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Il ragazzo in rosa: se non bisogna credere ai media!

Forse quello di cui si è parlato a proposito di A. o Davide come lo ha ribattezzato la stampa sarà stato vero in altri casi ma giusto in questo pare di no e dunque, dato che pure io mi ero precipitata ad incazzarmi come tante altre persone e a sciorinare le mie brave riflessioni sul fenomeno molto umilmente devo ammettere di essere caduta nella trappola mediatica che pure dovrei conoscere. Invece no.

Dice chi sta giusto vicino alla comunità glbt che le dichiarazioni di qualcuno fossero prive di fondamento, che il ragazzo non si sa neppure se fosse gay e che in quella scuola nessuno voleva male al ragazzo e che la pagina facebook che lo sfotteva in realtà era gestita anche da lui e che non era sfottò ma non si capisce cosa, forse autoironia o forse chissà. Comunque sia c’è da tenere le bocce ferme e fermare il filo della indignazione che freme sotto le nostre dita entuasiaste di ticchettare sulla tastiera per i cinque minuti d’odio contro gli omofobi o quelli dell’amore a favore di un ragazzo che è morto lasciando di sicuro un vuoto nella vita di chi lo ha amato e conosciuto.

Ma in tutto ciò mi chiedo, se così è, le dichiarazioni e i bravi articoli di chi ne ha scritto e tutto quanto che roba è? Una speculazione a mo’ di crociata per ispirare una sollevazione antiomofobia? Che certo è bene che ci sia, la sollevazione antiomofoba, ma sulla pelle di un ragazzino di 15 anni davvero si riesce a fare queste cose? Davvero ci siamo ridotti a questo? Ad assimilare ad una causa una vittima che con quella causa può non entrarci affatto? E per che cosa? Per una legge antiomofobia che tratti in modo duro la durezza? Al pari di quelle altre politiche che in questi giorni fanno a gara a chi la spara più grossa per non lasciar le penne a quelli di cui si dice fanno male alle donne? Più autoritarismo, ancor di più?

A chi dobbiamo credere? Come si fa a capire cosa davvero sia avvenuto e cosa sia speculazione dei media? E quante vittime bisogna lasciare in giro per il mondo per solleticare l’ego di chi, di certo in buona fede, fa ‘ste cose?

Vabbè. Abbracci al ragazzo, alla famiglia, vale quello che si è detto in relazione ad altre cose e altre situazioni e però che schifo, gente, se non è vero niente davvero ma che schifo, e poi dite che bisogna non pensare che esistano modalità sempre corrette e perfette quando si parla di difesa dei diritti delle persone? Sarà anche per questo che ogni volta che sento parlare di violenza sulle donne mi viene il prurito e penso che sulla pelle delle donne si legittimano cose che con noi c’entrano ben poco?

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Pensatoio.