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Deconstructing “Liste. E femministe”

L’originale è questo: http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2011/12/21/liste-e-femministe/

L’oggetto di discussione è questo: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/12/16/chi-ha-sdoganato-casapound/

Leggo commentando l’originale di Marina Terragni [in corsivo, tra parentesi quadre].

Ci ho pensato a lungo, prima di scrivere questo post. Ma visto che il dibattito è partito e continua, intervengo anch’io. [Anche io c’ho pensato a lungo e intervengo qui, ma io non sono un giornalista professionista con migliaia di lettori. Il nostro linguaggio sarà comparabile? Le mie parole godranno della medesima considerazione? Staremo a vedere.]

Alcuni giorni fa il blog Femminismo a Sud ha pubblicato un suo post contro l’eccessiva visibilità data a Casapound, organizzazione a cui faceva riferimento l’autore dell’orribile agguato a Firenze, costato la vita a due cittadini senegalesi. Ecco una sintesi del post: [segue citazione, che non riporto. Sul web si usa fare link, poi, forse e anche, si citano righe. Una giornalista professionista dovrebbe saperlo, e invece non lo fa. Perché non fa il link? Perché i lettori della Terragni non possono leggere l’originale oggetto cui lei si riferisce? Non lo sappiamo.]

Eccetera. [“Eccetera”; quante volte lo trovate sul web? Mai. Di solito c’è un link, l’eccetera lo si può leggere, volendo. Qui no. Non c’è modo di verificare di persona niente, per chi legge. Quindi “eccetera” è diventato un giudizio: il resto non conta, così ho deciso io che scrivo e voi non lo potete verificare.]

Segue elenco molto cospicuo di questi giornalisti, intellettuali e così via che avrebbero fatto da cassa di risonanza a Casapound. [“Avrebbero”? E’ già un giudizio. Hanno fatto cassa di risonanza a CPI eccome. Ne hanno parlato, infatti, come documentato dai link di Femminismo a Sud. E non in tono polemico, quindi anche una ‘semplice’ descrizione è una cassa di risonanza. Possiamo discuterne le ragioni e gli effetti, ma per quale motivo queste allora non sarebbero “casse di risonanza”? Non si sa, la Terragni non lo dice. “Avrebbero”, dice, e a chi la legge deve bastare la sua parola, evidentemente.]

E’ più che legittimo, ci mancherebbe altro, ritenere che a Casapound non si dovrebbe riservare alcuna attenzione, così come invece altri ritengono che il fenomeno sia interessante e vada raccontato. [A me pare che manchi una terza ipotesi, proprio quella di Femminismo a Sud, e cioè: c’è un sacco di gente che non si accorge – o fa finta? – che il suo comportamento, più o meno pesantemente, legittimi un’organizzazione fascista. La Terragni gioca con le parole e ‘concede’ due cose che Femminismo a Sud non ha detto. Ma come accorgersene? Il link all’originale non c’è!]

Mi pare anzi che un confronto tra queste due posizioni possa essere utile e proficuo. [E perché non farlo, allora? Così si vedrebbe meglio il supposto errore di Femminismo a Sud. Invece no, e basta.]

E’ invece una scelta orrenda e scellerata pubblicare a corredo del post una lista dei nomi di quelli e quelle che hanno scelto di occuparsi di Casapound, che ne hanno scritto e ne hanno raccontato, quasi sempre non condividendone affatto l’impostazione politica e culturale. [Ma i nomi, i casi, gli esempi, Terragni quando li fa? Se avesse messo il link, si sarebbe visto che venivano citati uomini e donne di ogni parte politica, di diverse estrazioni ed esperienze. Diamo a bere che siano stati messi così, nello stesso mucchio, senza motivo? Tanto per fare numero? Terragni, non è che forse con i giusti riferimenti questo post sarebbe stato molto simile a quello di Femminismo a Sud, che infatti NON E’ UNA LISTA?]

Quella lista può voler dire una sola cosa: questi giornalisti e intellettuali vanno individuati e “sanzionati” per quello che hanno scritto e detto, anzi, semplicemente per il fatto di avere scritto e detto, a prescindere dai contenuti. [E perché “può voler dire una sola cosa”? Chi lo ha deciso? La Terragni che strumenti ha, che altri non hanno, per sapere LA verità? Questo sì che sarebbe interessante da sapere. Invece veniamo messi a parte della sua unica e sola verità, tale perché l’ha detta lei. Dunque Femminismo a Sud individua e spinge alla sanzione: e con quale potere? Quale forza ha? Non è dato sapere. Da oggi Femminismo a Sud è una forza oscura e potente che può decidere il destino di tutti voi, sappiatelo, altro che FMI.]

La sanzione, immagino, dovrebbe consistere nel loro “isolamento” da parte dei sinceri antifascisti, fatto già grave in sé, o nella richiesta di un bell’autodafè. Tuttavia qualcuno, per eccesso di zelo o per fanatismo, potrebbe spingersi anche oltre, e magari concepire una bella lezione. E’ successo varie volte, nella nostra storia recente, e francamente dà i brividi. Abbiamo visto troppe volte le parole che diventavano pietre o pallottole, al di là delle intenzioni di chi le aveva pronunciate. [Sempre il suo insindacabile giudizio ha fatto già diventare le parole piombo. Ha già deciso che un collettivo che si esprime in un blog fornisce motivi, occasioni e armi per sparare a qualcuno. Questo è il professionismo di una giornalista? Lettori abituali della Terragni, dite: la leggete per questi luoghi comuni? Per avere giudizi sommari, deduzioni sommarie, condanne sommarie? “La tv fa diventare violenti”, siamo a questo livello. Perché la Terragni non fa esempi? Perché non riporta neanche una delle “troppe volte”? Anche qui: un link, un riferimento? No, per carità, la Terragni è superiore a tutto ciò, lei basta che scrive e le cose succedono, e le cose sono come dice lei. In principio era il verbo, poi c’ha pensato la Terragni.]

Le autrici del post si difendono dicendo che la “lista” girava da tempo sul web, ma questa è solo un’aggravante. Sul web gira qualunque cosa. Se io decido di propagare, mi assumo una precisa responsabilità, do dignità a quello che pubblico. [Ah, “le autrici si difendono”; le stesse che farebbero liste di prossimi condannati a morte, poi “si difendono”. Terragni, si decida: sono brutt* e cattiv* o hanno bisogno di difendersi? E a proposito di responsabilità, quella di ipotizzare crimini e omicidi in virtù di quanto scritto da altri, quale sarebbe? Lei, Terragni, che responsabilità si è assunta dicendo che Femminismo a Sud è causa indiretta di possibili morti ammazzati? Nessuna, certo, nel mondo delle sue accurate analisi lei è la mejo de tutto er cucuzzaro. Pubblicando questo post, a cosa pensa di aver dato dignità?]

Poi stamattina leggo di un’altra spaventosa “lista”, compilata dai neonazisti: politici, magistrati, religiosi e giornalisti, “colpevoli” di aver supportato gli immigrati (“allogeni”). Mi spiace dirlo, care amiche, ma la logica è la stessa, il linguaggio è lo stesso. Avete fatto un gravissimo errore. Riflettete attentamente, e cercate di riparare, se è possibile. [“La logica è la stessa”? Il documento di Femminismo a Sud fa nomi e cognomi riportando link, considerazioni, spiegazioni, cose accadute. I neonazisti fanno nomi e cognomi SENZA spiegazioni, riferimenti, commenti, link; non ne hanno bisogno. Loro non devono informare, né comprendere, né fare presente qualcosa. Loro sì che segnano obiettivi, e basta. La logica è ben diversa, e dovrebbe bastare saper leggere. Ma immagino che nei suoi prossimi post ci farà sapere altre mirabolanti ipotesi e altre verità assolute, sia di Femminismo a Sud che dei neonazisti – anche per loro comunque niente link, complimenti.
Quindi, Terragni, a leggerla se ne deduce che la logica di criticare senza riferimenti, senza link, senza riportare altri eventi, senza minimamente supportare le proprie ipotesi, ammonendo e giudicando, invece è indice di professionalità. Grazie della lezione che non seguirò affatto. E meno male che c’ha “pensato a lungo”.]

Terragni, lei oggi si è conquistata la mia totale indifferenza. E pensi, non c’è stato bisogno che Femminismo a Sud me lo dicesse, è stato tutto merito suo e del suo linguaggio. Sono sicuro, anzi so, che le è capitato di scrivere cose migliori. Ma questa è veramente illeggibile. Pensare che questo è il commento di una giornalista professionista a un lavoro di blogger non pagati fa venire da piangere; da piangere per il nostro giornalismo.

Oltre a non sopportare i sessismi, non sopporto chi fa di tutta l’erba un FASCIO e chi mette insieme nello stesso giudizio sommario chi attacca e chi si difende perché sono violenti tutti e due (serve un esempio? Repubblichini e resistenti, dibattito che comincia a metà degli anni Novanta). Non chiuderei mai CPI per un ‘reato d’opinione’, ma voglio che sia ben chiaro che la loro stessa esistenza è un sintomo gravissimo e non un inevitabile e banale effetto collaterale della democrazia. Pensi che io ho criticato Femminismo a Sud perché per me il documento che ha prodotto è troppo piccolo. Per esempio: dove sono tutti i fascisti – e tutti quelli che davano loro visibilità – emersi prima che esistesse CPI? Io me li ricordo, lei? Perché ogni generazione deve scontrarsi con nuovi neofascisti, invece di occuparsi del motivo per cui rinascono sempre? Certo servirebbe qualche giornalista professionista in più che ne parli. Speriamo di trovarne qualcuno, prima o poi.

Lorenzo Gasparrini

Posted in R-esistenze.


2 Responses

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  1. Flora says

    massima solidarietà compagne! francamente non riesco a capire perchè vi attacchino e che cosa abbiate fatto di tremendo…mica siete voi che vi state inventando che i soggetti di cui avete pubblicato i nomi hanno sdoganato casapound. Sono loro che hanno fatto qualcosa di tremendo sdoganandola…se non volevano essere ‘nominati’ bastava che non la sdoganassero, no? lo hanno fatto, e allora si assumessero le loro responsabilità….
    e di quelle come la terragni e delle sue affezionate sostenitrici potete farne volentieri a meno….

  2. Giuseppe Aragno says

    Non so se sia la parola più approriata, ma è l’unica che mi viene in mente: miserabile. E’ miserabile l’attacco che vi stanno portando, ma non c’è da stupirsi. Lo smantellamento della repubblica nata dalla Resistenza doveva necessariamente passare per lo sdoganamento del fascismo. C’è una logica, quindi, in quello che è accaduto, si lega chiaramente alla crisi che viviamo e bene avete fatto a richiamare le tappe del processo e le responsabilità di chi a questa operazione si è prestato. Personamente un paio di anni fa sono stato “silenziato” da Repubblica in una breve polemica con Marco Rossi Doria “pronto al dialogo” con Casa Pound. Può darsi mi sia sfuggito, ma Il suo nome non l’ho letto nella vostra sacrosanta analisi ragionata del “collateralismo”- E’ un peccato che non ci sia perché – guarda caso – ora è sottosegretario all’Istruzione nel governo Monti.