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Legge Mancino, ovvero il compromesso sulla nostra pelle

Riceviamo e volentieri condividiamo il Comunicato di Azione Gay e Lesbica di Firenze:

Approvato l’emendamento salva vescovi – La posizione di Azione Gay e Lesbica

20 SETTEMBRE 2013 – La Camera dei Deputati ha approvato la tanto attesa estensione della Legge Mancino (“Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa”) anche ai crimini d’odio rivolti alle persone LGBT. La legge è stata approvata dopo mesi di discussione e decine di interventi in aula che hanno mostrato quanto pericolosamente alto sia il livello di ignoranza, di fanatismo religioso, di omofobia, lesbofobia e transfobia tra i deputati del nostro Paese. Ma, come se non bastasse, il lungo e acceso dibattito si è concluso con un ignobile compromesso: le aggravanti vengono applicate, ma lasciando fuori dal contesto “le organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di religione o di culto”. In parole povere: te la puoi cavare con una pena ridicola se usi violenza di tipo omofobo, lesbofobo, tansfobico purché essa venga agita all’interno di organizzazioni e istituzioni.

L’emendamento chiave (ribattezzato ‘salva associazioni o salva vescovi’) che è passato alla Camera -proposto da Scelta Civica e Pd e con l’opposizione strenua ma purtroppo senza successo di Sel e Movimento 5 Stelle (ecco il bacio-protesta in aula) – svuota del tutto il senso stesso dell’estensione legislativa e di questa tanto attesa “conquista costituzionale”, creando anzi un grave precedente che si ripercuoterà su tutto l’assetto della legislazione italiana.Quello che è avvenuto, in un Paese che secondo i rapporti di Amnesty International, Ilga-Europe (vedi la rainbow map Ilga 2013 nella quale l’Italia in termini di diritti umani si posiziona tra la Bulgaria e la Bosnia)  e le principali organizzazioni internazionali occupa gli ultimi posti in Europa per la salvaguardia e il rispetto dei diritti umani, è estremamente grave.

L’omofobia, la lesbofobia e la transfobia in italia (qui una bella infografica sulla situazione attuale) sono un problema che mette a repentaglio la vita di milioni di persone e oggi il Parlamento, e il Pd in particolare, ha scelto di stare dalla parte di chi odia e discrimina, preservandone il diritto a istigare alla violenza, e ci ha consegnato senza pudore nelle mani di fanatici religiosi, organizzazioni neonaziste, leghisti e di qualunque altro gruppo organizzato faccia dell’odio il centro delle proprie attività, ignorando secoli di derisioni, persecuzioni, omicidi, aggressioni.

Spacciato mediaticamente come un passo avanti in un percorso di civiltà, questo avvenimento ci conferma invece che l’Italia è sempre più soltanto un paese da cui fuggire, se si desidera, com’è giusto, vivere in un contesto autenticamente civile, dove il rispetto delle persone non sia un opzione che chi governa baratta e svende per tornaconti, ottusità, deferenze corrotte. Noi però non ci arrendiamo e continuiamo la nostra opera di informazione e sensibilizzazione, e invitiamo tutti e tutte alla mobilitazione: non vi regaleremo la nostra pelle senza lottare.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, R-esistenze.


Nessun Dio, nessun padrone, nessuna aggressione sessista

Dalle Dumbles:
* El libertario pubblicò nel suo 51°numero (Venezuela novembre-dicembre 2007) una raccolta di testi che esprimono importanti aspetti di quali proposte dell’anarchismo possono essere fatte per far fronte al crescente problema della violenza di genere.
Autodifesa Femminista: NESSUN DIO, NESSUN PADRONE, NESSUNA AGGRESSIONE SESSISTA
Questa società basa se stessa sulla gerarchia sessuale che determina le donne nella paura , nel consenso, nell’obbedienza, nella adattamento- rassegnazione e totale arresa agli altri. L’accettazione della sottomissione ha effetti devastanti sulla propria autostima e ci fa biasimare noi stesse per il disagio e la frustrazione che sentiamo nelle nostre vite. Ogni volta che assumiamo questi ruoli o li combattiamo ci sentiamo colpevoli e questa e’ la trappola. Questo stato d’animo provoca un certo comportamento di passività e vittimismo che blocca la nostra rabbia, così e’ necessaria per un cambiamento. L’obbedienza a certi ruoli  porta al fallimento.
Per combattere contro l’obbedienza che uccide la nostra autonomia, aliena e proibisce di difenderci e allo stesso tempo favorisce lo stabilizzarsi dell’ordine sociale, noi proponiamo l’autodifesa femminista che consiste nei seguenti punti:
–  Per essere consapevoli di come la paura e la sottomissione hanno  edificato le nostre vite costruiremo la nostra fiducia, l’autostima fisica ed emozionale e la sicurezza che noi donne abbiamo, collettivamente e individualmente, per far fronte al sistema che ignora e sottomette le nostre vite agli interessi patriarcali e capitalisti. Per “autostima fisica” intendiamo il recupero e l’applicazione degli strumenti che il nostro corpo ci fornisce attraverso il lavoro esterno (costante e specifico) che ci permetterà di rispondere ad un attacco quando questo implicherà una minaccia alla nostra integrità fisica.
Questa autostima genera la fiducia e la sicurezza in noi stesse che ci permette di rimanere calme di situare noi stesse e di decidere con chiarezza come reagire alla situazione nel miglior modo possibile, perché non e’ sempre necessario avere un confronto fisico. D’altra parte questo ci assicura una tranquillità’ emozionale per rompere le prestabilite barriere fisiche.
– Adottare un comportamento che previene,protegge e permette di rispondere alla violenza. Per conoscere la paura ed accettarla, liberare la rabbia e prepararsi per l’azione. Inoltre pretendiamo la ribellione come meccanismo di protezione ed azione necessario per scavalcare qualsiasi cosa che ci minacci. Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Corpi/Poteri, Fem/Activism, Iniziative, R-esistenze.


Dialoghi intorno all’affidamento condiviso: l’assegnazione della casa familiare e i cambiamenti di residenza!

Quinto appuntamento con Marino Maglietta, il quale ha elaborato e proposto le norme e le modifiche alla attuale legge dell’affido condiviso (54/2006). QUI il suo primo intervento introduttivo. QUI ci racconta qual è stata l’origine della riforma. QUI ci siamo occupati di collocazione e frequentazione del bambino. QUI ci siamo occupati del mantenimento dei figli. Appuntamento fisso su questa materia con altre domande e risposte che toccheranno un altro aspetto della proposta a tra sette giorni. Buona lettura!

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A seguito di una separazione vengono assunte decisioni in merito all’assegnazione della casa familiare. Quali sono attualmente i criteri seguiti? E domani, ovvero quando, così come propone lei, si realizzerà il perfetto affido condiviso, l’immobile a chi sarà assegnato? 

Purtroppo ancora una volta bisogna distinguere tra ciò che dice la legge e ciò che si fa nei tribunali. Siccome la legge prevede, al primo comma dell’art. 155 c.c., che il figlio frequenti equilibratamente i due genitori, l’assegnazione della casa a persona diversa dal proprietario dovrebbe riguardare solo situazioni residuali: i trasferimenti, le attività lavorative che tengono il proprietario lontano da casa per lungo tempo; e simili. Questo perché se il figlio comunque passa nella casa familiare circa metà tempo non esiste più alcun motivo per sconvolgere un sistema che pone la proprietà al primo posto nella tutela dei diritti sulle cose. Rammentiamoci che questa eccezione è così sconvolgente per il comune sentire da essere tra le principali fonti di rancore e di liti, e da coinvolgere anche gli interi clan familiari, visto che molto spesso la casa viene acquistata con il concorso economico di più soggetti. Tornare alle regole generali, quindi costituirebbe anche un eccellente antidoto contro la conflittualità. Viceversa, si impone un solo domicilio, presso il non previsto “genitore collocatario”, al quale si assegna la casa familiare a prescindere dal titolo di proprietà. Tutto ciò assumendo a priori, in modo del tutto astratto e generico, che al figlio giovi restarci. E il “fanatismo” verso la conservazione dell’habitat è così marcato che al genitore che esce dalla casa familiare si proibisce di portarne via gli oggetti che gli appartengono, esclusi quelli di strettissimo uso personale.  Quanto alle proposte all’esame della Camera sul punto non ci sono effettive novità: quello che si vuole ottenere è solo ciò che sarebbe già previsto dalla legge in vigore, come ho appena spiegato.

Continued…

Posted in Affido Condiviso.

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