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#StigmaKills: I funerali per #Andrea che legittimano una società transfobica

andrea

Da Abbatto i Muri:

Andrea riceve benedizioni e funerali e i grossi quotidiani ne parlano per raccontare della svolta progressista della chiesa e di politici “diversi” che si commuovono quando si parla di violenza sulle trans.

Il punto è, per dirla con le Cagne Sciolte, che:

Andrea è una sorella, colombiana, transessuale uccisa a bastonate a Termini nel luglio scorso. Una vita al margine della società classista, sessista, omofobica, transfobica, puttanofobica che oggi le regalerà un funerale in cui vescovi e politici faranno passerella caritatevole su un corpo che, quando è vivo, viene invece combattuto con lo stigma e la repressione.

Andrea non è che uno di quei soggetti socialmente non riconosciuti mentre lo stigma pesa su di loro e viene aggravato da leggi che condannano le trans straniere come lei alla clandestinità e da regolamenti istituzionali (le ordinanze dei sindaci sceriffi) che marginalizzano le prostitute in periferia, lontane dalla vista di benpensanti, a risentire di buio e insicurezza ancora di più.

Scrivevo tempo fa:

La storia di Andrea potete leggerla e vederla in parte QUI, in una intervista che la mostra per quel che ha dovuto patire nel suo ultimo pezzo di vita. Già massacrata di botte, ridotta in coma, con un braccio e una gamba paralizzate, l’unica cosa che le restava da fare, in quella capitale indifferente e piena di pregiudizi fascistoidi, era vivere alla stazione Termini. Lì dormiva e lì è morta ammazzata.

Quello che le è successo non può essere certo dimenticato e quei funerali legittimano una società moralista e ipocrita che così si autoassolve sulla sua pelle. Una società che spedisce le trans migranti nei Cie, le confina in periferia quando fanno le prostitute (ché la maggior parte non ha altro modo per campare e non tutte sono certamente delle vip riconosciute), le ignora quando raccontano di violenze spinte da odio transfobico, le chiama “malate” destinandole a terapie improbabili per fedeltà nei confronti della famiglia eterosessuale, le stigmatizza come depositarie del vizio quando un politico le frequenta dichiarandosi poi mooolto pentito di averlo fatto, le esclude dalla somma di vittime di violenza di genere quando contabilizza quel che è più utile a legittimare leggi antiviolenza e soluzioni paternaliste.

Il punto è che troppa gente non ha neppure la più pallida idea di cosa significhi violenza di genere e sul termine #femminicidio dedicato solo a donne (mogli e madri) ricava unità tra antiabortisti, omofobi, transfobici, puttanofobi e frequentatori di family day che se avessero avuto per le mani Andrea quando era in vita come minimo l’avrebbero sottoposta a cure psichiatriche per farla rinsavire.

Un saluto laico ad Andrea. Da chi ti ha sempre considerata soggetto, ché non è necessario assumere posa da cadavere per riconoscerti degna di considerazione.

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