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La scienza sessista che sponsorizza il machismo sociale

Ci scrive Francesca (che ringraziamo moltissimo!) a proposito dell’ennesimo articolo dedicato all’ennesima ricerca sessista della quale vengono divulgati i risultati quest’anno. Una ricerca tanto simile a quelle di sapore lombrosiano o ad altre che redistribuivano ruoli e poteri su base razzista, una ricerca comunque priva di qualunque valore scientifico alla quale si dedica la prima pagina in virtù del fatto che questo possa cambiare la percezione della realtà.

Lesley Rogers in "sesso e cervello", 1999 Einaudi, ci suggerisce Irene, è invece una ricerca seria che già più di dieci anni fa smontava "‘ste cazzate deterministe basate sul sesso biologico".

L’obiettivo, per le ricerche attuali comunque, è sempre lo stesso: veicolare una descrizione delle donne che coincide con il modello "emotivamente instabile", perciò non affidabile, perciò simile al pregiudizio che una volta ci definiva "isteriche", non razionali, non appartenenti alla categoria di persone che potevano prendere decisioni per tutta la comunità. Assegnare alla donna questa descrizione significa relegarla a ruoli precisi, come giustamente osserva Francesca nella sua mail. 

Di contro gli uomini vengono presentati come la razionalità personificata, mostri di machismo al comando della grande guerra che non perdono la calma mai. E noi sappiamo bene infatti quanto sia "vera" questa notizia. Lo è nella misura in cui non si considerano tutti gli uomini definiti "depressi" che ammazzano le loro mogli, le loro ex fidanzate, le loro figlie e i loro figli. Lo è nella misura in cui non si considerano tutti i maschi che non sono in grado di controllare i propri istinti da bestie quando decidono di stuprare donne e bambini. Lo è nella misura in cui non si tiene conto delle decine di denunce quotidiane a proposito di episodi di molestia, violenza, persecuzione, stalking ai danni di ex mogli o ex fidanzate.

Davvero mostri di equilibrio e razionalità questi uomini d’oggi. Gente che potresti tranquillamente affidargli vite umane pregando tutte le preghiere del mondo nella speranza che non decidano di giocare alla guerra dei sessi o alla guerra in generale, salvo poi precipitarsi sottoforma di protezione civile spa per ottenere i vantaggi della ricostruzione.

Nel frattempo, noi donne "emotive" che abbiamo a che fare con questi maschietti repressi ai quali tutti vietano di mostrare fragilità e piangere all’occorrenza, dobbiamo pensare alle nostre vite, a quelle di intere famiglie, ai figli, ai genitori anziani, ai suoceri. E proprio perchè "emotive" riusciamo ad essere solide e razionali mentre nostro marito bestemmia disorientato e non trova di meglio da fare che ululare la spartizione delle colpe (a lui interessa stabilire che non è colpa sua, e questo è tutto!) in ogni tragico momento della giornata, qualunque cosa accada, qualunque tragedia ci colpisca.

Sono davvero significative queste ricerche, diseducative per i maschi perchè li abituano a ritenere che le loro compagne sono donnette prive di spessore perciò destinatarie di qualunque mortificazione, diseducative per le donne perchè introiettano questi modelli di comportamento e li fanno propri.

Carmen dice a questo proposito:

"a proposito dell’articolo direi che, oltre ad essere abominevole, trovo assurdo che tanta gente non si chieda: come si fa a parlare di "comportamenti naturali" nell’essere umano, dal momento che siamo prodotti culturali, ancor prima della nascita?

Anche se con altre parole, già Gramsci si interrogava su un concetto complesso di genere, scrivendo:
"Io penso che l’Uomo è tutta una formazione storica ottenuta con la coercizione [..] che altrimenti si cadrebbe in una forma di trascendenza o di immanenza." "Io credo che si attribuisca all’atavismo e alla "mneme" moltissimo che è meramente storico e già acquisito nella vita sociale, che, occorre ricordare, incomincia subito appena si viene alla luce dal grembo materno e i sensi cominciano a percepire.
"

Sono i modelli di una socità che mira alla riqualificazione del genere maschile, meglio machista, e alla totale subordinazione del genere femminile. Il prossimo passo sarà il manicomio, perchè "emotive" sapete bene che è solo un eufemismo che sta per "matte". E la società non perdona mai le donne che si ribellano alle prevaricazioni, alle ingiustizie e alla violenza maschile e le denunciano. Meglio liquidarle come matte che affrontare le responsabilità di discriminazioni e abusi. Molto meglio, si. Vi lasciamo alla splendida mail si Francesca. Buona lettura.

>>>^^^<<<

Volevo segnalarvi questo articolo letto stamani sul Corriere.

Mi lascia sempre un sentimento di tristezza vedere come in un secondo la "scienza" dall’alto della sua autorità possa sbriciolare tutti i discorsi sul genere (gender) affermando che le donne  :"…non solo si comportano diversamente dagli uomini, ma tendono, appunto, a essere più emotive e meno razionali. E sono più manipolabili dell’uomo."

Possiamo immaginare quali possono essere le implicazioni possibili di un tale discorso…

Si tratta di uno studio fatto su 38 uomini e 40 donne (al mondo quanti siamo?!) che, a dire di uno dei ricercatori "conferma la differenza di comportamento morale tra uomini e donne, una diversità che affonda le sue radici nella biologia e nella neuro-anatomia, e che è indipendente da fattori culturali quali la religione e l’educazione".

Penso al passato, al concetto di temperamento che ha permesso di fabbricare i corpi attraverso la fisiologia umorale che permetteva di pensare la differenza sessuale e le specificità che la caratterizzavano. Le donne, secondo i medici del XVI secolo erano malate per natura, perchè il loro temperamento era freddo e umido e la salute era invece definita dal temperamento sanguigno, caldo e umido (la caratteristica dell’uomo virtuoso). Penso anche al XIX secolo, alla fisiognomica, a Gobineau, alle conseguenze del razzismo scientifico…

E nel momento in cui la "scienza" stabilisce le differenze, tutto poi si giustifica: corpi che diventano più adatti di altri corpi a svolgere determinati compiti, a assumere determinati ruoli.

A questo proposito ho letto un saggio molto interessante di una ricercatrice femminista francese (filosofa di formazione) che si occupa di sessismo e razzismo:
"La matrice de la race. Génealogie sexuelle et coloniale de la nation française", di Elsa Dorlin, Editions La Découverte, Paris, 2006 (purtroppo non è uscito in Italia).

Francesca Bonsignori

 

Leggi anche:

Il dispositivo morale

Elettroshock e la "razionalità" di stampo nazista

Posted in Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali, Pensatoio.


7 Responses

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  1. Beba says

    Le differenze del cervello negli uomini e nelle donne sono da anni oggetto di studio, ma i risultati sono molto controversi. Forse la giornalista e la ricercatrice intervistata avrebbero dovuto essere più caute nell’esposizione dei risultati. Nell’articolo viene riportato: “«Gli uomini», spiega Manuela Fumagalli …, «tendenzialmente rispondono in maniera più razionale, cioè scelgono di sacrificare una persona per salvarne tre. Le donne, invece sono più emotive: non se la sentono di uccidere una persona sana, nemmeno per farne vivere tre»”. Ma è assurdo! Allora, per essere razionali, gli ospedali dovrebbero prelevare una persona a caso, ucciderla e distribuire gli organi a più persone!
    In realtà, la neuroscienza distingue tra componente utilitaristica (termine migliore di “razionale”) e componente emotiva nel giudizio morale. La componente emotiva, che è una capacità cognitiva molto sofisticata, è fondamentale per un normale giudizio morale, negli uomini come nelle donne. Se manca, il giudizio è aberrante. Però si continua a considerare negativamente le emozioni (ed “emotivo” spesso significa “debole”).
    Comunque, incuriosita, sono andata a leggere l’articolo originale (http://www.plosone.org/…1%2Fjournal.pone.0008865),: In Tab. 1 ci sono i risultati e mi sembrano tirati per i capelli. Nell’esperimento l’aumento di comportamento utilitaristico nelle donne passa dal 30% al 34%, che su 40 individui è un margine veramente piccolo. La ricerca in effetti mi pare sessista, ma la scienza in generale non lo è.

  2. Vale says

    La questione relativa alla presunta irrazionalità femminile era posta alla base del ragionamento con il quale si tenevano le donne lontane dalla magistratura.
    Laddove eminenti politici ed illuminati giuristi, negli anni immediatamente successivi alla Costituzione, si chiedevano come avrebbero mai fatto, le donne, a mantenersi lucide e a giudicare secondo ragione “in certi giorni del mese”.
    Pochi giorni fa, in udienza di convalida, l’unico maschio in aula era l’imputato: PM, Giudice, Cancelliera, Avvocato (io): tutte donne. La pochezza ridicola e imbarazzante di certi ragionamenti mi farebbe sorridere, se non mi inquietasse ancora.

  3. d-K says

    Gioia, ora non è per fare il rompi”balle”, ma la media come la fai? No, perché anche “mediamente” diventa razzismo o sessismo. Magari stai scherzando, hai fatto dell’ironia e io, benché non sia musulmano, non l’ho colta, ma il problema sta proprio nel naturalizzare delle differenze che sono semplicemente culturali e non ci sono “mediamente” che reggano.
    Il processo di socializzazione, quello che ci insegna ad essere parte di una data comunità, inizia dalla nascita e finisce con la morte, durante questo processo apprendiamo un gran numero di cose alcune delle quali finiscono per essere assimilate in maniera tale da sembrarci “naturali”: Marcel Mauss, ad esempio, dimostrò che anche il modo di camminare o di correre viene appreso ma lo viviamo come un qualcosa di perfettamente naturale, spontaneo.
    Va detto, poi, che alcune cose semplicemente non le vediamo, non vi siamo abituati: io conosco musulmani con un gran senso dell’umorismo e – fidati – se la ridono anche loro, solo che anche il modo di fare umorismo è culturalmente appreso e noi semplicemente non lo cogliamo sempre.
    Perdonami se ti sembro troppo aggressivo ma il discorso del “mediamente” lo stanno facendo da anni alcuni discutibili ricercatori per poter reintrodurre il discorso razzista negli ambiti accademici (e, di riflesso, nella società) da cui era stato cacciato. Questa discussione potrebbe interessarti: http://www.antrocom.it/…ile=viewtopic&p=1274

    Qualsiasi naturalizzazione di caratteristiche culturalmente determinate, anche se positive, lascia spianata la strada al razzismo. Sia chiaro, non ti sto dando della razzista, ti chiedo solo di rifletterci un po’ su.

    http://www.youtube.com/watch?v=irXTEgAWTYA
    (Anche i pugliesi hanno il ritmo nel sangue? Uhm…questo spiegherebbe una scritta sui muri della mia facoltà: “Caparezza è superdotato”…mah!?) 😀

  4. Gioia says

    AHHAAAAHHHAGHHH.
    Non so se basta il trafiletto richiamato da voi per giudicare la ricerca, ma certo questa frase è molto interessante..:
    «Gli uomini tendenzialmente rispondono in maniera più razionale, cioè scelgono di sacrificare una persona per salvarne tre. Le donne, invece sono più emotive: non se la sentono di uccidere una persona sana, nemmeno per farne vivere tre».

    E così questo definirebbe una discriminante della “razionalità”? a me sembra più un test morale, che implica, secondo l’atteggiamento definito “maschile” (ergo razionale) una tendenza più supponente (rispetto a quello femminile, ergo emotivo) nell’essere disposti, o meno, a giocare “a Dio”.

    Comunque poche balle, è vero che i neri la musica ce l’hanno nel sangue, e che le donne son più empatiche dei maschi, e che gli ebrei hanno il senso dell’umorismo e i mussulmani ne hanno veramente poco. Il tutto “mediamente”, naturalmente. E che il mondo è sessista e qualunque sia la notizia sarà girata per sminuire le donne. Però noi possiamo far del nostro meglio per controgirarla.

    mi piace il vostro blog e l’ho messo nel mio blogroll.
    Baci.
    ; )

  5. Das D-maedchen says

    ora mi aspetto solo una ricerca finanziata dal Ministero dell’Istruzione che ci dica finalmente se i “negri hanno il ritmo nel sangue davvero”… °3°

  6. eva.t says

    Un articolo idiota su una ricerca idiota fatto su domande che sono delle idiozie.
    Non pensavo si potesse arrivare fino a questo punto. Mi ricorda tanto le ricerche fatte dai medici nazisti per dimostrare la superiorità della razza.

  7. Luna says

    Forse ti sembrerà strano che a scrivere qusto commento sia una persona che si riconosce nella fede cattolica….tuttavia, colgo l’occasione per dire che, proprio in virtù delle mie convizioni (vissute tra dubbi, domande, ricerche e bisogno di Amore), trovo che l’articolo in questione individui quelle che sono le problematiche passate e attuali che hanno infestato e continuano a infestare la società di oggi, prima fra tutti la spersonalizzazione dell’individuo il quale si trova dalla nascita costretto a orientare i propri comportamenti in base a un modello astratto di uomo o di donna, senza capire il perché delle proprie azioni…vivendo una vita alienata da se stesso…Non parliamo delle problematiche relative alle violenze che sennò mi avveleno e mi rovino il week end…magari un’altra volta.Cmq ritornando al discorso di prima…non so come la pensi, forse ti stupirà sentirmelo dire, ma ciò che viene scritto in questi articoli pseudo scientifici è completamente in antitesi con la visione cristiana e cattolica della persona, poichè riduce la carità (considera questo terminie come la forma più alta di amore, cioè donare la vita per l’altro) a emotività, impulsi cerebrali, nega la complessità della persona, come essere unico, con una sua storia, riducendolo di fatto ad un oggetto.