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Femminicidio e media omertosi. Parole d’ordine: spostare l’attenzione!

Innanzitutto non vorrei dirvelo ma nel giro di poche ore siamo arrivati a quota #37 vittime. Un’altra donna uccisa in una vera e propria esecuzione. Lui è arrivato, ha sparato ed è scappato. Ed ecco un’altra riflessione sulla maniera in cui i media trattano le notizie dei delitti di donne.

La vicenda è quella della strage di Brescia, in cui un uomo, un camionista, ha ammazzato la ex moglie, il nuovo compagno, la figlia di lei e il fidanzato. Già in televisione la principale cosa da rilevare al tg1 era stata la partecipazione attiva di questo carabiniere alla sopravvivenza dell’assassino. In televisione gli facevano dichiarare che l’assassino era convinto di essere stato tradito. Una donna separata da due anni per questa gente era ancora considerata di proprietà dell’ex marito.

Poi nei quotidiani l’essenza della sottovalutazione del Femminicidio si definisce nel fatto che in un modo o nell’altro si finisce sempre per infamare la vittima, per giustificare l’assassino e per mettere sulla bilancia una figura maschile da fare emergere come eroe. Non a caso anche le immagini scelte a corredo delle notizie di cronaca mettono in evidenza SEMPRE e solo la partecipazione di forze dell’ordine che fanno marketing della propria attività – sulla nostra pelle – mentre vengono fotografati DOPO che il delitto si è già compiuto, perché contarci in termini preventivi non è assolutamente plausibile.

http://www.youtube.com/watch?v=aU0tVZlS-8Q

Questo articolo pubblicato su Brescia Oggi parla SOLO del carabiniere. Ed è l’apoteosi dell’assurdo. Non c’è una parola che riguardi le vittime della strage. Sparite. Dimenticate.

Il coraggio del carabiniere sarebbe quello di aver sventato il suicidio di un pluriassassino. Si tace appunto sul fatto che 4 persone sono state ammazzate senza che nessuno abbia fatto niente per prevenire.

Poi l’articolo racconta nei minimi dettagli come l’eroe avrebbe salvato l’assassino. Cosa degnissima, per carità, ma magari un tantino esagerata.

Come spiegarsi frasi come «Dai Mario, lascia quell’arma, hai già fatto tutto». Tutto cosa? Come dire: cosa fatta capo A? Tutta vita? Missione compiuta? E poi c’è il curriculum, un uomo dal cuore grande e la spiegazione ulteriore per cui l’assassino avrebbe ammazzato anche la figlia della ex e il fidanzato. Perché, recita l’articolo, i due stavano facendo da baby sitter ai tre bambini consentendo alla ex di uscire con il nuovo compagno. In realtà i due venivano da un’altra regione ed erano arrivati per una breve vacanza, così dicono numerosi quotidiani.

Ma è necessario che il messaggio arrivi. Come dire: attenti tutti e tutte, il terrorismo è in atto, una donna che lascia un ex deve restare sola e dunque non dovete mai e poi mai darle una mano e sollevarla dal suo ruolo di cura perché tenerla attaccata ai doveri è il modo attraverso il quale l’ex impone ancora il suo controllo.

E credete ancora che tutto ciò sia casuale?

Leggi anche:

Si chiama femminicidio ma i media lo chiamano delitto d’onore

Media e femminicidio: non esistono ragioni valide per ammazzare le donne

Movimento per la lotta contro la violenza sulle donne

E a proposito di media una imperdibile speciale su Rai Uno andato in onda dopo le 23 affinchè lo vedesse meno gente possibile. Pronunciano la parola Femminicidio. Un miracolo.

http://www.youtube.com/watch?v=oqyH6qUdtaE

Posted in Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. mv says

    Peggio ancora, i due diciannovenni non erano lì in vacanza, ma erano emigrati dal Mezzogiorno in cerca di lavoro. Le ingiustizie che si sommano una sull’altra sulle vite e sulle morti di quei due ragazzi sono incredibili.

  2. Chiara says

    Siccome sono di Brescia, adesso scrivo a Bresciaoggi.
    E’ uno schifo

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  1. L’Espresso ri-confeziona la donna-oggetto « Un altro genere di comunicazione linked to this post on Marzo 6, 2012

    […] (una donna ogni due giorni viene uccisa in famiglia), i media da una parte continuano a fornire giustificazioni ai violenti, definendo questi atti come “passionali” e giustificando perfino stupri efferati, dall’altra abbiamo la continua reiterazione […]