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Guida pratica al NON uso del termine troia e affini. Ora in edizione per deficienti!

531910_444562725628231_1589469484_nDa Effetto Farfalla:

Trattasi dell’immagine condivisa dai soggetti della pagina facebook “La fiaccola dell’anarchia“. Notare altresì il font scelto, che procura diarrea a spruzzo

Caro lettore (eh sì, il maschile è intenzionale), probabilmente sarai uno di quelli che le compagne son sempre troppo separatiste e che vanno bene solo finchè ti danno ragione, puliscono e lavano i piatti. La casistica suggerisce anche che tu sia  quello che si mette sulla difensiva in qualunque contesto nel quale accada di dibattere di sessismo nei movimenti, quando non vai a defilarti come i bimbi  colti con le mani nella marmellata (che, a proposito, sono assai arrabbiati con me per averli appena paragonati al primo stronzo misogino che capita). Senza contare le battutine sui  culi delle persone e affini che potresti risparmiarti. E poi cacchio, i commenti falli sui culi di tutti, no? questa è una culocrazia e tutti i culi debbono avere pari commenti e dignità.

Ironia a parte, ti chiedo un piccolo grande sforzo, e cioè di riflettere su quanto sia poco anarchico innanzitutto trovarsi su un social network che trae profitti dalla tua condivisione ad minchiam di gattini, cazzate e immagini con scritte idiote e oppressive. In tal senso, l’analisi che offrono quell* di Ippolita.net potrebbe servirti a molto, ma veniamo ai fatti.

Hai appena condiviso l’immagine/testo/video/contenuto di turno che è l’ennesimo tripudio di sessismo nazionalpopolare in salsa affibbia-troiaggine. Ci sono discrete probabilità anche nel fatto che percepisca ciò come un atto di ribellione rispetto alla “troiaggine”  mainstream che incombe su di noi. Tu sì che sei un ribelle: dai spazio e contenuti alle menate patriarcali di sempre – sì, come no. Debbo contraddirti: non è da ribelli fare moralismo in una nazione moralista – ah già, ma tu riconosci come moralist* soltanto coloro che non annuiscono acriticamente ad ogni idiozia.
Sì, è moralismo, e se ti riferisci esclusivamente alle parlamentari non cambia nulla, perché poteva esserci al posto loro anche la fruttivendola o la compagna di turno o chissà chi altra. Non cambia la sostanza: troia e affini sono termini sessisti, e ti invito a riflettere anche sul perché non ne esistano corrispettivi al maschile. L’unico potenziale equivalente che mi viene in mente è marchettaro, e in realtà non è mai utilizzato, ed è comunque relativo all’ambito specifico della prostituzione, mentre troia è insulto generale e generalizzato.

Al di là del termine, c’è anche il come questo viene utilizzato. La parola in questione ricade nel dualismo santa/puttana e nella dicotomia donna perbene/donna permale. Entrambe servono lo scopo di schiavizzare e normativizzare comportamenti e sessualità e tu che ti dichiari anarchico dovresti sbarazzarti per sempre di tutto ciò, altrimenti cessi di essere tale, poiché schiavizzare e normativizzare sono atteggiamenti autoritari e se te ne rendi portatore (in)sano e contagioso – davvero c’è bisogno di aggiungerlo? – sei autoritario.
Analizziamo i tuoi commenti all’immagine:

Le povere prostitute x lo più immigrate sn ai bordi delle strade x fame.Poi ci sn quelle ke si fanno kiamare escort cosi nn si offfendono.L’ho fanno x fare carriera nel mondo del lavoro dello spettacolo e peggio ancora nella politica….E poi ci sono quelle che fanno moraliste su tutto e tutti…. (SANTA INCULATA)

Allora, fammi capire. Tu che ti dichiari anarchico contesti non tanto il potere, quanto l’idea che c’è chi per arrivarci usi la fica. Menomale che ci sono quelle che fanno moraliste su tutto e tutti, tu moralista non lo sei proprio per niente, ché da anarchico ti fai megafono del blablabla pseudomeritocratico sessista paraistituzionale da elettore/elettrice medio/a del PD. Il problema per te sembra proprio che non sia lo stato, bensì la faccia poco presentabile di questo. Fai vittimismo becero sulle povere prostitute. Ehi, guarda che le prostitute non hanno mica bisogno di te che le vai a salvare, hanno bisogno di qualcun* che lotti insieme a loro per spazzare via la tratta e fare sì che quelle che vogliono esercitare quel mestiere siano nelle condizioni di farlo senza sottostare a papponi di ogni sorta, legali e illegali. Infine, apri un fottutissimo libro. Uno qualunque, non necessariamente quello di italiano. Io ti consiglierei Anarchia e femminismo. Nota a margine: se ti ravvedi e decidi di non usarlo più, il termine, evita di rompere le scatole alle compagne che decidono di riappropriarsene per distruggerlo, come fa la comunità queer con froci@, finocchi@ e affini. Distinti sputi.

Posted in Comunicazione, Critica femminista, Disertori, Sessismo.

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3 Responses

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  1. Boh says

    Sarebbe ora anche di non usare termini come “pazzo”,”demente”,”handiccapato”,”deficente”,”mongoloide”,”sfigato”,”zingaro”,”soggetto”,”tontonto” ecc tutti termini che si portano dietro una discriminazione violenta e criminale,e che ancora oggi purtroppo vanno di moda.

  2. ale says

    l’anarchia è un’altra cos,levo “mi piace” alla pagina.

  3. ale says

    ok,levo il “mi piace” a quella pagina.L’anarchia è un’altra cosa.