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Nuovi messia alla guida del movimento per l’impunità dei maschi violenti

http://pdcimilena.files.wordpress.com/2009/12/8aa2d28ad1ac712979ea4599121e2777.jpg

Quando
in sicilia le donne conducono alcune battaglie per prima cosa le si chiama
puttane, qualche volta lesbiche, sicuramente si utilizzano tutti quei termini
che possono sminuirne l’azione perché cosa importante per seppellire l’oggetto
delle battaglie è seppellire chi le compie.

In
sicilia
siamo cresciute con la mafia e davvero non c’è niente che possa
sorprenderci e non c’è nulla che non siamo in grado di leggere per quello che
è: strategie di accerchiamento, squadrismi, molestie, persecuzioni, minacce,
offese, calunnie, diffamazioni e il più mirabile degli strumenti di guerra, la
ridicolizzazione.

In
tempi
e momenti diversi con nemici ben più “temibili”, e non come certi
quaquaraquà che fanno ridere solo a sentirne parlare. C’era il mafioso che se
tu facevi antimafia non trovava modo più virile di aggredire a parte che la
violenza sessuale. C’era quello che sputava al tuo passaggio per fare intendere
che non eri all’altezza, perché anche per fare “antimafia” degna di
rispetto e considerazione (e che considerazione!) dalle loro parti devi averci le palle
tra le cosce (una specie di tacito patto d’onore tra nemici di sesso maschile). C’era quello che ti sputava in faccia per dire che avevi la
faccia sporca e che il suo sputo per te era meglio dell’acqua di sorgente.
C’era quello che ti mandava i fiori secchi perché già prefigurava uno scenario
cimiteriale con la tua lapide in bella vista. C’era quello che ti mandava teste
di animali, proiettili, messaggi stravaganti, tentativi di aggressione che
avevano l’obiettivo di farti perdere la calma, terrorizzarti e allo stesso
tempo influenzare l’opinione pubblica talvolta con ipocriti comunicati di
solidarietà e in qualche altro caso con un passaparola insistente che ti
toglieva credibilità.

Quanti
sono stati i corvi qua e la’? Proprio tanti ed erano lì a lavorarti ai fianchi
per imprimere nell’opinione pubblica una bugia dannosa a tutta la società
civile. Per esempio, una tecnica era quella dei piccoli attentati, magari
malriusciti, di modo che tu eri sol@ a sapere quale fosse il loro significato
ma al resto del mondo potevano dire che si trattava di piccoli incidenti,
sicuramente di regolamenti di conti personali, qualcuno che in particolare ce
l’aveva con te, nulla più di questo, nessun mandante reale e morale, magari ti
eri fatto l’attentatino da solo, com’è stato per certi giudici prima che
saltassero definitivamente per aria, avvertimenti da segnare in agenda per il
futuro.

Prima
di uccidere qualcuno devi isolarlo: questa è la regola. Devi togliergli
credibilità, devi ucciderl@ socialmente, devi ridicolizzarl@, devi raccontare un sacco di bugie e devi
comportarti da capo, perché un capo indica sempre la linea da seguire e
soprattutto “indica il bersaglio”.

Lo
fa
in modo sottile, ma non per questo non si può dire responsabile di quanto
accade o potrà accadere. Checchè se ne dica è un mandante.

Avere
a che fare con i metodi della mafia insegna molto perché quella, prima ancora
che una fabbrica di denaro e di morte, è una grande scuola culturale. Forma
migliaia di migliaia di uomini e da essa è nutrita, rinvigorita, aggiornata
perfino.

Pensate
alla tecnica che usano gli uomini per difendersi dalle donne che lottano contro
la violenza sessuale, contro la violenza domestica, la pedofilia. Primo trucco:
mentire. Seconda strategia: delegittimare l’accusa, la querelante. Se è una
donna diventerà una puttana, una lesbica, una immorale creatura che non avrebbe
diritto di esistere, un essere immondo che dovrà morire perché ha avuto
l’ardire di ribellarsi dopo che qualcuno aveva usato il proprio pene contro di
lei. Terza strategia: la compassione. “Ma non vedete, signori della corte,
costei è matta, una visionaria, ha immaginato tutto, lo ha inventato, non
vedete come trabocca d’amore per me?”. Quarta strategia, la ridicolizzazione:
poiché essa non è credibile e l’opinione pubblica, lorsignori, non può tenere
conto della sua versione dei fatti. Quinta strategia: negare la generalità del
fenomeno, il contesto. Come può esistere un singolo delitto mafioso se non
esiste la mafia? Come può esistere un singolo stupro se non esiste la violenza
maschile?

Sicchè
ci sono personaggi precisi che chiamano a raccolta i propri discepoli e al pari
di cristo privato della croce immaginano un percorso scosceso pieno di ostacoli
muniti di tette e culi femminili, coloro che vorrebbero impedire la
ridefinizione del martirio mentre codesti individui mirano alla resurrezione. Ascendono a dio, il
dio degli stupratori, dei violentatori, dei maschilisti che sono tanto più
rischiosi quanto più possiedono “la lettera”.

Sono
pazienti e introducono altri uomini disorientati ed affaticati dopo strenue
difese dalle accuse di quelle che non hanno accettato di essere stuprate
impunemente e li guidano come messia scesi in terra ancora per salvare tutti
gli uomini molesti e guidarli alla sconfitta dell’altro sesso, anzi di tutti
gli altri sessi fuorchè il loro.

Messia
pieni di parole di comprensione verso tutti coloro che si ritrovano soli dopo
aver ricevuto richiesta di separazione dalla ex moglie che avevano picchiato
appena il giorno prima, verso quelli che hanno bisogno di sentirsi dire che le
donne che denunciano uno stupro sono tutte bugiarde e puttane.

Studiano
tanto, codesti messìa, e preparano difese d’ufficio per rideterminare la sorte
di taluni e far soccombere talune altre. Dissimulano, distorcono, mistificano,
si potrebbe dire che danno letteralmente i numeri.

Le
mafie
sono tutte uguali e a ben vedere i loro metodi per eliminare i nemici e le loro nemiche
sono sempre gli stessi. Non c’è nulla di nuovo. Non c’è niente che non abbiamo
già visto e vissuto. Nulla che ci sorprenda. Nulla che non siamo in grado di
comprendere fino in fondo.

Quando
sopravvivi ai maschi violenti, ai sessismi, alla mafia, tutto il resto è
davvero una bazzecola. Non siete d’accordo?

Questa è la prima parte del processo per stupro. Potete vedere anche il resto: [2] [3] [4] [5] [6] [7].

Il punto è che non sono mai cambiati e che stanno combattendo per continuare a commettere stupri, violenze, maltrattamenti, persecuzioni, impunemente…

Posted in Corpi, Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. Luna says

    Cara Elena,

    tu dici che non c’è mercificazione del corpo delle donne perchè sono loro a concedersi ai media

    sta bene

    ma io aggiungo

    Non fanno tutto da sole: c’è un responsabile dietro ad ogni trasmissione televisiva: non basta l’assenso della donna a mostrarsi, occorre anche quello degli ideatorii e responsabili del programma

    quindi, mia cara, i consensi sono due, solo, chissà perché si pone sempre e solo l’accento su quello della donna , come dire “tanto lei ci sta”…bene..lei ci sta ed è responsabile del SUO consenso, ma il responsabile del programma possono benissimo RIFIUTARSI di fare un programma di tette e culi…ma questo ovviamente tu non lo hai detto.

    Per quanto riguarda la minigonna non ho parole….l’ho messa diverse volte, forse non giro f**a ma mai ho pensato di voler scopare pe rquesto…se uno vuole un appuntamento con una ragazza ci sono le PAROLE …poi se uno salta addosso a una con la mini e questa urla…non ci vuole molto a capire che questa NON CONSENTE che dici? Non venirmi a dire cose del tipo: “eh ma sai…poi se una c’ha la mini gli uomini si eccitano…insomma li provochi….” ma perchè ogni erezione maschile da diritto a conseguente sc***ta? Credi che una bella ragazza agghindata e ben vestita ma non troppo scoperta non possa eccitare ugualmente un uomo? In questoo caso come la mettiamo? Voglimo fare una CLASSIFICA dei cm di stoffa e di tacco oltre i quali si deve desumere una volontà della donna a sco**re? MA FAMMI IL PIACERE!!!! basta con queste concezioni troglodite: se un uomo vuole un rapporto LO CHIEDE e se la risposta è no è NO! Quello di autogiustificarsi è un atteggiamento profondamente VIGLIACCO e gli uomini che ragionano così non sono veri uomini!!

  2. laura says

    da siciliana quando ho letto questo post mi sono venuti i brividi perchè noi siciliane viviamo spesso il maschilismo come cosa privata e la mafia come danno pubblico. invece il maschilismo è quello di chi ti sparla dietro le spalle, quello di chi ti rovina la vita per questioni di reputazione. altro che privato. ti fottono la vita. lo fanno per avere controllo di noi, di tutte le persone, della gestione dei soldi.

    da quello che ho sentito ultimamente nei telegiornali e ho letto c’è un interesse economico grosso per portare avanti quest campagna negazionista che vuole scambiare la vittima con il carnefice.

    questo lo dimostra ampiamente.

    grazie per quello che scrivete.

  3. d-K says

    Ultimamente ho notato anche un aumento del fenomeno del discredito al femminismo portato avanti da (presunte) appartenenti al genere femminile che si ergono a paladine dei “poveri maschi bistrattati”: http://www.youtube.com/user/belindagatta1
    Nessuno nega che anche le donne possano essere violente (qui se n’è parlato spesso nei post sulle bulle) ma quello che si vede in quei video dice tutt’altro, dice che le donne sono anche più violente degli uomini e che quindi la violenza maschile se non giusta è quanto meno giustificata. Come si può rigirare così impunemente la frittata?

  4. Das D-maedchen says

    ora basta.
    penso che tu abbia scritto questo articolo sulla scia di questo, vero?
    http://www.quotidianoapuano.net/print.php?sid=1966
    io credo che ci sia una malafede enorme dietro a tutto questo, altro che “contro tutte le mafie”, hanno addirittura il coraggio di scrivere una cosa del genere:
    Nel 76,6% dei casi è un uomo che ha in media tra i 30 e i 40 anni a commettere il delitto, il 50% delle vittime è donna e il 16,1% è minore. Questi dati sono stati allegati a una mozione presentata alla Camera, in cui si è chiesto al Governo maggiore impegno a favore della bigenitorialità.
    cioè rendiamoci conto, quasi l’ottanta percento dei delittuosi in famiglia è un uomo che uccide figl* e moglie e loro che fanno? chiedono più bigenitorialità? ma se la mettessero in culo, la bigenitorialità! vogliamo duplicare il numero dei delitti pro anno, vogliamo un femminicidio di massa?
    adesso ti racconterò una storia.. io sono costretta a vedere un uomo disgustoso, già noto alla polizia per ripetuti atti di violenza fare il bello e il cattivo tempo nella vita della sua ex compagna, che ha ahimè avuto la sventura di aver avuto un figlio da lui. il signorino l’ha pestata da mandarla in ospedale e le ha fatto tante altre cose che non voglio raccontare. .ebbene, dopo tutto ciò questo immondo sacco di XXXXXX ha ancora il diritto di vedere il figlio, ma non versa un soldo uno per il suo mantenimento, salvo poi, durante le uscite che la madre E’OBBLIGATA a far rispettare, comprare un sacco di giocattoli costosi che la madre mai si potrebbe permettere -anche perché è lei che deve provvedere a cose “noiose” come scarpe, materiale scolastico, vestiario, cibo eh- e farlo ritornare a casa alle 2 di notte magari pure prima di un giorno di scuola.
    ecco, aiutiamo persone così, facciamogli il residencino in stile milano 2, permettiamogli di telefonare alle loro ex compagne a tutte le ore e di chiamarle “puttana” solo perché non fanno mangiare il pargolo all’ora pattuita (sentito con le mie orecchie)… intanto alle mamme come questa, sole, con altri figli , con un lavoro precario e pure straniere il comune di Roma o i cari leghisti mica ci pensano.. che se ne tornino al paese loro.
    a conclusione di quest’amara storiella dico che stiamo aspettando un giudizio su questa “persona” rinviato per le lunghe. bene, se passa il provvedimento per processo breve come andrà a finire, passa tutto in cavalleria? ah grazie, madonna quanto è potente ‘sta lobby che tutela la vita e la salute mentale delle cittadine donne!

  5. Elena says

    Quinta strategia: negare la generalità del fenomeno, il contesto. Come può esistere un singolo delitto mafioso se non esiste la mafia? Come può esistere un singolo stupro se non esiste la violenza maschile?

    Aggiungo: come può esistere la mercificazione del corpo della donna se è la donna stessa a offrire il proprio corpo in pasto ai maschi con pubblicità, calendari, visite ginecologiche in prima serata?

    E si sa, è collegato perchè se una donna si mette una minigonna allora vuol dire che vuol farsi sc***re. Se una donna si mette in topless in spiaggia vuol dire che vuole che vengano guardate. Dal primo che capita, non importa chi.