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Il mondo nuovo

Il film di Emanuele Crialese mi è piaciuto, ed è stata quasi una coincidenza averlo visto nello stesso periodo in cui in tivvù a Raitre trasmettevano un pezzo di storia degli italiani in America dal titolo: "Pane amaro". Crialese mi era piaciuto già con "Respiro" (Prima ancora c'era stato "Once we were strangers" con la frase mitica <Le donne belle sono per gli uomini senza immaginazione!>) per quel suo modo di definire la Sicilia e le sue donne. Il mondo nuovo mi ha riportato dentro i racconti delle mie nonne e dei miei nonni.

Ha fatto una descrizione meravigliosa delle culture matriarcali, delle magherie, delle madri tutelari delle verginità delle future nuore. Bellissime tutte le donne del film: la madre, l'inglesina incontrata per caso, le ragazze da marito. Persino quella comparsa che nel ruolo di madre soffre per la morte del figlio.

Mi ha ricordato le descrizioni di mia nonna sui frutti giganti e i soldi cresciuti sugli alberi. Oppure sugli assurdi esami da sostenere per essere ammessi in quella terra (test per valutare il quoziente intellettivo perchè ritenevano che la mancanza di intelligenza fosse ereditaria e non volevano gente stupida) che la protagonista inglese sottolinea con una frase lapidaria: "Che visione moderna!"

Gli italiani in America erano gli ultimi. Venivano dopo i neri. Erano trattati da schiavi. Le donne erano merce da prenotare e prendere in contrassegno per saziare i bisogni di uomini spesso vecchi e bruttissimi. L'ingresso in America in cambio di una vita infelice accanto a uomini terribili che le prendevano dopo averle fatte visitare e valutare come vacche buone da mungere e per farci figli.

Il film è davvero bello. Presto – a questo proposito – racconterò dei ricordi e delle storie siciliane che conosco.

[e.p.]

Posted in Corpi, Pensatoio, Sensi, Vedere.