Il mio deretano nomade ieri sera ha fluttuato in un luogo raggiungibile attraverso una serie di parole chiave (bersaglio, caldine, rotonda, strada sterrata). Per arrivarci mi sono inerpicata in un picco di montagna e ho persino scovato – sbagliando strada più volte (perchè se non c'e' il mare il mio senso dell'orientamento perde colpi) – un cimitero nascosto tra i boschi.
Alla fine sono riuscita ad arrivare. Così, felice di essere sopravvissuta all'attraversamento della foresta nera, ho conquistato un posto in penultima fila (per effetto di un meritatissimo successo dell'iniziativa c'era talmente tanta gente che si stava appollaiati in quattro su una sola sedia) per vedere lo spettacolo delle Vagine Volanti: "Effe".
[Notizie più precise e di prima mano: Margherita le narra su "Spazi Vuoti" :)]
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Loro hanno dato vita all'Asilo Occupato di Firenze e lo abitano assieme ad altri esseri umani in una modalità di ricerca e sperimentazione collettiva. Sono state attive nella campagna referendaria sulla procreazione medicalmente assistita e hanno anche fatto una bella indagine/mappa sullo stato dei consultori in Toscana.
Il loro spettacolo è stato tenero, commovente, esilarante. Peccato non aver potuto vedere ogni gesto fino in fondo perchè era complesso conquistare uno spazio visivo attraverso le mille teste e i tanti corpi. Però l'ho visto. Ne è davvero valsa la pena. Una serie di sketch costruiti parola per parola. Pensati, misurati sulla propria percezione delle cose, sulle proprie emozioni, sul proprio sentire.
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E si vedeva bene il peso delle violenze subìte da vittime di sistemi sociali che basano tutte le proprie aspirazioni sul concetto di immagine, nella vita, nelle professioni. Si vedeva la violenza e il moralismo strisciante delle istituzioni sul corpo delle donne che affrontano l'aborto. Era chiarissima la discrepanza tra la modalità "sorriso promozione televendita" e quella sofferta della vita familiare in cui non basta una pentola nuova a risolvere conflitti, frustrazioni e stupri quotidiani.
Era meravigliosa, divertente e commovente allo stesso tempo, la ricerca – fatta sui propri corpi, per tentativi – delle zone che procurano piacere, conclusa con un orgasmo collettivo che era tutto un ribaltamento del senso. Brave davvero. Efficaci e spontanee. Nessun tono impostato alla Carmelo Bene. Nessun gioco fasullo di lunghe e inutili pause e irritanti sospensioni. Il flusso era invece continuo, sapeva di segreti liberati e di confidenze intime.
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Davvero bello l'uso di toni ironici, leggeri e per questo anche più feroci sul piano della denuncia sociale. L'attitudine militaresca, ideologica e perennemente incazzata di alcune donne della mia generazione – o di molte tra quelle precedenti alla mia – avrebbe di che ripulirsi e trarre giovamento dall'acquisizione di questo tipo di linguaggi, di indagine e lotta.
Le azioni di molte nuove donne attiviste – e a me dispiace davvero, perchè ad essere miopi si perde tutte – a volte sono considerate prive di valore politico (avete presente certe frasi del tipo: "queste cose le abbiamo già fatte e dette." – "questi argomenti per noi sono già superati." "su queste cose noi sole abbiamo capito tutto."?) e queste donne vengono relegate nell'insieme delle militanti festaiole e pink di uso infelicemente decorativo.
Nei contesti tradizionalmente e storicamente riconosciuti come "femministi", così come nelle iniziative condivise (manifestazioni, accademiche e non, di vario tipo) a volte le nuove attiviste sono chiamate a partecipare come fossero topi da laboratorio da analizzare e/o esibire (senza che questo implichi una reale condivisione e una necessaria contaminazione reciproca) o come animatrici creative, brave ad usare le nuove tecnologie, colorate e rumorose cui in realtà viene assegnato solo il compito di rianimare, dar vita e giocosità ad un contesto grigio e – a volte – ottuso.
Per fortuna – a volte – donne, femministe di serena e lunga esperienza, sentono propria la responsabilità di lasciare eredità senza occupare lo spazio riservato alle nuove istanze. Per fortuna – ancora – le contaminazioni vanno ben oltre le, non richieste, legittimazioni non pervenute da molte madri storiche del femminismo italiano. E le nuove donne costruiscono azione politica attraverso proprie meravigliose iniziative senza attendere di essere invitate o incluse da nessun*.
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Cosa davvero triste è che in qualche caso (Bobigny 2003 in occasione dell'Fse – giusto per citare una occasione davvero mancata) queste stesse iniziative vengono boicottate, occultate attraverso l'egemonia, la pressione esercitata da nomi noti del femminismo storico (in quel caso furono femministe europee per lo più francesi) su alcuni organi di stampa della sinistra, non comprese nell'alveo delle iniziative comuni perchè non si vogliono far passare i contenuti di quelle assemblee, o cavalcate da organizzazioni politiche più grosse che rispondono essenzialmente a ragioni di gerarchia e burocrazia partitica: questioni di potere rispetto alla visibilità, insomma.
In conclusione e ritornando all'argomento di questo post: spero che queste splendide donne – le Vagine Volanti – diffondano in rete prima possibile qualcosa sul proprio spettacolo e sulla sua storia e soprattutto notizie sulle prossime date in cui faranno il bis. Provate ad esserci. Ne varrà davvero la pena. Io ci sarò di sicuro, per godermi in prima fila (avviso che verrò armata) ogni gesto, fino in fondo…
[e.p.]