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#Boldrini: se in strada ti minacciano non controlli/spegni la strada e tutti quelli che la attraversano!

Da Abbatto i Muri:

Gentilissima Presidente Boldrini,

innanzitutto la mia solidarietà per le minacce e le offese sessiste che lei ha ricevuto. Offese che le sono arrivate non soltanto, temo, da anonimi soggetti della rete.

Mi spiace che lei abbia dovuto conoscere questo aspetto della rete: si tratta pur sempre di un mondo fatto di persone, e come tale non può essere sottoposto a sorveglianza preventiva come se tutti/e quanti/e noi fossimo potenziali criminali.

Perché vede, esistono già norme che per questioni di sicurezza alle persone, figuriamoci per una Presidente della Camera, riescono ad individuare soggetti sparsi che usano la rete per realizzare squadrismi sessisti o fascisti, basta beccarne l’origine, l’ip, procedere con una rogatoria, non so, ma da qualche parte quei dati sono di sicuro conservati e lei può utilizzarli, se crede, per perseguire legalmente chiunque la insulti, la diffami, la calunni, la minacci.

Che lei, per quanto avviene, cosa di cui mi dispiace tanto, ritenga di voler accelerare le procedure, esigendo immediata soddisfazione, evocando pericolosissime censure e controlli del web diversamente realizzati, anteponendo il suo interesse a quello di tanti cittadini e cittadine che lottano per la difesa di diritti digitali già sufficientemente massacrati, risulta davvero incomprensibile.

Una reazione, mi perdoni, che evoca derive autoritarie, dove secondo lei basta cancellare per risolvere un problema diffuso nel paese, non è una azione controculturale, non è neppure una sua autodeterminata azione per quel che capisco. Lei evoca l’impiego di tutori, padri protettori che spengano tutto quel che non le piace.

La rete è un luogo controverso, un mondo da comprendere. Si tratta di una strada. Lei spegnerebbe le strade per non farci passare attraverso il tizio che le urla una minaccia? Obbligherebbe tutti/e noi a camminare in giro con un Grande Fratello che ci controlla tutti quanti?

Le aggressioni squadriste e fasciste sono tremende. Lo sono nel mondo reale come in quello virtuale. In rete abbiamo parlato spesso di questo. Chi la rete la vive ha imparato a difendersi e personalmente, come tante altre, di minacce e insulti ne ho ricevuti tanti.

Le posso dire che la sensazione di assedio e accerchiamento è terribile ma se ogni giorno riusciamo a mettere in atto noi azioni di autodifesa per denunciare e difenderci da fenomeni come cyberstalking, cyberbullismo e squadrismi, non posso credere che non riesca a farlo lei.

La rete non la fermi. Se spegni un nickname oggi te ne spuntano altri venti domani e se lei ha in mente di inseguire ogni mirror, ogni soggetto che in rete gravita, ci perderà il senno e la vita e presto immaginerà che una dittatura del web sia un gran bel posto.

Si faccia sentire, dica quel che deve dire, denunci e saremo al suo fianco. Creeremo risposte controculturali per raccontare lei e quel pezzo dell’Italia che comunque esiste e non cancelli se decidi di calare una censura su spazi virtuali di ogni tipo. Una censura ed una repressione che già subiamo da parte di chi processa le idee e i pensieri.

Spero davvero che non attui quanto oggi lei dice. Spero che lei confidi negli anticorpi che la stessa rete mette in circolo. Se opterà per soluzioni tanto autoritarie invece ci troverà a opporci a simili strategie. Non per difendere chi la minaccia, ma per difendere la libertà della rete che ogni volta che una persona come lei dice queste cose sparisce sempre un po’ di più.

Cordialmente

—>>>Leggo che il Presidente del Senato chiede leggi speciali “contro l’anarchia del web” ed ecco che le nostre libertà si restringono ancora di più.

Laura_Boldrini3

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, R-esistenze.

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One Response

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  1. Cristina says

    E perché il web dovrebbe essere considerata una zona franca? Se le minacce sono perseguibili penalmente nella realtà, perché si grida allo scandalo quando gli stessi principi si applicano alla rete? Poi, non mi sembra che abbia avuto l’intenzione di “anteporre i suoi interessi” a quelli degli altri cittadini, anzi, si è pronuciata su un problema che come dici tu è diffusissimo e interessa la collettività. Non credo sia un male se chi rappresenta le istituzioni finalmente parli della necessità di punire il sessismo e in questo faccio fatica a leggere un intento paternalista.