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Né con Boldrini né con i sessisti

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da Abbatto i Muri:

Ricevo e volentieri condivido:

Uso lo spazio che gentilmente mi ha offerto Eretica per dire due cose sulla vicenda del sessismo contro la Boldrini. Io, personalmente, non ho niente contro di lei. Mi dispiace che la insultino. Mi dispiace che insultino in quel modo qualunque persona. Ma io devo dire che i messaggi che stanno passando li trovo sbagliati. C’è il rischio di fare passare l’idea che l’unico modo per risolvere il sessismo sia il securitarismo, denunce, il rispetto per le istituzioni. Ma quando? Dove? Perché? Da tanto tempo proviamo a dire che il securitarismo, la repressione, i tutori, non risolvono né la violenza sulle donne né il sessismo. Le femministe che stanno in parlamento, le stesse del Pd che hanno voluto la legge sul femminicidio con le norme repressive contro il movimento NoTav, invece dicono il contrario. Sono due posizioni totalmente diverse. Il fatto che stiano approfittando di quello che succede alla Boldrini o delle parole sbagliate di un parlamentare, senza tenere conto dello schiaffo dato dall’altro di scelta civica, per accreditare un modello securitario a me non sta bene. Io rivendico il diritto di dire che sono donna, sono femminista, sono antisessista, ma non mi piace il securitarismo, non sono così fiduciosa dell’operato dei tutori dell’ordine, ho tutte le mie riserve rispetto alle istituzioni e ho il diritto, anzi, il dovere di non rispettarle affatto quando promulgano leggi che creano un danno anche per me. Se domani il parlamento votasse una legge in cui si dice che io non posso abortire, pena la galera, Boldrini mi direbbe che devo rispettare le istituzioni? Piuttosto io scendo in piazza contro le istituzioni perché le istituzioni sono contro di me. Io sono una cittadina qualunque, non sono neanche grillina, mi sembra sterile tutto il dibattito tra chi dimentica che c’è chi neppure vota e non considera le istituzioni un riferimento utile per cambiare le cose. Ma qui ci sono donne che stanno prestando il fianco ai più beceri poteri patriarcali. Mi sembra di sentire la stessa retorica a proposito dei giudici, e il rispetto per le istituzioni, e la sacralità dello Stato. Non ci sto a vedere che ancora una volta queste signore approfittano delle lotte di tutte per accreditare un solo modello politico. Io sono antisessista, sono di sinistra, ma non faccio lo spot all’uso della denuncia, non mi interessa un modello securitario e repressivo, l’ordine e la disciplina evocati in questi giorni dentro e fuori le aule parlamentari mi rimandano a brutti ricordi, e rivendico il diritto di considerare le istituzioni da antagonista. La più grande violenza sulle donne è quella dello Stato. Perciò di che parliamo? Questo è quello che volevo dire. Perciò né con la Boldrini né con i sessisti. Posso dire questa cosa o qualcuno oserà definirmi amica dei sessisti? Lettera firmata

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, No Carcere, Omicidi sociali, R-esistenze.