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Legge 194: la vera realtà umbra

Riceviamo e volentieri condividiamo:

LEGGE 194: LA VERA REALTÀ UMBRA

INTERVENTO IN MERITO AL CONVEGNO “IL BUON MEDICO NON OBIETTA”, PALAZZO GAZZOLI – TERNI, 10 NOVEMBRE 2012

L’assemblea delle De’Genere ritiene opportuno rimarcare ancora una volta alle donne umbre l’inadempienza della Regione rispetto alla reale attuazione della legge 194 e del diritto contenuto nell’art.15 di poter usufruire “delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”. Infatti, l’accesso alla Ru486, la pillola abortiva meno invasiva del metodo chirurgico tradizionale, è ancora negato per la mancanza della delibera attuativa che espliciti alle ASL le modalità per attuare quanto scritto nell’atto regionale n.863 dell’ormai lontano luglio 2011, in cui si dava il via (formale ma non reale) alla sperimentazione di 1 anno per la somministrazione in Day Hospital.

Sul sito della regione si trova una sezione dedicata all’IVG e alla RU486, ma si tratta ancora una volta di una verità di facciata. La situazione in Umbria è ben diversa. Nel territorio della provincia di Terni la pillola abortiva viene somministrata nei 2 ospedali di Orvieto e Narni con i 3 giorni di ricovero ordinario, non è cominciata nessuna sperimentazione del Day Hospital, anzi si sta procedendo allo smantellamento dei servizi sociali come ad Orvieto dove il consultorio non dispone della ginecologa dallo scorso inverno. Il quadro regionale è ancor più grave: non solo in nessun ospedale delle altre 3 Asl umbre si somministra la RU 486, ma i dati sull’obiezione di coscienza, forniti dal ministero per l’anno 2010, dimostrano la preoccupante tendenza all’aumento del fenomeno, con punte che toccano l’80% in alcune strutture; il dato del 69% dei medici, il 65% degli anestesisti e il 55% del personale non medico dimostra che non basta la convocazione di un tavolo tecnico da parte dell’assessore regionale alla sanità, ma bisogna agire velocemente per limitare l’accesso alle strutture pubbliche di medici e personale obiettore utilizzando proprio quei mezzi che la legge 194 fornisce come il ricorso alla mobilità del personale (art.9).

Inoltre, potenziare i consultori familiari è l’unico modo per divulgare e promuove l’educazione sessuale e la contraccezione, in modo da prevenire l’aborto ed anche le malattie a trasmissione sessuale che incidono profondamente sulla salute della donna.

Questi fatti dimostrano che gli attacchi della politica alla nostra autodeterminazione giungono sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, entrambi piegati ai diktat del vaticano, e che la difesa della legge 194 richiesta a più riprese da gruppi di donne e singole in tutta Italia, è una lotta prioritaria per tutte noi, per la nostra libertà e per la nostra salute.

Infine, si vuole denunciare l’evidente assenza degli organi regionali preposti all’attuazione della legge 194, gli unici realmente in grado di fornire risposte o spiegazioni che non siano pura e semplice retorica pre-campagna elettorale. All’assessore alla sanità e alla presidente della regione, se qui presenti, avremmo chiesto (come facciamo costantemente ed invano da 2 anni): come mai la RU 486 non è ancora disponibile in tutte le ASL? Quali sono i dati raccolti dal tavolo di confronto sull’obiezione di coscienza istituito da Tomassoni nel giugno di quest’anno? Perché non viene applicato l’art.9 della L.194?

Assemblea Le De’Genere – Terni

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Omicidi sociali, Scritti critici.


One Response

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  1. Simona says

    Vorrei tanto che qualcun* mi spiegasse come sia possibile che i politici del pd, di rifondazione comunista e di sel (non è venuta, ma c’è stata chi ha parlato a nome del partito) invitati al convegno, non abbiamo fatto nessuna proposta concreta per superare il problema dell’obiezione di coscienza e per salvaguardare la Legge 194. Con mio rammarico ho notato come ancora si dibatta su fare o non fare un aborto, ma nulla su come si possa permettere alle donne di poter usufruire realmente dei nostri diritti e soprattutto di poter scegliere.
    Russo Spena avrebbe potuto suggerire ai rappresentanti della regione umbria (presenti in sala) alcuni strumenti giuridici per limitare l’accesso degli obiettori alle strutture pubbliche, ma avrebbe anche potuto spendere 2 parole per spiegare cosa è successo quando quel giudice tutelare di Spoleto ha richiesto la costituzionalità della L.194; il segretario di un circolo pd di terni avrebbe potuto evitare di dire tutto ed il contrario di tutto, sel avrebbe potuto avere più coraggio ed esporsi.
    Tutto questo dimostra ancora una volta come sia assolutamente necessaria autodeterminazione, autoformazione, autogestione politica; basta delegare i partiti su questioni che riguardano le donne e che evidentemente non sono nè all’ordine del giorno delle discussioni interne, nè nei programmi elettorali, nè nella loro linea politica.
    Simona
    Assemblea le De’Genere – ma il commento è personale, non condiviso in assemblea con le altre