Sono giorni di grande "schiffaramento" e allora si trova tanta umanità che discute in maniera critica di pornografia al femminile.
Il toscanissimo Sifossifoco e la meravigliosa Pralina ne parlano ciascuno sul proprio blog. [Ma la faccenda ha preso la piega di una catena di Sant’Antonio 🙂 e a questo punto la discussione – che ha assunto mille diverse variazioni sul tema – continua per mano di LaRugiada, di Lillin, di A-Woman/A-Man, di Gatta Sorniona]. Io vi ho lasciato qualche scarabocchio pensoso e dato che la questione mi ha stimolato vasti pensieri (complice un’insonnia che richiede qualche giro di lancetta di distrazione) continuo a parlarne qui.
La faccenda per me si chiude tutta sullo slogan partorito (in occasione della battaglia sulle Pma) dalle fantastiche menti delle Sexyshock: “L’unica legge è il desiderio!”
Basta che le relazioni siano consensuali e che non si usi il proprio desiderio per violentare i corpi e le sensibilità altrui.
Tutto il resto è questione soggettiva, personalizzazione di bisogni eletta a pensiero unico e a leggi nazionali, bacchettonaggine diffusa diventata business per segaioli frustrati.
Cercare le proprie zone del piacere (come splendidamente hanno mostrato le Sexyshock ed altre attiviste in varie occasioni e le Vagine Volanti nella loro bella rappresentazione teatrale) è una avventura complessa.
Perché in effetti tutto quello che sappiamo è rappresentato da quanto ci è stato richiesto dagli uomini. Spesso abbiamo scambiato quello che piaceva a loro per quello che piaceva a noi. Spesso abbiamo fatto finta di essere meravigliosamente eccitate mentre un’ondata di sperma ci cecava irrimediabilmente un occhio e ci faceva retrocedere dritte dritte e dolorosamente sullo spigolo di un inopportuno comodino.
O ci sentivamo molto ma molto evolute ed emancipate mentre ci prestavamo a relazioni spersonalizzanti a tre (dove uno dei tre aveva sempre l’alito che puzzava) o dove a farla da padrona era la frusta e le mascherine [e io davvero ho un gran problema a non ridere se vedo il mondo prendersi eccessivamente sul serio (- con labbroni voluttuosi e penduli, aria sofferente di rapimento mistico come se nei paraggi fosse apparsa la madonna e sguardi d’occhio bollito a metà tra l’allupato spicciolo e la sensualità da cartone animato -) e una soglia del dolore bassissima e se mi faccio male, le cosce, e non solo quelle, dichiarano la serrata operaia].
Ci siamo sentite orgogliosissime di spalmarci milioni di spermatozoi su capelli, seni, visi perché quella lì della foto tutta inzazzerata di liquido seminale sembrava così soddisfatta (E’ opinabile: quante tra voi riescono – anche dopo consistente allenamento – a fare pose tutte slinguazzanti, a gemere, a spalmarsi, a contorcersi contemporaneamente? Soprattutto: vi piace? O è solo una fantasia molto maschile e anche tanto etero? Una specie di marchio del bestiame che stabilisce proprietà di territori e corpi che eccita tanto gli uomini di qualunque livello culturale essi siano? Avete mai visto scene altrettanto piene di retorica e di falso senso della reciprocità con uomini tutti eccitati perchè hanno fatto la conoscenza dei liquidi emessi con l’orgasmo e l‘eiaculazione femminile?).
Siamo state felici anche che gli uomini sono stati felici che noi ad un certo punto abbiamo deciso di riprenderci la pornografia per farla un poco a modo nostro. Ma loro: quando ci mostreranno qualche novità rispetto al loro modo di costruire nuove culture? Sempre spettatori? O protagonisti solo se di genere vario e di gusti sessuali non rigidamente etero?
In ogni caso la mia cultura mi dice anche che l’immaginario erotico è una cosa talmente soggettiva, vasta e per niente codificabile che dargli confini significa inserirlo di volta in volta nella lavatrice del "questo non si può" "questo invece si può". Tutta roba buona per rintracciare i "cattivi" o le "cattive" che offendono il partito, il pensiero filosofico-politico del momento, i preti, le madonne e la morale cattolica di questo bigotto e per nulla laico paese.
Tuttavia non penso siamo ancora arrivate, noi femminucce, a scoprire davvero cosa ci piace e cosa no. E ogni iniziativa utile a farci capire questo e anche altro è più che auspicata e benvenuta. Non siamo neppure riuscite a sdoganare fino in fondo la masturbazione come cosa che piace a noi invece che come stimolo esclusivo di eccitazione per spettatori maschili.
Nei testi scritti c’e’ poche volte un’esplicita descrizione della masturbazione al femminile e probabilmente è anche complicato trovare le parole. Gli uomini la descrivono spesso sotto l’effetto dell’eccitazione implicita e morbosa del voyeur. Qualcosa di meglio, invece, con buona descrizione degli effetti fisici e delle sensazioni, si trova tra gli scritti lesbici. Forse dunque c’e’ differenza tra chi guarda alla masturbazione femminile immaginando di esserne il gradito spettatore o la eccitantissima causa e chi invece la vede per come la vive e la sente per davvero. Per se stessa e poi per chi guarda o legge.
La domanda comunque che resta è: qualcuna di voi si eccita con la pornografia? Ne preferisce qualcuna in particolare? Ci sono pose, immagini, situazioni che trovate più belle? Possiamo decidere che quello che piace a noi piace anche alle altre? Qual’e’ la soglia del desiderio? Come si fa a decidere con certezza che quello che a noi fa anche un po’ schifo alle altre non piace? Ci stiamo appassionando di pornografia perchè va di moda, per adesione fideistica e militante o perchè davvero lo consideriamo un fatto liberatorio? Abbiamo pensato un po’ a cosa ci piace prima di dire che siamo davvero interessate alla pornografia? Parliamone…
E per finire (sempre nel tentativo di includere elementi di etno/antropologia): nella mia terra spesso la sessualità è ancora monopolio assoluto maschile. Spesso parlare ad una donna, che ha più di sessanta anni, di relazioni sessuali vuol dire assistere ad una performance fatta di smorfie schifate e di parole e gesti di negazione. Lei non c’era e se c’era dormiva e comunque: "Che schifo!"
Non credo sia difficile capire il perchè (matrimoni combinati, stupri e rapimenti, fuitine irreversibili, uomini per nulla attenti, scarsa conoscenza del proprio corpo da parte delle donne, etc etc). Ora è un po’ diverso, ma temo che la pornografia sia comunque vista come una cosa da accompagnare alla relazione sessuale perchè così propone l’uomo (e tra un si e una smorfia di dissimulata e pudica vergogna le donne fingono di eccitarsi o magari si eccitano davvero forse dell’idea di essere eccitate. non so dirlo) o da tenere lontana dalla propria relazione perchè inserita nella lista nera delle perversioni.
Quando io ero adolescente, senza nessuno che mi spiegava un ovaio e un tubo di falloppio sulla mia sessualità, leggevo di nascosto un periodico che probabilmente alcun* tra voi ricorderanno: "Due Più". Così, a me che non potevo neppure vedere le scene dello stupro del film la "Ciociara" perchè mio padre arrivava prontamente con la scure ad apporre il sigillo della censura e a spegnere la televisione, quella rivista restituì tutto un mondo meraviglioso di piaceri, desideri e bisogni che mai avrei pensato di avere.
I dialoghi con le mie compagne di scuola a proposito di masturbazione finivano sempre con un: "Io non lo faccio mai" e le più analitiche continuavano spiegando che "in quei momenti avevano paura del veto paterno". Cioè temevano la figura del padre anche se questo era fisicamente assente. Era una presenza così ingombrante che riusciva a intervenire anche sottoforma di stimolo all’autocensura provocando effetti devastanti.
Masturbarsi era un vezzo di poche e non se ne parlava mai. Si faceva di nascosto, in gran segreto, al buio di una stanza, quasi senza respirare. L’orgasmo urlato fu una conquista non da poco e in genere associato a momenti di grande libertà perchè cresciute o per via di un trasloco nelle case in cui si andava a vivere da sole. Non so quando e se, comunque, l’immaginario sessuale delle tante donne che ho conosciuto si sia modificato, sia mai divenuto autonomo. Non so quando e se quelle donne di quella mia terra hanno voluto o vorranno parlare di sè senza temere ancora di essere giudicate dai loro conterranei e dalle loro conterranee poco solidali come puttane.
Sono trascorsi anni e la comunicazione in parte è mutata. Alcune relazioni si basano sulla assenza di pregiudizi o sulla presenza di altro tipo di conformismi. La Sicilia è e rimane una terra estrema. La mentalità è provinciale ma non post industriale. C’e’ la cultura contadina, quella dei mercati dove "s’accatta e si vinni" (si compra e si vende), quella aristocratica dei casati non estinti e di quelli che esistono "per finta", quella clericale frustrata [troppo spesso ferma al primo stadio di pretesa civilizzazione degli indigeni perchè "Dio ci fulminerà tutti ‘chè non indossiamo le scarpe e camminiamo troppo ignudi!" e i cinquanta gradi all’ombra con tanto di vento di scirocco non ci devono interessare perchè le coscitelle bisogna tenerle serrate e soprattutto a squagliarsi di caldo sotto una veste senza trasparenze. I preti ancora a fare i tutori dell’ordine delle chiese fermi alla condizione di portierato con metro alla misura del centimetro quadrato di pelle che si può mostrare nel tempio. Una mantellina per le spalle nude e svergognate e una benedizione, tutto incluso. Roba che non ha alcun successo tra la plebe. I clienti più obbedienti e fedeli restano ancora gli aristocratici e forse "i pirocchi arrinisciuti" (i nuovi ricchi)].
C’e’ poi il terziario, borghesia di colletti bianchi dipendenti statali, a vari livelli. Ci sono i figli dei contadini che sono diventati dottori e avvocati, con l’orgoglio di classe e la presunzione per aver conquistato la possibilità di accesso alla casta dei professionisti per discendenza di stirpe. Imprenditori pochi. Trafficano soprattutto nell’edilizia. Spesso ex contadini diventati muratori perchè a fare case si guadagna di più che con la terra. Molti immigrati. Tanta cultura mafiosa. Ci sono paesani che favoleggiano sulle femmine spogliate delle discoteche romagnole, o su un’unica memorabile fellatio di cui per anni custodiscono il ricordo (ingigantendolo, arricchendolo di passaggi sempre più rocamboleschi e a volte anche in un new fantasy style tutto siciliano che immagina donne con tre tette e vagine al posto delle narici) e ancora vivono la "malignità" in un modo comunque quasi ingenuo. Niente o poco di buono. Solo qualcosa di diverso.
La Sicilia spesso è popolata da persone che passano dalla frustrazione alla vita sessuale più libera. I segreti alla Eyes Wide Shut di Kubrick, o come quelli della borghesia frustrata di Bunuel, in Sicilia mi pare che non c’azzecchino tanto o forse sono limitate ad una sfera di soggetti che pensano di stare tra le nebbie del nord nonostante il sole che spacca le pietre e sopprimono la loro passione meridionale e sanguigna sostituendola con visioni erotiche di ceto e cultura differente. Secondo me e senza generalizzare, certo…
[e.p.]
Ecco 😉
hama kitama, infine siamo ritornati allo stesso punto da cui siamo partiti (cioè il post del pornoscettico 😉 SiFossiFoco.
(trovi il suo post scorrendo in basso il suo blog), cioè il timore che in tutto ciò di libertario non ci sia più moltissimo.
Convincerti del contrario è cosa troppo difficile. Solo – come già fatto con Sifossifoco e a commento di questo ultimo post di Fastidio
ripeto una cosa già detta. Per me va bene tutto basta che non finisca per essere una ideologia. Altrimenti lì vengono meno tutte le mie libertà di ricerca e sperimentazione.
ho l’impressione che la sessualità sia diventata semplicemente una nicchia di mercato e che le logiche di mercato siano entrate a piè pari nell’immaginario erotico.
senza nulla togliere a quelle a cui piace, ci sarà pure rimasta qualcuna che non apprezza il sesso estremo, o anche semplicemente pigliarla nel culo, no? o che magari in un determinato momento preferiscono di no. o che per un periodo non hanno voglia di rapporti orge, di acrobazie o anche, semplicemente, di SESSO.
solo che adesso, in quanto strarappresentato e straproposto, il rapporto anale (ma è un esempio come un altro, potrei dire il pompino, il 69, il bacio di un quarto d’ora, fino alle cose più banali) è diventato uno standard da soddisfare, un “must”, uno status symbol.
temo che si stia assistendo a una colonizzazione del sesso da parte di un erotismo esogeno, generato per lo più da logiche di mercato.
la sessualità perderebbe così la sua portata rivoluzionaria, anarchica, la sua potenza sovversiva e il suo valore di ESPRESSIONE LIBERA e non controllata, essendo pilotata dall’esterno a partire dal desiderio.
è un’idea catastrofista che non riesco a scacciare.
il sesso generalmente ridotto a consumismo.
convincetemi del contrario.
Ciao Ma55,
sono contenta che anche tu sia interessato all’argomento. non vorrei deluderti 🙂
senza nulla voler togliere al tuo merito, ma ti sorprenderebbe sapere quanto questo “filone” sia diffuso e quanto se ne parli…
Pralina è comunque una magnifica divulgatrice di contenuti e questa discussione è nata da un post di Sifossifoco.
Bello sapere di contaminarsi a vicenda, no?
Ciao Phoebe,
grazie dei complimenti. Ho scoperto anch’io il tuo blog e l’ho linkato :)))
condivido il tuo ragionamento. e su quella scia penso che svilupperò una roba pensata e scritta su la responsabilità e la colpa come zone di differenza culturale profonda tra laici e cattolici. sarebbe bello se continuassi il tuo ragionamento con me.
Su Sex in the city (che a me comunque diverte molto :), è vero. almeno nei paesi e nell’entroterra siculo. nelle grandi città siciliane (catania e palermo) è più credibile. anzi per alcuni versi sono meno provinciali quelle città che non alcune del nord italia che passano per essere le patrie della trasgressione :)))
grazie degli spunti
ciao
Ciao Mauri 🙂
grazie della solidarietà e del sorriso. Non è vero che il tuo commento non è significativo. Hai detto che vivi la sessualità con reciprocità e rispetto. a me questo pare significativo :)))
Grazie dei complimenti
Ciao
Girodiboa,
quello che dici io lo riconosco e in parte lo condivido.
sulla pornografia: in america il movimento femminista di recupero e difesa della pornografia ha iniziato la sua attività perchè dall’altro lato altre femministe avevano deciso che la pornografia andava censurata perchè loro la riconoscevano come concausa di costruzione di culture che portavano allo stupro delle donne. così si cominciò una battaglia contro la censura, una battaglia di libertà motivata dal fatto che reprimere, proibire e frustrare diventa invece causa di eccessi in negativo. da lì il recupero di certa pornografia e anche la voglia di appropriarsene per farla al femminile. poi c’e’ tutta la cultura del porno orientale (o dell’eros) assai più diffusa che da noi forse perchè la morale è meno cattolica per quanto permeata da una miriade infinita di maschilismi e di forme patriarcali. non saprei dire se quella è davvero espressione di vera libertà e se il rapporto tra donne e pornografia sia sereno. non conosco quel mondo e non so quanto in realtà le donne siano libere e prive di condizionamenti maschili per dire che le loro forme di espressione erotico/sessuali siano frutto di una tranquilla e laica espressione del desiderio femminile. certo la nostra morale, quella italiana, piena di censure e stupri culturali non può non essere affascinata, sedotta e scossa da quello che viene dalla cultura orientale. il difficile è distinguere i dogmi a partire dalla nostra visione occidentale. spesso ci lasciamo affascinare da cose esotiche che invece attengono ad altre schiavitù. insomma: con prudenza ma il nuovo approccio alla pornografia da parte delle donne può essere un fatto positivo. ciao
ciao LaRugiada,
è vero. L’informazione è davvero “deviata” e come si diverte a cercare etichette e “difetti” mentali per dare meglio la propria impostazione di moralità e normalità .
Per me il problema più grosso è l’assenza di ragioni laiche e l’eccessivo condizionamento – per la nostra cultura – dalla religione cattolica. I segreti, il proibito, i peccati, la trasgressione, il contenimento di istinti che repressi creano implosioni ed esplosioni a catena.
Sugli scambisti e la faccenda di Rita la penso uguale a come ho scritto rispondendo a AWomanAMan.
A woman a man,
accetto la critica 🙂
tuttavia continuo a pensare in termini di diversità . la scala di valori sulla quale si basa la definizione minori non l’ho fatta io e neppure quello che viene definito minore. non è politically correct (uccidere gli eufemismi è un esercizio semplice). è reazione contro la violenza epistemologica. Poi: non sono un medico, non vivo a sparta in prossimità di una rupe e il mio rapporto con le “malattie”, da brava donna del sud, è stabilito in termini di cura e con mille sensi di colpa. e se per arrivare alla laicizzazione devo passare anche attraverso la decodificazione delle vecchie strutture concettuali, lo farò. lo faccio. quando sarò libera forse e con serenità tornerò ad “affrontare il problema” con il tuo approccio. non ho ragione e non ho torto. ho un punto di vista diverso. non riconoscere questa “diversità ” è il primo modo per negare la “mia” esistenza.
sullo scambismo: non vedo le donne come vittime. eppure spesso lo sono. non vedo gli uomini come persecutori. eppure spesso lo sono. negare che ci siano delle forme di condizionamento (sociali, familiari, nella vita di coppia) che possono portare le donne a compiacere, conformarsi all’altro passando sul proprio corpo e negando il proprio sentire è una visione a mio parere abbastanza parziale. facciamo che nessuno di noi generalizza 🙂
sulla sicilia terra di robe estreme: io ci sono nata e cresciuta e questo non mi da’ nessun patentino di consapevolezza sui suoi usi e consumi.
il mio punto di vista è quello che ho detto. non conosco gli ambienti scambisti e non ho particolari pruriti che mi fanno pensare ai miei amici come persone che non sono in grado di dirmi come vivono la propria sfera sessuale (qui sei tu che hai una visione abbastanza obsoleta su come si vivono le relazioni e su come si comunica in sicilia). ho sempre frequentato persone che se hanno desideri particolari ne hanno parlato con libertà . le conversazioni tra persone non sono come quelle che si vedono su montalbano (per quanto mi divertano e mi ricordano gesti e parole che conosco bene). le donne, le amiche, la gente non sempre hanno paura del giudizio altrui e questo giudizio non è detto che ci sia.
ma non si può mai dire… certo!
i miei dubbi restano perchè la sicilia proprio perchè terra estrema spesso è popolata da persone che passano dalla frustrazione alla vita sessuale più libera. i segreti alla eyes wide shut, o come quelli della borghesia frustrata di bunuel, in sicilia non c’azzeccano tanto o forse sono limitate davvero ad una sfera di soggetti che pensano di stare tra le nebbie del nord nonostante il sole che spacca le pietre e sopprimono la loro passione meridionale e sanguigna sostituendola con visioni erotiche di ceto e cultura differente. così io la penso.
Ah, belissimo: Su Splinder l’ho iniziata io questa catena (http://ma55.splinder.com/tag/porno_femminismo) ,e sapevo che passando il testimone a Prali, il dibattito si sarebbe evoluto e arricchito ad oltranza: non pensavo fino a questo punto… non riewsco più a stre dietro a tutti gli spunti,e i commenti ect ect ect!
Una volta si diceva che la pornografia fosse solo maschile adducendo motivi “medici”: gli uomini si eccitano più con gli occhi, alle donne è necessaria una “trama” ancorchè scontata come un harmony (succedaneo antico del porno al femminile?).
Io invece credo che semplicemente viviamo, non solo al sud, ancora sotto il dominio della pseudo morale cattolica, per cui chi esprime liberamente la propria sessulità se è uomo è un latin lover, se è donna è una zoccola.
E stop.
Tutto il resto, compresa la mitologia di Sex & the City è appannaggio di poche e soprattutto oltre una certa età .
PS. Bella scoperta il tuo blog, ti linko!
Non ho molte argomentazioni da portare sul temo anche perchè la pornografia non mi piace e non per motivi morali solo per una questione di gradimento.
Volevo complimentarmi con la padrona di casa per il modo molto garbato e deciso con cui tratta l’argomento.
Per quanto riguarda il mio pensiero posso esprimere il mio concetto ovvero il mio modo di comportarmi , cerco di adattarmi alla parter e lasciar correre la fantasia sempre nel rispetto delle sue esigenze.
Penso di non aver fatto un commento significativo ma volevo dimostrarti la mia solidarietÃ
Un sorriso
Mauri
Sono riuscito a recuperare alcuni articoli che parlano di quel fatto di cronaca, (tentativo di) stupro e licenziamento a Partinico per una minorata
http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2006/04/co_9_060415006.xml
http://spogli.blogspot.com/2006_04_18_spogli_archive.html
http://www.partinico.info/?q=node/420
Io sono una ormai sessantenne nata cresciuta e vissuta in sicilia, eppure non ho mai avuto problemi a parlare di sesso o ad esercitarlo, spesso con molta partecipazione. Non amo la pornografia, non mi eccita, anzi spesso la tovo patetica. Ciò non toglie che al contrario trovo molto eccitante l’eros. Come quando eri giovane tu, anche a cas mia non si parlava mai di sesso, ed io l’ho scoperto attrvaerso la lettura. Solo che ho iniziato direttamente con il Kama Sutra, ed ho immaginato che tutto fosse normale e quotidiano, tranne poi a trovare difficoltà ad assumere certe posizioni che richiedevano come minimo cinque anni di apprendistato al circo Togni.
Ciao. In ritardissimo, ma arrivo. Mattinata incasinata.
Anche io ascolto sempre con scetticismo e riluttanza le notizie sensazionalistico-catastrofiche che ci propinano i media, man mano che si presentano le varie stragi.
Tant’è che chissà perchè quando c’è uno stupro, nei giorni successivi un’intera città diventa nido di stupratori e vittime. Quando c’è un treno pieno di scarafaggi, lo diventano pieni tutti. E così via.
L’esempio che ho citato era per dire che comunque quando poi si va a studiare le personalità degli individui che commettono certe cose, gratta gratta ci trovi sempre delle turbe, delle devianze, dei grossi traumi mai risolti. Non sono medico nè psicologa, ma quello che ho potuto notare nel mio piccolo, lasciando perdere i casi da tiggì, è che dietro a certi comportamenti si nasconde sempre qualcosa di più profondo e subdolo.
Poi per carità , da qui a dire che perchè ad un uomo piace dare 2 leggere pacche sul sedere mentre fa sesso con la sua donna (consenziente), è un maniaco stupratore, ce ne corre!
Scambisti: io mi trovo in linea con AW.AM. E’ chiaro che nella vita di tutti i giorni uno non verrà mai a confessarti, a meno che non siate grandi amici, che con la moglie ama frequentare altre coppie. Sicuramente è verissimo che molto spesso queste sono coppie clandestine, di amanti. Ma posso assicurarti, e ne sono rimasta io stessa stupita (ho avuto modo di conoscere personalmente 4 coppie vere), che esistono un sacco di coppie ufficiali che amano questa cosa. E tra amici, conoscenti o colleghi nessuno lo sospetterebbe mai.
Io alla fine sostengo che tutto il mondo è paese. Magari al nord esistono più club privè e c’è più gente che utilizza internet, ma tendenzialmente le fantasie e i desideri ci accomunano molto più di quel che si pensa.
Infine, anche per quanto riguarda minorazioni e diversità , la penso come AW.AM.
Non si tratta di disprezzare o attribuire caratteristiche standard a tutti (razza ariana? rabbrividisco solo al pensiero!).
Ma è chiaro che se il 99% delle persone riescono a portare la forchetta alla bocca, e l’1% no, significa che tra il 99 e l’1 c’è una diversità . E l’1 ha minori capacità rispetto al 99. I problemi esistenziali o di vita quotidiana sono altra cosa. Tutti li abbiamo! Ho recentemente letto un libro che parla di adozione (la cosa mi riguarda da vicino, visto che adotterò un bambino), in cui mi ha molto colpito il passaggio in cui si fa capire che negare le differenze, non vuol dire azzerarle. Anzi, probabilmente più si evitano, e meno se ne prende consapevolezza, e più spaventano.
Non c’entra niente con questo argomento, ma ne avevo parlato qui:
http://imieiprimi30anni.splinder.com/post/10294276#comment
Ciao!
Grazie a Dio esiste la libertà : tu la chiamerai minchiona o diversamente abile, io la chiamerò minorata.
Ho fatto servizio civile in un contesto di bimbi “minorati” in un casa famiglia. FikaSicula; hai fatto un discorso complicato, ma quelli, poverini, proprio non ce la facevano.
Non ci arrivavamo a risolvere questioni semplici, sia di tipo intellettuale che di vita quotidiana, avevano problemi di espressione e linguaggio, problemi di rapporto col proprio corpo, problemi motori e di postura, etc.
Non era capacità diverse, erano capacità minori. Non riconoscere il problema, non distinguere è il primo passo per non risolverlo. Limiti e debolezze del politicamente corretto.
Scambismo: abbiamo curiosato e indagato per vari mesi con esperienze dirette e non è detto che non riprenderemo. Lo schema “della donna tirta per i capelli” è obsoleto. Abbiamo conosciuto delle coppie (dal vivo, parlato, cenato e fatto anche altro) in cui è stata la donna a prendere l’iniziativa.
La realtà siciliana, per quanto può conoscere un osservatore esterno ignorante, è estrema. Borsellino e la mafia, cultura e intelligenza e ignoranza gretta, sensualità , estetica, arte e senti e dall’altra abbruttimento, scempi, kitsch.
Quindi immagino ci siano una Sicilia sperimentatrice che si distingue nettamente da quella del sesso machista, schizofrenico, frustrato.
Forse è per quello che alcune coppie si sono messe su una strada sperimentale.
Poi, nel mondo dgli scambisti, si ripresentano stessi pregie e difetti, stesse caratteristiche del mondo.
Nulla di meglio e nulla di peggio, solo qualcosa di diverso
AWomanAMan (matri mia che nick complicato da scrivere a quest’ora e con questo sonno :))))
certo. Si sono azioni di cultura. Con tutti i limiti che questo comporta. Con i rischi di generalizzazioni etc etc. Siamo qui per confrontarci infatti e per tentare di sviluppare ragionamenti collettivi che vuoi o non vuoi finiscono per contaminarsi a vicenda.
Rispetto agli scambisti come ti dicevo davvero non lo so. Ho dei dubbi perchè conosco la mentalità delle persone e per quanto ci siano zone di libertà nascoste o desideri che agiscono in maniera sotterranea io in sicilia la vedo male se penso ad un uomo che porta la sua donna per farla trombare da altri. Gli annunci possono metterli tutti. perchè gli uomini sviluppano fantasie, le donne pure. ma comunque io penso che se un uomo va a fare lo scambista si porta una donna in affitto e non la moglie. Posso certamente sbagliarmi e non mi sorprenderebbe neppure. Ma ho la tendenza a non fidarmi di quello che succede in alcune zone della rete dove le identità si mascherano e dietro una tastiera può esserci chiunque a giocare a qualunque cosa. nel senso che per me non fanno numeri, statistiche, prove provate che quello che leggo è vero.
se tu hai una opinione diversa e un punto di vista privilegiato e più consapevole io lo capisco e accetto il tuo ragionamento. non ho strumenti per dirti che non è vero tranne appunto quello che ti ho detto…
e ora davvero vado a dormire perchè sono sfinita.
Grazie comunque dei tuoi interventi e degli stimoli. ‘notte 🙂
AWomanAMan, mi dispiace che tu abbia interpretato in questo modo la mia opinione.
Non ho problemi a chiamare le cose per nome ma – ed evidentemente non mi sono spiegata bene – credo (Foucault nella sua storia della psichiatria lo dice molto bene) che le “minorazioni” o “maggiorazioni” siano state decise a partire da un modello di comportamento che non presuppone le diversità . Io non so quali conoscenze cliniche tu abbia per affermare questo ma le “minori capacità cognitive” o la “minore intelligenza” che tu stessa definisci limiti per me potrebbero stare bene addosso a qualunque individuo coglione che incontro per strada, che sbava appresso a fesserie senza limiti e tira fuori minchiate su minchiate. Chi allora ha dei limiti? e se il parametro per definire la “minorità ” è il limite allora chi non ne ha? allora okay: anch’io sono una minorata perchè ho dei limiti, enormi limiti. sono minorata perchè reagisco bene ad alcune situazioni ma rispetto ad altre non ci capisco una cippalippa di niente (diversamente abile appunto come dici tu). tu non hai limiti? non sei minorata in niente?
perciò continuo a sostenere che le parole sono importanti. perchè quelle che conosciamo e siamo soliti usare le ha inventate un uomo medio bianco ricco o comunque bandito e colonizzatore e pure intriso di finta fede cattolica costantiniana. lui ha stabilito chi era normale e chi no. chi andava bene per questo sistema sociale e chi no. chi era produttivo e chi no. io non sono cattolica e quindi non ho particolari sentimenti di devozione nei confronti degli e delle indivudi/e con limiti. sono come me, ognuno ha il suo problema. io ad esempio ogni tanto mi sento tanto ma tanto minchiona. e già minchiona (anche se va trovato un termine più femminista) mi piace di più di minorata…
quindi davvero, scusami se non mi sono spiegata ma non era una roba per farti il ripassino da maestrina del cazzo. solo volevo dirti la mia opinione e mostrarti il mio disagio. si può fare no?
C’è il singolo e c’è la cultura.
Nessuno nega gli effetti della seconda. Anzi, nel commento sopra e in altri relativo a ‘sto argomento rileviamo limiti precisi della cultura, sue responsabilità .
Ma poi c’è la persona.
50 /50 ?
Ora se tu parti da un ismo (femminismo) stai facendo un’azione di cultura, collettiva.
E il rischio è di dimenticare, di ridurre l’importanza la specificità , i limiti e la potenzialità di ogni persona.
Per quanto riguarda la coinsistenza numerica delle scambismo, che è solo un indice e non significa molto, è possibile accedere alle numerose comunità in rete, fare una ricerca degli annunci per regioni, considerare la popolazione per regione e poi trarre le opportune considerazioni.
La Sicilia è la regione al Sud con maggior incidenza di scambisti.
Cosa significa e cosa indica?
Mah, discorso lungo.
Una nota linguistica
Se non vogliamo prenderci in giro diciamo che ci sono i ciechi e lasciamo perdere il tragicomico “non vedente”.
Minorata non va bene?
che termine usiamo? handicappata? diversamente abile? disabile?
Un cieco ad esempio è diversamente abile: supplisce alla mancanza di un senso con l’esaltazione degli altri.
Una minorata non è diversamente abile (oddio che parola sofisticata). Ha problemi cognitivi, di intelligenza, ha dei limiti. E’ minorata.
Punto.
O è una “minormente abile”?
Voglio scrivere in italiano dare una rappresentazione sincera e non morale (o moraloide) della realtà . Le parole hanno un senso.
Vediamo se riesco a recuperare un articolo di stuprata licenziata e sul caso citato.
Si LaRugiada,
succede – è vero. L’ipocrisia e la incapacità di rapporto sincero con se stessi sono tra le cose più diffuse. le relazioni sessuali sono quelle in cui si svela un individuo. da lì spesso si capiscono le ansie, le angosce, le menzogne, le maschere che ciascuno porta. ci sono uomini che hanno ruoli sociali definiti e che non vogliono che siano messi in crisi da qualcun* che è in grado di spogliarli di tutto. ci sono donne che fanno altrettanto. e penso pure che le categorie sociali siano un po’ cambiate (almeno spero) e che le donne non aspirino al massimo riconoscimento sociale attraverso il matrimonio. non credo sia più il tempo in cui una donna aspetta la stelletta di promozione da parte dell’uomo che ha “concesso” di farla sposa. le donne sono un tantino cambiate e anzi mi pare che spesso la richiesta di garanzie e rassicurazioni all’interno delle relazioni venga da ambo le parti. poi ci sono anche le unioni gay e lesbiche e in quel caso quelle categorie di cui si sta parlando esistono forse in modo diverso. ecco, tornando al ragionamento che si faceva prima e che faceva anche A Woman A Man io direi che forse siamo un po’ confusi e che tutto sommato non è una cosa cattiva perchè nella confusione emergono tante cose e tra queste certamente ve ne sono alcune davvero positive. Sulle stragi delle quali amano appassionarsi i media non ho una opinione e non m’importa farmela. loro li chiamano fenomeni di costume, segni di cambiamento dei tempi e altre scemenze del genere, io penso che rappresentino uno dei tanti modi attraverso i quali si nascondono le vere stragi (ustica, piazza fontana etc etc), i veri segreti e attraverso i quali invece si contribuisce a formare o a rafforzare una cultura superficiale fatta di gossip e linciaggio pubblico, fatta di prostituzione del privato, fatta di un esercizio orribile che vede impegnati psichiatri, opinionisti, idioti, veline e velette di vario tipo intenti a discutere apporta apporta della donna oggi e del fatto che era una brava cristiana, che frequentava sempre in chiesa anche se, chissà come e perchè, magari era un po’ stravagante nell’insieme e vestiva costantemente con abitini a fiori. perdonami LaRugiada ma davvero di cose di questo tipo sono parecchio stufa. Io al momento vorrei sapere come mai muore la genete che manifesta per i propri diritti, come mai muoiono ragazzi per mano di fascisti la cui cultura è frutto anche dei portapporta di questo cavolo di paese. mi interessa sapere perchè vengono compiute stragi di tqnta gente al mondo perchè si opone alle prevaricazioni, alle ingiustizie, perchè lotta contro la miseria, la povertà , le occupazioni militari, le dittature e i totalitarismi di ogni genere. Di Erba e tutto l’ambaradan di cui si continua a parlare ovunque con grande rispetto per chi ha voglia di stare a sentire queste storie davvero non me ne frega niente e non sono quelli gli argomenti attraverso i quali io mi faccio un’idea di qual’e’ lo stato degli umani repressi o infidi o perversi o pezzi di merda. ecco… :))))
scusa lo sfogo. non ce l’ho con te. ma davvero questa roba mi da un’allergia bruttissima.
ciao a presto
A Woman A Man,
per cultura faccio riferimento all’antipsichiatria o ad una psicologia senza psicofarmaci e senza aspirazioni di “normalizzazione” e “rieducazione” della mia testa. Mi piace lo studio della psiche ma per capire e non per gettar via gli esseri umani, me compresa, con una targhetta con su scritto “schizofrenico”.
Non ci credo alla malattia dei singoli. Mi convince di più la storia dei mali sociali. Ci sono delle cause che non possono essere sempre addebitate ai singoli. Prima degli uomini schizofrenici c’e’ la chiesa, lo stato, le crociate, i flagellanti, l’inquisizione, gli integralismi di ogni genere, il fascismo, il qualunquismo, la superficialità , l’ignoranza, l’analfabetismo e pure l’idiozia (certe volte si, non si può proprio fare a meno di dirlo – ma è una cosa della quale sono intrisi le televisioni, internet, il mondo intero). i mali sociali sono cosa difficile e complessa. perciò penso che andrebbero trattati adeguatamente soprattutto perchè troppo spesso sono strumento di negazione, per fare attribuzione di meriti, di repressione. Si, perchè se un fenomeno viene isolato e analizzato possono esserci due motivi: la crescita collettiva o la ricerca di motivi per attribuire colpe e punire. Lo hanno fatto con noi per secoli e noi oggi abbiamo gli strumenti per usare le scienze sociali in altro modo, per capire, crescere e raccontare. Quando eravamo noi quelle che venivano definite isteriche (e per questo ci tiravano via l’utero) non pensi fosse una cosa sbagliata?
Altrettanto fastidio provo nel sentire il termine “minorata”. Non ci sono minorati o maggiorati al mondo. Minori o maggiori di che? e non è perchè mi interessa che si usino termini politicamente corretti, ma perchè le parole hanno un senso e se siamo bravi ad usarle allora facciamo un favore a noi stess* e agli altri.
Comunque, no. Non ricordo di aver sentito di questa cosa in Sicilia. Non so neppure se è vero che in Sicilia ci sia una grossa comunità di scambisti.
Personalmente è una pratica che mi pare fatta apposta per farci male, ma è la mia opinione e non mi permetto di giudicare chi lo fa. Dubito però che in Sicilia ci sia una comunità così ampia (per quanto possano essere repressi – ma poi oramai forse neppure così tanto e dipende anche in quali aree) di scambisti siciliani. Può essere che gli uomini affittino donne per andare a fare scambi di altre donne affittate. ma le mogli generalmente non si toccano. però certo non potrei giurarci perchè non ne so nulla. Comunque bello scambio di pareri 🙂
ciao
Sai FikaSicula, le tue considerazioni mi fanno pensare a quelle donne oggetto di animate e colorite discussioni per soli uomini, tipo: “quanto è bona quella, quanto me la farei, ma una così io non me la sposerei mai, quella è solo una gran cavalla da monta”.
Donne così fanno paura.
Paura di non saperle soddisfare, paura che ti piantino in asso x un altro, paura che ti rubino il tuo secolare ruolo di “dominatore”
E paura perchè, per retaggio culturale-educativo, si fa sempre molta fatica ad ammettere serenamente i propri desideri e pulsioni più intimi e viscerali.
AW.AM, il caso che citi è emblematico.
E’ scientificamente dimostrato che tanto più uno reprime, tanto più prima o poi arriverà a svalvolare le sue repressioni. Il caso di Erba, giusto per citarne uno, è sotto gli occhi di tutti.
Fikasicula…
In parte lo abbiamo scritto da Pralina.
Quegli uomini, coi loro criteri quantitavi sulla morale, se tieni le cosce aperte sei troia, se le tieni chiuse sei abbastanza pia, se hai iniziativa sei poco per bene, sei fredda e passiva allora sei “seria”, se ingoi no se non ingoi si, si sono letteralmente castrati.
Hanno segato, hanno rimosso, hanno probito ciò che desideravano nel più profondo.
Si chiama schizofrenia ed è una malattia grave.
Consideriamo i danni che fa se viene resa cultura.
Si teme la femmina e la sua potenza sessuale, e allora ti tappo, ti contengo, ti chiudo, ti castro.
Ora rileggere sostituendo °ti” con “ci”.
:S
Invece di crescere insieme, di condividere, si regredisce alla schizofrenia.
Andiamo bene…
Vicende relativamente recenti sul licenziamento da parte di un datore di lavoro siciliano di una dipendente (che se ricordo era pure parizialmente minorata) a causa dello stupro subito indica che c’è ancora molto lavoro.
Pradossalmente la Sicilia è la regione del Sud colla comunità più ampia di scambisti (non significhi nulla che non sia che c’è anche un tentativo di vivere l’eros in forme diverse)
Sifossifoco, non conosco bene palazzeschi, le poesie proprio per niente.
E’ bella :)))
coerente con il personaggio e si, immagino che descriva bene la situazione 😛
ciao
ciao Lent,
l’episodio della Ciociara era una scena che indignava. Ma mio padre ci vedeva solo la parte dello stupro che non si doveva vedere. Io ho sempre pensato che lui ne fosse un po’ sconvolto. Per proteggere se stesso, operava censure generali. In cuor suo immaginava di fare bene e comunque poi l’ho visto e rivisto… nulla di nuovo. cose accadute mille volte 🙂
ciao
Ciao LaRugiada,
il tuo è un racconto fiume e sono contenta che tu l’abbia scritto 🙂
Come anche tu dici tutto è soggettivo e le modalità di provare e procurarsi eccitazione sono differenti. nulla di strano, anzi a me pare giusto così.
anch’io penso che alcuni uomini abbiano delle stranezze rispetto al contatto con i propri liquidi. Anzi mi viene in mente una cosa: nella mia terra a qualche mia amica (non ricordo che sia mai successo a me, se lo ricordassi giuro che lo direi :))) accadeva che l’atto dell’ingoiare e comunque tutto ciò che riguardava il rapporto orale era considerato il limite oltre il quale quella ragazza veniva considerata “poco seria”. Cioè: bacini bacetti, toccatine ed eventualmente anche penetrazioni virginali a coscette chiuse (perchè se spalancate si pensava ci fosse un’eccessiva disponibilità . cosa assai grave) andavano bene. Se la ragazza si dimostrava piena di iniziativa o se cedeva alla richiesta dell’uomo (come fosse una prova qualità del prodotto) e lei faceva – e chiamiamola così – una meravigliosa fellatio con tutti gli abc al posto giusto allora scadeva di qualità , perdeva punti serietà e improvvisamente lui – dopo essere arrivato a destinazione ed essersi ripulito di tutto punto – cambiava sguardo e atteggiamento. le domande andavano da un “quindi fai così anche con gli altri?” a un “chi te l’ha insegnato?” e privando del rispetto la ragazza (che ancora stava lì a tentare di capire dove cavolo avesse sbagliato) la mollava anche in mezzo alla strada senza avere quegli accorgimenti che in paese siculo bisognava adottare per salvarsi la reputazione (sedile macchina abbassato, plaid addosso perchè farsi vedere in macchina con un ragazzo da sole equivaleva a dire che si era puttane a tutti gli effetti). Una mia amica fu lasciata per questo motivo sul ciglio di una strada provinciale vicino fuori paese. All’epoca i telefonini cellulari non c’erano. E’ tornata a piedi e tutti sapevano che era stata mollata in strada e tutti la guardavano come fosse colpa sua. poi invece c’erano le madri (non tutte per fortuna) che consigliavano alle figlie di non farsi “consumare”. pompini si ma penetrazione no. così si restava linde e pulite per l’abito nuziale. io in macchina con i miei amici stavo sempre tranquillamente dritta e infatti mi appioppavano decine di fidanzati che non avevo. sempre sull’abitudine di mettere alla prova: (non c’entra niente ma oramai mi è venuto in mente) un mio vicino di casa prima ci prova con me in malo modo e visto che io gli dicevo di no perchè davvero mi faceva un pochino ribrezzo allora è andato a raccontare a sua madre (che poi lo ha detto alla mia) che mi aveva messo alla prova per vedere se ero una brava ragazza. lui è diventato uno del Cdu. Mia madre li mandò a quel paese: madre e figlio…
Ma il sesso è un’altra cosa 🙂
andiamo avanti
ciao
A woman A man grazie per il contributo. sono d’accordo con te sul fatto che ciascuno sviluppa una diversa caratteristica. Condivido la definizione di “osceno” e infatti quello è proprio uno dei punti che io rilevo: semplicemente a vedere un porno, se non ha particolari caratteristiche, io mi annoio. Non ci trovo nulla di stimolante. Casomai rido. A presto 🙂
… tutto mi ricorda la celebre poesia di palazzeschi
cazzo…mi hai ricordato l’episodio de “la ciociara”..è vero..anche a me proibivano di vederlo suscitando per altro una curiosità esagerata…
Lent
Aprrodo qui dal blog di Pralina e noto con piacere le tue interessantissime considerazioni, a cui non posso fare a meno di dire anche qui la mia. 🙂
Cerco sempre di evitare le generalizzazioni ma è ovvio che in alcuni casi sia impossibile.
Va da sè, come tu stessa dici, che comunque tutto è e rimane assolutamente soggettivo e legato alle proprie esperienze, al proprio sentire ed alla propria morale.
Ti parlerò quindi di me.
Da adolescente non ho mai condiviso con nessuna amica le mie prime esperienze di autoerotismo. Mi masturbavo quanto più potevo e non me ne vergognavo. Era una scoperta splendida del mio corpo, delle mie sensazioni e delle mie fantasie.
Fantasie che per molti anni sono girate quasi esclusivamente intorno all’universo femminile.
Sognavo l’amore tra donne, dove tutt’al più l’uomo faceva da spettatore o da terzo partecipante. Nella realtà invece mi sentivo enormemente attratta dai ragazzi e non ho mai desiderato realizzare le mie fantasie saffiche. (che ho poi realizzato solo un paio di anni fa).
Verso i 15-16 anni trovai dei giornalini porno dei miei genitori nascosti in casa. Li guardavo con avida eccitazione. Fortunatamente all’epoca non si vedevano scene di sesso estremo. Se chiudo gli occhi posso ancora ricordare con esattezza la fotografia su cui ho provato mille orgasmi: il primo piano del viso di una ragazza, bionda, capelli corti, non vistosamente truccata, espressione dolce che accoglie nella sua bocca lo schizzo di sperma dell’uomo. Ecco quindi che possi dirti ad esempio che io, probabilmente al contrario di molte altre, mi eccito molto quando mi sento “inondata” dai getti di sperma.
Ed è più d’uno l’uomo che è rimasto sconvolto nel ricevere un mio bacio in bocca mescolando il suo liquido seminale a quel bacio. Ecco… altra assurdità di alcuni uomini. C’è chi vorrebbe pretendere il sesso orale con tanto di ingoio dalla sua donna e poi è il primo che non ha mai assaggiato il suo sperma, e addirittura magari se ne schifa!
Riguardo agli oggettini da pornoshop che vanno tanto di moda… Boh… può essere, ma ben vengano se servono realmente a creare più armonia e soddisfazione all’interno di un rapporto. Ostentare ed estremizare a tutti i costi è sempre sbagliato (nel sesso come nella vita).
Ma senza ricorrere al vibratore di ultima generazione, vogliamo sentire quante donne sono ricorse in segreto a zucchine, cetrioli, banane o tubetti del deodorante?
Io sono la prima.
Insomma, la cultura, l’educazione, le mode, i media, influiscono molto, ma non del tutto.
Si dimentica troppo spesso la parte più istintiva e primordiale del sesso.
A 13 anni non sapevo nemmeno che il clitoride si chiamasse così, ma avevo già imparato che stimolando quel punto lì provavo un piacere immenso (l’orgasmo).
Nessuno ci insegnava queste cose, ma l’ho scoperto da sola, come da sola ho scoperto solo da un paio d’anni l’orgasmo vaginale.
Che a voglia a leggere che c’è ed esiste, ma finchè non lo provi…
Scusate per refusi ed errori
C’è la cultura comune e le specificità di ogni persona.
Questo vale anche per le donne.
Paradossalmente, un esperimento estremo di antropologia, potrebbe prevedere cosa succederebbe in un gruppo di femmine, allevate fin dall’infanzia, con una cultura prona alla sessualità ,all’informazione, all’educazione.
Quasi sicuramente si svilupperebbero attitudini ed approcci diversi.
La cultura, la conoscenza e la libertà è molto non è tutto.
Relativamente a mercificazione dell’eros e alla mediocre finzione della pessima produzione di pellicole porno, abbiamo scritto varie volte nel nostro diario.
Le pellicole attuali, condividiamo il pensiero di Ovidie, è finzione e tecnica priva di oscenità .
Pure per i maschi.
Nto ci sarò di sicuro 🙂
A stasera!
ciao
la seconda parte vien di giorno ed io ho scritto sulla culla che si auto-annaca; questa sera mettero la foto dell mega struttura di corda e legno alpino
..il mio blog
ciao
Grande Pralina!
salutami Sepe e pure il Baraghini :)*
Baci
Sto crollando dal sonno e domani pomeriggio devo intervistare in radio (Novaradio) Daniele Sepe. Rileggerò tutto. Tra il mio blog, il tuo e quello di sifossi, c’è materiale per un piccolo libro… un millelire, se Baraghini li fa ancora. Un bacio tesoro.
Non ti davo del maschilista :)*
Trovavo semplicemente che il tuo ragionamento lasciava spazio a un po’ di fraintendimenti. E’ terreno minato. Spiegare meglio fa bene alle nostre anime. Dopodichè si sono d’accordo con te. Grazie! 🙂
Torno a ripeterlo Enza, ho scritto quel post su grazia per un desiderio di comunicazione con alcune di loro, e mi rendo conto che la lettura altra possa lasciar intendere alcune cose che ho scritto con un maschilismo che in fede mia non ho. Detto questo, per amor di precisione, credo (come te immagino) che ognuno abbia diritto alla propria sessualità , alla propria ricerca del piacere… ciò che mi turba è farne argomento trendy o addirittura sociopolitico. Ciò presta il fianco a tutta una serie di pantomime, ovvero alle tante e ai tanti che (soprattutto sui blog, soprattutto a discorsi) paventano una libertà che non hanno.
Al commento precedente, infatti, ipotizzavo una mercificazione stranissima in atto, dove al bisogno di eroticità al femminile immediatamente si crea un trend di consumo. Al maschile mi viene da pensare al vecchio cetriolo, ma se esco fuori dal ruolo comincio davvero a preoccuparmi.
L’animalità che stanno cercando di far emergere in ognuno di noi (a partire dal sesso come linguaggio base) non è che nasconde qualche nuova schiavitù?
perché vedi, tu lo sai bene, le schiavitù nascono proprio dal piacere e volerne parlare a tutti i costi e ovunque e in ogni occasione è una precisa strategia. Così come al contrario l’indugiare altrettanto nel dolore ingrassa l’industria del farmaco e quella della religione.
Insomma sì è complesso, assai più complesso di un semplice orgasmo e del modo di procurarselo.
In linea di massima si, sono d’accordo. Ma considera che la storia dei dildi non è più di appannaggio esclusivo degli uomini solo da un periodo abbastanza recente. Chi fa per mestiere il mercante non è stupido e se ha capito che il vibratore è stato sdoganato pure nei supermercati certamente si attrezzerà per coprire il mercato del piacere (al maschile o al femminile che sia). Sottrarsi a questi meccanismi non vuol dire necessariamente tornare a quando i vibratori non ci interessavano. E procurarci oggetti del piacere non significa che siamo esclusivamente trentenni rampanti con tenute un po’ ose che poi intimamente sognano l’amore vero. Questa è una immagine abbastanza triste che ci viene propinata spesso soprattutto dagli uomini, se ci pensi bene, che non si rassegna al fatto che può essere che a noi – qualche volta – ci piace un orgasmo bello e commovente – senza che per questo dobbiamo essere perennemente accompagnate da un senso di sconforto e di falimento per non essere riuscite a farcelo procurare dal partner dei nostri sogni.
Le donne del tipo Sex in the City in Italia sicuramente esistono ma non ci sono solo quelle. E la questione dei dildi ha comunque una radice lontana, altrimenti carote e zucchine secondo te perchè sono sempre state oggetto di attenzioni?
Alcune donne amano procurarsi piacere e discutere dell’uso di attrezzi vari è un po’ complesso. Soprattutto perchè dall’altro lato c’e’ sempre la storia che “noi donne” in realtà senza il fallo non potremmo vivere. E qui gli uomini si fanno un gran male. E costruiscono tutta una serie di aneddoti che legiferano su misure, capacità , quantità , efficienza…
Ma le relazioni si instaurano a prescindere da un muscolo.
Senza considerare la sessualità lesbica. In quel caso usare dildi vari è considerata una espropriazione indebita? Bisogna pagare pegno perchè si è scoperto di poter raggiungere zone del piacere con strumenti diversi dal pene? Il problema è la sostituzione? Si rivendica il fatto che gli uomini assieme ad un bel pene possono dare anche tantissimo umano sentimento?
C’e’ una ricerca di autonomia del piacere che non vorrebbe essere condizionata da niente e da nessuno. Cercare elementi di condizionamento (bisogni indotti dalla pubblicità etc etc) è un fatto sacrosanto. Bisogna allora trovare una alternativa di ragionamento per continuare a lasciare allora spazio d’azione. E bisogna poi tenere conto che la sessualità , i sessi, i generi sono talmente tanti e vari che misurare questa discussione su margini etero non è sufficiente e non ci da il giusto senso delle cose. In ogni caso lo stimolo alla discussione che hai dato è stato fantastico :))))
Dimmene di più :*
In ogni caso la mia cultura mi dice anche che l’immaginario erotico è una cosa talmente soggettiva, vasta e per niente codificabile che dargli confini significa inserirlo di volta in volta nella lavatrice del “questo non si può” “questo invece si può”. Tutta roba buona per rintracciare i “cattivi” o le “cattive” che offendono i preti, le madonne e la morale cattolica di questo bigotto paese.
Ahi, nel rispondere su Pralinix, mi ero perso questo importante passaggio che quoto… temo infatti che il problema sia più ampio dei buoni e cattivi secondo Santa MadreChiesa e Santo Padre Bigottismo… credo piuttosto che si possa essere buoni e cattivi consumatori, e il vibratore rosa con contorno di manette a me personalmente puzza di quello stesso marketing di cui son fatte le cose tutte. Che una sana rivoluzione stia nel sottrarsi all’opinione su tutto, in modo da disorientare il marketing e communication system?
Si vive in un mondo dove al bisogno deve (e può) sempre corrispondere un’offerta… allora la mano, il dito e la fantasia possono corrispondere al gesto libertario e liberatorio, non credi?