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Il cinghiale e il papà

La notizia la sapete, è di domenica scorsa.

E’ morto all’alba il cacciatore bambino

I commenti, come al solito, sono sempre più istruttivi della notizia.

Perché un bambino va a caccia? Io lo so. Io da bambino andavo a caccia.

Il compagno di mia madre era cacciatore, vivevamo in un paese di cacciatori e si andava a caccia. Tutto qui. Sei un bambino, nasci in un ambiente culturale e impari, vivi, senti quell’ambiente come il tuo. Non è una giustificazione, ovviamente. E’ solo la spiegazione.

Per mia fortuna, crescendo, ho avuto altre opportunità culturali, e ho evitato di andare in giro a sparare agli animali. Per mia fortuna, non ne ho ammazzato nessuno; mi bastano i ricordi che ho.

Però una cosa posso dirla: non serve nessuna legge per abolire la caccia. Nessuna legge lo impedirà mai, perché la caccia, come tante altre cose che fanno schifo, è cultura, e non s’è mai vista una legge che abroga istantaneamente una cultura, una tradizione, un mito. Quello che serve è abolire il patriarcato, dalla propria mente e dalle proprie abitudini. Per generazioni, cominciando prima possibile.

Altrimenti tanti altri Andrea continueranno a non avere altre possibilità se non seguire il proprio padre. Per diventare a loro volta un padre che non darà al proprio figlio più possibilità di quelle che ha avuto. Sempre che ci arrivi, a diventare padre.

 

Posted in Animalismo/antispecismo, Disertori, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


5 Responses

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  1. Federico says

    Beh mi pare di capire che dire “non serve una legge…” non sia tanto una presa di posizione quanto piuttosto una provocazione intellettuale… perché è troppo vero che spesso (se non sempre) la modificazione della legge diventa un contentino fasullo messo su carta e poi dimenticato, il cui significato è totalmente delegato ai tribunali ed al gruppo armato della polizia.
    L’obiettivo non dev’essere arrestare l’assassino. Dovrebbe essere creare una società in cui nessuno scelga di assassinare. Arrestare l’assassino è già un fallimento a monte, purtroppo però il grosso delle energie collettive viene investito nella repressione e non nell’educazione.

  2. Chiara says

    Abolire per legge la possibilità di mangiare animali è improponibile… Neanche in Russia sono arrivati al punto di dirti cosa puoi o non puoi metterti nel piatto. Potremmo piuttosto chiedere che per legge si prendano misure per la drastica riduzione del consumo di carne (con percorsi educativi, assistenza nell’alimentazione dei bambini, nuove linee guida per i menù delle mense…).
    Sono d’accordo sulla caccia come cultura radicata… una legge che la vieti non passerà mai, ma si possono fare molti passi preparatori per avviarci ad escluderla, in futuro, dagli “sport” praticabili.

  3. Mary says

    Mi dispiace tanto per quel bambino, ma anche per i cinghiali. Nella mia amata terra la Sardegna, e purtroppo lo dico da sarda, c’è un’inciviltà pazzesca contro gli animali. Gli abbandoni solo nella mia città sono all’ordine del giorno, gli animali vengono uccisi, massacrati per divertimento, la caccia è praticamente una prassi culturale che viene impartita, e qui c’è un po’ di sessismo, al bambino maschio, di padre in figlio. Non si può vietare per legge la caccia ma il nostro Paese anche a causa delle lobby di quei mercati che vendono armi.
    Ma appunto anche se si potesse, ci vogliono anni affinché cambi una cultura. Qui in Sardegna la caccia al cinghiale è una tradizione:(

  4. Marco says

    Io invece impedirei per legge di mangiare animali, e non mi pare strano. L’omicidio è vietato per legge. Certo, questo non impedisce che gli omicidi avvengano, ma è giusto che sia vietato, come è giusto che ci si adoperi affinchè la cultura dell’omicidio perda terreno. Poi, certo, “omicidio” è un termine vago. Ma se prendiamo un caso più concreto, come il femminicidio, è ovvio che è giusto vietarlo per legge, ma purtroppo questo non basta. La schiavitù, per esempio, è stata formalmente abolita, e questo ha rappresentato comunque un passaggio importante. “Comunque”, perchè la schiavitù non cessa del tutto vietandola per legge, questo è certo. E’ giustissimo quello che dici, Lorenzo, sul non colpevolizzare i bambini (e in fondo, neanche troppo i grandi, che un giorno erano bambini cresciuti in quel contesto e che non hanno poi avuto le tue/mie stesse opportunità). Ma io non sono d’accordo sul non voler abolire la caccia. La domanda che pongo è: come possiamo pensare di “lavorare” sulla cultura della caccia se non siamo neppure disposti a dire che va vietata? Abolire una pratica per legge ha anche un significato simbolico: è un valore che si afferma socialmente. Magari in modo monco, manchevole, approssimativo, ma è importante, secondo me. Forse dici così perchè riconduci la caccia al patriarcato, ma non è un po’ una semplificazione? Cioè, il nesso è evidente, ma proprio evidente, eppure la caccia non è solo quello. O sì?

  5. Igor Giussani says

    Io però abolirei le leggi a favore dei cacciatori, come quelle che permettono di attraversare impunemente terreni agricoli altrui anche se delimitati. e se già non è così vieterei la vendita dei mirini ai raggi infrarossi, roba che tradisce persino lo spirito patriarcale tradizionale della caccia per trasformarla in una versione ‘reale’ della playstation.