Da Abbatto i Muri:
Di Matteo R.
Con una maggioranza pressoché assoluta il Parlamento russo ha approvato l’estensione a tutto il territorio nazionale di una legge già in vigore a livello regionale a San Pietroburgo, Kaliningrad ed altre grandi città russe: il divieto di propaganda omosessuale.
Da ora in poi sarà dunque reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po’ vaga, di “propaganda” darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe (fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti ad esprimere un’opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Ma soprattutto mettere al bando o vietare preventivamente eventi, manifestazioni, concerti, che possano essere ritenuti a rischio di “propaganda gay”.
Non siamo al famigerato articolo 121, imposto nel ’34 e abolito solamente nel ’93, che prevedeva cinque anni di carcere per il reato di omosessualità ma l’evocazione del passato è evidente e pesante (l’omofobia era considerata anche malattia mentale). E tanti anni di omofobia di Stato hanno comunque lasciato un segno. Pochissimi contestatori ieri davanti alla Duma. Solo un gruppetto di giovanissimi iscritti al semiclandestino movimento Russian Lgbt Network, l’unica cellula di attivisti Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in tutto il paese, che da anni lotta per rivendicare spazi e diritti.
Nell’indifferenza dei moscoviti e dei tanti movimenti di contestazione hanno sfidato le truppe speciali che facevano da guardia al Parlamento, provando a baciarsi in pubblico e a gridare qualche slogan. E’ bastato un solo furgone per portare in cella i trenta ragazzi catturati dopo qualche ben assestato colpo di manganello. Mentre salivano sul cellulare hanno preso qualche calcio e qualche sputo anche dai soliti estremisti della Chiesa ortodossa, sempre in piazza in occasioni come queste. Gli stessi che esultavano davanti al tribunale per la condanna delle Pussy Riot.
In aula intanto si poteva ascoltare una raffica di pareri e di pregiudizi che sono purtroppo largamente diffusi nell’opinione pubblica. “Siamo in Russia, non a Sodoma e Gomorra”, diceva uno particolarmente esaltato. “Non è una legge contro gli omosessuali – spiegava in vena di giustificazioni – quanto una via per proteggere la nostra gioventù i cui valori sono minacciati da certi discorsi, certe immagini scandalose”. E i giornali più allineati riportavano con evidenza i risultati dell’istituto di sondaggi più serio del Paese, la Levada Center: quasi il 65 percento dei russi è d’accordo con la decisione del Parlamento. E c’è di peggio: due terzi della popolazione ritiene che l’omosessualità sia una malattia e condivide la recente decisione dell’esercito russo di radiare ogni “sospetto omosessuale” dal servizio militare.
La mancanza di solidarietà nei confronti dei giovani malmenati e arrestati del resto parla da sola. Solo la scrittrice Ljudmilla Ulitskaja, accettava di mettere tra virgolette una dichiarazione contro “una legge medievale che gioca sull’ignoranza di una popolazione ancora dominata da pregiudizi e da retoriche machiste”.
Anche Vladimir Putin tace. Sull’omosessualità ha sempre evitato di esprimere pareri ma ha sempre precisato: “La Russia ha un problema demografico, io ho il dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole”.
Il divieto riguarda la propaganda gay in presenza di minori, ma è non è difficile immaginare che riguarderà qualunque forma di esternazione della propria omosessualità (vedi link allegati sugli abusi perpetrati fino ad ora), data l’ambiguità della norma. Numerose sono fioccate le critiche e le polemiche, già nei mesi scorsi all’annuncio dell’introduzione della nuova legge. Per le associazioni dei diritti umani si tratta di una legge palesemente discriminatoria. In base alla nuova normativa, la “propaganda di relazioni sessuali non tradizionali davanti ai minori” viene punita con una multa che va dai 4mila ai 5mila rubli (100-125 euro). Per chi occupa una carica pubblica la multa è più salata: dai 40mila ai 50mila rubli, circa 1.000-1.250 euro. Ancora più pesante è la sanzione se a fare “propaganda” gay sono esponenti della magistratura, che in tal caso verrebbero puniti con una multa da 800mila a 1 milione di rubli (19mila-23.400 euro).Gli stranieri che fossero colti in Russia in comportamenti definibili come propaganda di relazioni omosessuali davanti ai minori (anche un semplice bacio o un altro gesto affettuoso in pubblico) rischiano una sanzione fino a 100.000 rubli e possono essere rinchiusi in carcere per 15 giorni o espulsi.
La normativa, che le minoranze sessuali considerano omofobica e una palese violazione della liberta’ di espressione, allude alla propaganda di ‘relazioni sessuali non tradizionali’ e non menziona in alcun modo l’omosessualita’; e questo, secondo i detrattori e’ un’ulteriore aggravante, perche’ non definendo cosa significa propaganda di ‘relazioni sessuali non tradizionali’, lascia mano libera alle autorita’ di applicarla in maniera arbitraria .
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Il clima di tensione e il silenzio del governo e il relativo silenzio dell’opinione pubblica, hanno esacerbato ed esasperato gli episodi di violenza, perpetrati da gruppi omofobi ed estremisti, nei confronti dei cittadini omosessuali.
Nonostante le proteste che arrivano da tutto il mondo, il governo russo finora non ha fatto nulla per fermare i movimenti neonazisti Occupy Pedofilyaj e Occupy Gerontofilyaj che continuano a perseguitare adolescenti o adulti solo perché omosessuali.
Le vittime vengono umiliate e torturate e i video delle aggressioni caricati sul social network VK.com, che permette la diffusione di contenuti illegali (alcuni video qui: http://fraqqua.wordpress.com/2013/08/09/gay-torturati-in-russia-i-video-agghiaccianti-su-youtube/)
Ai ragazzi si ripete che le umiliazioni che subiscono, come i pestaggi e l’essere ricoperti di urina, sono una cura per guarirli dalla loro omosessualità e diventare eterosessuali. Secondo quanto riportato dall’organizzazione non governativa Spectrum, un giovane è morto dopo le torture che ha subìto, ma il governo di Vladimir Putin non sembra interessato a punire questo tipo di violenze. (da http://www.internazionale.it/news/russia/2013/08/09/a-mosca-e-caccia-ai-gay/)
Diverse organizzazioni per la difesa dei diritti delle minoranze sessuali stanno partecipando a campagne di sensibilizzazione, chiedendo tra le altre cose di boicottare le Olimpiadi invernali del 2014, che si terranno a Soči, in Russia. (Importante leggere in proposito l’articolo CNN:http://edition.cnn.com/2013/08/07/opinion/granderson-anti-gay-russian-olympics).
Il timore, legato agli eventi sportivi, è anche che le nuove norme possano compromettere la libertà di atleti, tifosi e turisti, poiché sono previste pene di arresto o estradizione per gli stranieri che non rispettino la legge. (http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/08/09/news/atletica_cio_russia_legge_anti_gay-64536785/?ref=HREC1-6)
Qui, alcuni link delle petizioni da firmare:
– https://www.allout.org/en/actions/russia-attacks
– http://www.change.org/en-GB/petitions/international-olympic-committee-ioc-relocate-the-2014-winter-games-to-vancouver-2
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Il clima ha raggiunto livelli di omofobia preoccupanti, e non è più possibile restare in silenzio di fronte ad una violazione simile dei diritti umani.
– (Putin’s TV Openly Incites Violence against Gays), https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=4KGVUhdqsMQ
– altri video delle violenze su #Spectrum Human Rights Alliance (http://www.spectrumhr.org/hot-news-1)
– dal NYtimes: http://www.nytimes.com/2013/07/22/opinion/russias-anti-gay-crackdown.html?_r=0
RUSSIA’S president, Vladimir V. Putin, has declared war on homosexuals. So far, the world has mostly been silent.
On July 3, Mr. Putin signed a law banning the adoption of Russian-born children not only to gay couples but also to any couple or single parent living in any country where marriage equality exists in any form.
A few days earlier, just six months before Russia hosts the 2014 Winter Games, Mr. Putin signed a law allowing police officers to arrest tourists and foreign nationals they suspect of being homosexual, lesbian or “pro-gay” and detain them for up to 14 days. Contrary to what the International Olympic Committee says, the law could mean that any Olympic athlete, trainer, reporter, family member or fan who is gay — or suspected of being gay, or just accused of being gay — can go to jail.
Earlier in June, Mr. Putin signed yet another antigay bill, classifying “homosexual propaganda” as pornography. The law is broad and vague, so that any teacher who tells students that homosexuality is not evil, any parents who tell their child that homosexuality is normal, or anyone who makes pro-gay statements deemed accessible to someone underage is now subject to arrest and fines. Even a judge, lawyer or lawmaker cannot publicly argue for tolerance without the threat of punishment.
[…]
Why is Mr. Putin so determined to criminalize homosexuality? He has defended his actions by saying that the Russian birthrate is diminishing and that Russian families as a whole are in danger of decline. […]
Mr. Putin also says that his adoption ban was enacted to protect children from pedophiles. Once again the research does not support the homophobic rhetoric. About 90 percent of pedophiles are heterosexual men.
Mr. Putin’s campaign against lesbian, gay and bisexual people is one of distraction, a strategy of demonizing a minority for political gain taken straight from the Nazi playbook. Can we allow this war against human rights to go unanswered? Although Mr. Putin may think he can control his creation, history proves he cannot: his condemnations are permission to commit violence against gays and lesbians. In May a young gay man was murdered in the city of Volgograd. He was beaten, his body violated with beer bottles, his clothing set on fire, his head crushed with a rock. This is most likely just the beginning.
This must change. With Russia about to hold the Winter Games in Sochi, the country is open to pressure. American and world leaders must speak out against Mr. Putin’s attacks and the violence they foster. The Olympic Committee must demand the retraction of these laws under threat of boycott.
In 1936 the world attended the Olympics in Germany. Few participants said a word about Hitler’s campaign against the Jews. Supporters of that decision point proudly to the triumph of Jesse Owens, while I point with dread to the Holocaust and world war. There is a price for tolerating intolerance.
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grazie per questo articolo… sta succedendo una cosa molto grave, ed ancora di più perché si tratta della Russia piena di contrasti. Io vengo dalla Polonia e non credo in una parola detta da Putin; “You’re not fooling anyone”. Le sue giustificazioni ufficiali per coprire le violenze… firmerò le petizioni, grazie ancora.
un refuso: “’l’omofobia era considerata anche malattia mentale” -> “’l’omosessualità era considerata anche malattia mentale”