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Antispecisti di destra? Eh no, compagn*!


Ho appena letto la testimonianza pubblicata su Infoaut dal titolo Provocazioni fasciste al corteo anticaccia a Brescia, che a prescindere dal resoconto dei fatti – sul quale non ho chiaramente nulla da eccepire – mi lascia molto contrariata in quanto a conclusioni.
Ultimamente sento molto spesso parlare di ‘antispecismo e destra’ – mi torna ad esempio subito in mente l’articolo uscito su Left qualche tempo fa dal titolo animalismo nero – e questo è stato peraltro uno dei temi trattati, con estrema serietà, all’ultimo Incontro di Liberazione Animale, tenutosi alla fine di agosto vicino a Torino (il titolo di uno dei workshop era proprio ‘Antispecisti di destra?’, da un ottimo contributo pubblicato dalla Veganzetta e consultabile qui).

Ecco perciò mi sento di dire con una certa tranquillità che spesso, trovandomi in ambiente antispecista, non ci sono stati dubbi riguardo al fatto che non vi sia posto per ‘destrorsi’ nel nascente movimento, siano essi nostalgici fascistoni conclamati o più insidiosi ‘intellettuali’ di quelli che vorrebbero ‘cancellare le obsolete definizioni di destra e sinistra, comunismo e fascismo’ (e guarda caso sono quasi sempre di destra quelli che vogliono ‘dimenticare il passato’ – come ad es. la filosofa Alessandra Colla che, ho da poco con mio stupore scoperto, è tra i redattori della rivista Asinus Novus – cosa questa che mi piacerebbe approfondire, ma questo non è –ancora – né il luogo né il tempo – ma è chiaramente una domanda aperta la mia, in attesa di un sereno confronto in merito).

Altro conto, come è stato testimoniato da tanti dei presenti all’incontro di agosto, sono quei cortei un po’ generalisti nei quali non si può parlare di un’organizzazione da parte di un cosidetto ‘movimento antispecista’ (ma quale? Pare davvero ancora troppo prematuro parlare di movimento) che raccoglie tutta una serie di individualità tra le quali ne spiccano molte inclini più che altro alla zoofilia, a tratti vagamente squilibrate e del tutto avulse da qualsivoglia contesto politico.
Queste persone, che sicuramente possono rappresentare  – anche solo, a voler essere ottimisti – per la propria ingenuità delle dinamiche di piazza un pericolo per sé stessi e per gli altri non sono antispecisti, checché magari a volte si proclamino tali. Questo perché l’antispecismo ha una valenza politica che queste persone non prendono assolutamente in considerazione, facendo un minestrone di sentimentalismi, istanze personali, confusione e superficialità non da poco (sono proprio quelle persone che hanno permesso al corteo summenzionato che una persona venisse aggredita, così come quelle che al corteo contro ‘Green Hell’ stringevano la mano ai poliziotti per dare loro solidarietà come lavoratori  – subendo poi peraltro sgomenti una carica!)

Per tornare alla testimonianza di cui sopra, ciò che forse la compagna non ha preso nella dovuta considerazione (così come a suo tempo i redattori di Left) è non ‘ciò che si vede’, e cioè il fascista che viene a provocare il corteo o la zoofila che dice di lasciar correre e non si rende conto della gravità della cosa…. Ma ciò che ‘non si vede’ perché non c’è: e cioè interesse da parte dei compagni di sinistra per la lotta antispecista.

E qui apriamo un vaso di Pandora, ma ritengo sia ora di farlo, perché a volte pare (e sottolineo pare) quasi che articoli come quello al quale mi trovo a rispondere siano volti a legittimare quello stesso disinteresse, adducendolo al fatto che l’antispecismo sarebbe una pratica politica di destra…. Eh no, compagn*!

Come femminista e antispecista, convinta dell’intersezionalità delle diverse lotte, mi sono scontrata più e più volte con il dileggio, il disinteresse o l’aperto fastidio nei confronti della lotta antispecista da parte di persone con una pratica politica attiva e di sinistra alle spalle: femminist*, antirazzist*, antifascist* (sensibilissim* alle diverse istanze!) che di fronte alla lotta antispecista dimostravano indifferenza totale, quando non dileggio o aperto disprezzo (vogliamo parlare delle intoccabili grigliatone di sinistra??), la definivano insomma senza tanti giri di parole – e anzi con assordanti silenzi – come una lotta futile e tutto sommato inesistente.

E sebbene intimamente io senta di voler mostrare solidarietà alla compagna attaccata e a quelli intervenuti in suo aiuto, vorrei portare alla loro attenzione il fatto che, probabilmente, quello che hanno vissuto lo hanno vissuto proprio perché molti di quelli con cui condividono tante importanti battaglie non erano lì con loro quel giorno.

Ed esorto perciò noi tutti, che abbiamo a cuore la lotta antifascista, a renderci conto che quando i fascisti si fanno spavaldi è perché sentono una debolezza, un vuoto, uno spazio in cui possono cercare di infiltrarsi: perciò se ciò dovesse accadere nell’ambito della lotta di liberazione animale, il primo esame di coscienza dovrebbe venire proprio dal movimento antagonista e da quei tantissimi militanti e attivisti che ad oggi, nei confronti del nascente movimento antispecista, non hanno dimostrato che perplessità e indifferenza.

Posted in Animalismo/antispecismo, Pensatoio, R-esistenze.


15 Responses

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  1. Stefano Panzarasa says

    salve,
    mi fa piacere postare anche qui da voi il mio commento messo sullo stesso articolo in veganzetta ma che dopo due giorni è ancora in moderazione… Che non lo riescano a capire? Spero che qui sia diverso…
    Un saluto,
    Stefano Panzarasa

    Le grigliatone di sinistra…
    Appunto, io ero giovanissimmo nel ’68, poi nel Movimento del ’77, in seguito portai mio figlio che aveva appena due anni a partecipare all’occupazione dell’università della Pantera, eccetera…
    Ora, in chiave ecopacifista, vegana e antispecista, penso solo che nessuna dittatura, nessuna persona che gode mangiandosi il cadavere di un animale possa essere… per la Terra.
    Il punto è questo, se il nostro Pianeta potesse parlarci (e lo fa sicuramente nel suo modo) ci chiederebbe chi è con lui, con le piante, gli animali, i cicli della vita e della selvaticità…
    Il punto di svolta secondo me è questo, chi è a favore della Terra e chi no.
    Chi è per la Terra sarà per l’unità di tutte le cose, il rispetto di tutti gli esseri viventi, la solidarietà, l’uguaglianza, la condivisione, la compassione, l’amore per la vita in tutte le sue forme.
    Nelle società occidentali di stampo patriarcale non c’è nulla di tutto questo se non, per fortuna nostra (altrimenti probabilmente neanche se ne parlerebbe più), il ricordo di periodi passati di armonia con la natura (le donne e gli uomini Cro-magnon, le antiche società neolitiche, le piccolissime popolazioni matriarcali indigene ancora esistenti…).
    Molte persone di destra e sinistra sicuramente su una cosa vanno perfettamente d’accordo… mangiare salcicce…
    Non verrà da loro un vero cambiamento verso un’era di consapevolezza ecologica che io amo chiamare Era Ecozoica…
    Stefano Panzarasa

  2. Serena says

    Cicciozzo, definisci “balzana” la lotta in cui le persone che sono intervenute qui sono seriamente impegnate e poi ti lamenti di venire offeso? A parte che di offese non ne vedo, mi pare tu faccia mooolto di peggio: squalifichi l’interlocutore in partenza, dissolvendolo in un generico “voi” fatto di animalari facebookiani e zoofili à la Brambilla…per forza non ti si risponde con un bacetto.

    L’antispecismo non è un troncone unico, e la teoria dei diritti (Regan, Francione) è solo una delle sue correnti: nemmeno la più seguita. Quindi, già il tuo bersaglio polemico è ridotto a una parte molto circoscritta di esso, e lascia fuori utilitarismo (Singer), ecofemminismo e soprattutto – quel che personalmente mi interessa – antispecismo politico.

    Secondo me, la cosa migliore da fare sarebbe leggersi ‘sto libro: http://www.antispecismo.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=55:qal-di-la-della-naturaq-recensione-di-felice-cimatti . Lascio anche qualche altro link, sperando non lo si trovi di cattivo gusto. D’altronde, nessuno è obbligato a cliccarci sopra.

    http://asinusnovus.wordpress.com/2012/02/26/lettera-ad-un-comunista/

    http://asinusnovus.wordpress.com/2012/02/14/teoria-critica-e-liberazione-animale/

    http://asinusnovus.wordpress.com/2012/03/03/gli-stalinisti-della-bistecca-e-della-vivisezione/

    http://asinusnovus.wordpress.com/2012/08/06/lantispecismo-non-esiste-storia-critica-di-un-movimento-fantasma/

  3. cicciozzo says

    Claudio mi spiace, diciamo che probabilmente mi spiego male: si, sono antropocentrista.

    Anzi, sono proprio un umanista. Non solo. Credo che anche te, con la tua velleità di attribuire diritti agli animali, fosse anche quello di essere lasciato in pace, sei antropocentrista.

    In questo senso l’antispecismo è una patetica velleità.

    Credo che l’interazione e la soppressione degli animali faccia parte dell’esperienza esistenziale degli onnivori; il tuo gatto mangia carne, e io pure… non sono più colpevole di lui. L’uomo è un onnivoro naturale… e mangiare carne fa parte del nostro portato storico come specie. Di fatto, siamo scimmie che cacciano… la nostra capacità di linguaggio e la nostra manualità si è sviluppata in questo modo. Se ti mancano proprio le basi, ti consiglio piero angela http://youtu.be/tugOqGCaEYs?t=1h51m28s

    Certo, questo puoi rinnegarlo e mangiare proteine vegetali elaborate artificialmente, è un tuo diritto. Bravo clap clap: ma non rompere i coglioni agli onnivori. Inoltre… grazie per il mandante, non te ne posso volere: le tue capacità cognitive sono probabilmente limitate da una certa carenza di ferro nell’alimentazione.

  4. Claudio says

    Qui nessuno ha parlato di “diritti”, ma solo di lasciare in pace gli animali, visto che non abbiamo alcun motivo di disturbarli, imprigionarli, torturarli, ucciderli, mangiarli.
    Se non sei un antropocentrista, non dovrebbe indignarti la definizione di lager per gli allevamenti di cani, altrimenti equivale a dire che le vittime umane sono di Serie A e le vittime animali di Serie B, il che è un ragionamento antropocentrista.
    Nessuno di noi è nato vegano. Lo siamo diventati. Siamo cresciuti in famiglie onnivore in cui ci hanno insegnato che ammazzare animali è normale. Le argomentazioni che usi tu sono le stesse che ho usato anche io, finché non mi sono reso conto che stavo solo difendendo in modo disonesto il mio mero desiderio di pollo arrosto. Quando ho riconosciuto questo davanti a me stesso, ho detto: “Sono una testa di cazzo”, e ho smesso di mangiare prodotti di origine animale, visto che farlo non mi costava nulla. Come non costerebbe nulla a te.
    Trovare un punto di incontro è difficile: o si ammazza o non si ammazza. Non è che si può “ammazzare un po’”. Uno o è morto o è vivo, non può essere “un po’ morto”.
    Un assassino non lo sei, ma un mandante esterno sì. Come lo sono stato io. Finanzi altri affinché ammazzino per permettere a te di mangiare pane e prosciutto.
    Non ti sto attaccando, ma la realtà è questa e non avrebbe senso edulcorarla. Non significa che sei una cattiva persona o un criminale, ma è importante sapere e riconoscere che anche dietro una semplice frittura di pesce di una brava persona c’è una scia di sfruttamento, dolore, violenza e morta ingiustificata e ingiustificabile.
    Una frittata con le salsicce non vale l’orrore necessario ad ottenerla.

  5. cicciozzo says

    Madò Claudio, mi sembra di essere stato chiaro, ma vedo di semplificarti:

    ANTISPECISMO = EGUALITARISMO FRA UOMINI E ALTRI ANIMALI

    ATTRIBUZIONE DI DIRITTI = PECULIARITA’ UMANA, COMPLETAMENTE ANTROPOCENTRICA

    ATTRIBUZIONE DI DIRITTI AGLI ANIMALI => ATTIVITA’ ANTROPOCENTRICA, CHE SMENTISCE OGNI PRESUPPOSTO DI ANTISPECISMO

    Mi sembra chiaruccio. Se, come dici tu, se “antispecismo si basa proprio sul rifiuto dell’antropocentrismo” , dovresti evitare di autoproclamarti come la specie che attribuisce diritti agli animali… come il diritto all’eguaglianza.

    E’ un sillogismo molto razionale, dunque privo del filo emotivo e dell’empatia che sottende ai ragionamenti animalisti (lo stesso Steve Best dice che gli animali sono da rispettare nella musura della loro capacità di percepire dolore).

  6. cicciozzo says

    Ti prego, serena, fammi un po’ di bibliografia allora. Il tuo articolo l’ho letto, ma non contiene argomenti molto razionali… si limita ad evidenziare una mancanza di rispetto dei compagni nei confronti della tua scelta alimentare… che forse non è pregiudizio, è solo una forza uguale e contraria alla rottura di coglioni che ci infliggono i vegani più convinti a noi onnivori.

    Ora, al di là della nota di colore del fricchettone…

    Capisco il discorsino: egualitarismo, liberazione, emancipazione…
    Ma di quale egualitarismo parlate? L’attribuzione di diritti è quanto di più antropocentrico si possa fare; nel momento in cui attribuite diritti sputtanate ogni pretesa di egualitarismo. Oltre che sinceramente a me (o a noi?) irrita da bestia quando chiamate “lager” degli allevamenti di cani.

    Guardate, mi piacerebbe fare un discorso serio, perchè vi assicuro che avrei piacere di capire meglio… una roba anche lunga, articolata. Scambiarci articoli, opinioni, libri; trovare un punto d’incontro. A giudicare da alcuni attacchi che già incominciano a venire fuori qua sotto, sarà difficile… chi è il primo che mi dà dell’assassino per il mio pranzo?

  7. Claudio says

    Uhm, aspè Cicciò: prima la sinistra è umanesimo, poi quelle antispeciste sono idee antropocentriche? Mettiti d’accordo.
    Che poi l’antispecismo si basa proprio sul rifiuto dell’antropocentrismo. Non a caso si occupa degli animali allo stesso modo di come si occupa degli umani – e in questo senso è un sistema di pensiero razionale che abbraccia anche l’umanesimo, superandolo per estendere il rispetto e la libertà alle altre forme di vita.
    E, per correttezza di cronaca, antropocentrismo significa esattamente dire: “È giusto sacrificare i topi per il bene degli umani”. È importante fare ordine tra i concetti.
    Spero quantomeno che tu sia cosciente di mettere il tuo piacere egoistico davanti all’etica come fa un destrorso qualsiasi. Perché in fondo l’unico motivo per cui continui a mangiare cibi animali è che ti piacciono, quando non ti costerebbe niente smettere.
    Quindi, in questo caso, va anche trovato un nuovo motto per la sinistra: “Uguaglianza e libertà per noi, cazzi amari per tutti gli altri”.

  8. Serena says

    Cicciozzo, ma vuoi deciderti a leggere qualcosa di serio, o ‘sti due argomenti ad hominem (ho conosciuto un fricchettone che voleva bene agli animali ed era parecchio cretino) dovrebbero bastare a screditare un pensiero nascente di cui tu – questo è del tutto evidente – non sai un bel niente? Perché se vogliamo tener buona la tua definizione di sinistra (umanesimo e razionalità), non mi pare tu ne stia dando una gran prova. Essù. Fra l’altro nessuno dice che uno di sinistra DEVE essere antispecista, dispiace solo constatare che il fermo rifiuto di un confronto muova da motivazioni tanto inconsistenti.

  9. Marco says

    Complimenti: emerge bene il “doppio” problema che come antispecist* ci troviamo ad affrontare. E i due problemi sono legati. Il livello stesso di consapevolezza sul tema della contraddittorietà fra istanze di destra (quando non fasciste) e animalismo (quando non antispecismo) è ancora basso, e la riflessione è acerba. Lo stesso contributo (della Veganzetta) che viene citato è a mio parere ancora molto superficiale, benchè dica una verità sostanzialmente banale ma imporante da ribadire: la lotta per la liberazione animale è una lotta di tipo egualitarista, e se la distinzione destra/sinistra ha un senso (e come può non averlo?) non è una lotta conciliabile con posizioni di destra.
    Mi permetto anche di segnalare un altro scritto sul tema e sull’articolo di Left: http://www.antispecismo.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=186:antispeneri

  10. cicciozzo says

    “E’ una lotta politica” non vuol dire niente. Non basta. Non è un’argomento.

    La sinistra è umanesimo e razionalità: lo è fin dalla rivoluzione francese. L’antispecismo (già un termine opinabile) è fuori da entrambi questi canoni.

    Madonna mia, ieri sera un frittone al centro sociale tentava di convincermi dei diritti dei batteri nella sperimentazione… e ha continuato dandomi dell’assassino perchè ritengo ragionevole usare topini per la ricerca medica sulla ricostruzione della spina dorsale… mentre lui trova ragionevole dare da mangiare carne al suo gatto perchè “è un onnivoro naturale”. Lo vada a dire a un ragazzo in sedia a rotelle…

    Ma quale antispecismo! Sono idee completamente antropocentriche quando va bene, basate sull’antropizzazione quando va male.

    Non sto dicendo che non ci sia una scelta etica dietro, sto dicendo che perlomeno non è una naturale estensione delle nostre idee di sinistra. Quindi ALMENO non fateci il pippotto: sei di sinistra, devi essere antispecista. Questo almeno risparmiatecelo. GRAZIE!

  11. Claudio says

    Visto che Serena ha linkato il suo ottimo articolo, riporto anche qui il commento che ho lasciato da lei, perché mi pare appropriato.
    A sinistra ci sono gli specisti peggiori, perché possono contare su argomenti molto più paraculi per giustificare la propria mera ed egoistica brama d’amatriciana.
    Lo specista di destra quantomeno si limita a fregarsene o a sostenere che sia giusto così, è la legge del più forte, è l’evoluzione, è il progresso, è il mercato.
    Quello di sinistra invece può contare su un vasto campionario di (auto)giustificazioni umaniste: “Non ho tempo di pensare agli animali, io: bisogna preoccuparsi degli operai, altroché”, “E allora la guerra?”, “Pane e mortadella mi dà energia per la marcia della pace”, “Mangiando pane e porchetta onoro le tradizioni gastronomiche del popolo”, e così via.
    O, come dice Cicciozzo, “lotto per i diritti degli umani, io, mica perdo tempo con le manguste”.
    Insomma, voglio dire, ci sono questioni ben più serie dei pucciosi trucidati.
    Siamo sempre lì: pajata per un ideale.
    La disonestà intellettuale di chi salva il mondo a colpi di salsicce.
    Per non parlare dell’argomentazione più meschina: l’onnivorismo proletario.
    “Il povero precario non può permettersi l’alimentazione vegana”. Infatti, come dice il mio amico Fulvio (http://inquietologo.wordpress.com/2008/10/06/contro-il-mito-dellonnivorismo-proletario/), si sa che Van Gogh ha dipinto “I mangiatori di filetto”.
    Compagni talmente impegnati nella lotta contro il capitalismo da non accorgersi che mezzo chilo di fagioli costa 50 centesimi e mezzo chilo di prosciutto più di 5 euro. O che la produzione di cibi animali è un settore di punta delle multinazionali.
    In ambiente anarchico si nota già una sensibilità maggiore in merito, ma, da anarchico, mi duole rivelare che una volta uno della FAI disse: “La mucca appartiene alla collettività”. Un po’ di confusione c’è anche tra di “noi”.

  12. feminoska says

    @cicciozzo: l’antispecismo non è una istanza balzana, ma ti ringrazio perchè così definendola hai esplicitato quale sia il tipico pensiero militante a riguardo… e guarda che nell’articolo ho tracciato una distinzione tra zoofili e antispecisti, e quelli che chiamo antispecisti sono antispecisti non ‘animalari facebookiani’. L’assenza delle/i compagn* nella lotta di liberazione animale è percepita da chi fa dell’antispecismo una pratica politica, non certo da quelli che definisci ‘animalari’, e chi la concepisce come pratica politica NON PUO’ semplicemente ignorare le istanze di liberazione umana. Detto questo, la mia intenzione è stata di rispondere ad uno degli articoli usciti ultimamente su portali antagonisti o comunque testate di sinistra, che – e qui uso un paragone biblico ahimé calzante – vedono la pagliuzza nell’occhio altrui e non la trave nel proprio. Anche il tuo commento è pieno del tipico dileggio che in ambienti tanto sensibili alle istanze sociali trovo fuori luogo, ma è incredibile quando si parla di antispecismo quanti rigurgiti sprezzanti saltino fuori…è una lotta politica, compagn*, che vi piaccia o no, cominciare a trattarla con la dovuta dignità e non con questa aria di sufficienza sarebbe il minimo per conservare un pò di credibilità.

  13. Serena says

    Cicciozzo, permettimi di dedicarti ‘ste due righe: http://asinusnovus.wordpress.com/2012/09/20/sullo-specismo-dei-compagni/
    Con tutto il cuore.

  14. cicciozzo says

    T’è rason neca tè – in romagnolo, hai ragione pure te.
    Ma non è che possiamo tirare su tutte le istanze, comprese le più balzane, solo perchè c’è il rischio che lo facciano prima i fascisti!

    Buona parte di quelli che tu chiami “antispecisti” sono animalari facebookiani, che “lottano” per i diritti di un beagle solo perchè è puccioso… e in maggioranza non hanno nessuna intenzione (probabilmente neanche le capacità) di incominciare a lottare per i diritti degli “umani”…

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