[Pubblicità di Toscani per Donna Moderna. Ne parlavo QUI]
da Abbatto i Muri:
E’ bellerrima l’idea dell’educazione sentimentale. Perché è vero che bisogna partire dall’educazione, dalle scuole, dalla cultura, invece che pensare alla repressione come metodo preventivo della violenza di genere. Poi però, con tutto il rispetto, penso che nelle scuole entreranno donne tipo quelle borghesi (chi educa le educatrici?) che credono nella “differenza” intrinseca tra maschio e femmina (lui cattiverrimo e lei angelica e con l’istinto materno per natura) e ho il terrore di quale potrebbe essere il risultato. Le “aggiusta maschio” a partire dall’infanzia.
“Tu capire? Tu essere sbagliato dal principio, per istinto e Dna, dunque ti resetto e ti femministizzo… e solo poi sarai un individuo degno…“.
Se non si fa una sana riflessione sulla cultura anacronistica che ci viene inflitta da chiunque, donne incluse, credo che non ce la faremo ad evitare che si riproducano fenomeni sessisti e violenti perchè il primo sessismo è quello che decide chi siamo e cosa potremo essere da adulti sulla base del sesso biologico. Andare nelle scuole a educare i “bambini” ha la pretesa di affibbiare un marchio di colpevolezza sulla fronte ai bimbi perché nascono con un pene in mezzo alle gambe. Come si può esserne contente?
Dunque, ben sapendo che chi si occupa di decostruzione e sovversione degli stereotipi di genere usa certamente una impostazione che è molto meno banale di così, mi preoccupa molto il fatto che nei circuiti educativi si ragiona di educazione sentimentale invece che di stereotipi di genere.
Cos’è l’educazione sentimentale? In che senso si può educare (normare?) il sentimento maschile? E’ sbagliato il sentimento maschile (giacché si parla di bambini e ragazzi) o c’è una mentalità che riguarda tutti? Quando una donna vuole obbligarmi a fare un figlio e si intrufola nel consultorio dove vado a cercare una pillola del giorno dopo o a fissare un appuntamento per una Ivg è una donna che è stata sentimentalmente educata male o cosa? Quando incontro donne moraliste che sono ben intenzionate e prevaricare la mia autodeterminazione al punto che se il mio parere non coincide con il loro dicono di me che sono “maschia”, parliamo di evangelizzatrici di questo nuovo dogma della giustezza civile o cosa?
Il sessismo è un grande problema trasversale ai generi. Fare la divisione dalla nascita di buoni e cattivi significa creare percorsi di studi differenti per genere. Si torna indietro al momento in cui a lei l’educazione domestica e a lui, in ginocchio sui ceci, la corazzata potemkin (o la lettura obbligatoria del Secondo Sesso) tra una lezione di meccanica e una di fierezza e onore e lotta a punti militare.
E’ questa la teoria preventiva anti/femminicidio che entra nelle scuole? Cosa si dirà ai bambini? Che quando guarderanno un culo di femmina dovranno smettere di desiderarlo e farsi le seghette notturne? E se quelle seghette, per modo di dire, se le fa una ragazzina che si masturba a lei cosa si dirà? Che così si comportano soltanto i maschi?
E la questione è che mi sembra questo un modo un po’ ipocrita di evitare di parlare di educazione sessuale, dove in maniera semplice si potrebbe spiegare ai bambini e alle bambine semplicemente a conoscersi meglio e a non rinunciare mai alla consensualità. Quando una lei viene considerata oggetto e subisce uno stupro non c’è un sentimento sbagliato (già solo pensarlo significa accreditare la cultura dello stupro) ma c’è una totale assenza di cultura dell’accettazione dell’altra, della sua volontà, la sua autodeterminazione.
Per fare lezioncine tipo “amala e rispettala” ci sono già i preti che credo facciano egregiamente il proprio lavoro per le persone che li considerano dei punti di riferimento. Dunque se non cambia l’impostazione e non si parte dal principio, ovvero dal momento in cui si decide che gli stereotipi di genere riguardano tutti e che la violenza di genere è un prodotto culturale condiviso in modo trasversale da interi clan familiari, interi branchi di persone, donne e uomini, tanta popolazione assolutamente mista, direi che non ci siamo.
Per dire, sapete, vero, che tanta gente omofoba è anche di sesso femminile?
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