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Attrice porno per pagarsi gli studi: insultata da maschilisti e femministe!

BelleKnoxGlassesBaja

Da Abbatto i Muri:

Belle Knox per mantenersi gli studi fa film porno. Ne scrive L’Espresso che racconta come dopo che altri studenti hanno rivelato l’identità reale dell’attrice lei sia diventata oggetto di una aggressione violenta sul web e poi di un dibattito tra innocentisti e colpevolisti. L’hanno chiamata “puttana”, “irresponsabile”, poi coinvolta in alcuni show, infine ospitata come blogger all’Huffington Post in quanto sex-positive feminist.

Doveva pagarsi la retta atroce di 60.000 dollari l’anno per l’università, e non voleva fare debiti come molti altri nelle stesse condizioni fanno, perciò iniziò a svolgere quella professione in un ambiente artistico, il set dei film porno, che lei descrive come “la mia passione, la mia felicità, la mia casa“. Guadagna molto e gira film in cui a volte si rappresenta il “rough sex“. L’America protestante/puritana non poteva digerirlo. Piuttosto che trovare osceno il prezzo dell’istruzione l’hanno pesantemente insultata sul web. Le hanno augurato malattie, disgrazie, violenze, stupri. Poi ci sono le femministe antiporno che ovviamente non potevano che rafforzare lo stigma trattandola ugualmente a pesci in faccia.

L’hanno definita “falsa femminista, un’esibizionista, un’astuta manipolatrice“. Qualcuna sulle riviste la definisce “una giovane donna disturbata“. Su un altro settimanale scrivono che il porno sarebbe oppressivo per le donne, che è pericoloso, anti-igienico, e che i set sarebbero luoghi di sfruttamento. C’era poi chi la delegittimava raccontando che “il presunto femminismo di Belle” era una “fantasia fasulla“. Anche in questo caso, come per altri ch a volte ho raccontato, ci fu chi tirò fuori l’irresponsabilità, il rischio di malattie, lo sfruttamento del corpo delle donne. Il corpo delle donne, sempre quello, il feticcio sacralizzato che appartiene alla società e non alla persona che pure ci vive dentro. Qualcuno ha proiettato i propri desideri sessuali su di lei per raccontare come a Belle proprio non possono piacere le cose che fa e dunque è una vittima, una inconsapevole, una da rinchiudere e curare. Così le “femministe” antiporno si lanciano nella loro crociata per salvarla dai bruti e per restituirla, senza neppure chiedere quel che lei desidera, ai suoi “reali desideri”. Dato che lei risponde picche e non ha alcuna voglia di essere salvata perciò si passa agli insulti e si racconta che lei sarebbe una manipolatrice e che finirà di certo malissimo. Vittima o carnefice, per certi femminismi autoritari la polarizzazione e la dicotomia rigida è l’unica scelta possibile e dunque il quadro, purtroppo, è sempre lo stesso e non cambia mai.

Ci sono poi, invece, le femministe libertarie che la difendono. “Megan Murphy, canadese, fondatrice del blog Feminist Current, tuona: «Il femminismo è la nuova misoginia». Ritiene legittima la scelta di una ragazza di consumare pornografia e identificarsi con essa liberamente, nelle fantasie e nelle pratiche. Persino “Time” ospita opinioni libertarie: Belle nega il sesso violento, «insiste nell’affermare che non è il suo caso e dovremmo crederle». Amanda Hess, di “Slate”, di dichiara sua follower. La pornostar Stoya, sul “New York Times”, difende le sue scelte, incluso lo sdoppiamento tra studentessa e performer.

Intanto lei si difende e scrive, argomenta con proprietà di linguaggio, giacché, a questo punto, le uniche a pensare che mostrare il corpo o fare film porno coincida con autentiche imbecilli quasi analfabete sono rimaste solo le femministe antiporno. Scrive che  non partecipa a produzioni in cui si mettono in scena fantasie di stupro, distingue tra sesso rude, sasomaso, e violenza, ma il punto è che le femministe, quelle che “come si fa il sesso che ti piace te lo insegno io perché i tuoi desideri mi devono perfettamente corrispondere“, da quell’orecchio non ci sentono. L’attrice scrive che non è mai stata forzata o minacciata e che ogni suo atto è perfettamente consensuale. Ovvero non si dichiara vittima e questo, io lo so bene, per certe femministe è peggio che dire una bestemmia.

Belle si schiera poi per i diritti delle sex workers, parla anche di sfruttamento e dice che insultarle o esigere da loro la totale negazione delle proprie scelte le porta semmai a diventare ancora più clandestine e ricattabili. E giù insulti anche per questo. Poi ha scritto che girare porno le regala gioia, le piace, e descrive la sua esperienza come solidale, eccitante, una iniezione di sicurezza e autostima. Parla di empowering e giustamente si dice sconvolta per gli insulti ricevuti che sono la parentesi più grave della sua vicenda. Racconta un femminismo altro e viene perciò banalizzata, sminuita, sottovalutata e perennemente delegittimata. E ancora si separano le cordate femministe. C’è quella delle storiche, poi le anti/porno e separatiste, poi l’area libertaria e sex-positive. E giuro che sto parlando dell’America e non dell’Italia che da giorni non fa altro che parlare di un culo.

Si ripropone lo schema di cui vi parlo sempre, quello a cui si oppone, oggi, una nuova rivisitazione del femminismo anti/sex/positive con ragionamenti che parlano della impossibilità di gestione del proprio corpo da parte delle donne. Il corpo è mio ma non lo gestisco io. Lo gestisce la comunità di donne che la sanno un po’ più lunga perché tu, bimba, non sai cosa fare della tua vita e non sei sufficientemente liberata per esercitare il tuo diritto alla libertà di scelta.

Lo spiega bene Valeria Ottonelli nel suo piccolo saggio sulla Libertà, ricordando come la Dworkin abbia messo in circolo delle pericolose norme che negavano l’autonomia delle donne a meno che non aderissero alle scelte delle antiporno e anti/sex/positive. Ci spiega come non esista donna che possa dire all’altra quale sia il reale concetto di liberazione, perché si tratta di scelte individuali. Così ricordo che in questi giorni, dalle nostre parti, torna un ragionamento ancora pericoloso, regressivo, da parte di un femminismo egemone che sente messo in discussione il dogma: nell’uso del corpo, tu, donna, non potrai prescindere dalle altre. Il tuo corpo non è tuo ma appartiene al mondo intero. Segue lo sforzo, senza contare gli scivoloni e gli attacchi personali di chi non cova altro che risentimento e non sa produrre ragionamento politico senza polarizzare lo scontro – contro tizia, caia, Eretica – di riportare le pecorelle smarrite all’ovile, a ricevere il caldo e oppressivo abbraccio della grande madre che se dichiari pentimento e ti dici vittima, confusa e in fase di conversione, ti perdonerà.

Il resto io l’ho già scritto tante volte e per chi non le ha lette: QUI trovate le avventure della Militante Antiporno. 🙂

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