C’era una volta il rapporto ombra sulla attuazione (mancata) della convenzione Cedaw presentato da centinaia di donne e associazioni. E c’erano le raccomandazioni Onu fatte al governo italiano che il governo aveva promesso di tradurre nella nostra lingua e di rendere disponibili sul proprio sito e invece non stanno da nessuna parte.
Su questo e su altre mille mancanze il governo italiano ha fatto una figura di merda, come dice bene Luisa Betti nell’articolo che sintetizza quello che ieri si sono detti i rappresentanti istituzionali e la rapporteur Onu che in perfetto italiano, lei, ha precisato quanto sono pessime le condizioni delle donne in Italia. Fondamentale osservare l’aumento dei femminicidi (#12 vittime solo nelle prime 15 giornate del mese corrente) e il fatto che sarebbero previsti quasi 6000 posti letto per donne che subiscono violenza e invece ci sono zone rifugio soltanto per 500 persone. Ovvio che non si riesce a soddisfare la richiesta di migliaia di donne in difficoltà che si rivolgono ogni anno ai centri antiviolenza.
Per dovere di informazione, affinché si sappia e facciate ancora sapere ad altre cosa succede, dobbiamo ribadire che in Italia c’è un movimento reazionario che esige la privatizzazione dei consultori così come la chiusura dei centri antiviolenza. Un esempio di quello che viene fatto contro i centri antiviolenza, realtà necessarie per la vita delle donne in difficoltà, lo avevamo riportato ieri in una nota molto più esaustiva che vi invitiamo nuovamente a leggere.
Riportiamo solo un breve passaggio:
“Cosa assai più grave, per quanto compatibile con le assurde logiche commerciali che riguardano il web, è stato l’acquisto da parte di questi soggetti (maschilisti e padri separati) dei domini “http://www.centriantiviolenza.eu” (dominio che era della rete dei centri antiviolenza) e “http://www.centriantiviolenza.com” (ancora un altro fake), “http://www.centriantiviolenza.it” (ennesimo fake) attraverso i quali si veicolano gli stessi argomenti e si diffama quotidianamente il lavoro dei centri antiviolenza. Provate a cercare su google “centri antiviolenza” e vedrete che questi sono i siti che le donne troveranno subendo una totale disinformazione e non riuscendo così a fruire di un servizio fondamentale che potrebbe loro salvare la vita.”
Vi segnalo altri due articoli che parlano di quello che si è detto ieri QUI e QUI e poi vi rimando alla sintesi del rapporto ombra semmai il primo link, sopra, vi sembri troppo lungo da leggere.
—>>>Sintesi del Rapporto Ombra Cedaw sui Diritti delle Donne in Italia