Skip to content


Vi prego: no alle fasce a lutto anti-femminicidio per i calciatori!

Da Abbatto i Muri:

In Brasile in questo momento sta succedendo di tutto. E’ una storia che parte da lontano, governo a tutela del neoliberismo e persone in lotta nelle piazze che vengono massacrate da una repressione allucinante. I mondiali vengono vissuti dalla gente del luogo come un evento orribile, che contribuisce all’espropriazione di territori per costruirci sopra grandi opere e che sposta l’attenzione rispetto alle emergenze reali, sanitarie, economiche, del paese. Potete recuperare un minimo di notizie già scritte qui e qui. Ma in questi giorni è pure peggio. La gente viene ammazzata per le strade, la polizia spara, e i calciatori, gli italiani, che stanno lì, non hanno detto niente, non gliene frega un tubo, alle italiane e agli italiani, tutto patriottismo e squadra di pallone, di quello che succede lì non interessa niente.

Ora leggo invece che alcune donne hanno messo in rete un appello un po’ in stile Snoq che chiede ai “nostri” giocatori di mettere la fascia al lutto per parlare della nostra “emergenza” femminicidio. Vi posso dire che questo dejà vù mi provoca veramente un enorme mal di pancia? Vi posso dire che l’ultima volta che ho visto il destrorso Buffon con la maglietta rosa di Snoq ho pensato cose irripetibili?

Vi prego: le fasce a lutto contro il femminicidio da piazzare sui calciatori anche no, per favore. Di nuovo queste iniziative alla Snoq, direi davvero di no. Ci siamo già passate. Sappiamo a cosa porta. Dovremmo imparare dagli errori invece che ripeterli. Siamo di nuovo alla sponsorizzazione dei tutori e del patriarcato buono? Ve ne prego, spero che non ricominci la danza. Che altro può arrivare di cattivo? Una seconda legge sul femminicidio becera tanto quanto la prima?

A me di sponsorizzare pure per i mondiali di calcio il paternalismo di uomini che vengono chiamati in causa per dire al mondo che esistono i patriarchi buoni, quelli che si preoccupano di recitare il termine f-e-m-m-i-n-i-c-i-d-i-o, anche se poi non sanno manco che significa e riducono tutto al dispiacere retorico catto/fascio per le mogli/madri morte ammazzate, di questa cosa qui non me ne può fregare di meno. Perché non viene chiesta la fascia a lutto, o quel che è, quando muore ammazzata una trans? Una sex worker? Una migrante? Un gay o una lesbica? Perché si ricomincia con la retorica della femmina debole e degli uomini buoni che devono mostrare quanta bella intenzione hanno a tutelarci? Perché si ricomincia di nuovo su questo orribile piano? Perché non viene chiesto ai calciatori di mollare i mondiali e incavolarsi con il governo Brasiliano per quello che sta succedendo su quelle strade?

Di queste iniziative borghesi, classiste, snoqqarole, filo/istituzionali, che stanno perfettamente in linea con la costruzione di una retorica sul femminicidio che non ci fa bene e che va a braccetto con i ministri che tweettano felici di aver tutelato le “nostre donne” (italiane) dovremmo fare a meno. Non ci servono. Ma proprio no. 🙁

Scrive su questo, sulla mia bacheca fb, Elettra Deiana: “E’ in atto un’opera di mappatura dei corpi femminili che ne ricodifica i confini, i limiti, le misure oltre le quali non è lecito avventurarsi. C’è un pieno di parole sulla figura della vittima, un’ossessione pornografica intorno alla raffigurazione che se ne fa da tutte le parti – il lutto al braccio degli atleti in “quel” contesto – che rende evidente la vocazione normalizzatrice dell’impresa. E’ una tipizzazione vittimistica con gesti ad alto impatto mediatico che creano immaginario collettivo intorno allo stereotipo, mentre, per esempio, non si chiede conto al governo di quei pochi fondi destinati ai centri antiviolenza – luoghi che possono offrire aiuto non alla “vittima” ma a ogni donna che ha subito violenza e reagirà diversamente alla violenza, perché ogni donna è una donna, anche in condizioni estreme. Ma la battaglia politica per obbligare il governo a quel passo è appunto una battaglia politica un po’ oscura, il cui scopo è soltanto garantire un aiuto concreto a chi ne abbia bisogno e lo chieda. Niente e che vedere con la biopolitica della vittimizzazione.

—>>>Ecco quello che succede ora per le strade in Brasile:

Bpqx66GIUAAD-dg

Leggi anche:

Su comunicazione e campagne a promozione del patriarcato buono:

Sulla retorica del femminicidio e quel che succede in questi giorni:

Posted in AntiAutoritarismi, Autodeterminazione, Comunicazione, Corpi/Poteri, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.