Come previsto, ieri, rispondendo all’appello delle Sguardi Sui Generis di Torino, molte realtà si sono mobilitate in solidarietà delle lavoratrici Omsa licenziate via fax da una azienda florida che delocalizza in Serbia per profitto. Da Palermo a Bologna a Torino e in molte altre città in cui si sono realizzati presìdi attivi e il tam tam scorreva per la rete parallelemente all’altra lotta (qui report e foto della manifestazione di ieri) alla quale teniamo molto in solidarietà alle persone #NoTav arrestate (a proposito, dalle prime notizie si parla di una manifestazione nazionale in Val Susa per il 25 febbraio). Ecco un articolo di Infoaut che racconta com’è andata a Palermo e alcune foto da Salerno. Buona lettura!
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È partita oggi (ieri per chi legge ndb) Sabato 28 Gennaio la campagna di boicottaggio nazionale contro la Omsa che nel giorno di Capodanno con un semplice fax ha bruscamente licenziato 239 lavoratrici dello stabilimento di Faenza senza nessuna possibilità di trattativa.
Alla base del licenziamento delle operaie sta la sete di profitto incondizionato: l’azienda infatti sembra godere di ottima salute dal punto di vista finanziario ma non contenta di ciò ha deciso di delocalizzare la produzione verso paesi terzi dove il lavoro viene pagato a costo zero (il minimo indispensabile per la sopravvivenza) perpetuando così sfruttamento su sfruttamento. Questo è ciò che accade nel turbolento e contraddittorio mondo del lavoro dove tagli e licenziamenti sono all’ordine del giorno e dove la crisi creata da banche e speculatori la fa da padrona sulla vita di studenti, precari, operai e senza casa. La mancanza di qualunque scrupolo da parte della Omsa è però riuscita a sollevare il dissenso e la rabbia di quanti hanno deciso di solidarizzare con la lotta di queste lavoratrici e scendere in piazza per fare sentire le proprie ragioni.
Anche Palermo ha aderito alla giornata di boicottaggio contro la Omsa per esprimere la piena solidarietà alle lavoratrici e ribadire il proprio dissenso nei confronti dello stato di cose presenti. Una cinquantina di militanti del Collettivo Anillo de Fuego si sono date appuntamento davanti al Teatro Massimo per organizzare un presidio e volantinare le ragioni della protesta ricevendo la piena approvazione della cittadinanza. Il presidio si è successivamente spostato di fronte il Golden Point di via Maqueda, dando vita ad azioni di disturbo (megafonaggi e volantinaggi) simboliche e comunicative volte a sensibilizzare i passanti e ad impedire all’azienda, in tempo di saldi, di fare ulteriori profitti, ricordando alla Omsa che le scelte di produzione non possono passare sulla vita delle lavoratrici. Durante l’iniziativa è stato affisso uno striscione con su scritto “Boicotta Omsa, solidarietà alla lavoratrici licenziate”.
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