purtroppo ha lasciato incredule tante persone me compresa per le modalità in cui si è svolta (non nel merito dell’abuso in se’ che purtroppo non mi sorprende per niente quanto soprattutto per la gara di ragionamenti di “fede”, come giustamente dici tu, che sono stati fatti dopo).
    conosco la storia di aldrovandi e il tuo paragone rende perfettamente e meglio quanto io in tutti questi mesi di presidio del web sulla storia di cui parlo sopra ho tentato di spiegare. siamo al paradosso. ragazzi da centro cosiale che usano modalità difensive maschiliste e pure poliziesche.
    grazie di averlo ricordato.
    ciao

  3. blazar says

    Ciao, è da poco che seguo questo blog e questa notizia mi ha sconvolto. Devo dire che purtroppo non ne sapevo niente: il che è strano, a priori avrei detto che un fatto del genere ci avrebbe messo poco ad essere strumentalizzato da certa “informazione”. Incuriosito, ho cercato fra i vecchi post e sembra che invece gli amici degli imputati lamentino proprio il “mostro sbattuto in prima pagina”. Bene: io, ripeto, non ne sapevo nulla.

    Comunque mi ha fatto molto riflettere ciò che giustamente scrivi, anche se ovviamente mi lascia un po’ di amaro in bocca: è fin troppo facile credere che quelli che in linea di massima stanno per così dire dalla parte di quelli che a priori consideriamo “buoni”, non possano mai sbagliare.

    Sto seguendo relativamente da poco la vicenda di Federico “Aldro” Aldrovandi, morto durante un “normale” controllo di polizia. Occasionalmente sul blog () che i suoi genitori stanno tenendo, posta qualche sbirrofilo che -sostanzialmente- afferma di non *credere* che il ragazzo sia morto per le percosse subite, ma perché era troppo fatto, nonostante ciò sia smentito dalla perizia legale. Ecco, ho voluto sottolineare il verbo “credere” (compare letteralmente in uno di tali post) poiché ciò che è oggetto di fede evidentemente cozza con l’evidenza razionale… La stessa logica compare sull’agghiacciante forum di poliziotti.it (non è affiliato alle forze dell’ordine, ma gestito e frequentato da poliziotti e simpatizzanti) secondo cui “i colleghi” di sicuro hanno agito correttamente… “aspettiamo il processo, ma… tanto hanno agito correttamente”. Una logica mafiosa, e temo che in questo caso assistiamo ad un suo ripetersi laddove mai ci saremmo aspettati e mai la vorremmo vedere: ecco, sarebbe bene evitare che ciò accada!

  4. FikaSicula says

    scusa tesoro ieri non sono riuscita a rispondervi proprio. che vuoi dire? che hai messo in cantina? e per salvaguardare che?

    bacio

  5. alba says

    ho dovuto mettere in cantina la mia cronaca per salvaguardrmi/ci

    sono molto triste
    la ns società è malata
    incurabile
    sono molto avvilita
    (forse mi passerà)
    un bacio