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Una giornata militante

Da RiotPorn:

Quando due ftm pansessuali queer yaoi-lovers si incontrano, uno dei due ha la mano nella mutande.
E l’altro pure.
[Semicit.]

Mio padre:  Ma perché non fai qualcosa di utile? 
Io:  Qualcosa di arrapante è sempre utile.

 

Il presidio è in fermento. Sono qui, con le cuffiette, e ascolto un po’ di elettronica. C’è un ragazzo “imbardato”, sciarpa nera e cappuccio sul volto. È lui.  Mi ghiaccia con lo sguardo, poi saluta, si avvicina, mi dà un bacio. Mi sciolgo in un laghetto rosa di glitter ed amore universale, ma  disgraziatamente, la polizia carica e devo ricompormi. Tutto intorno prende forma il caos, la folla va su e giù per la strada, a mo’ di corda di chitarra stuzzicata. La situazione si fa sempre più incasinata e  mi ritrovo con  lui, che mi prende per mano e mi trascina via correndo. Arriviamo a casa sua. Andrea, capelli mori, occhi castani ed un sorriso che sa sempre disarmarmi, abita in uno squat. È un luogo  pieno di vita e colori , gli stessi delle farfalle svolazzanti nel mio stomaco, che intanto comincia a farsi sentire dalla fame. Non sono l’unico e dunque ci affrettiamo ad ingurgitare il risotto avanzato del pranzo sociale di oggi; la consapevolezza di un pasto senza uccisioni aggiunge un certo grado di goduria al tutto.

Mi racconta  di sè, io racconto di me. Sprofondiamo in un silenzio imbarazzante: devo trovare il modo di uscirne. Entro a gamba tesa sulla quiete con una proposta indecente. «Guardiamo un po’ di anime?», insinuo.  «Sicuro», risponde.  Accendiamo il suo portatile, pieno di adesivi, e ci buttiamo sul divano. Guardiamo. Ok, è decisivo. Il mio interesse non è di certo diretto verso lo schermo impolverato del pc: quant’è fico. Voi non potete rendervene conto, ma la luce pomeridiana che entra dalla finestra incornicia il suo faccino adolescenziale. Sembra sceso dal paradiso, ricoperto di brillantini e meraviglia, è un lipgloss che si fa proiettile e va dritto al cuore…e come in un universo spleen al contrario, mi sento moltitudine gioiosa, l’interesse che provo mi si può leggere in faccia; mi porge un sorriso e la sua mano sulla mia. È fatta. Sposta le sue chiappe un po’ più vicino alle mie e piano piano si appiccica del tutto; sono statuario, immobile, congelato come il più freddo dei gelati di soia, mi mordicchia l’orecchio, passa alle labbra e mi infila la lingua in bocca. Pomiciamo appassionatamente. 


 «Ti va?», approccia, dondolando un paio di luccicanti manette estratte dalla tasca sinistra, «Dove cazzo le hai prese queste?»  «Evidentemente un poliziotto è stato poco attento…comunque, devo prenderlo come un no?». Lo stronzetto si morde le labbra. «Prendilo come un fottiamoci, qui ed ora!». Nel giro di alcuni minuti sono qui, sul pavimento, che godo come un matto, ammanettato alla gamba del tavolo, sdraiato su un mucchio di vecchi striscioni da corteo, la sua lingua si muove audace e sublime sul mio microcazzo come la ressa di stamattina, le fitte di piacere mi fanno impazzire. Mi costringe a fare altrettanto, il dovere è un piacere, e proseguiamo il pomeriggio procurandoci orgasmi con la foga che solo due frocetti innamorati possono avere. Adesso vado a mandargli un sms. Quanto lo amo.

Posted in Affetti liberi, Corpi, Sensi.

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