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Dell’uso dei bloccanti della pubertà sugli adolescenti con varianza di genere: il dibattito dopo i fatti di Firenze

da Intersexioni:

di Egon Botteghi

Il 22 Ottobre 2013 si è svolto, presso l’auditorium della regione Toscana, il corso “Rete Toscana per l’accoglienza e l’assistenza alla disforia di genere”, inserito nel programma aziendale di formazione 2013  a seguito del quale è uscito l’articolo del Corriere Fiorentino “Pre cambio di sesso. Un caso che divide”

A questo pezzo hanno fatto eco altri di varie testate giornalistiche che hanno dato avvio ad un dibattito sull’opportunità o meno di introdurre in Italia l’uso di “bloccanti della pubertà” su minori con varianze di identità di genere, come già avviene in altri paesi europei come Inghilterra ed Olanda (ad esempio questo sul Fatto Quotidiano).

Controradio di Firenze ha intervistato sull’argomento la Dottoressa Alba Tonarti, neuropsichiatra infantile, che si occupa da molti anni di giovani con queste specificità a Roma (qui l’audio e la sbobinatura dell’intervista).

Essendo stato invitato al convegno internazionale dell’Osservatorio Nazionale Identità di Genere (ONIG), svoltosi venerdì e sabato scorsi a Napoli (25-26 Ottobre 2013) a cui il centro CIADIG dell’ospedale Careggi afferisce, ho approfittato della presenza di alcuni dei protagonisti della vicenda per avere dei chiarimenti.

Il primo giorno ho domandato, a latere del convegno, a due degli psicologi dello staff di uno dei centri toscani che si occupano di disforia di genere, come fossero andate veramente le cose.

Mi è stato risposto che c’è stato un travisamento da parte degli organi di stampa della discussione avvenuta all’interno del corso.
Il documento di richiesta pervenuto all’assessore della sanità regionale riguarderebbe infatti solo la creazione di una lista unica per le operazioni di riassegnazione del sesso per gli adulti facenti richiesta ed una omologazione delle pratiche in tutti i centri toscani che si occupano di DIG (disforia di genere).
La questione dei minori era stata sollevata da un intervento del professor Dettore, professore associato di psicologia clinica all’università di Firenze, che aveva dato avvio ad una discussione interna, ma non riguardava le richieste all’ordine del giorno per quel documento.

Il secondo giorno del convegno dell’ONIG era appunto dedicato ad una tavola rotonda sui “Minori con sviluppo dell’identità di genere atipica”, dove è stato presentato il lavoro dei cinque centri Onig che in Italia si occupano di minori con DIG ( Bologna, Firenze, Napoli, Roma e Torino), al termine del quale, durante il dibattito, ho chiesto espressamente cosa ci fosse di veritiero in quello che i giornali avevano divulgato riguardo alla vicenda fiorentina.

Mi è stato risposto ufficialmente dalla Dottoressa Alessandra Fischer, endocrinologa del Ciadig di Firenze, la quale ha affermato che:

il documento di richiesta all’assessorato sanità della Regione Toscana riguarda unicamente l’istituzione di una lista unica per le operazioni di riassegnazione del sesso;

la richiesta dell’uso dei gnrh agonisti (bloccanti della pubertà) era già stata fatta dal Dottor Maggi all’ordine dei medici Firenze nel Maggio scorso, nello spirito di rendere anche questi esenti come lo sono, nella regione Toscana, gli ormoni cross-sex per gli adulti;

la richiesta di bloccanti della pubertà, a cui quindi potrebbero accedere gratuitamente i richiedenti, riguarda solo gli adolescenti e mai i bambini (la distinzione di trattamento e la necessità di tenere separati le categorie “bambino” ed “adolescente” era venuta fuori in tutte le presentazioni di tutti i centri per minori dell’Onig presentati nella giornata);

è stata presa la decisione di non fare più dichiarazioni ai giornalisti ed è stato diffuso il mercoledì mattina 23 Ottobre un comunicato stampa dall’azienda ospedaliera Careggi in cui si spiegavano i termini della questione (comunicato che però io non sono riuscito a rintracciare..).

Di seguito prende la parola il professor Davide Dettore, volendo chiarire ufficialmente la sua posizione: nell’articolo del Corriere Fiorentino, da cui la polemica ha preso avvio, sono infatti riportate sue parole in cui invita alla cautela nell’uso di questi farmaci. In questa sede tiene invece ad affermare il suo accordo sull’uso dei bloccanti della pubertà per quegli adolescenti che abbiano certe caratteristiche (nei bambini, come in precedenza affermato dalla dottoressa Fischer, l’intervento proposto è solo di natura psicologica).
Ammette però che di questi farmaci, nonostante l’esperienza negli altri paesi, non si conoscano tutte le implicazioni e le eventuali controindicazioni, ad esempio sul cervello in crescita.
Infatti ci potrebbe essere la possibilità che il bloccante della pubertà blocchi anche quella fase della mascolinizzazione cerebrale che avviene in pubertà, allungando i tempi della disforia percepita.
Nel caso in cui il farmaco dovesse impedire l’andrologizzazione del cervello, potrebbe essere causa del persistere della DIG.

Alla fine del dibattito interviene anche la dottoressa Adriana Godano, endocrinologa che si occupa da molti anni di persone transessuali a Torino, che lamenta la mancanza, nelle
pubblicazioni scientifiche, di articoli e risultati intorno a questi bloccanti della pubertà, nonostante appunto siano usati già da quindici anni in altri paesi europei.

Torna a rispondere la dottoressa Fischer, chiarendo che esiste uno studio sull’impatto della densità ossea di questi farmaci, che paiono non dare problemi agli adolescenti che ne fanno uso, ma niente sulle possibili correlazioni con lo sviluppo cerebrale.

Il dibattito rimane aperto. In assenza di studi sugli effetti a livello celebrale di questi farmaci, sarà necessario effettuarli prima di introdurne l’uso nel nostro paese? Verrà fatta quindi della sperimentazione qui in Italia?

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Pensatoio, R-esistenze.

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