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#Aborto: abolizionist* del sex working sul carro della lotta pro-choice?

Da Abbatto i Muri:
La battaglia per la libertà di scelta in fatto di sessualità, contraccezione e aborto, rischia di essere l’ulteriore treno unificante che anestetizza le precarie, omettendo la questione fondamentale dell’assenza di reddito, deresponsabilizzando razzismi, da parte di quelle che poco o nulla dicono sulla vergognosa esistenza dei Cie e del reato di immigrazione clandestina, e sdoganando sovradeterminazione da parte delle abolizioniste della prostituzione che subito hanno abbracciato la causa per riaffermare la propria impostazione autoritaria.

Lo dico a ragion veduta perché così si muove la WomenLobby europea e così si muovono le prepotenti neocolonialiste e abolizioniste francesi. Lo stesso, a quanto pare, si avviano a fare anche in Italia nicchie paternaliste e neofondamentaliste che insistono nel disconoscimento dei soggetti quando si parla di sex workers e usano pretesti per accreditarsi in contesti femministi.

Questo è invece il tempo in cui le cause vanno raccontate in senso intersezionale e con la consapevolezza di quel che può avvenire dopo se non ci preoccupiamo delle conseguenze. E’ già avvenuto quando si è parlato di violenza sulle donne omettendo mille concause e tante osservazioni e letture fondamentali che sarebbero state utili per  realizzare soluzioni concrete. Invece siamo lì con una legge che non serve a molto e siamo al punto in cui la parola #femminicidio è diventata un brand buono perfino per vendere calendari in cui la modella photoshoppata con bellezza unica imposta dal target pubblicitario vende mutande contro la violenza sulle donne.

Ragionare di libertà di scelta senza un minimo di consapevolezza è una cosa molto complessa e per quanto io consideri molto coraggiose e stimi per davvero le donne fiorentine che lanciano iniziative collettive sulla questione dell’aborto, ché certo è un passo enorme quello di prendere distanza, dichiarare una rottura, disancorarsi dalle donne antiviolenza che poi incoerentemente sostengono proposte di privatizzazione dei consultori ad opera dei movimento no-choice, direi che serve uno sforzo in più.

A me viene in mente che serve un appello che parli di autodeterminazione in generale. Del diritto di migrare, fare sesso con chi e come ci pare, affinché la questione del sesso non riproduttivo non diventi un’altra strategia biologicamente riduzionista e un po’ transfobica per intrappolarci entro i nostri ruoli di genere, perché gli attacchi subiti non fanno che obbligarci a tornare a battaglie antiche che dovremmo però portare avanti senza nulla perdere dei linguaggi e delle lotte e consapevolezze intanto acquisite. Mi viene in mente ancora il fatto che bisogna appellarsi per avere garanzia d’uso di contraccezione e interruzione di gravidanza sicuri, fare il lavoro che preferiamo avendo garanzie utili per noi (il che include i/le sex workers), rivendicare diritti. La repressione normativa sui corpi precari è legittimata da fondamentalismi che serve trattare insieme. Sono tutte facce diverse della stessa medaglia. Chiarendo che bisogna partire da un principio sacrosanto che è il riconoscimento dei soggetti, perché sono loro che devono parlare, siamo noi a seconda delle lotte che portiamo avanti e non chi costruisce dogmi sulla salvezza di questa o quella “vittima” o “soggetto debole”. Un appello dunque che sia all’insegna della affermazione della nostra forza, capacità di autorappresentazione, per spezzare questo meccanismo atroce che ci obbliga ad essere solo oggetti, attualmente oggetti di Stato.

Un appello che dica pressappoco questo:

Dopo il recente provvedimento abolizionista (della prostituzione) in Francia voluto senza tenere conto delle richieste delle stesse sex workers, e guardando alle tantissime ordinanze di sindaci, di destra e di sinistra, che in Italia marginalizzano sempre più le prostitute per questioni di decoro e di pubblica decenza, è sempre più palese che in Europa viene meno il rispetto per l’autodeterminazione delle donne. Le prostitute non sono considerate soggetti ma oggetti di decisioni che non tengono conto delle loro voci. Tale atteggiamento si riscontra allo stesso modo nelle decisioni della Spagna in direzione di un divieto dell’aborto poiché anche in quel caso l’autodeterminazione delle donne non conta niente. E’ necessaria perciò una rete europea che parli di libertà di scelta a tutti i livelli, ché alle donne tutte sia permesso di scegliere e con ciò di poter vedere riconosciuti diritti ed esigere garanzie di qualunque scelta si tratti. Vogliamo poter accedere alla contraccezione, anche d’emergenza, ad un aborto sicuro e garantito. Vogliamo poter vestire il genere che preferiamo e fare sesso come e con chi preferiamo. Vogliamo poter essere cittadine di ogni luogo a prescindere dalla nostra nazionalità, perché migrare ci deve essere consentito e dunque vogliamo anche avere il diritto di scegliere quale professione gestire e non per questo essere ridotte sempre e solo in clandestinità. Proibizionismo dell’aborto o proibizionismo della prostituzione pari sono nella sostanza e nelle conseguenze. Per la libertà di scelta sempre, a prescindere dall’uso che intendiamo fare dei nostri corpi, dalla nazione in cui scegliamo di vivere, dalla professione che intendiamo svolgere e dalla sessualità che ci coinvolge. E tutto ciò senza mai dimenticare le giuste rivendicazioni per un reddito che è presupposto necessario per scindere dipendenze e consentire il reale compimento di ogni libertà.

Ovviamente chiunque abbia altro da proporre è benvenut@.

Detto ciò io vi segnalo comunque la rete che su proposta delle donne fiorentine (e vi invito a relazionarvi con loro perché conoscono i rischi e le circostanze) vuole costruire una manifestazione per l’otto marzo in cui, spero, si vorranno includere tutte le rivendicazioni che ragionano di libertà di scelta. Ve ne parlerò meglio in un prossimo post. Intanto mi premeva chiarire queste cose.

Contro ogni neofondamentalismo. Sempre.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Corpi/Poteri, Critica femminista, Fem/Activism, Iniziative, Pensatoio, R-esistenze.

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