Skip to content


Niscemi: il Muos. Guerre stellari in un paese siciliano

http://profile.ak.facebook.com/object3/231/63/n121508040153_4286.jpgNiscemi, paese siciliano in provincia di Caltanissetta, è un posto abbastanza controverso. Vi sono state compiute tante battaglie, personali, politiche, antimafiose. Le amministrazioni locali hanno avuto vita difficile. Scioglimenti per mafia e poi alcuni sindaci all’insegna della discontinuità.

Circa 28.000 abitanti, una piazza che aggrega le passeggiate di tante persone, feste patronali, sagre, una economia fatta di agricoltura, terziario, la vicina Enichem  (a Gela).

Teatro di una sanguinosa guerra tra il clan degli stiddari e quello di cosa nostra negli anni ’80. Una coscienza civile che permea e stimola una buona capacità di mobilitazione tra le persone. Una sede Udi che ha reagito al femminicidio di Lorena Cultraro così come hanno reagito il sindaco e l’assessore alle pari opportunità con l’annunciata intenzione di apertura di uno sportello antiviolenza, e la scuola, gli studenti e le studentesse, con manifestazioni e assemblee che hanno affrontato il problema coinvolgendo tutte le energie disponibili.

Negli anni ottanta ci furono anche le battaglie pacifiste nella vicina Comiso e Sigonella. Nel frattempo a Niscemi, in contrada Ulmo, nasceva il più grosso centro di telecomunicazioni radar della Nato. Si diceva di un gran via vai di tank all’epoca dello smantellamento dei missili, di un ordine di invisibilità dei militari americani sul territorio, della solita promessa – mai mantenuta – che la base avrebbe dato lavoro alle popolazioni locali, di un appalto per la realizzazione della struttura che coinvolse nomi oramai archiviati e della stranezza caratterizzata dal fatto che quel pezzo di territorio, centinaia di ettari di terreno sottratti ad una grande area boschiva, fu ceduto di nome in nome, di società in società, di società in ministero, di ministero alla Nato con una stravagante valutazione del terreno, varie peripezie sui cambi di destinazione d’uso e la cessione di un discreto quantitativo di patrimonio pubblico. Il sindaco che partecipo’ alla posa della prima pietra fu sciolto per mafia assieme alla sua giunta.

Come e perché gli americani arrivano in Sicilia e piazzano le loro basi Nato certamente possono raccontarvelo lo storico Giuseppe Casarrubea e Antonio Mazzeo più di chiunque altro.

Come e perché i vari ministeri italiani abbiano autorizzato la Nato a scavalcare le sovranità territoriali è un fatto oramai noto. I fatti di Vicenza e dell’ampliamento della base, i gruppi di resistenza No dal Molin, ve lo possono spiegare sin nei minimi dettagli.


Niscemi, ma anche la vicina Caltagirone, hanno saputo della decisione di installazione del Muos presso la base niscemese dell’Ulmo – che risale al 2004 – solo nel 2008. Era già tutto scritto, l’amministrazione guidata da Giovanni Di Martino si è perciò subito preoccupata di capire quale fosse l’impatto ambientale in una zona già provata dalle influenze elettromagnetiche delle antenne Nato e dalla presenza dell’Enichem a pochi chilometri.

Le notizie sono state subito allarmanti. Si tratta di sperimentazione, dicono alcuni specialisti, ed è così che gli americani trattano la questione. Alle obiezioni di amministrazioni locali e agenzie per l’ambiente regionale, con la stessa opposizione del presidente della regione, il ministro per la difesa La Russa – che continua a muoversi su queste questioni come se l’italia fosse in stato di Guerra con poteri autoconferiti per emergenze che nel nostro caso risultano anticostituzionali – prima scambia Niscemi con Sigonella, lasciando intendere che non ha la più pallida idea di quale luogo stia parlando, poi comunica che è intenzione degli americani costruire, con una spesa altissima, con un circuito d’affari enorme il cui consorzio analizza in dettaglio Antonio Mazzeo, poi verificare l’impatto ambientale e SE realizzeranno che si tratta di qualcosa di dannoso allora FORSE "staccheranno" le antenne.

Tenete presente che si tratta di antenne grandissime, che non stacchi come si fa con quella della televisione sul tetto di casa. Sono antenne che servono a realizzare uno scudo assieme alle altre tre esistenti al mondo – tutte in zone desertiche – e che non sono state costruite a sigonella (per la quale vi sono altri progetti di ampliamento) perché – per stessa ammissione dei militari – avrebbero potuto condizionare il volo degli aerei che partono e atterrano dalla base, presumibilmente anche quelli del vicino aeroporto di Catania, e potrebbero produrre la esplosione di ordigni nelle vicinanze. Ecomostro, così lo chiamano.

Niscemi teme un altissimo inquinamento di onde elettromagnetiche oltre la norma, teme il condizionamento dell’uso di strumenti medici nell’ospedale, teme per la vita stessa e la sicurezza strategica della zona e dei suoi abitanti dato che non sanno che ruolo ha – giacchè nessuno lo comunica – il Muos e non è escluso che possa diventare obiettivo militare.

Niscemi ha già avuto la sua guerra, quella di mafia. Fare diventare quel territorio un teatro di guerra internazionale è veramente una pessima idea. Dovreste vederla Niscemi per rendervene conto. Una cittadina brulicante di esseri umani, che sonnecchia nei pomeriggi assolati e gode della frescura delle serate estive. Una città che si emoziona e in queste occasioni scende in piazza tutta unita, quasi a recuperare il senso di una comunità antica.

http://www.terrelibere.it/terrediconfine/img/3750_2.jpg

C’e’ una battaglia di sovranità territoriale in atto e va sostenuta. In questo tempo dove chi sta al governo nazionale minaccia di mandare i militari a imporre le proprie decisioni (per esempio: per la costruzione delle centrali nucleari) millantando un consenso popolare che viene strappato con la persuasione e le bugie e senza tenere conto delle esigenze territoriali, ciascuna di queste battaglie ha un senso preciso e si inserisce in una dimensione nella quale le singole comunità hanno un valore effettivo per ciò che rappresentano.

Già in abruzzo, dopo il terremoto, con il decreto sulla ricostruzione, il governo ha dato poteri ad un solo uomo rendendo complessa la partecipazione per tutti i poteri locali. Segno tangibile di quanto antidemocratico sia il governo di un premier che chiama “città africane” quelle città meridionali con origini evidentemente non austro-ungariche e che vorrebbe ricostruire new town ovunque senza tenere conto delle scelte e dei desideri di chi poi dovrebbe andarci a vivere.

E’ la mentalità di speculatori che calano decisioni dall’alto opponendosi al principio di costruzione delle realtà a partire dal basso. Speculatori che ritengono di non dover dare conto a nessuno delle proprie decisioni. Imperatori inadeguati che chiamano i cittadini a delegargli il comando per mimare una democrazia che non esiste e definiscono "eversori" altri elementi istituzionali perfettamente integrati nelle dinamiche di controllo reciproco che lo stato si è dato.

Niscemi resiste e non è sola. Guardatevi il documentario realizzato da Maurizio Torrealta per rainews24 e tenetevi informati sulle iniziative a partire dal sito NoMuos [guarda video e immagini delle manifestazioni, della sughereta che distruggeranno per dare spazio al Muos e delle altre iniziative] e dal gruppo su facebook.

Alcuni brani da leggere:

—>>>Muos a Niscemi. Strategie di guerra americane in Sicilia

—>>>Il Muos e le guerre (stellari) del XXI secolo arrivano a Niscemi

poi:

—>>>Niscemi, il MUOS e l’egemonia globale statunitense

“In Sicilia l’ultima tappa del processo di militarizzazione dello
spazio e di rilancio delle guerre stellari e delle strategie di “primo
colpo” nucleare. A due passi dal centro abitato di Niscemi
(Caltanissetta) sta per sorgere infatti una delle stazioni di controllo
terrestre del Mobile User Objective System MUOS, il sofisticato sistema
di comunicazione satellitare ad altissima frequenza (UHF) delle forze
armate USA che integrerà comandi, centri d’intelligence, radar,
cacciabombardieri, missili da crociera, velivoli senza pilota, ecc.,
con l’obiettivo di perpetuare la superiorità offensiva degli Stati
Uniti d’America.
(…)

L’area prescelta per la stazione terrestre MUOS ricade nell’antico
feudo Ulmo di Niscemi dove dal 1991 esiste una delle più grandi
stazioni di telecomunicazione della Marina USA nel Mediterraneo. Si
tratta della “Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) N8″, utilizzata
per le trasmissioni in alta e bassa frequenza (HF ed LF) dei comandi e
delle forze militari operanti in una vastissima area compresa tra il
Mediterraneo, l’Asia sud-occidentale, l’Oceano Indiano e l’Oceano
Atlantico. Attualmente a Niscemi sono installate 41 antenne di
trasmissione HF ed una LF; il centro di telecomunicazione è sotto il
controllo della U.S. Naval Computer and Telecommunication Station
Sicily (NAVCOMTELSTA – NCTS Sicily) che ha sede a NAS II Sigonella.
NCTS Sicily assicura le comunicazioni supersegrete e non, delle forze
di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri C4I
(Command, Control, Computer, Communications and Intelligence) di Stati
Uniti ed alleati NATO.

“Essendo parte della Navy’s ForceNet Vision – si
legge nel sito ufficiale della base di Sigonella – NAVCOMTELSTA Sicily
lega insieme sensori, piattaforme di comando e controllo, decision
makers, sistemi d’arma che permettono di progredire nella Guerra
Globale al Terrorismo”. Le infrastrutture dei centri di Sigonella e
Niscemi “forniscono il supporto tattico C4I al Comando Navale USA in
Europa (COMUSNAVEUR), ai Comandi della V e VI Flotta (COMFIFTHFLT e
COMSIXTHFLT), al Comando delle forze aeree nel Mediterraneo
(COMFAIRMED), ai Comandi del 7° e 8° Gruppo Sottomarino (COMSUBGRUs 7
and 8), al CTF 67, al VP Squadron ed ai 44 Tenant Commands attraverso
la comunicazione nelle frequenze LF, HF, UHF, EHF ed SHF”.

A seguito della chiusura della stazione della US Navy di Keflavik
(Islanda), nel dicembre 2006 sono state assegnate a NAVCOMTELSTA Sicily
tutte le funzioni di collegamento LF con i sottomarini strategici USA
operanti nella regione atlantica. I centri di Sigonella e Niscemi sono
stati integrati al Submarine Automated Broadcast Processing System
(ISABPS), il sistema che globalmente permette ai sottomarini di
ricevere messaggi ed ordini mentre navigano in immersione. La stazione
di Niscemi, essendo l’unica struttura della US Navy nel bacino
mediterraneo con particolari caratteristiche, ha assunto un ruolo
chiave nel potenziamento delle comunicazioni dei sottomarini nucleari
USA (Under Sea Warfare – USW communication) e dei diversi centri di
supporto tattico (TSCOMM), delle operazioni aeroterrestri della vicina
base di Sigonella NASSIG, e di quelle della Broadcast Control Authority
(BCA).

Niscemi contribuisce pure ad ottimizzare le comunicazioni in bassa
frequenza delle unità dell’US Air Force, di altri organismi
appartenenti al Dipartimento della Difesa e del Sistema Interoperativo
Sottomarino dell’Alleanza Atlantica (NATO Interoperable Submarine
Broadcast System – NISBS). I sistemi di telecomunicazione installati a
Niscemi sono stati inseriti nel cosiddetto “Minimum Essential Emergency
Communication Network”, il sistema concepito dagli Stati Uniti per
sopravvivere a un attacco ed esercitare il controllo sulle opzioni
nucleari strategiche.
(…)

Con l’installazione della stazione terrestre del MUOS, Niscemi farà
l’ennesimo salto di qualità, e si affermerà come una delle maggiori
infrastrutture di guerra a livello planetario. Secondo quanto affermato
dagli alti comandi della US Navy, “il Mobile User Objective System
fornirà un sistema universale e multi-service a terminali e siti mobili
e fissi per i servizi di telecomunicazione satellitare (SATCOM)”. Il
sistema assicurerà così “una considerevole crescita delle odierne
capacità di comunicazione satellitare così come un significativo
miglioramento dell’operatività dei piccoli terminali”. Si tratta a
tutti gli effetti di un sistema che fornirà servizi di telefonia
cellulare alle forze militari utilizzando i satelliti che opereranno
come “cell towers” nello spazio. Nello specifico, il MUOS Ground System
– di cui la stazione di Niscemi sarà elemento chiave – assicurerà le
comunicazioni ed i controlli interfaccia tra i satelliti MUOS e le reti
di telecomunicazioni del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti
con base a terra.

“Il sistema MUOS è parte dell’architettura di
trasformazione delle comunicazioni satellitari militari”, spiega
l’ammiraglio Victor See Jr., responsabile del settore ricerca, sviluppo
ed acquisizione spaziale della Marina USA. “Stiamo realizzando il MUOS
a partire dalle infrastrutture terrestri associate per poi connetterlo
ai terminal e ai siti periferici JTRS (Joint Tactical Radio System) del
servizio UHF. Le comunicazioni ad altissima frequenza sono uno dei
principali obiettivi di interconnessione con gli utenti mobili –
esercito, marina ed aeronautica militare – nei teatri periferici di
guerra. Il primo satellite MUOS sarà lanciato entro il dicembre 2009 e
la piena operatività orbitale avverrà nel marzo 2010.

Quando il sistema sarà pienamente operativo (2014) ci sarà una coppia
di sistemi satellitari che garantiranno il trasferimento di
informazioni dalle unità di guerra operanti a terra o in mare verso lo
spazio e da lì ai terminali terrestri. Il sistema MUOS utilizzerà anche
tecnologia di tipo commerciale”.
(…)

La progettazione e la realizzazione del segmento terrestre del sistema
MUOS è stato affidato alla General Dynamics, altra potente società del
complesso militare industriale statunitense. Lo scorso mese di agosto,
la General Dynamics ha annunciato di aver completato l’installazione di
tre antenne satellitari giganti presso la base di Wahiawa, Hawaii, nota
come”Naval Computer and Telecommunications Area Master Station Pacific”.
“Wahiawa è la prima delle quattro stazioni terrestri che saranno
equipaggiate con antenne satellitari del sistema MUOS”, si legge nel
comunicato stampa emesso da General Dynamics. “Le altre stazioni MUOS
saranno realizzate a Norfolk, Virginia, Geraldton, Australia e Niscemi,
Italia”.”

Da Sorgerà a Niscemi la stazione terrestre USA del piano di riarmo spaziale MUOS, di Antonio Mazzeo.

In un successivo articolo, pubblicato l’11 ottobre,
Mazzeo segnala che le prime opere di movimentazione terra e di
predisposizione delle piattaforme per l’installazione del MUOS (costo
complessivo del progetto: 43 milioni di dollari) hanno già preso il via
lo scorso 19 febbraio.
Oltre all’impatto per ora ignoto delle onde elettromagnetiche della
stazione radar sulla salute umana e sull’ambiente circostante, l’autore
sottolinea gli spropositati consumi di gasolio. Stando ai dati forniti
dal Pentagono, si parla di 2.100.000 litri nel periodo compreso tra il
2003 ed il 2005, una cifra nettamente superiore a quella di altre
importanti infrastrutture per le telecomunicazioni che gli Stati Uniti
possiedono in Italia, quali Napoli Capodichino (550.000 litri) e isola
di Tavolara (300.000).
Facile, lo pagano il 65% in meno!

muos-at-naval-computer-and-telecommunications-area-master-station-pacific-wahiawa-hawaii

Tre miliardi di dollari che alla fine potrebbero diventare sei. È
quanto costerà il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS
(Mobile User Objective System), che la Marina Militare degli Stati
Uniti d’America prevede di realizzare entro la fine del 2012. È un
programma ambiziosissimo, elemento chiave delle future strategie di
guerra nello spazio e in ogni angolo del pianeta.
Il MUOS assicurerà il trasferimento d’informazioni e dati ad una
velocità mai raggiunta nella storia delle telecomunicazioni e
consentirà alle forze armate statunitensi di rafforzare ulteriormente
la propria superiorità militare. Perlomeno sulla carta, visto che tutta
una serie d’imprevisti progettuali e tecnici ne stanno ritardo
l’entrata in funzione.

Intanto però il MUOS si è convertito in uno dei
più lucrosi affari per i colossi dell’industria militare: la Lockheed
Martin e la Boeing, che si occupano della costruzione e messa in orbita
dei satelliti; la General Dynamics, che sta realizzando i quattro
terminal terrestri; la Harris Corporation, che invece fornirà le
potentissime antenne ad altissima frequenza (UHF), la cui
incompatibilità con l’uomo e l’ambiente è cosa ormai accertata.

Un business ad esclusivo appannaggio del made in USA, mentre i due
Paesi stranieri che hanno avuto l’ardire di ospitare le stazioni
terrestri del sofisticato sistema satellitare (Australia e Italia)
dovranno accontentarsi di qualche spicciolo (e delle radiazioni
elettromagnetiche…). Per installare il terminal a Niscemi, in provincia
di Caltanissetta, il Pentagono ha riservato un budget di “appena” 13
milioni di dollari. Nonostante l’inesistenza d’informazioni del governo
Berlusconi e delle autorità statunitensi attorno all’infausto progetto
militare, è possibile conoscere l’identità delle uniche imprese
italiane chiamate ai lavori di esecuzione. Queste hanno scelto di darsi
un nome non certo originale ma che perlomeno esplicita le finalità
della loro azione: “Consorzio Team MUOS Niscemi”. Dal maggio 2008
curano presso la stazione di telecomunicazioni NRTF dell’US Navy di
contrada Ulmo, la “realizzazione di un’infrastruttura preparatoria
all’installazione di 3 antenne satellitari, comprensiva di opere di
fondazioni e basamenti speciali, impianti idrici, elettrici, fognari e
antincendio”, nonché i lavori di “prevenzione per l’erosione
superficiale e il drenaggio”. Quando i lavori saranno completati,
Niscemi ospiterà antenne circolari e torri radio che collegheranno i
Centri di Comando e Controllo delle forze armate USA, i centri
logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, con i
gruppi operativi in combattimento, i cacciabombardieri in volo e gli
aerei senza pilota che opereranno dalla vicina base di Sigonella.

Da Premiato Consorzio Team MUOS Niscemi, sempre di Antonio Mazzeo.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. vittorio says

    Buongiorno fikasicula, certo che il problema si risolverebbe alla radice non mettendo le antenne, ma, l’arroganza con cui queste vengono imposte è la stessa con cui vengono mantenute, purtroppo. A pagarne le conseguenze sono, poi, i cittadini inermi che ne devono subire le conseguenze, senza parlare dei danni che un’installazione del genere arreca all’ambiente circostante.

    E poi, non c’è bisogno di entrare nel recinto per mettere l’orgonite! Basta tenersi sui 200/300 metri interrando un 120 towerbuster e 5/6 HHG, dovrebbe essere sufficiente.

    A tal proposito, oltre ad invitare di nuovo alla lettura dei report di gifting del primo link del mio post precedente, ne lascio altri due molto interessanti, che fanno ben comprendere cosa sia il gifting delle antenne. Sono due video che vengono dalla Spagna, dove c’è, come in Italia, un movimento molto attivo per contrastare la brutalità delle antenne e l’energia negativa che diffondono nell’ambiente e che è molto dannosa per la salute umana. Consiglio di guardarli bene per capire cosa voglio trasmettere! Io non sono siciliano, ma, se vivessi da quelle parti, questo è ciò che farei per prima cosa:

    http://chemtrails.foroactivo.com/…ting-t1404.htm

    http://chemtrails.foroactivo.com/…ting-t1499.htm

    Neanche voglio immmaginare come sia il cielo sopra quelle antenne a Niscemi. Credo che quelle antenne, oltre a rientrare nel progetto MUOS, abbiano (alcune di loro, specialmente la palla radar) la funzione di controllo del clima attraverso l’irraggiamento elettromagnetico nell’atmosfera. A tal proposito, lascio un altro link dove si vede molto bene cosa succede al cielo dopo che è stata piazzata l’orgonite vicino alle antenne:

    http://www.ethericwarriors.com/…php?p=5103#p5103

    E’ il post n° 7 ed è stato scritto da Jakarta. Mi sembra che nel primo video che ho lasciato venga mostrato anche come preparare l’orgonite, che, ripeto, è un semplice mix di resina al poliestere (a cui va aggiunta la giusta dose di catalizzatore), trucioli di alluminio (reperibili facilmente in qualsiasi laboratorio di produzione di infissi in alluminio) e cristalli di quarzo. Questi ultimi dovrebbero essere abbondanti da quelle parti, sono delle pietre bianche molto facili da individuare e sono visibili nei video che ho lasciato in questo post.

    Buona giornata,

    Vittorio

  2. fikasicula says

    vittorio a parte il fatto che il problema credo andrebbe risolto alla radice non mettendo le antenne. dopodichè si tratta di strutture della Nato. stanno dentro un recinto enorme e tutto è sorvegliatissimo. non credo che consentirebbero a chiunque di entrare e piazzare l’orgonite, qualunque cosa sia.

  3. vittorio says

    Ho letto con interesse l’articolo e ho anche guardato il video di questo scempio nella bella natura siciliana. Effettivamente, le radiazioni elettromagnetiche sono molto pericolose per la salute, ma quello che si potrebbe fare al momento è andare a mettere dell’orgonite intorno alle antenne abbattendo così i l’influsso nefasto sulla popolazione e sull’ambiente. A tal proposito, invito i lettori di questo blog che vogliono attivarsi in questo senso a leggere questi link:
    http://chemtrails.foroactivo.com/operaciones-f19/
    qui è cosa si sta facendo in Spagna contro le antenne, basta leggere i vari report.

    In Italia si sta facendo lo stesso, questi sono dei link utili per capire cosa sia l’orgonite (molto facile da preparare) e come si usa:

    http://www.sciechimiche.org/…iewtopic.php?t=2852

    Tra l’altro a questo link si vede come il cielo si apre e diventa normale dopo il gifting delle antenne.

    Anche qui altri report di gifting in Italia:

    http://www.sciechimiche.org/…iewtopic.php?t=1607

    Qui come si prepara l’orgonite, un semplice mix di resina al poliestere, trucioli di metallo e un cristallo di quarzo:

    http://chemtrails.foroactivo.com/…ters-t1280.htm

    Si trovano molte informazioni sull’orgonite in rete. In ogni caso, per sapere la quantità da mettere (meglio interrare) ci si può iscrivere al forum sciechimiche.org per fare domande.

    In bocca a lupo e tutta la mia solidarietà ai cittadini di Niscemi.