Skip to content


Uomini e navi che affondano: eroi e codardi!

Da giorni, mentre eravamo impegnat* a ragionare d’altro, dove l’altro stava per femminicidi che sono arrivati numerosi, uno dietro l’altro, a darci il segno di una situazione, tutta italiana, di gravissima emergenza, sullo sfondo, per quel che ci riguardava, a fronte della tragedia avvenuta con la nave da crociera, c’era un dibattito con battute avvertite tra luoghi di lavoro e bar, botteghe e ore pasti nelle case.

L’ufficiale eroe e il capitano codardo. E a sostegno di questa tesi i media si sono dati un gran da fare nell’intervista all’eroe e nello scovare elementi di dileggio e denigrazione nei confronti del codardo.

A me quello che di questa vicenda importa è il fatto che l’errore umano, la presunzione o la codardia di una persona non siano un alibi affinché la compagnia eviti di pagare un risarcimento alle famiglie delle vittime, perché alla fine, lo sappiamo, come avvenuto in certi gravissimi incidenti aerei, tutto purtroppo si riduce a questo.

Ma è comunque antipatico questo modo di commentare queste faccende, ché si legge dappertutto, inclusi i commenti sui social, come se chiunque fosse disposto a rischiare la propria vita per fare l’eroe.

Il mito dell’eroe e il dileggio del vigliacco piagnone è uno sprone al machismo che è duro a morire. Ce lo portiamo dietro dall’infanzia, e lo sappiamo che se le scuole fossero in mano ai vice/duce che esistono in italia sarebbero tutte un premiare ragazzetti che resistono all’addestramento militare e a sfottere bambini troppo “femminucce” per vivere.

Non so ma vorrei capire se solo a me questa cosa ha dato e dà fastidio, perché una volta tanto vorrei che si investisse meno nella sollecitazione di un modello virile alla rambo e si raccogliesse invece lo sforzo di tanti uomini che mostrano sensibilità e che non è detto sappiano piantare un chiodo o abbiano l’addestramento adatto a contenere la paura.

Inoltre credo che continuare a insistere sul mito dell’uomo “intrepido” e “coraggioso”, giusto per fornire militari alle cronache di regime, mentre poveri uomini/soldato, illusi di fare miracoli nella storia o per le proprie tasche, vanno a perdere la vita o a toglierla a qualcuno in guerra, non sia una buona idea.

Mi piacerebbe si investisse nel dire che il coraggio è di quegli uomini che non picchiano mai nessuno, donne in testa, e che non fanno del male neppure a pagarli. Quegli uomini che se gli dai un’arma in mano tremano e giustamente la mollano lì seduta stante, quegli uomini che nel bel mezzo di una guerra disertano e guardano la morte con orrore e scappano.

Sarà che a noi i disertori sono sempre piaciuti ma questa storia che gli uomini non abbiano diritto a mostrare un lato umano di se’ non è che sia una buona cosa da dirsi. Sarà che pensiamo che la presunzione, madre di tanti errori, sia figlia di quella cultura della virilità ad oltranza, dell’ansia da prestazione conseguente, delle partite a punti per la vita.

Io so di cosa parlo quando parlo di vigliaccheria ed è tipica di quegli uomini che quando ammazzano una donna poi la portano in ospedale dicendo che ha avuto un “malore”. E’ tipica degli uomini che maltrattano le mogli e le costringono a non dire la verità, o di quegli stupratori che dichiarano che è stata tutta colpa di lei, che ci stava, che è bugiarda, di quegli uomini abusatori che quando trovano una bambina indifesa manipolano la verità e la chiamano bugiarda quando quella punta il dito contro di loro.

Il vigliacco è una persona che continua a fare male e non si assume le proprie responsabilità, che sfugge in ogni momento perfino creandosi leggi fatte apposta per se’ in modo da non dover mai finire in un tribunale, e invece in questo momento è questo genere di uomo che viene eletto a macho-man, ovvero quello che la fa franca, che non paga mai per le nefandezze che ha commesso. Lui, l’uomo che non deve chiedere mai, che prende e basta e che non chiede scusa, che se una donna dice di no la schiaffeggia e la stupra o la uccide. Non è forse il modello che viene proposto in televisione tutti i giorni dove gli uomini piagnoni che vediamo sono gli accusati di stalking che dicono che le loro ex sono cattive?

Dicevo: se ci sono responsabilità nella morte di altre persone quelle responsabilità bisogna assumersele ma da lì a creare una retorica che costruisce un modello maschile io direi di andarci piano. O no?

Ps: mi dicono che su facebook è stata creata apposta una pagina per insultare il capitano, come dire che il popolo degli “eroi da tastiera” che ha bisogno di qualcuno da linciare è sempre vivo e vegeto e lotta contro di noi.

Posted in Critica femminista, Disertori, Pensatoio.


20 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Giovanni says

    @Kigen non è che si sono eccitati, ma il fatto ha avuto una doppia valenza, l’affondamento della nave coincide con l’affondamento dell’italia e dell’abbandono di coloro che si sono voluti mettere al timone, e chissà la gente si svegli http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/18/casta-crociere/184545/

  2. luisa says

    anch’io sono in difficolta’. tralasciando l’operato del capitano, tutt* quest*italiani*cosi’ indignat*, non è che li rivediamo passare nelle atroci immagini registrate di quella donna ammazzata nel metro con u n pugno mentre la gente passava senza far nulla? o l’extracomunitario picchiato a morte x la strada di giorno senza che nessununo intervenisse? o le tantissime donne ammazzate a casa i cui vicini non sentono mai le urla??? insomma tutti questi de falco dove sono???

  3. Paolo84 says

    X federico
    le strumentalizzazioni fasciste sono gravissime, fermo restando che ciò che ha fatto Schettino (un capitano che abbandona la nave mentre ci sono ancora passeggeri a bordo e in pericolo! Vite umane di cui lui era responsabile!) anche solo sul piano simbolico non si può condonare

  4. Paolo84 says

    X federico
    il fatto che la tragedia della Costa Concordia venga strumentalizzata in chiave fascista è grave (la Costa Concordia non era una nave da guerra quindi non capisco neanche che c’entri il 1941) ma non deve mettere in ombra la responsabilità morale di un comandante che abbandona la nave (che è naufragata anche per un suo errore) mentre ci sono ancora passeggeri a bordo e in pericolo, vite umane che erano sotto la sua responsabilità!..questo anche solo sul piano simbolico è molto grave

  5. federico says

    Mi è capitato di imbattermi in un’immagine condivisa su facebook da uno dei miei contatti (e a quanto pare da altre 228 persone). Direi che è significativa del messaggio che si vuol far passare:
    1. «..il capitano ecc. rifiuta di essere salvato dagli inglesi, e dopo aver salutato militarmente affonda con la sua nave.» Questo sì che è un capitano con le palle, un vero maschio italiano.
    2. «Io preferisco ricordare l’Italia del 41. La mia Italia.» Quella fascista in guerra, insomma.

  6. kzm says

    segnalo questo, val la pena:
    http://ekbloggethi.blogspot.com/2012/01/il-galeone.html

  7. Paolo84 says

    Con sta storia il governo Monti non c’etra e chi su twitter lo tira in ballo sbaglia, vediamo di stare ai fatti. E’ che sbagliamo a vedere il concetto di “dovere” solo in maniera negativa e autoritaria, esistono pure i doveri verso se stessi e gli altri, esistono pure i doveri che decidiamo, più o meno felicemente, di prenderci: Schettino ha scelto di fare il capitano di navi da crociera assumendosi determinati doveri e responsabilità nei confronti dell’equipaggio e dei passeggeri sopratutto nelle situazioni d’emergenza..quando l’emergenza si è verificata (anche a causa sua), non è stato in grado di adempiere a quei compiti che aveva SCELTO di assumere in qualità di comandante della nave. De Falco non è nè un “macho” nè un “eroe”, è uno che ha fatto e detto quel che doveva fare e dire in quella situazione.

  8. Adele says

    Io ho sentito in un tg che al momento del fattaccio, Schettino stesse parlando con una donna romena: sta a vedere che mò dicono che la colpa è di una femmina (per giunta straniera) che ha osato distrarre il maschione italiano a comando, non mi stupirei mica se accadesse! Prendersi le proprie responsabilità, non dico sempre ma ogni tanto, è davvero ma davvero così difficile?

  9. Kigen says

    Pensavo la stessa cosa ieri sera e ne discutevo con altri amici. Quello che mi ha dato fastidio è stato leggere il diluvio di commenti in cui si paragonava il De Falco alla Responsabilità, alla Buona Italia e tutte ste cazzate del genere. Addirittura uno su Twitter ha scritto che De Falco era come Monti che imponeva i sacrifici a un popolo altrimenti incapace! Questo commento ci fa capire come sia scattato un meccanismo di massa fortemente machista e fascista, in cui tutti devono identificarsi con L’Uomo forte, colui che ti richiama al Dovere, che si sa che noi italiani siamo un popolo di piagnoni deficienti. Ecco, alla fine è una “pulsione di morte” e desiderio di autorità quasi masochista ad emergere, politicamente parlando. Credo che a Repubblica e a Il Fatto Quotidiano si siano anche eccitati a sentire la telefonata registrata, ho come questa impressione. Per il resto la vicenda è purtroppo molto semplice ed è scandaloso voler nascondere già dall’inizio le evidenti ed enormi colpe della compagnia di crociere : già far passare quel casermone a filo di spiaggia è un crimine ed un azzardo.

  10. p. says

    Sono d’accordo con Alessandra, e mi sembra un punto importante: cioè, sempre decostruire criticamente, ma tutto: trovo al retorica sull’ufficiale della Capitaneria di Porto assolutamente insopportabile così come il linciaggio; servono entrambi a sfogare facili umori; ad evitare di chiedersi perché a quanto pare i comandanti delle navi con migliaia di persone a bordo si divertano a rischiare la propria pelle e quella altrui per dimostrare di “avere le palle”; perchè le compagnie evidentemente lo tollerino. Purtoppo, per quanto ne sappiamo, Schettino non è un uomo attaccato perché ha mostrato una debolezza poco maschile; è un macho che ha fallito nella sua esibizione.Come dice Alessandra, da un uomo capace di considerare una nave con quattromila persone a bordo come una “estensione del suo pene” non mi aspetto grande senso di responsabilità nel momento dell’emergenza.

  11. sabina says

    Non mi sento in dovere di proteggere la reputazione di una persona che, imho, si è comportata senza alcun senso della responsabilità .
    Le responsabilità penali saranno accertate, le conclusioni morali ed etiche inevitabilmente ognun* di noi le sta gia’ traendo ed in questo mi sento, ahime’, parte della massa.

    Da un punto di vista mediatico pero’ è interessante vedere come all’immagine dll’uomo codardo e senza dignità si sia sentità immediata e forte la necessità di accostare la figura dell’eroe iraliano , una figura che, patriotticamente, riscatta agli occhi del mondo la virilità paralizzata dalla paura .

    Ragione per cui se Schettino appare come un coglione codardo ITALIANO agli occhi del mondo, si genera l’impulso , come in una sorta di riflesso pavloviano di massa, di mitigare il senso di vergogna collettivo convogliando, su uno (o pochi altri)
    l’appellativo di “eroe” dimenticando i tanti:, uomini e donne, italian* e stranier* (penso al personale filippino) che si sono prodigati per mantenere l’ordine evitando il peggio.

    SALVIAMO IL MASCHIO ITALIANO DAL RIDICOLO
    potrebbe essere il non detto ?

  12. Mammamsterdam says

    Quanto, ma quanto sono d’ accordo con i punti chiave di questa analisi. Stamattina mi sono svegliata ringraziando il cielo di non essere una scrittrice di thriller e mi ci sono svegliata tanto bene che ci ho scritto un post. Bello sentire questa identità nelle ipotesi.

  13. Giovanni says

    Non è tanto la questione di essere vili o pusillanimi ma peggio che peggio essere irresponsabili nel momento in cui ci si trova al comando, sapendo che sotto di te sei responsabile di un numero x di vite, anche fossi su una nave da crociera, le registrazioni parlano chiaro chi è Schettini attraverso quel suo blaterare mentre era già nella scialuppa, certo ha anche ragione il fatto che pone dubbi non solo sul capitano ma sulla catena al comando che doveva vigilare sull’irresponsabilità del tipo, perché questa catena non ha funzionato?

  14. Veronica says

    Scusate, ma anche io sono confusa : Schettino si e` dimostrato un uomo indegno, ed e` oggetto di dileggio. Che c`entra il mito non e` questione del machismo? Vuol dire che il femminismo deve valutare la codardia e la mancanza di responsabilita`?

    Io disprezzo i codardi e gli irresponsabili, maschi E femmine. Sottrarsi ai propri doveri di ufficiale non e` questione di politica o ideologia.

  15. Paolo84 says

    “non è un “Rambo” (tra i personaggi cinematografici non è il mio preferito ma non lo disprezzo il primo film non era male”

    non era male sul piano estetico e cinematografico, intendo. scusate l’OT

  16. cybergrrlz says

    @alessandra infatti si dice che la presunzione è figlia di quel machismo. non si stava mica a ergere un piedistallo per costui. si dice che la differenza fatta da il machoman eroe e il codardo così come presentato dai media è deleteria in termini culturali e inoltre questa sollecitazione e istigazione mediatica al linciaggio è in perfetto stile con i nostri tempi. ieri il rumeno, oggi questo tizio, domani chissà. e le reazioni sono identiche, tant’è che se sei una voce fuori dal coro di chi sbraita e intona cori insultanti vieni a tua volta insultat@ (ci sono già arrivati commenti sui social). questo non è per niente buono. proprio no.

  17. Paolo84 says

    avere coraggio non è obbligo ma se sai di non saper vincere la paura allora non puoi assumerti incarichi di grande responsabilità come il comando di una nave, qui non c’è una guerra non ci sono armi, non ci sono neanche “eroi”, c’è chi ha fatto il suo dovere e chi no, chi aveva la responsabilità del comando e ha ritardato a chiamare i soccorsi, e ha abbandonato la sua nave quando c’erano ancora cento passeggeri in pericolo..sì per me questa persona è un codardo, ha sbagliato e si deve assumere la responsabilità dei suoi errori

  18. Paolo84 says

    scusa ma non capisco: l’ufficiale della capitaneria di porto non è un “Rambo” (tra i personaggi cinematografici non è il mio preferito ma non lo disprezzo: il primo film non era male) è uno che ha fatto il suo dovere dimostrando calma e sangue freddo in una situazione difficile, colui che ha mancato è il capitano della nave da crociera che invece di assicurarsi che tutti i passeggeri fossero messi in salvo come era sua precisa responsabilità ha pensato solo a salvarsi la pelle: avere paura è umano ma se hai posizioni di comando devi esserne degno, schettino non si è dimostrato all’altezza del compito che aveva, non stiamo parlando di un bambino ma di un adulto che si era assunto delle precise responsabilità e che alla prova dei fatti ha reagito come un bambino, il dileggio se lo merita tutto per quanto mi riguarda fermo restando che spetta ai giudici chiarire se ha commesso reati comunque per me è responsabile perlomeno sul piano morale: era il capitano della nave! Aveva il comando! Non era un passeggero!
    ora posso capire che l’esercito e le divise non vi piacciano (ma non sono solo uomini a indossarle) ma se una persona in divisa si comporta bene non c’è niente di male a dirlo così come non c’è niente di male a far pagare le sue responsabilità a chi ha lasciato nella cacca i passeggeri a lui affidati. pure a me l’esercito non piace come istituzione ma non ho niente contro le singole persone che ne fanno parte, non penso che siano tutti mostri

  19. Serena says

    ha dato molto fastidio anche a me questa vicenda! e sono contenta di aver trovato qualcuno che abbia il coraggio di parlarne, perchè non se ne può più di questa situazione di machismo estremo, come se tutti fossero disposti a fare gli eroi, come avete detto voi…
    leggevo il commento su facebook di una ragazza a proposito di questa storia: “si vede che le palle le ha lasciate a casa” (riferendosi al capitano). ecco, già il solo fatto di accostare i testicoli al coraggio è di un machismo e sessismo disarmante.
    quest’uomo ha sbagliato e di sicuro pagherà per il suo errore, ma i media (ho visto il pezzo di Crozza a Ballarò, l’ho trovato vergognoso) e l’opinione pubblica stanno distruggendo completamente la sua persona. Se quest’uomo si suicidasse sinceramente non mi stupirei, data la ferocia con cui ci si è accaniti su di lui!

  20. alessandra says

    Io però ho letto il comportamento di schettino in pieno stile machista e immaturo, prima considera la nave come un’estensione del suo pene e si “spara le pose” per sentirsi potente, poi non si assume la responsabilità anzi la nasconde (non dando l’ordine di abbandono della nave). Dite che è un’idea forzata?