Facciamo la nostra usuale hit parade degli atti di violenza maschile contro donne e bambini.
Solo nella giornata di oggi possiamo contare:
– un uomo ha aspettato la sua ex moglie bardato come un bandito e l’ha pugnalata più volte. Lei è stata portata in ospedale in gravi condizioni;
– un uomo ha aspettato che la moglie rientrasse dalla messa e l’ha accoltellata più volte. Non è riuscito ad ammazzarla perchè gli si è piegato il coltello.
– una donna viene aggredita dal marito, lei si rifugia dal suocero e il marito lo picchia brutalmente;
– una ex moglie minacciata, maltrattata e perseguitata;
– una ragazza che si sorbita gli atti persecutori del suo ex per qualche anno e che l’ha denunciato mentre lui tentava di sfondarle la porta;
– una donna militare che ha denunciato di aver subito abusi da un collega;
– una donna si è vista rapinare la borsa con dentro 1000 dall’ex marito;
Potete continuare voi con l’aggiornamento leggendo le rassegne di Bollettino di Guerra.
Se dunque va tutto bene per oggi abbiamo un po’ di sopravvissute, parecchie terrorizzate e rinchiuse in casa perchè fuori c’era sempre qualcuno a minacciare le loro vite, alcune violentate nel loro diritto di esistenza. E questo è solo un minimissimo esempio di quello che certamente è successo nella giornata di oggi.
Vi chiediamo di riflettere assieme a noi circa il fatto che queste donne hanno vissuto e vivono da braccate, perseguitate. Devono aver paura ad ogni passo. Eppure vivono, reagiscono, lavorano, si svegliano al mattino e se hanno figli continuano a crescerli, nonostante tutto.
Cosa fanno i loro ex? Traggono dalla fine di una storia un alibi per sfogare la loro inerzia e i loro fallimenti, non fanno niente, un tubo, nulla, nisba, nada, a parte perseguitare l’ex. Non hanno spina dorsale e coraggio. Se sottoposti allo stesso trattamento al quale sono sottoposte le donne che subiscono violenza non saprebbero dove sbattere la testa, non si alzerebbero al mattino, farebbero le vittime con il mondo intero, rivedicherebbero tutta l’attenzione possibile.
Restate voi un solo giorno, solo uno, a simulare una situazione in cui qualcuno fuori dalla vostra porta fa rumore, vi lascia cose, vi manda messaggi, vi telefona, e se uscite fuori vi insegue, vi sperona con la macchina, vi aspetta sotto casa con un coltello, vi ferisce, vi minaccia, vi insulta, vi calunnia, vi diffama.
Fate questo bel gioco che vi proponiamo: interpretate per un solo giorno il ruolo di una donna violentata, maltrattata, infangata, manipolata, costretta, rinchiusa, massacrata, usata e abusata. Giocate all’empatia verso chi sopravvive in una situazione di indifferenza generale, in una società dove tutto quello che subisce viene banalizzato, sminuito, trascurato, dimenticato.
E’ un lager a cielo aperto. Un enorme campo di concentramento dove le donne hanno numeri stampati sul corpo e ad ogni numero corrisponde almeno un padrone. Immaginatevi prigioniere, solo un giorno, tre ore, anche due.
E smettete di stare dalla parte dei carcerieri. Perchè per quanto pensate di non esserne vittime siete proprio voi con la vostra banalità del male a costituire le sbarre che impediscono alle donne che vogliono ribellarsi di salvarsi la vita. E’ la vostra omertà a farli sopravvivere. Imparate ad essere solidali. Imparate l’empatia. Imparate a vedere le donne come persone.
One Response
Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.
Continuing the Discussion