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“Processo pubblico” in difesa delle vittime di violenza!

immagine07Da Abbatto i Muri:

Il mio programma ebbe un calo di share. Fu a quel punto che io capii che dovevo cambiare strategia. Così decisi di cambiare anche il mio personaggio. Non più la conturbante e avvenente conduttrice di un programma che mostrava carne femminile, giacché quel che avrebbe venduto meglio, fuori da un mercato di nicchia, in orari accessibili alle grandi masse, sarebbe stato ora il modello della donna/vittima.

Qual è la donna che tra una faccenda o l’altra non ama farsi i cazzi dell’altra e non desidera dire la propria opinione su ogni cosa? Qual è l’uomo che non desidera vedere la donna fragile e da salvare svolgendo anche in pubblico il ruolo di tutore?

Decisi di chiamare il nuovo programma “Processo Pubblico”, da un lato la vittima e dall’altro l’accusato. Un piccolo spazio per svolgere interviste a specialisti del settore, preti, madonne, psichiatri e criminologhe, l’angolo per la libera opinione del pubblico con due fazioni avverse, tifoseria per la difesa e quella per l’accusa, due pseudo avvocati, una parecchio conturbante che parla facendo le veci del diavolo e l’altro santificato con desiderio di salvare la povera fanciulla indifesa, infine l’angolo per lo svolgimento della pena la quale dovrebbe comunque essere inflitta solo dopo aver ottenuto il voto del pubblico. Bisogna telefonare pigiando il tasto uno se siete d’accordo con lei e il tasto due se siete d’accordo con lui.

1377951_538128039587694_1658523468_nLe pene inflitte variano di durata ed entità. C’è la gogna pubblica, il tatuaggio che imprime lo stigma in eterno, e qui vedrete la figura del notaio che certificherà quando e come l’accusato avrà diritto all’oblio, poi c’è l’apnea, quattro uomini ben messi, bellissimi e muscolosi, con un grande sorriso, introducono il condannato dentro una vasca piena d’acqua e lo trattengono lì per i minuti che il pubblico avrà appositamente indicato, infine c’è la pena di morte, simbolicamente espressa, in chiave deterrente, come se fosse una sharìa mediatica che incute panico e timore e incoraggia le vittime a sentirsi un minimo più tutelate. Il boia, un altro gran pezzo d’uomo, accompagnato dal tifo della folla in preda al delirio forcaiolo (denuncialo! condannalo! rinchiudilo! ammazzalo! ammazzalo!) condurrà il condannato in una zona d’ombra dalla quale per necessità scenica verranno diffuse, in forma amplificata, delle urla strazianti, seguono inquadrature dei volti soddisfatti del pubblico, un primo piano della vittima che segue l’esecuzione con grande dignità e poi due parole da far pronunciare al telepredicatore che su uno schermo in fondo prega per l’anima del condannato.

La puntata si conclude con il boia che sorridente rivolge l’attenzione alla vittima, le va incontro, la prende in braccio e la conduce fuori dallo studio televisivo. Io a quel punto potrei dire due parole per lasciare immaginare che tra loro potrebbe esserci una storia, giacché la donzella in salvo va sempre in premio al principe salvatore, anche se è un boia che pratica gogne e torture, ma questi sono solo dettagli e non ce ne dobbiamo curare, dunque potrei ripetere la frase con la quale ogni mia trasmissione sarà chiusa: fanciulle, qui vedrete rinascere la vostra speranza, da qui viene fuori la vostra nuova vita, consegnateci il vostro carnefice, noi vi regaleremo uno status sociale, una vacanza premio, vitto e alloggio servito in un hotel a cinque stelle per la durata della trasmissione, varie ospitate nelle puntate successive e qualche partecipazione tra il pubblico, tutto retribuito. Vedete che alla fine tutto ciò conviene? E tutte insieme, così, potremo dire ad alta voce: giustizia è fatta!

E che la santa audience sia con me…

Ps: Market/Girl è un personaggio di pura invenzione. Ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale.

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