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Se vuoi essere popolare recita il dogma del “femminismo” mainstream

03Da Abbatto i Muri:

Uno degli obiettivi principali del femminismo strumentale e filo/istituzionale è quello di screditare il femminismo che non si rende funzionale alla legittimazione di partiti/governi e non si presta a certi giochi di potere. Farlo è abbastanza semplice. Puoi essere chiunque, donna, uomo, blogger, socialnetworkara, autrice di parole che nessuno o quasi si caga perché banali, in fondo sempre uguali e perennemente tese a moralizzare l’universo mondo o a denigrare chi non ti somiglia perché il bene massimo, ovviamente, è rappresentato dalla tua fattezza e dai tuoi pensieri, ma quel che ti contraddistingue è il fatto che se usi le stesse parole della nota parlamentare, presidente, giornalista mainstream xy sai bene che il mondo ti regala un pizzico di celebrità.

L’opportunismo è tipico di questa gente che sa perfettamente come oggi basti nominarsi strenui difensori delle donne senza se e senza ma, con ostile acidume sparso esclusivamente contro gli uomini e contro tutto quel che non somiglia al loro pensiero, per guadagnarsi un posto in paradiso, perché il brand “donna” o “violenza sulle donne” va di moda e dunque eccoti che, se con un pizzico di talento, puoi assurgere a posizioni di visibilità maggiori e cosa non si farebbe per ottenere qualche click indignato o like in più sul proprio spazio o per ottenere spazio in tv, presso il convegno tal dei tali, magari con targhetta nominale dedicata, o presso il ciclo di seminari in cui si parla di donne a partire dallo stesso acritico leit motiv di sempre: donne vittimissime, deboli, fragili e bisognose di patriarchi buoni a sorvegliare la femminile pelle. Diversamente sono carnefici, brutte e cattive e se si toccano per godere sono perfino da ibernare e situare in qualche gelida stazione del polo nord.

427665_276573002413965_1768280391_nSono brave codeste persone a fare passare qualunque ragionamento critico come se fosse la stessa negazione dei problemi perché l’unico modo in cui puoi declinare le faccende di cui sopra è esattamente nella maniera in cui dicono loro. Dunque poco conta l’esperienza, la lucidità e l’analisi di migliaia di donne che la pensano in altro modo perché in ogni caso il terreno va preparato secondo le esigenze di partito e dei patriarchi a manutenzione dello stesso. Servono voti e i voti si guadagnano se si prepara la scena alle emergenze che il partito, maschio, subito risolverà. Se solo fosse possibile situare mostruosità in danno alle pietre queste lo farebbero ed è evidente che i media, per quel che sono oggi, sono più disposti a dare fiato a matrone, matriarche e patriarchi (buoni) a recitare il verbo della fragilità salvabile piuttosto che della presenza delle donne autodeterminate.

Perché vedete: non c’è nulla che fa meno audience della autodeterminazione della gente, anzi, quando vuoi autodeterminare la gestione dei territori, prendi la Val Susa, ti becchi una accusa di terrorismo, se vuoi autodeterminare la tua sessualità allora ti raccontano che metti a rischio la vita delle povere donzelle indifese, se vuoi autodeterminare linguaggi, pratiche, irriverenze femministe apriti cielo perché se il femminismo non è concepito come una religione con tanto di sacerdotesse e preti d’ordinanza allora non è più funzionale a costoro, sfugge alla strumentalizzazione e le potenti come potrebbero fare a sfruttare e fagocitare e pressare su parole d’ordine di mille femminismi attivi in giro per il mondo se non appiattendo il discorso su banali vittimismi, lagne e piagnistei e terrorismi psicologici che giustificano interventismi, proposte liberticide e autoritarismi?

Vanno a braccetto con la repressione, costoro, per cui non proferiscono parola se è lo Stato a farti il culo in piazza ed è anche ovvio che sia così perché i tutori e i patriarchi sono i loro principali alleati. Gli unici uomini buoni sono quelli che ti proteggono e tutti gli altri sono merde umane da buttare dentro il cesso perché, ragazze, state attente, là fuori c’è il nemico, venite dunque sotto la mia ala protettiva così vi consegno alla gestione più matura dei vostri corpi, voi povere e perenni adolescenti, irresponsabili che non conoscete affatto, così come lo conosco io, il vero valore del rispetto per voi stesse. Pazienza se poi dietro talune espressioni lette in giro potete facilmente leggere complesse e variopinte difficoltà a socializzare con il mondo, incapacità di vedere altro se non se stesse e anche una decisa dose di depressa ed egocentrica paranoia.

C’è il nemico, là fuori, subito a fare guerra con le vostre tastiere perché il mondo finirà domani e quel che dovete fare è salvare, coprire, le fanciulle in pericolo e zittire quelle che non si dichiarano tali o che se notano un problema piuttosto sprecano tempo, intelligenza, condivisione di saperi, per insegnare alle altre come di fa a nuotare. Ma il femminismo strumentale gioca alla realizzazione di dipendenze, vi tiene lì sul filo del rasoio. Senza di loro voi siete praticamente nulla. Sono lì a illuminarvi il cammino e segnalarvi pericoli per quanto inesistenti o dei quali siete già completamente consapevoli. Sono lì a suggerirvi sanzioni perché diversamente non si potrà andare avanti e allora eccole a collaborare il finanziamento dell’industria del salvataggio. Una multa qui, un po’ di galera là, tanto controllo in per di qua. Sorvegliate e protette e quelle che non sono d’accordo vadano ‘affanculo perché siete fragili, piccole, e dovete affidarvi alla beddamatresantissima di turno o al padreterno che parla la sua stessa lingua.

971746_494273993973099_607007423_nVedete come accade? Che quando scoppia il bubbone dell’emergenza tal dei tali, sia essa la bestemmia di un sessista idiota, sia la rappresentazione di qualcosa che fa indubbiamente schifo, invece che suggerire sovversione, autonomia, gestione indipendente, irriverente, fuori dai linguaggi istituzionali, a volte paraculi, pronunciati a denti stretti, con l’acidume risentito che travasa ed è trattenuto sebbene ogni parola ne sia intrisa, si dice che tu da sola non sei in grado di fare e di capire un cazzo, che la tua esperienza non conta niente e tratteggiando debolezze infine si raggiunge la gloria, così, mostrando al mondo le viscere altrui, sovradeterminando persone alle quali è negato lo status di soggetti, massacrando e denigrando le espressioni autodeterminate e infine raccontando che il femminismo vive di pensiero unico, ragionamento unico, unica, grande, enorme, terrorizzante, ideologia.

Per mia fortuna quel che so è che i femminismi sono tanti e che la corrente libera e libertaria esiste ancora e non sono riuscite a farla completamente fuori. Loro che ti raccontano come essere chioccie in fase di ritorno al maternage da ventennio, valorizzando uteri piuttosto che cervelli, significherebbe aver compiuto un progresso. Loro che specularmente ai peggiori maschilismi ti dicono che il mondo e i ruoli di genere si suddividono così come è scritto per “natura”. Loro che, in fondo, hanno scarsa familiarità con corpi, liquidi, respiri e passione perché quel che le/li muove è un istinto forcaiolo che tanto somiglia all’umore di chi realizzava i vecchi tribunali dell’inquisizione. Loro che con il moralismo che le contraddistingue sono lì a contarti gli orgasmi e censurarti la carnalità perché una femminista d’ordinanza ha da essere sobria, austera, asessuata, un po’ in stile femmina del partito ché la sessualità è distrazione perché prima di tutto c’è la rivoluzione.

1173845_637278386291099_1286171987_nChi siamo noi, perdinci, a esigere di mostrarci sensualmente al mondo esigendo che tanto non debba costarci alcun sessismo e moralismo? Donne da rimettere in riga, ecco quel che siamo, perché costoro sono quell* che dicono, parimenti ai maschilisti, che se ti mostri scollacciata in fondo alimenti sessismo, anzi, mercifichi la pelle, dunque te la cerchi. Sono questi i pensieri mainstream oggi ed è ovvio che qualunque altro pensiero autodeterminato che non sia funzionale ai patriarchi, altrimenti ingiustificati nella loro esigenza di interventi a tutela e a controllo dei nostri corpi, sia strenuamente combattuto, perennemente denigrato, offeso, insultato, diffamato.

Guardate quotidiani e tv e contate la somma dei pensieri che dirigono in quel senso e poi ditemi quante sono le eretiche che hanno spazio. Rare, ahinoi, e ogni parola, infine, costa e costa tanto, perché, non c’è dubbio, il solo fatto di non recitare il dogma si intende che paghi con gli insulti all’intelligenza ogni prova d’autonomia mentale. Teniamoci strette, sorelle. Teniamoci strett*, tutt* quant*, uomini, donne, gay, lesbiche, trans, puttane, precarie, poveri, massacrat*, perché i pensieri dominanti o che esigono di essere tali non ammettono libertà da parte di nessun@. D’altronde cosa sono sempre state le persone resistenti e partigiane giusto nel tempo in cui è necessario resistere? Criminali, banditi e banditesse. Io criminale, io bandita, io strega, io eretica, come tant* tra voi.

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