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Contro il femminismo moralista: intro del libro!

La_libert___dell_4f513d47d75f8E’ l’introduzione ad un libro pubblicato nel 2011 dalla Casa Editrice Il Melangolo. La Libertà delle Donne – Contro il femminismo moralista, scritto da Valeria Ottonelli. Lei insegna Filosofia Politica ed Etica Pubblica all’Università di Genova. È autrice di diversi saggi su riviste italiane e straniere, e pubblica questo libro nel bel mezzo del dibattito che vedeva da un lato donne armate di fuoco mistico contro le donne permale e dall’altro quelle come me che promuovevano, organizzavano, partecipavano, iniziative con ombrelli rossi e ben chiarendo che non poteva esserci alcuna divisione tra sante e puttane.

Difficile forare il mainstream allora e fu difficile anche inserirsi con una critica che pure fu rivolta da più direzioni, come fosse espressione di un intento altro di chissà quale natura giacché all’epoca, un po’ come ora, il contesto del movimento delle donne era talmente omogeneo/uniformato/demonizzante tutto ciò che non gli somigliava che non si poteva parlare in maniera critica del fenomeno Snoq, ad esempio, senza incorrere in una sorta di ostracismo moralista.

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Orgogliosamente femminista, io resto!

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Da Abbatto i Muri:

Quello che succede al femminismo, che poi è quello che succede alle belle spinte rivoluzionarie quando si traducono in ideologia, è che la delega in bianco di tutto quel che lo riguarda è consegnata a persone che a parte definirsi “movimento di donne“, tanto per dire quanto il femminismo in realtà gli piaccia, giacché così meglio possono sdoganare fascismi mentre fanno i loro balli e girotondi bipartisan, hanno deciso di sostituirsi alle istanze autodeterminate che vengono dal basso.

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Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, Personale/Politico, R-esistenze.


La galera per gli uomini prima della fine di un processo?

Da Abbatto i Muri:

Va bene. Adesso è chiaro dove vuole andare Repubblica e chi la segue/legge/ispira. Dopo la lettera della vittima/prigioniera ecco il punto. Vogliono l’aumento di pena per lo stalking di modo che sia consentita la custodia preventiva e comunque la galera invece che domiciliari dopo la condanna. Oppure vogliono la modifica del decreto svuota/carceri che dovrebbe decidere giusto in questo caso di fare una eccezione e di usare per le persone accusate di stalking, sulla base della loro pericolosità sociale che immagino sia relativa al sesso degli accusati (varrebbe anche per le donne?), la stessa regola che vale per chiunque sia accusat@ di un reato che preveda una pena superiore ai 4 anni.

Quella di decidere che un accusato di stalking – accusato e non condannato – sia da rinchiudere per evitare che ammazzi una donna, seguendo il consiglio di onorevoli della Lega che, fosse per loro, aspirerebbero anche a pene perfino più giustizialiste, ritenendolo colpevole sulla base di una casistica evidenziata sui quotidiani, senza attendere neppure l’esito del processo, a me sembra una decisione davvero degna di un paese che abdica alla galera ogni possibile soluzione in fatto di violenza sulle donne.

Gli uomini già denunciati che hanno poi ucciso le proprie ex fossero stati in carcere avrebbero risolto la propria ossessione? Avrebbero cancellato il proprio assillo? O non sarebbero usciti poi più arrabbiati di prima con l’unico pensiero di eliminare dalla faccia della terra colei che vedevano come rovina della propria vita? E se poi nel frattempo, dopo il processo, quest’uomo risultasse innocente, fosse assolto, chi lo risarcisce degli anni passati in galera?

Si abdica al carcere perché il sistema punta all’accoppiata protezione e punizione. La protezione per le vittime sarebbe assegnata ai tutori e case rifugio che approfittano di ogni emergenza per ricordare che di finanziamenti per loro neppure l’ombra. E se quei finanziamenti li vogliono, tra l’altro, non possono fare altro che diventare succursali di questura dove per essere ospitata, con discrimine per prostitute, trans e straniere senza permesso di soggiorno, devi denunciare, vivere da prigioniera, senza che ti sia realmente garantito un futuro con casa e lavoro che ti aiuterebbe a ricominciare senza dover dipendere da nessuno.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio.