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Chi l’ha detto che l’otto marzo le donne vorranno partorire la nazione?

http://www.maremmanews.it/public/gallery/06_fioccoRosa.jpgAncora sull’appello delle donne che hanno già sdoganato l’orgoglio e la dignità della nazione (coincidente a quella della donna) per il 13 febbraio e che per l’otto marzo propongono di mettere fiocchi rosa ovunque al grido di ‘Rimettiamo al mondo l’Italia’.

Riflettevamo, e vi rendiamo partecipi di questa riflessione, sul fatto che semmai qualcuno osasse programmare un evento distribuendo fiocchi azzurri arriverebbe qualcuno del pdl a chiedere il copyright per l’uso delle coccarde.

Riflettevamo anche sul fatto che una smitragliata di fiocchi rosa potrebbe forse avere avuto un senso nella cina degli aborti selettivi a danno delle figlie femmine. Ma nel nostro contesto suscita considerazioni tutt’altro che entusiaste.

Ci sembrano tristissimi luoghi comuni, e ribadiamo che a livello semantico si sta compiendo un continuo richiamo alla corporeità della donna, alla funzione riproduttiva, agli stereotipi che vengono attribuiti a tutte le questioni che riguardano la femminilità. Stereotipi madonneschi che ci hanno incastrato nei secoli dei secoli.

Sicchè se la volta scorsa si insisteva nella divisione tra sante e puttane, oggi che appare scontato che si dovrebbe trattare esclusivamente di sante le mettiamo pure a partorire la nazione.

Vogliamo davvero capire se le donne che scenderanno in piazza saranno così convinte di indossare un fiocco rosa per festeggiare il parto della nazione o se decideranno di averne abbastanza di uteri patriottici e nazionalisti e torneranno a lottare da donne per le donne e con gli uomini che rivendicano diritti essenziali per la loro esistenza.

Ma di questo abbiamo già parlato e quindi vi rimandiamo ai post già pubblicati ricordandovi che noi scegliamo il rosso degli ombrelli e delle mascherine e invitandovi a leggere il nostro appello:

Nazionalismo sinistro

Otto Marzo: a carnevale ogni lotta vale

L’otto marzo ridotto a festa degli uteri patriottici

L’appello di Femminismo a Sud, sottoscritto dal comitato per i diritti delle prostitute, critico rispetto a quello di Se Non Ora Quando

Report dalle piazze con gli ombrelli rossi

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Pensatoio, R-esistenze.


5 Responses

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  1. cybergrrlz says

    ciao sara 🙂
    benvenuta!

    secondo me non funziona dire che i maschi mettono l’italia nella tomba e le donne la rimettono al mondo. eternamente condannate a ruoli di cura anche per rianimare una nazione morta. oltretutto mi sembra discriminatorio per gli uomini perchè non tutti i maschi hanno partecipato alla sepoltura della “nazione” così come non tutte le donne hanno esattamente lottato per tenerla in vita.

    direi che lo sberleffo alla gerontocrazia non può esprimersi nel relegare la politica in sala parto, luogo in cui notoriamente i gerontocrati ci rinchiudono. la gerontocrazia la combatti mettendo in campo tutte le energie migliori che esistono nel paese, di qualunque genere.

    in quanto allo straniamento perdonami ma davvero non ci vedo nulla di straniante nell’uso di una coccarda rosa che simbolicamente rimanda ad un momento tradizionalmente patriarcale.

    non trovo nulla di ironico nella coccarda perchè rimanda ad una idea delle donne “madri”, quindi persino lontane dalla sessualità, costrette in una funzione di creazione e di cura.

    In quanto alle donne che nel mediterraneo fanno la storia attraverso una rivoluzione assai radicale, che incide fortemente anche nei costumi e dunque nella cultura dei loro paesi, direi che non possiamo immaginarle a mettere coccarde su una statua, in special modo se si tratta di una statua che rappresenta un dittatore.

    Infine la Butler parlava di soggetti visibili le cui identità andavano pronunciate e dunque non capisco a cosa ti riferisci.
    sull’ultimo punto sono d’accordo. non dobbiamo pensarla esattamente allo stesso modo. anzi.

    Il nostro invito infatti per quelle che non fanno cose diverse ma intendono partecipare è sempre quello di esserci con simboli propri e proprie parole d’ordine.

    un saluto e buon otto marzo anche a te 🙂

  2. Sara says

    (POSTO ANCHE QUI COSI’ PARTECIPO)
    Per quel che mi riguarda, non cè nulla di semanticamente sbagliato (opinabile sì, sbagliato no) nell’idea di “rimettere al mondo” il proprio Paese.
    Sopra…ttutto se la morte (clinica) o il coma (politico) dell’Italia
    sono dovuti alla disfunzione (maschile, più che femminile)
    del nesso sesso/potere; genere/potere; presente/futuro.
    E’ anche, semanticamente, uno sblerleffo alla geronocrazia:
    uno dei peggiori mali italiani, in ogni ambito.

    La coccarda rosa va semanticamente intesa in modo ironico, soprattutto se uomini, vecchi o bambini, vorranno indossarla.
    L’idea di un statua, di un “padre della patria” incoccardato, provoca un oggettivo effetto straniamento, detto anche “Verfremdungseffekt”. Parola di Brecht.

    Mettere al mondo, oggi come oggi, non è legato solo alla coppia etero.
    Quasi pleonastico dirlo.

    “Mettere al mondo” è un messaggio senza rabbia. Costruttivo.
    Soprattutto, è bella l’idea che siano le donne a rimettere al mondo (con la loro differenza) e non solo a “rimettere in piedi” il nostro paese. C’è l’idea di rinascita, non di rattoppamento.
    Se poi penso al ruolo delle donne nei paesi “caldi” e in lotta del Mediterraneo, credo che il nostri sia anche un messaggio internazionale. Largo, aperto.

    Il mancato riferimento all’omosessualità nel nostro appello
    non è un peccato di omissione
    (non abbiamo detto infatti: “donne eterosessuali”) semplicemente perché l’opzione o preferenza o comportamento sessuale (per dirla alla Butler) non
    può e non deve entrare a far parte nel breve elenco di “categorie” cui accenniamo nell’appello.
    Per quel che mi riguarda, quando scrivo “precaria” senza specificare il suo comportamento sessuale, lascio sottinteso, come è giusto che sia, tutte le scelte del mondo.

    In ultimo, bene se la critica si fa costruttiva. Non dobbiamo mica essere d’accordo per forza.
    Saluti

  3. ollyclito says

    cara @spirale, il tuo commento mi lascia molto interdetta.
    Sono anni che tantissime donne e uomini si mettono in gioco per tentare di sdoganare sterotipi di ogni tipo (giochi, colori, vestiti ecc ecc ecc divisi a seconda del sesso). Il discorso non è stupido, perchè i/le bambin* vengono tirati su a furia di divisione dei ruoli. Il rosa per le femmine è uguale a dir loro tu giochi a fare la casalinga perchè sei femmina.
    Mi lascia amareggiata che ogni volta un* dica qualcosa per far notare che si è sbagliato, si tiri fuori la vecchia frase “smettetela di fare le vecchie femministe anni ’60”. E’ una risposta odiosa e che evita il confronto.

  4. spirale says

    allora care ragazze ancora qui a cavillare??? fiocco rosa si fiocco rosa no??? uffa!!!!!!!!
    allora vorrei dirvi questo partendo dallo slogan… credo sia stato ispirato da un cartello che feci io alla manifestazione del 13 febbraio a verona io scrissi “Mettiamo al mondo un’italia migliore” avrei potuto scrivere “Diamo al mondo” non vedo quale sia il problema visto che siamo donne e abbiamo questa grande potenza di poter dare al mondo la vita…cos’e’ siccome siamo femministe dobbiamo avere degli uteri sterili??? ma vi rendete conto che e’ la nostra forza generatrice (e intendo in tutti i sensi) che puo’ cambiare il mondo??? non fermiamoci a queste sciocchezze da femministe anni 60 una volta forse le donne erano costrette a fare figli ma ora c’e’ tutto quello che ci serve dall’aborto agli anticoncezionali per decidere come e quando farlo… A tal proposito avete notato che in Italia non ci sono pubblicita’ di anticoncezionali ne’ in televisione ne’ sui giornali??? e’ questa la lotta che dobbiamo fare contro l’ipocrisia dilagante che per non dispiacere al vaticano non informa le giovani ragazze di qualto sia bello fare sesso sicuro!!! altro che menate sui fiocchi rosa!!!!!!!!!

  5. Crisa says

    Trovo sempre interessante il vostro lavoro nello smascherare le tante mistificazioni che ci circondano. Con il SNOQ non ero d’accordo il 13, non lo sono ora e non lo sarò in futuro. Tanto più con questa svolta patriottica, di cui avremmo fatto volentieri a meno, perché reputo pericolosamente fuorviante sdoganare il nazionalismo di questi tempi, addirittura all’interno di un movimento per i diritti delle donne. Presa dall’euforia e dalla delusione di non aver incontrato le donne che cercavo, il giorno seguente alla manifestazione commentai, rammaricandomi, di non aver potuto partecipare al corteo verso Montecitorio. Però dopo tempo, riflessioni, contrarietà, conati e quant’altro, mi domando: ma quel giorno non era meglio rimanere anche in piazza e contrastare queste voci, dalla fede color rosa femminuccia e bianco virginale?

    Saluti
    Cristiana