Domani si va a Roma a Manifestare per riprenderci un pezzo di vita che altrimenti finirebbe chiusa nei santuari tra le reliquie degli eretici (riconvertiti a forza in punto di morte) del XXI secolo. Nel frattempo però voglio raccontarvi alcune storie ispirate a quel giovincello di Giovanni Verga.
Ho fatto una scoperta grandiosa: c’e’ più Sicilia nell’Italia che Italia nella Sicilia. Mi sono fatta questa opinione e perciò tra un faccio e un Di.Co ho deciso di travestirmi da Commare Mariuccia e girare per i salotti de i mondi eterosessuali.
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Ho incontrato Vincenzina che mi ha raccontato per filo e per segno come quel vastaso del marito l’ha lasciata per andarsene con una polacca (“Queste buttane ci rubano i mariti!”). Ha trattenuto il matrimonio come si trattiene la pipì che vorrebbe scappare da un momento all’altro. Ma alla fine la signora si è pisciata addosso e quel fetente immondo dell’ex marito ha ottenuto il divorzio.
La polacca (“quella lì, la buttana, la rovinafamiglie che cammina a cosce larghe” – che cosa scomoda camminare a cosce larghe, chissà che quadricipiti si è fatta la poverina) non l’ha comunque sposata e allora è tutto a posto. L’eredità è tutta dei figli e se è dei figli è anche un po’ dell’ex moglie.
Alla polacca non deve spettare niente. Lava il culo al “fetente” dalla mattina alla sera da quando ha avuto quell’incidente che lo ha piantato sul letto, ma non le spetta niente. Da amante a badante senza uno stipendio e neppure una liquidazione. “Signora ma come pensa che sopravviverà quella donna dopo che lui muore?” “A me non interessa. Poi i miei figli le daranno qualcosa così si paga il biglietto per tornare a casa sua, da dove è venuta…”
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Ho incontrato Pinuccia che mi ha detto che il marito non vive più con lei da qualche anno. Non hanno fatto il divorzio. Si preoccupano di cosa potrebbero dire gli altri. Sono gente cattolica e perbene. I loro figli hanno imparato presto che quello che conta è l’apparenza. Lei usa toni gentili, sembra una brava donna che va in chiesa tutte le domeniche e ha la bocca a forma di “Oooooosanna ooooosanna, nell’alto dei cieli” e le mani agili a sminuzzare un rosario quando intercetta ogni cosa più lunga di un centimetro.
Mi pare che esplori le mie falangi mentre mi stringe la mano con quella sensibilità tattile che spizzulìa e mi chiedo se non facesse lo stesso con il pene del marito, spessore dopo spessore, padre nostro e ave maria, per penetrabile che tu sia, indicagli la strada, mostragli il punto e ooooosanna, ooooosanna nell’alto dei cieli, amen. Fantasie improprie ma per me inevitabili. Sacro e profano il marito deve averli trovati nella donna con cui vive e dalla quale ha avuto una figlia della colpa. Lei, l’altra, l’amante, la sventurata, la pazza, la ninfomane. La legittima moglie usa sempre termini pietosi verso l’altra: è una poverina, una sventurata, una malata. Da capirla, esorcizzarla, perdonarla, curarla.
Il marito è invece uno schiavo del peccato che si è lasciato prendere dalla posseduta dal demonio. Quella figlia nata dai loro atti impuri è solo una bambina “sfortunata” che lei accoglierebbe persino nella sua casa pur di toglierla dalle grinfie di quella “povera donna” che ha bisogno di aiuto e di cure. Il marito non ha fatto testamento perché intanto sta scialacquando le proprie ricchezze. La legittima moglie sta facendo di tutto per farlo interdire e per impugnare gli acquisti e le donazioni in favore dell’altra. “Per il suo bene. Sta facendo cose di cui si pentirebbe senz’altro se si rendesse conto…”
L’altra avrebbe già “ottenuto” il riconoscimento della figlia, una casa e un lavoro. Per sistemare le cose per l'uomo non c’e’ bisogno di leggi. L’apparenza va mantenuta salva e tutto si può fare per mantenere intatta la cultura del “favore” lontana mille miglia da quella del “diritto”.
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Allora sono andata ad incontrare l’altra e ho trovato una donna intelligente, gentile, solare. Il giorno e la notte. Quell’uomo ha scelto il giorno, c’e’ da capirlo. Franca mi dice che lavora con lui da tanti anni e che quello che ha ottenuto non è niente rispetto a quello che avrebbe dovuto ottenere in busta paga in contributi non pagati.
La storia è però che non è vero niente. Lui le ha concesso – per dare una casa sicura alla figlia – l’usufrutto gratuito di una sua proprietà, dove lui stesso vive, che va convertito in cessione quando ne avrà voglia. Vale a dire che se la loro unione va male lui può sempre ripensarci e in quel caso a lei non rimarrà assolutamente nulla. Lui tornerebbe dalla legittima moglie con la figlia e lascerebbe lei in mezzo alla strada. Com’e’ la sua vita di coppia? Fatta di pompini a iosa. A lui tutto è dovuto altrimenti lei perde casa, figlia e lavoro in un colpo solo. “Perché ti sei messa con lui? Perché ci stai?” “Lo amavo. E’ il padre di mia figlia…”
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Maria Concetta ha un padre abbastanza vecchio e rincoglionito. Quasi in punto di morte ha ancora le palluzze che gli fremono e vuole mettersi con una “pulla” – come la chiama oramai tutta la famiglia – di appena 76 anni. La madre di Maria Concetta invece ha “solo” 72 anni e in caso di morte del marito vivrà con la figlia.
Quest’uomo ha una bella pensione da impiegato dello stato che alla sua morte passerebbe tutto alla moglie e dunque alla figlia che la ospita (Reversibilità – spetta alla moglie se non ha altre pensioni derivanti da lavoro. Per percepirla deve comunque rinunciare anche alla pensione sociale).
Il problema del colpo di testa di questo uomo dalle passioni ardenti in tarda età consiste nel fatto che l’altra – la pulla settantaseienne – potrebbe mettere le mani su qualche bene di “famigghia”. La strategia di Maria Concetta è diabolica quanto semplice: trasferisce tutta la famiglia in casa sua e chiama una bella badante giovane e bella. Il compito della badante? Massaggi prolungati per riabilitare le articolazioni e stimolare masse e tessuti muscolari.
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Ignazio ha una relazione con Giuliana da sette anni. Lei è proprietaria di una gelateria e lui il suo lavorante passato al rango di responsabile di laboratorio e vendita al banco. Giuliana ha due figli, una femmina e un maschio, dal precedente e unico matrimonio. Con Ignazio non pensano alle nozze. Stanno bene così. Da qualche mese lui ha notato di avere dei problemi alla schiena e ha chiesto alla sua donna di rallentare con il lavoro.
Lei gli ha concesso un breve periodo di malattia per fare verifiche ed esami e gli ha detto chiaramente che lo rivoleva al lavoro quanto prima. Ignazio ha scoperto di avere un’ernia che gli impedisce di stare in piedi molto tempo e di fare grossi sforzi. Non vuole dirlo a Giuliana perché oramai è certissimo che quando lei ha capito che lui non le serve più lo butterà via come se fosse immondizia.
Così ricorda di tutte le volte che si è presentata l’occasione in cui lui avrebbe potuto diventare socio, co-proprietario, marito, sposo, padre. Lei non ne ha mai voluto sapere e i suoi – di lei – figli lo hanno tollerato perché lui era più che utile. Il suo è un contratto non regolare (“Figurati, non lo faccio neppure ai miei figli perché dovrei farlo a te?” – diceva lei) premiato con un buon stipendio. Appena lui rallenta lei comincerà a cercare un sostituto. Se non lo sta già facendo…
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Marina è una atipica, di quelle con contratti a progetto che non riesce a spuntarla per avere un contratto di lavoro più sicuro. Vive con un uomo che viene da una buona famiglia, di quelle che quando sfornano un figliolo lo fanno con appartamento e auto inclusi. Marina è una donna preparata, sa fare il suo mestiere, ha persino una laurea. Però è un po' pentita di non aver scelto di fare la parrucchiera o la sarta, che quei mestieri vanno a mancare e si trova lavoro stabile più facilmente.
L'uomo con cui vive tiene i soldi in un conto separato perchè "non si sa mai" e lei, col suo stipendio, paga le bollette e fa la spesa. Marina non ce l'ha con lui, no. Pensa solo che alcuni diritti dovrebbero essere garantiti senza lasciare che le persone si regolino basandosi sui propri istinti primordiali. Perchè altrimenti dovrebbe essere lasciato tutto al buon senso e alla coscienza di ciascuno pure per le questioni di condominio e per i contratti di compravendita di qualunque cosa.
Invece ci sono regole che fanno diventare alcune questioni qualcosa di "non personale". Per cui se una cosa non spetta: Marina non ce l'avrà con lui. E se lui deve riconoscere alcuni diritti e benefici a Marina con la quale convive: non penserà di aver compiuto chissà quale atto di eroismo e non pretenderà riconoscenza eterna.
Marina pensa che svincolare le persone dall'area dei ricatti e delle schiavitù affettive sarebbe un grande passo avanti. Per ora invece non c'e' niente che contribuisca a liberare le relazioni e ogni volta che lei non vuole fare sesso e lui reagisce come un cliente insoddisfatto Marina ha bisogno di ricordare perchè prova amore per quell'uomo. Se non ricorda: il rischio è che la tenerezza e la comprensione per le sue – di lui – imperfezioni e le sue debolezze si trasformino in odio.
Le chiedo come si sente e perchè non se ne va via. Lei dice che si sente come fosse una puttana, anche se guadagna solo il diritto di stare sotto un tetto, ma che non vuole andare via. Troverà una soluzione. Per ora è arrabbiata perchè lei vive con quest'uomo già da sei anni e per le leggi italiane non è ancora sufficiente…
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Da Commare Mariuccia per ora è tutto. Alla prossima con altre e sorprendenti cronache dai mondi eterosessuali (dove il concetto di diritto e reciproca autonomia nelle famiglie e nelle coppie non esiste… quasi mai) 🙂
[e.p.]
grazie piss-ano! 😉
ho dato un’occhiata e pure nel tuo c’ho trovato cose bidduzze :))))
benvenut@ e a prestissimo :*
Poffardincibacco!
E iu cca c’aviatu a arrivari accussì tardi! Ah, ma ura ca vi truvavi ‘un vi lassu cchiù!
(ma “minchia” si può dire? Minchia, ‘stu blog è una maravigghia!)
Pippinedda,
grazie del conforto 😉
Cca’ funziona tutto ma c’ho messo l’antispamm che mi rivava un saccu di merdazza di ggenti ccu nnomi strani.
‘un ti prioccupari che arriva tuttu e po’ ci penzu iu ;)))
Grazie della visita cummara, passassi n’avitra vota che l’aspettu! :*
ma non funziona?
u papa unni iè?
Commare Mariuccia iavi raggiuni oggi chiddu ca cunta iè a famigghia e a robba comi rici u papa biniditto
Commare Mariuccia
chiddu ca cunta lei a verità iè, oggi gionno chiddu ca cunta iè a a famigghia e a robba e nenti cchiù, u papa iavi raggiuni…
Grazie grandiosa femmina amatissima :)))))***
Tu sei una grande e pure io ti seguo sempre.
Bacioni, ovunque tu sia
e te lo dico con gusto, mucho gusto zia 🙂
non ho internet e quindi navigo poco, ma di qua ci passo sempre e faccio sempre bene
Bbenadica a vossìa massaru ‘Nto’
Grazie assai :)))
Uso lo stile Ocadia che a me pare bidduzzissimo 😉
commare mariuccia si abbenidica
veramente delicata!
quale stile di noblogs usi che supporta il numeretto antispam?