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Sentenza: se stupri in branco ti tocca una vacanza premio!

Update: non si tratta di una sentenza ma di una misura cautelare. Come potete leggere qui._____

Attenderò volentieri che una giurista, un’avvocata, una che insomma ne capisce più e meglio di me dica qualcosa di illuminante su questa questione, perché io non lo capisco per davvero come si possa invocare l’articolo 3 della costituzione, l’uguaglianza di fronte alla legge, per tirare fuori di galera uno che ha stuprato una donna, ma a prescindere dal fatto che la galera sia per me una soluzione o meno, e non ho mai pensato che fosse così a fronte di una società tutta che dal punto di vista culturale agevola, sostiene e legittima la violenza sulle donne in tutte le sue forme, quello che mi distrugge è la costante banalizzazione attraverso queste sentenze da circo dell’abuso che una donna deve subire.

Qui non amiamo i linciaggi, non pronunciamo la “certezza della pena”, aborriamo ipotesi come castrazioni chimiche o affini, qualcun@ di noi si occupa anche di diritti delle persone recluse, non intendiamo confidare solo nella giustizia a garanzia della nostra dignità e del riconoscimento dei nostri diritti, non ci piacciono molto le soluzioni securitarie, specie se incentivate da campagne emergenziali per la caccia allo straniero a perenne tutela dell’italiano, non esibiamo foto di uomini cattivi da lapidare in pubblico, non ci interessa ripercorrere un tracciato che è troppo simile a quello che percorre la politica di destra che indica la pena detentiva come una catarsi per il dolore quando invece la catarsi è semplicemente l’affermazione della verità – perennemente negata – a riconoscimento sociale della persona abusata.

Pur tuttavia questa sentenza mi lascia veramente basita perché non mi torna il calcolo. Cosa significa che gli stupratori di gruppo possono godere di pene alternative al carcere? Per quanto comunque uno che si becca meno di tre anni se è incensurato non fa neppure un giorno in preventiva e manco dopo, che vuol dire? Che in carcere ci va soltanto il deficiente che manifesta in piazza o si fuma uno spinello in solitaria? Cos’è? Uno stimolo a munirsi di branco per evitare la galera ogni qual volta a qualcheduno gli gira il ghiribizzo di stuprare una donna di passaggio? Vorrei capire, per davvero, quale criterio è usato per queste sublimi decisioni.

E che alternative al carcere abbiamo in Italia? Li mandiamo a raccogliere le olive giù nei campi? Li impegniamo in lavoretti socialmente utili? Li mandiamo come uditori a sentire tutti i giorni i racconti delle donne violentate? Li mandiamo dove? E’ attrezzata l’Italia per restituire al mondo questi individui con il cazzo teso che ritengono sia divertente armarsi in branco contro una ragazza e farla a pezzi? E’ attrezzata a dare asilo ad individui che quando guardano una donna vedono un buco che cammina? E se attrezzata non lo è, allora, come intende attrezzarsi l’Italia in termini di educazione sessuale consapevole e consensuale, a partire dalle scuole elementari, compiendo una azione preventiva affinché non si debba stare a porsi ‘sti problemi? Come intende attrezzarsi l’Italia per liberare dalla prigione morale entro cui certamente è rinchiusa ogni vittima di stupro che non ha – lei – nessuna alternativa alla prigione fatta di soprusi, vergogna, mobbing, diffamazione, denigrazione e – non ultima – la possibilità di re-incontrare le persone denunciate?

Demoliamo le carceri, va bene, e poi?

—>>>Leggi, se vuoi, di quando lo stupro era reato contro la morale e non contro la persona.

Posted in Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio.


11 Responses

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  1. Elvira says

    a me, e stringendo molto, l’hanno spiegata in questi termini..primo: non si tratta di stupratori condannati, ma di accusati di stupro: quindi non di pena trattasi, ma di misura cautelare (carcerazione preventiva) in attesa di giudizio. La questione dibattuta era se in caso di reato come lo stupro di gruppo si dovesse scegliere solo tra carcere preventivo o niente, oppure se si potesse, come nel caso di altri reati, anche molto gravi (l’ultimo è il caso del comandante Schettino, anche lui in attesa di giudizio) si potesse graduare la misura cautelare (quindi inserendo tra la carcerazione preventiva e la libertà, misure attenuate come gli arresti domiciliari). La cassazione ha ritenuto di si.Ovvero ha ritenuto, che in mancanza di pericolo di reiterazione del reato, di fuga o di inquinamento delle prove, valesse anche per lo stupro di gruppo quello che vale per la stragrande maggioranza degli altri reati (ecco perchè il ricorso all’art.3 della Costituzione sull’uguaglianza dei cittadini). Ora, poichè io ho dovuto formarmi un’opinione quasi esclusivamente dai vari articoli dei giornali,attendo contributi da chi ne sa più

  2. Nicolò says

    Guardate, io stimo questo sito e seguo spesso i vostri post. Devo dirvi però che qui sembra esserci una svista.
    Semplicemente non si sta parlando di sentenze provvisorie o definitive. Ma di custodia cautelare, PRIMA del processo.
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/02/violenza-gruppo-cassazione-possibili-anche-misure-cautelari-diverse-carcere/188551/
    Come potete vedere anche dai commenti, molte persone hanno frainteso e confuso le une coll’altra.
    L’articolo, quindi, sembra basarsi su un presupposto erroneo.
    Il commento precedente di Barbara lo chiariva meglio.

  3. Mary says

    Misure alternative? io li consengerei nelle mani della vittima e della piazza! Un bello stupro di risposta alla Lisbeth Salander con tatuaggio a vita “sono un porco stupratore”

  4. barbara says

    Allora, da studentessa di giurisprudenza cerco di fare un po’ di chiarezza su quello che ho capito dall’articolo. Non si tratta di pena, ma di ammettere o meno la custodia cautelare in carcere dell’indagato durante il processo.
    Ovvero, mentre c’è un procedimento in atto per appurare la colpevolezza di una persona, il giudice può disporre misure di sicurezza per la persona sotto processo, e vanno dagli arresti domiciliari alla custodia in carcere, che è la più grave e di cui si tende a limitare l’uso solo ai reati più gravi, quando ogni altra misura risulti insufficiente, e vi sia:
    -pericolo di reiterazione del reato
    -pericolo di fuga
    -pericolo di inquinamento delle prove
    In realtà non è niente di nuovo o scandaloso (al massimo è scandalosa la dimostrazione che i giornalisti italiani non sanno di cosa parlano), succede da sempre, che sia giusto o meno è un altro discorso, ma la ratio è il fatto che ogni accusato è innocente fino a prova contraria. Se poi sommiamo l’indifferenza verso i reati di stupro e la criminalizzazione delle vittime e una certa idea che le donne mentano sempre…
    Purtroppo sto scrivendo da un portatile scassato e non posso approfondire più di tanto, per avere un’idea sulle misure cautelari basta anche leggere su wiki:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Misure_cautelari_personali_interdittive
    http://it.wikipedia.org/wiki/Misure_cautelari_personali_coercitive

  5. Lev Petrovitch says

    Attenzione, le sentenze della cassazione sono spesso complesse e vanno lette bene. Si parla di “non obbligatorietà della custodia cautelare in carcere”.
    Nel nostro ordinamento, un accusato è innocente fino a che non viene condannato in via definitiva. In casi molto particolari, il giudice può disporre che, in attesa di giudizio, l’accusato sia detenuto in carcere. Visto che, come ricordato sopra, l’accusato (anche del delitto più infame e anche con i maggiori indizi del mondo) è innocente sinché non è condannato, chiuderlo in carcere deve rimanere un provvedimento eccezionale. Ora, la legge sulla violenza sessuale del 2009 aveva tolto la discrezionalità al giudice, obbligandolo a disporre la custodia cautelativa in carcere (più esattamente, aveva ridotto le possibilità di scelta a due: carcere o libertà totale). Per tutti gli altri delitti (omicidio di bambini compreso) rimane facoltà del giudice di disporre, per esempio, gli arresti domiciliari se non ci sono motivi per una detenzione in carcere ma non è ugualmente auspicabile che l’accusato se ne vada in giro libero. Il fatto che vi sia una differenza di trattamento tra chi è accusato di violenza sessuale e chi è accusato di altri crimini è, ovviamente, una violazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
    Per riassumere: l’idea non è che “se stupri vinci una vacanza premio” ma “se sei accusato di stupro devi essere trattato come gli accusati di altri delitti” (lasciando quindi al giudice la possibilità di disporre i domiciliari). Non significa nemmeno che il giudice _deve_ dare i domiciliari e non può disporre la custodia in carcere, solo che ha anche questa opzione.
    Se poi vogliamo discutere sulla tendenza dei giudici a proprio non disporre misure cautelative, o ad usare i domiciliari nel caso di violenze all’interno della coppia (che è evidentemente un assurdo, almeno se non si dispongono al contempo misure di protezione per la donna), si può fare ed è tutta un’altra cosa…

  6. Giovanni says

    Sono esterrefatto e schifato, e titola bene stamattina il fatto quotidiano: Cassazione: “Per lo stupro di gruppo non è obbligatorio il carcere”. Facile fare del garantismo sul corpo delle donne

  7. cinzia says

    in italia lo stupro è cmq considerato un reato minore. Basta pensare a quanto recente sia l’abolizione del “delitto d’onore”… Alla fine il pensiero del “chissà questa cos’ha fatto per meritarselo” è molto più presente di quanto non si creda.
    Lo stupro come “bravata” come “esagerazione” che non può più di tanto incidere nella vita di un uomo, specie se giovane, è una retorica surrettiziamente e schifosamente presente, e costituisce uno sfondo grigio di scusanti “implicite” ma presenti. E si intrecciano le presentazioni pubbliche i discorsi privati… ma alla fine i risultati sono questi… l’uomo che stupra ha sbagliato, ma, in concorso di colpa, anche lei… non è stata abbastanza attenta, forse ha provocato, forse era di sola di notte e via così, in una rete di colpevolezza e paura in cui restiamo sempre invischiate.

  8. Chiara says

    Io non capisco nemmeno il riferimento agli altri due articoli se proprio devo dirtelo.

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    […] un brutto risveglio, questo. Oggi, 3 febbraio 2012, sappiamo che se stupri in branco ti danno una vacanza premio, invece se sei stuprata resti in galera tutta la vita e sei anche costretta a subire le aggressioni […]

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