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#StigmaKills: Andrea, la trans uccisa a bastonate!

andrea

Da Abbatto i Muri:

Alle persone come lei i media non dedicano che poche righe, spesso infierendo con l’errore cronico e transfobico che condanna una trans ad essere IL trans, non riconoscendole il diritto al genere che ha scelto neppure da defunta. Di disconoscimento sociale si tratta, infatti, di stigma che viene aggravato da leggi che condannano le trans straniere come lei alla clandestinità e regolamenti istituzionali che marginalizzano le prostitute in periferia, lontane dalla vista di benpensanti, a risentire di buio e insicurezza ancora di più. Così dice il Circolo Mario Mieli. Così scrivevo io mentre dicevo delle trans, vittime di violenza per le quali nessun@ si dispera.

La storia di Andrea potete leggerla e vederla in parte QUI, in una intervista che la mostra per quel che ha dovuto patire nel suo ultimo pezzo di vita. Già massacrata di botte, ridotta in coma, con un braccio e una gamba paralizzate, l’unica cosa che le restava da fare, in quella capitale indifferente e piena di pregiudizi fascistoidi, era quella di vivere alla stazione Termini. Lì dormiva e lì è morta ammazzata.

Nessun@ se n’è accort@. I quotidiani hanno scritto poche parole. Nessun@ o quasi s’è disperat@. Non è di certo questa una violenza della quale l’Italia vuole occuparsi ché anzi c’è chi, ancora oggi, immagina di poter sostenere che l’istigazione all’odio contro le persone transgender sia né più e né meno che un diritto d’opinione.

La cosa che mi fa più male quando guardo questa donna è il fatto che quel che i media raccontano della vita di una trans è mediamente osceno. Si illustra un mondo in cui sarebbe tutto gran feste e fru fru. Un mondo che diventa il sollazzo per gente che di giorno va al family day e la notte custodisce ai margini queste persone per meglio celebrare la propria ipocrisia e vigliaccheria.

E’ un mondo in cui si immagina che queste persone campino d’aria, come se non avessero bisogno di lavorare, mangiare, abitare, per esistere, e a fronte di quei rari casi di trans-vip coccolati dai media che si autoassolvono e legittimano l’autoassoluzione di una nazione fatta da una percentuale altissima di transfobici/che, poi la maggioranza sta più o meno come stava Andrea.

Ad arrangiarsi in un paese straniero, tentando di sbarcare il lunario con gli unici lavori consentiti, tentando di non finire nelle grinfie di chi ti rinchiude dentro un Cie perché ti bolla come clandestin@, finché qualche balordo non ti massacra e ti impedisce di fare qualunque cosa.

Così sono in tante le persone che si stracciano le vesti se una vittima di violenza è mamma e moglie e perfetta idea di utero impedito a svolgere il suo ruolo riproduttivo e di cura, ragion per cui la nazione ci tutela. Ma quante sono quelle e quelli che hanno detto o diranno qualcosa per evitare che domani ci sia un’altra Andrea?

—>>>Era la nostra petizione contro la violenza di genere. Perché il problema, ebbene no, non riguarda solo le donne.

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Posted in Comunicazione, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio.

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