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Femminismi: la falsa storia delle “sfide” giovani (aiuto, le rottamatrici!)

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Da Abbatto i Muri:

Dibattito che forse non interessa molto. Io lo sto seguendo e al solito trovo che sia molto più interessante qualche stimolo che arriva da altre nazioni, fuori da questo contesto provinciale che chiamiamo Italia.

In Italia c’è chi paventa l’arrivo di nuove generazioni in netta contrapposizione a quelle vecchie. V’è poi chi, ritenendo d’averci preso, dice che le giovani infantilizzerebbero il movimento con tutti quei blitz gioiosi, quelle modalità bambinesche, ‘sta maniera biricchina di fottersi il palco all’insaputa delle grandi. Arriva poi chi valorizza le giovani e dice che si tratta di uno scontro di valore, cose importanti insomma.

Sarà che all’estero puoi vedere la sessantenne che va a fare i blitz e poi la donna adulta che con la fionda resiste in piazza, e dunque non fanno la distinzione tra resistenti giovani e resistenti in menopausa. Sarà anche che questo giudizio moralista sulle pratiche delle donne non c’è poi così tanto, perché solo in Italia possiamo ritenere che basti la pratica a farti passare da giovane.

Altrove, prima di noi, si sono rese conto che portare in giro il seno nudo può essere veicolo di neocolonialismo, che fare i balletti tutte belle, giovani, e unite in piazza può essere sinonimo di classismo e anche razzismo, che poi essere giovanili nelle modalità non ti fa decisamente adeguata a ragionare, per esempio, di conflitto di classe. E dunque c’è chi ancora è abituata a valutare i contenuti.

Prendersi il palco è una cosa buona e starci su a discutere per un mese significa però che non c’è molto altro da fare. I contenuti non si sa dove stiano e nel merito non mi pare ci sia stata grande discussione. Uno spunto l’ha lanciato PantaFika e dissero che ci sono altre dieci pagine da leggere e con grande fiducia noi s’aspetta, volendo a queste ragazze tanto bene, dando loro tutto l’appoggio e senza nessun pregiudizio.

Ché è la discussione che sta attorno a loro che mi pare veramente assumere contorni quasi raccapriccianti. Chi sulla rottura generazionale ricava lustro per dire, eccomi, le storiche non contano più niente, e chi invece dice che la storia senza continuità non ha nulla da fare. Puoi essere solo figlia o madre, non c’è verso, e mentre si scazzano confrontano a chi fa le ordinate e in fila per due al cospetto della maestra e chi invece immagina di aver rappresentato chissà quale rivoluzione per aver detto un paio d’ovvietà (e non parlo delle ragazze) a bordo campo siamo in tante, giovani, vecchie, fregandocene altamente dell’età perché quel che ci importa è veramente altro.

Quello che divide le donne, da sempre, è il conflitto di classe, innanzitutto, o l’etnia, o cose così, un po’ più incisive dell’età, e dopo altre mille trappole che il femminismo italiano ha tirato fuori per rimuovere temi fondamentali arriva il nuovo alibi, fornito anche dalla giuovane, quella che non l’hai mai proprio vista né a fare presidio sotto un Cie né a fare resistenza precaria, umana, per le strade, intendendo che il punto pare stia tutto nell’età.

E insomma, siccome di Renzi rottamatore in Italia ne abbiamo già uno, con tutto il rispetto per la retorica sul vecchio ché in quanto vecchio io svecchierei un pochino pure lui, non m’aspettavo che le Renzi femministe italiote potessero prendere campo.

Dunque arriva il fascino del nuovismo giovanilista, col rischio che quel che senti dire sia solamente un sunto di idee prese qui e là, parole chiave di cui ci si può appropriare, decontestualizzate e riadattate di modo che comunque siamo sempre in linea con neoliberismi e autoritarismi.

Non so. A me restano tanti dubbi. E credo non solo a me. Ditemi che ne pensate. 🙂

—>>>Notate quanta gioventù precaria c’era a Paestum [video]. E non parlo dell’aspetto o dell’abbigliamento. Parlo di contenuti.

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Posted in Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici.